Belmonte Calabro
Belmonte Calabro (IPA: belmònte kàlabro[3][4], conosciuta semplicemente come Belmonte, Bellimontis in latino, Bellimunti in dialetto belmontese) è un comune italiano di 2.255 abitanti[5], della provincia di Cosenza, in Calabria.
Belmonte Calabro comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Francesco Bruno (Lista Civica Belmonte nel cuore) |
Territorio | |
Coordinate | 39°10′00″N 16°05′00″E |
Altitudine | 262 m s.l.m. |
Superficie | 23,89 km² |
Abitanti | 2 251[1] (31-12-2010) |
Densità | 94,22 ab./km² |
Frazioni | Annunziata, Marina di Belmonte, Piane, Salice, Santa Barbara, Spineto, Vadi |
Comuni confinanti | Amantea, Lago, Longobardi, Mendicino, San Pietro in Amantea |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 87033 |
Prefisso | 0982 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 078013 |
Cod. catastale | A762 |
Targa | CS |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[2] |
Nome abitanti | belmontesi |
Patrono | santa Maria Assunta |
Giorno festivo | 15 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Il paese, situato circa quattro chilometri nell'entroterra in posizione panoramica su una collina che domina un vasto tratto di mar Tirreno, venne fondato dagli Angioini nella seconda metà del Duecento. Il feudo fu governato dai Cossa, dai Di Tarsia, dai Ravaschieri, dai Pinelli ed infine dai Pignatelli. Nel 1619 venne creato il titolo di principe di Belmonte, soppresso solo dalla costituzione repubblicana del 1948.
Oggi[quando?] il comune è interessato dal fenomeno del turismo balneare estivo, che rappresenta la principale industria del territorio, accanto al tradizionale settore primario legato all'allevamento.
Geografia fisica
Territorio
Secondo la "Carta Geologica d'Italia" del Servizio Geologico d'Italia[6] il territorio belmontese è in gran parte classificato come zona scf ("scisti lucenti"),[6] mentre una parte consistente (il centro storico e le località di Bastia, Campo, Vadi, il corso del fiume Verre) è classificata come suolo a tipologia m2a ("arenarie con denti di squalo e bacchette di echini"),[6] segno dell'antica presenza del mare anche a quote attualmente[quando?] piuttosto elevate. La località Annunziata, il cimitero e le loro immediate vicinanze si trovano su un banco isolato di serpentino (s),[6] chiamato localmente "marmo verde di Belmonte Calabro". Infine, la Marina di Belmonte e tutta la fascia della pianura costiera è una zona alluvionale (a).[6]
Idrografia
Il corso d'acqua più importante del territorio belmontese è il Verre (fiume)|fiume Verre, chiamato anche "fiume di Belmonte": esso scaturisce da diversi corsi d'acqua alle pendici di Monte Cocuzzo, presso la località significativamente chiamata Capo di Fiume (725 m s.l.m.)[7] e scorre in un suggestivo scenario di piccoli "canyon" e di antichi mulini ad acqua abbandonati fino alla località Acquicella, presso la quale sfocia nel mar Tirreno. Nell'ultimo tratto segna il confine meridionale del comune di Belmonte con Amantea.
