Vincenzo I Gonzaga
Vincenzo I ( Gonzaga ) o Vincenzo I ( Costantinopoli ) Gonzaga (Mantova, 21 settembre 1562 – Mantova, 18 febbraio 1612) era il figlio di Guglielmo duca di Mantova e del Monferrato e di Eleonora d'Austria. Nel 1587 successe al padre nella titolarità dei due ducati.
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Biografia
Il duca Vincenzo fu uno degli uomini più rappresentativi del suo periodo, uno dei grandi principi rinascimentali. Sotto la sua signoria Mantova divenne un centro delle arti in Italia. Di carattere completamente opposto a quello del padre, Vincenzo si distinse per la sua prodigalità, per le sue intemperanze, nonché nell'amore per il lusso più sfrenato.
Desideroso di rinverdire le gesta degli avi, organizzò diverse costose spedizioni in Ungheria per combattere i turchi. In nessuna di queste però ebbe modo di dar prova di valore, in quanto non si andò mai al di là di brevi scaramucce, e le spedizioni fecero notizia più per le numerose feste e ricevimenti organizzate dove passava l'esercito gonzaghesco, che per motivi militari.
Altra impresa in cui si cimentò il duca fu la costruzione della poderosa cittadella di Casale Monferrato, opera che avrebbe dovuto agevolare la difesa della città, ma che in realtà si rivelò invece in seguito un polo di attrazione per le mire dei vari rivali (Savoia su tutti).
Nel 1588 Vincenzo ottenne dall'imperatore Rodolfo II di porre nello stemma dei Gonzaga le insegne araldiche della Casa d'Austria, sormontate dalla corona arciducale.
Dal 1592 ingaggiò con Francesco Gonzaga, terzo marchese di Castiglione delle Stiviere, una lunga disputa sul dominio di Castel Goffredo che si concluse a suo favore solo nel 1602. Liberò Tasso dalla prigionia e tenne alla sua corte sia il giovane Claudio Monteverdi,[1] sia l'altro importante cremonese architetto chiamato Giuseppe Dattaro, autore della sua residenza di caccia a Bosco Fontana, nei pressi di Marmirolo. Fu chiamato a corte nel 1592 l'architetto cremonese Antonio Maria Viani, che decorò alcune stanze del Palazzo Ducale e costruì in città alcuni palazzi e le chiese di San Maurizio e Sant'Orsola. Per la rappresentazione delle opere il Duca costruì un teatro che poteva ospitare più di 1000 spettatori. L'edificio fu distrutto durante il Sacco di Mantova.
Vincenzo scoprì durante un viaggio nelle Fiandre il giovane Pieter Paul Rubens e lo condusse con sé a Mantova. Qui Rubens divenne pittore di corte e ricevette i suoi primi incarichi importanti e condusse la sua prima missione diplomatica alla corte spagnola. Fu ritrattista di corte anche il pittore fiammingo Frans Pourbus il Giovane.
Fondò l'Ordine militare del Sangue di Gesù Cristo, ispirandosi alla reliquia del sangue di Gesù conservata presso la cattedrale di Mantova, e dandogli la divisa Domine probasti me, o Nihil hoc triste recepto. Stabilì anche che il numero dei cavalieri fosse limitato a venti oltre al Gran Maestro, la cui carica coincideva con la persona del duca. L'Ordine ricevette l'approvazione di papa Paolo V il 25 maggio 1608.
I due matrimoni
Il 2 marzo 1581 sposò la tredicenne Margherita Farnese, figlia del duca di Parma Alessandro Farnese. Tuttavia due anni dopo, il matrimonio venne annullato, per non essere mai stato consumato a causa di una malformazione fisica della sposa (oggi si pensa all'ermafroditismo). Inoltre si mormorava che la mancata discendenza fosse da attribuire allo sposo. La prescelta per le seconde nozze era una cugina, la diciassettenne Eleonora de' Medici, figlia del granduca di Toscana. La ragazza aveva una matrigna, Bianca Cappello, che incattivita dai troppi anni trascorsi come favorita del granduca, colse l'occasione per creare imbarazzo a quei nobili Gonzaga, che l'avevano snobbata per le sue origini di cortigiana veneziana, e pretese che venissero platealmente dimostrate le doti virili del futuro sposo. Per così garantire la regolarità dell'intimo collaudo venne costituita una commissione formata da medici e diplomatici.