Altri corsi d'acqua a carattere torrentizio che bagnano il territorio belmontese sono[7] il torrente Santa Croce, corso d'acqua che delimita il confine settentrionale tra Longobardi e Belmonte, di lunghezza relativamente considerevole, che si origina dalle falde di Monte Cocuzzo ed è sottopassato dalla Strada Statale 18 Tirrena Inferiore con una galleria subalvea; il torrente Santa Barbara, corso d'acqua che si origina da sorgenti situate presso la località omonima e Campo di Mare ed è sottopassato dalla Strada Statale 18 Tirrena Inferiore con un'altra galleria subalvea; il torrente San Martino, corso d'acqua che si origina presso la località Piane e arriva al mare sovrappassando la Strada Statale 18 Tirrena Inferiore che passa attraverso una galleria subalvea; il torrente Cozzino, corso d'acqua che si origina presso la località Petrone (500 m s.l.m.) e scorre verso il mar Tirreno scavando profondi "canyon"; il torrente Peopaio, corso d'acqua che si origina da due vene d'acqua presso il Cozzo Varallo, e nel suo corso scava profondi canyon nel suolo di arenaria; il torrente dell'Acqua della Chiesa, che solca l'omonimo vallone ed affluisce nel fiume Verre presso la località Palombelli.[7]
Orografia
Nonostante il comune di Belmonte si estenda fino alle pendici di Monte Cocuzzo (1530 m s.l.m.), la cima dello stesso ricade in comune di Mendicino, segnando anche il confine con i comuni di Fiumefreddo Bruzio e Longobardi: l'altitudine massima raggiunta in territorio belmontese è perciò quella del Cozzo Serralto (1129 m s.l.m.). Un'altra montagna che supera i 1000 metri di altezza è la Pietra del Corvo (1038 m s.l.m.), che assieme al Cozzo Pescato (974 m s.l.m.) ed al Cozzo Burrara (921 m s.l.m.) segna il confine con il comune di Lago.[7]
Gran parte del territorio rimanente è caratterizzato da una notevole asperità del terreno: se la località più elevata, Campo, si trova a 623 m s.l.m., la località più bassa, Marina di Belmonte, è a 5 m s.l.m.:[7] in posizione intermedia si trovano la Sellina (una caratteristica alture "a due gobbe", delle quali una misura 566 m s.l.m. e l'altra 525), Palombelli e Cava (514 m s.l.m.), Vadi (463 m s.l.m.), Salice (460 m s.l.m.) e la dirimpettaia Spineto (444 m s.l.m.), Buda (411 m s.l.m.), Santa Barbara (400 m s.l.m., anche se il centro abitato è dislocato su più livelli, dai 298 m s.l.m. della Motta Vacanti ai 493 di San Pietro), Annunziata (397 m s.l.m.), Viglia (181 m s.l.m.), Bastia (146 m s.l.m.), Campo di Mare (75 m s.l.m.), Cuoco e Regastili (80 m s.l.m.), Acquicella (38 m s.l.m. in comune di Belmonte, 52 in comune di Amantea).[7] La chiesa dell'Immacolata Concezione al centro storico è situata a circa 300 m s.l.m., la località Serra a 299 m s.l.m.: lo stadio comunale in località Oliveto, lungo il fiume Verre, è invece a 107 m s.l.m. Il Vallone della Porta, infine, è a 140 m s.l.m.[7]
Clima
Storia
Età antica
Il toponimo Belmonte deriva secondo l'ipotesi più accreditata dal nome del maresciallo del Regno di Napoli Drogone di Beaumont che nel 1270 fondò il castello.[8] Altre fonti invece lo farebbero derivare dal sito su cui sorge l'abitato, appunto un "monte", "bello" per via della posizione dominante sia sul mar Tirreno che sulla vallata del fiume Verre.
L'attributo Calabro venne aggiunto prima con delibera del Consiglio comunale del 1º novembre 1862 e successivamente con Regio Decreto 4 gennaio 1863[9], per la necessità di distinguere il paese da altre località italiane omonime, quali Belmonte Castello (FR), Belmonte del Sannio (IS), Belmonte in Sabina (RI), Belmonte Mezzagno (PA), Belmonte Piceno (AP).
Il sito dell'attuale abitato di Belmonte non fu in età antica, stando ai resti pervenuti ai giorni nostri, sede di alcun abitato pre-romano o romano. Tuttavia, nel vasto territorio belmontese sono state attestate presenze antiche, anche collegate a stabilimenti di coloni Greci nella zona. Il territorio belmontese era incluso all'epoca della colonizzazione greca e poi in età romana nel territorio della città di Clampetia, identificata o nel territorio di Fiumefreddo Bruzio o, secondo l'ipotesi più diffusa, nel territorio di Amantea.
In località Cuoco è stato attestato sorgesse in età pre-romana e poi romana un piccolo villaggio, stazione di posta sulla via Traianea. Presso quest'area è venuta alla luce negli ultimi anni del XX secolo una necropoli risalente all'incirca al II secolo a.C.[10] Il reperto più interessante è rappresentato da un'anfora d'argilla alta 1.05 metri, conservata oggi[quando?] presso il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide a Sibari, in comune di Cassano allo Ionio, contenente lo scheletro di un bambino di diciotto mesi inumato secondo il rituale funerario punico dell'enkytrismos[11], introdotto dunque attraverso legami commerciali con Cartagine. Questi legami con altre zone del mar Mediterraneo sono anche testimoniati dai ripostigli di Belmonte Calabro, vasi di terracotta rinvenuti in località Serra nel 1935 contenenti in tutto ventitré monete provenienti dalle zecche di Locri, Crotone e Cartagine risalenti grosso modo all'età della seconda guerra punica.[12]
In località Regastili, poco lontano dalla località Cuoco, sorgeva secondo alcune ipotesi un tempietto pagano o un'antica officina. Il toponimo Regastili infatti deriverebbe[13] o dal greco antico εργαστηριον ("ergasterion", "officina, fabbrica") o dalla corruzione del greco antico δεκα στιλους ("dieci colonne"), nomi che farebbero pensare comunque ad una costruzione antica presente nel sito, di cui fino ad oggi[quando?] non si è trovata traccia.
La località Annunziata è anche denominata Greci, il che sarebbe giustificabile con la presenza di un antico tempio dedicato alla dea Venere, su cui sarebbe sorta con l'avvento del Cristianesimo l'attuale Chiesa dell'Annunziata, che sarebbe uno dei primi luoghi di culto cristiani della zona.
Medioevo
Dopo la caduta dell'Impero Romano, nell'846 i Saraceni conquistarono la città bizantina di Nepetia, collocata nel sito dell'attuale Amantea e il cui territorio comprendeva anche quello di Belmonte, e ne rimasero padroni dopo aver creato un Emirato fino all'885 quando i Bizantini al comando di Niceforo Foca il vecchio riconquistarono la città.
I primi abitati attestati nel territorio belmontese in età medioevale sono i casali di Santa Barbara, corrispondente con molta probabilità all'attuale frazione omonima, e Tinga, corrispondente probabilmente alle località attuali di Annunziata e Serra. Nel casale di Santa Barbara c'erano due chiese, Santa Barbara e San Pietro, menzionate per la prima volta nel 1097, quando il duca di Puglia e Calabria Ruggero Borsa concesse queste chiese in beneficio all'abbazia benedettina della SS. Trinità di Mileto. In seguito nel giugno 1202 Riccardo vescovo di Tropea concesse le stesse chiese all'abbazia florense di Fontelaurato di Fiumefreddo.[14]
Durante il tentativo di Corradino di Svevia di conquistare il regno di Napoli, la città fortificata di Amantea, poiché si era ribellata agli Angioini, venne assediata e conquistata da questi ultimi nel 1269. Per mantenere sotto controllo la città irrequieta, Carlo I d'Angiò ordinò al maresciallo Drogone de Beaumont di costruire un castello di proprietà demaniale in territorio amanteano. Nacque così, tra il 1270 ed il 1271, Belmonte.
Dall'inizio del XIV secolo il castello di Belmonte vene infeudato ad alcuni esponenti della nobiltà napoletana. Tra il 1305 ed il 1338 fu sottoposto alla famiglia Mastroiodice o Mastrogiudice, tra il 1338 ed il 1367 ai Cossa o Salvacossa, dal 1367 al 1443 alla famiglia Sacchi. Negli stessi periodi, i casali di Santa Barbara e Tinga avevano una loro successione feudale, fino a che non scomparvero e vennero unificati anche loro nel territorio di Belmonte.
Un diploma della regina di Napoli Giovanna I di Napoli risalente al 1345 delimitò il territorio di Belmonte separandolo da quello di Amantea, sancendo de iure l'autonomia del primo paese dalla città costiera.
Età moderna
La signoria dei Di Tarsia (1443-1578)
La famiglia Di Tarsia entrò in possesso del castello e dei suoi casali nel 1443 e lo mantenne fino al 1578 tra alterne vicende.