La prima verifica dell'attitudine alla deflorazione si tenne a Ferrara, dove il duca arrivò pieno di baldanza ma si produsse in una ben poco maschia ritirata. I documenti riportano che l'erezione avvenne, ma non fu molto evidente né duratura, gli esperti non poterono quindi assicurare che Vincenzo fosse in grado di assolvere ai suoi doveri.
Il secondo cimento si tenne a Venezia, il "banco di prova" fu una fanciulla, Giulia, di 21 anni, che i de' Medici si impegnarono a risarcire con una buona dote e un marito di pronta smemoratezza. Per Vincenzo, una vera prova di generale prima del matrimonio. La sera del test, l'esaminando arrivò all'appuntamento ostentando sicurezza, gonfio di cibi piccanti consumati in abbondanza perché ritenuti afrodisiaci. Invece, furono proprio le spezie e libagioni a tradirlo infliggendogli una drammatica colica intestinale e la seconda magra figura.
Ci volle un terzo "assalto" per assicurarsi la prestigiosa sposa. Testimoni oculari certificarono l'esito del nobile coito, verbalizzando erezione, aspetto e dimensioni della "verga ducale" e corredando il resoconto con i dettagli dell'interrogatorio a cui fu sottoposta la fanciulla.
Data prova del proprio vigore, il 29 aprile 1584 Vincenzo sposò in seconde nozze la diciassettenne Eleonora de' Medici.
Discendenza
Vincenzo ed Eleonora ebbero sei figli:
- Francesco (1586 - 1612), Duca di Mantova con il nome di Francesco IV e del Monferrato con il nome di Francesco II dal 1612;
- Ferdinando (1587 - 1626), cardinale dal 1607, Duca di Mantova e Monferrato dalla morte del fratello Francesco nel 1612;
- Guglielmo Domenico (4 agosto 1589 – 13 maggio 1591);
- Margherita (2 ottobre 1591 – 7 febbraio 1632), sposata il 24 aprile 1606 con Enrico di Vaudemont, Duca di Lorena (1563 - 1624);
- Vincenzo (1594 - 1627) cardinale dal 1615, Duca di Mantova e Monferrato dal 1626 con il nome di Vincenzo II;
- Eleonora (23 settembre 1598 – 27 giugno 1655), sposata il 4 febbraio 1622 all'imperatore Ferdinando II.
Ebbe diversi figli naturali, tra i quali Silvio.
Onorificenze
Curiosità
- Dalla pruriginosa vicenda del secondo matrimonmio di Vincenzo I il regista Pasquale Festa Campanile trasse nel 1965 il film "una vergine per il principe" (pellicola del filone delle commedie pseudo-erotiche in costume, molto in voga nel cinema italiano degli anni '60/'70) nel quale Vittorio Gassman interpretava il duca e la bella Virna Lisi la fanciulla Giulia. Il film, pur non essendo un capolavoro, rimane pur sempre godibile, soprattutto per la gigionescamente e disinvolta interpretazione che ne dette il grande Vittorio.
- Il duca di Mantova, che compare fra i protagonisti nel Rigoletto di Verdi, s'ispira alla figura di Vincenzo Gonzaga cui viene attribuito uno sfrenato libertinaggio, fama d'altra parte tutt'altro che usurpata e che le sue vicende personali hanno tramandato.
Note
- ^ Monteverdi, grazie all'aiuto di Vincenzo, riuscì a divenire uno dei migliori compositori del suo tempo e visse alla corte di Mantova per 25 anni, fino alla morte del duca. A Mantova scrisse, oltre ai più belli tra i madrigali e mottetti del Rinascimento italiano, la prima opera nella storia della musica, l'"Orfeo".
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Collegamenti esterni
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