Il 15 luglio 1562 viene posata la prima pietra del convento dei Padri Carmelitani, su un terreno donato appositamente dal barone Tiberio Di Tarsia e da sua moglie Ippolita Carafa.[15]
La signoria dei Di Tarsia si interrompe momentaneamente quando Tiberio Di Tarsia vende il feudo a Camillo Sersale per la somma di 15.000 ducati, con diritto di retrovendita dopo dieci anni.[15] Nel 1570 Tiberio morì a Napoli senza eredi legittimi, e lasciò i suoi beni al nipote Cola Francesco Di Tarsia, che aveva dei precedenti con la giustizia spagnola. Il Demanio nel frattempo requisì Belmonte e gli altri feudi ai Di Tarsia, in forza del testamento di Galeazzo Di Tarsia che sanciva, in assenza di figli maschi di Tiberio, che i suoi beni sarebbero stati donati alla Corona.[15]
La signoria dei Ravaschieri
La signoria dei Pinelli
La signoria dei Pignatelli
Età contemporanea
Nell'agosto 1974 iniziarono i lavori di costruzione del nuovo -ed attuale- Municipio: per realizzare l'edificio, venne fatta saltare l'antica "praca" -l'ingresso- del Castello, simile a quella ancora oggi[quando?] conservata davanti al Castello della Valle a Fiumefreddo Bruzio. Da quell'anno, ogni terzo sabato di agosto, si tiene la sagra della pasta col piecoro, noto evento di degustazione gastronomica organizzato dal Comune e dalla Pro Loco.
Simboli
Lo stemma è così descritto dallo Statuto Comunale:
Onorificenze
Ricorrenze
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
- Collegiata di Santa Maria Assunta, edificata nei locali dell'antica Curia a partire dal 1585 per volere del conte Carlo Ravaschieri, nel 1759 fu elevata a Collegiata. L'attuale aspetto, dovuto ai lavori di rifacimento del XVIII secolo, è stato in parte modificato dopo il terremoto del 1908, nel quale crollò parte dell'alto campanile oggi[quando?] ricostruito.
- Chiesa dell'Immacolata Concezione, edificata nel 1622 per devozione della Comunità di Belmonte, all'epoca poco fuori dalle mura dell'abitato, all'interno si conservano alcuni affreschi di scuola napoletana del XVIII secolo.
- Convento e Chiesa del Carmine, fondato dai PP. Carmelitani il 15 luglio 1562, nel 1583 il conte Torino Ravaschieri fece ricostruire la chiesa, dedicata alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, dove sono sepolti molti dei principi di Belmonte. Soppresso il convento nel 1807 con la legge Murat sulla soppressione degli ordini religiosi, venne venduto a privati nel 1820. Presso la chiesa si festeggia la festa compatronale della Madonna del Carmelo.
- Convento e Chiesa dei Cappuccini, fondato dai PP. Cappuccini nel novembre 1608, nel 1611 venne completato con la chiesa, dedicata a San Giuseppe. Soppresso il convento nel 1807 con la legge Murat di soppressione degli ordini religiosi, nel 1829 venne venduto a privati. Presso la chiesa si festeggiava la festa di Sant'Antonio Abate.
- Chiesa dell'Annunziata, sorge su un antico tempio pagano dedicato ad Afrodite. In seguito vi sorse una chiesa cristiana. Venne rinvenuto nella chiesa un sarcofago raffigurante San Giorgio nell'atto di uccidere il drago, che sarebbe la prima testimonianza della penetrazione del Cristianesimo in questa zona. La vecchia chiesa crollò nel 1434. Perciò l'arcivescovo di Cosenza Carlo de Carreto nel 1490 volle far ricostruire una chiesa, che venne terminata solo nel 1523.
- Chiesa del Purgatorio, sorta forse in contemporanea con il Castello (1270), fino al 1585 la piccola chiesina di Santa Maria o del Purgatorio svolse le funzioni di Chiesa Parrocchiale di Belmonte. Nel 1506 fu in questa chiesa che si sposarono Vincenzo Di Tarsia, signore di Belmonte, e Caterina Del Persico. Vi era la sede della Confraternita del SS. Rosario, attiva fino a pochi decenni fa. Oggi[quando?] la chiesa è chiusa al culto e di proprietà della famiglia Del Giudice.
- Chiesa di Santa Barbara
- Chiesa di San Filippo di Baylon
- Chiesa di San Pietro
- Chiesa di Santa Maria di Poliano
- Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
Architetture civili
- Palazzo Ravaschieri della Torre; edificato tra il 1639 ed il 1640 dal principe Orazio Giovan Battista Ravaschieri, fu la residenza ufficiale della famiglia Ravaschieri durante i loro soggiorni nel feudo. Acquistato nel 1798 dalla famiglia Del Giudice, fu teatro di spiacevoli eventi legati all'assedio di Belmonte del 1806.[17] (Vedi Palazzo Ravaschieri della Torre)
- Palazzo del Rivellino; edificato in forma di palazzo nel 1627 dal principe Orazio Giovan Battista Ravaschieri su una precedente torre costiera del XVI secolo. Fu sia fortificazione che magazzino e punto di raccolta sulla costa belmontese. Divenuto proprietà demaniale nel 1806, fu venduto poi a privati.[18] (Vedi Palazzo del Rivellino)
- Palazzo Barone-Del Giudice; edificato nel XVIII secolo dalla famiglia Barone, venne in seguito acquisito dai Del Giudice per legami ereditari, divenendo la residenza ufficiale di questa famiglia nel paese. Annessa al palazzo c'è l'antica chiesa del Purgatorio.[19] (Vedi Palazzo Barone-Del Giudice)
- Palazzo Pignatelli; costruito all'inizio del XVIII secolo dal principe Antonio Pignatelli sulla principale arteria del centro storico, l'attuale via IV Novembre. Sono pregevoli gli affreschi del salone, opera del pittore settecentesco Baldassare Buontempo. Diversi terrazzi rivolti a settentrione sono stati in seguito chiusi. Il palazzo, sequestrato al tempo dei francesi, tanto che fu anche loro quartier generale dopo la presa del paese a seguito dell'assedio di Belmonte del 1806. Venne acquistato da ultimo dalla famiglia Del Giudice.[20]
Nel centro storico ci sono poi almeno otto abitazioni appartenenti o appartenute a storiche famiglie belmontesi dotate di feritoie: queste sono Casa Guercio, Casa Bassareo, Casa Osséo, Casa Cuvelli, Casa Giuliani, Casa Aloisio, Casa Barone, Casa Bossio.
Architetture militari
Belmonte nasce essenzialmente da un complesso fortificato, rappresentato dal Castello di Belmonte|Castello, di fondazione angioina, e dalla successiva espansione della cerchia muraria. Il sistema fortificato del paese era composto da:
- Castello di Belmonte Calabro; edificato nel 1271 circa, rappresentò l'impulso alla nascita del paese. Di dimensioni considerevoli e situato in un luogo molto strategico, venne danneggiato da vari sismi e dall'assedio francese del 1806. Oggi[quando?] tra i resti è stato aperto un centro culturale, oltre alla Biblioteca Comunale ed al Museo della Civiltà Contadina.[21] (Vedi Castello di Belmonte Calabro)
- Mura di cinta; edificate dopo il XIII secolo in seguito all'espansione dell'abitato sul colle, oggi[quando?] ne restano alcuni spezzoni. Alcuni tratti non presentavano cerchia muraria, ma solo le pareti delle case: ogni casa eleggeva, in caso d'emergenza, un capitano a guerra che aveva il compito di coordinare la difesa di quel tratto della cerchia. Nel perimetro murato c'erano almeno cinque torrioni, sia rivolti verso la valle del fiume Verre sia verso il Vallone della Porta. Uno, il torrione oggi[quando?] riadibito a belvedere antistante Palazzo Ravaschieri della Torre, è chiamato 'A Turra, a causa del fatto che è la torre più in vista del paese, che caratterizza l'immagine del paese stesso visto dalla Marina di Belmonte. Un tratto della cerchia era anche, ed è ancora, chiamato 'u Muraglio, ed è collocato nell'area dell'abitato denominata 'u Diestru. Quattro erano le porte che davano accesso al paese:
- Porta di Mare; accesso del paese dal mare, era situata sull'antico tracciato stradale che saliva lungo il colle della torre di Bastia e la località Paganelli, e che oggi[quando?] è ridotto ad un sentierello.
- Porta del Vallone; attualmente[quando?] murata e ridotta a sostruzione dei giardini di Palazzo Barone-Del Giudice, durante alcuni lavori negli anni settanta vi venne rinvenuta praticamente un'intera armeria risalente all'epoca dell'assedio di Belmonte del 1806.
- Porta di Terra; rasa al suolo con l'espansione orro-novecentesca del paese, dava accesso agli antichi sentieri per i conventi suburbani e per le frazioni montane, oltre che per il fontanile pubblico situato presso la Chiesa dell'Immacolata Concezione.
Una piccola posterla verso la vallata si apriva presso 'u Muragliu nell'area de 'u Diestru.
Le torri costiere venne istituite in Calabria, come in altri luoghi, per la necessità di difendere le coste e i loro abitanti dalle frequenti incursioni e da attacchi militari soprattutto da parte dei Saraceni. Il viceré spagnolo del regno di Napoli don Pedro de Toledo nel 1550 inviò il marchese Fabrizio Pignatelli sulle coste calabresi con il compito di far costruire torri difensive sulla costa, a distanza uguale e visibili l'una con l'altra.[22] A quest'epoca all'incirca risalgono le due torri costiere presenti nel territorio belmontese:
- Torre di Bastia; anche detta torre di Barbarise, sorgeva sul colle Bastia poco distante dal centro storico. Alta tra i quindici ed i venti metri, di forma rotonda, venne rasa al suolo nel 1931 per la costruzione del monumento a Michele Bianchi. (Vedi Torre di Bastia)
- Torre di Verri; deve il suo nome ala corruzione del toponimo del fiume Verre, che scorre proprio sotto l'altura su cui sorge la torre, ai confini con il territorio di Amantea.
Anche il Palazzo del Rivellino della Marina di Belmonte nacque come torre costiera edificata nel 1576 ed in seguito tramutata in edificio residenziale e commerciale.
Altre architetture monumentali
- Monumento a Michele Bianchi; edificato tra il 1930 ed il 1932 come sepoltura del quadrumviro e gerarca fascista Michele Bianchi, nativo di Belmonte, consiste in un grande faro monolitico ispirato alla Colonna Traiana di Roma. È l'unico mausoleo dedicato ad un gerarca fascista.
- Monumento ai Caduti.
- Monumento a Padre Giacinto da Belmonte.
- Calvario.
Altro
Siti archeologici
Aree naturali
Società
Evoluzione demografica
Evoluzione storica della popolazione residente | |
1276 | 820[23] |
1372 | 790[23] |
1450 | 860[23] |
1532 | 990[23] |
1561 | 1415[23] |
1601 | 1640[23] |
1650 | 1270[24] |
1698 | 1600[24] |
1753 | 1888[24] |
1767 | 3255[24] |
1797 | 3042[24] |
1815 | 2513[25] |
1825 | 2924[25] |
1849 | 3689[25] |
1861 | 3645[25] |
1901 | 4589[25] |
1931 | 4704[25] |
1951 | 4343[25] |
1982 | 3087[26] |
1985 | 3054[26] |
1991 | 3087[26] |
1992 | 3125[27] |
1995 | 3066[27] |
2001 | 3053[27] |
2002 | 3017[28] |
2003 | 3008[29] |
2004 | 2994[30] |
2005 | 2878[31] |
2006 | 2511[32] |
2007 | 2269[33] |
2008 | 2227[34] |
Abitanti censiti[35]

Belmonte ha avuto un'evoluzione demografica molto massiccia tra Settecento ed Ottocento, tanto che per un periodo relativamente lungo la vicina, ed attualmente[quando?] molto più popolosa, cittadina di Amantea, contò meno abitanti di Belmonte stessa.[24] Anche nel corso dell'Ottocento e agli inizi del Novecento, nonostante alcune epidemie verificatesi, come l'influenza spagnola del 1918, che uccise quarantotto belmontesi,[25] la crescita demografica fu netta. Non incise sostanzialmente negativamente neanche l'emigrazione verso l'America e l'Europa del Nord, che pure era un fenomeno che si verificava anche a Belmonte e nelle sue campagne. Attualmente[quando?], si assiste ad un fenomeno generale di regresso della popolazione, che è diminuita secondo i dati ISTAT in maniera impressionante, riducendosi di circa mille unità solo nel quadriennio 2003-2008.
Nazionalità
Al 31 dicembre 2007 risultavano residenti nel territorio comunale 34 cittadini stranieri[36], provenienti dalle seguenti località (tra parentesi lo stesso dato riferito al 31 dicembre 2006[37]):
- Romania: 19[36] (5 al 2006)[37]
- Germania: 6[36] (0 al 2006)[37]
- Polonia: 3[36] (3 al 2006)[37]
- Brasile: 3[36] (4 al 2006)[37]
Evoluzione storica della popolazione straniera residente | |
2003 | 20[38] |
2004 | 26[39] |
2005 | 32[40] |
2006 | 17[41] |
2007 | 16[37] |
2008 | 34[36] |
La popolazione straniera residente nel comune di Belmonte al 31 dicembre 2007 risultava ammontare a 34 individui, di cui 8 maschi e 26 femmine:[36] un dato in crescita in all'anno precedente, quando si avevano solo 16 stranieri di cui 2 maschi e 14 femmine.[37] Gli iscritti ai registri dell'anagrafe comunale nel corso del 2007 sono stati 23, di cui 1 iscritto da altro comune e 22 iscritti direttamente dall'estero;[36] per contro, i cancellati dall'anagrafe sono stati 5, di cui 3 per trasferimento in altri comuni e 2 per trasferimento all'estero.[36] I minorenni stranieri risultavano essere 4, e nessuno di essi nato in Italia.[36] I nuclei familiari composti almeno da uno straniero sono 27: le famiglie con un capofamiglia straniero invece sono solo 19.[36]
Lingue e dialetti
Accanto alla lingua italiana, a Belmonte è nel suo territorio è parlato il dialetto belmontese, facente parte dei dialetti calabresi influenzati in parte dal dialetto napoletano in parte da quello siciliano.
Religione
Belmonte Calabro è inclusa nell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, e sotto-raggruppata nella Forania Marina. Tutto il territorio comunale è incluso in un'unica parrocchia, quella della Collegiata di Santa Maria Assunta. La sua estensione è di 23.89 km2 e la sua popolazione di circa 2000 anime.
A partire dal XVII secolo e fino a 1807, erano presenti a Belmonte due istituti religiosi maschili, il Convento dei Padri Carmelitani, che assolveva anche all'istruzione dei ragazzi, e quello dei Padri Cappuccini. In precedenza, altre comunità monastiche risulta avessero monasteri in alcune chiese rurali, ma questi insediamenti monastici gradualmente scomparirono. Numerose erano anche le Confraternite e spesso ingenti i patrimoni della Chiesa cattolica, in parte ceduti con l'istituzione della Giunta di Cassa Sacra nel 1784 e con l'abolizione degli ordini religiosi nel 1806 da parte di Gioacchino Murat.
Tradizioni e folclore
Istituzioni, enti e associazioni
- Confraternita del Santissimo Sacramento.
- Associazione Teatrale "I Cacaturnisi".
Qualità della vita
Cultura
Istruzione
Biblioteche
Nel 2002, dopo il completamento dei restauri ai locali del Castello, è stata inaugurata in alcune sale del complesso la Biblioteca Comunale "Galeazzo di Tarsia", piccola biblioteca dotata di pubblicazioni enciclopediche e di carattere locale.
Ricerca
Scuole
Garantire l'istruzione pubblica obbligatoria e renderla accessibile a tutti è stata una grande battaglia combattuta in tutte le zone rurali del Sud Italia, ed anche nelle numerose località montane di Belmonte. Negli anni cinquanta del XX secolo, in molte località era presente una scuola elementare gestita da una maestra. Con il progressivo spopolamento delle campagne, queste scuole rurali sono state chiuse e l'istruzione primaria è oggi[quando?] concentrata in due plessi efficienti, uno localizzato nella Marina di Belmonte, e uno presso il centro storico. La direzione didattica di Belmonte è la stessa che gestisce anche le scuole primarie di Longobardi e Fiumefreddo Bruzio.
Non esistono scuole secondarie di secondo grado nel territorio comunale: gli istituti superiori più vicini sono ad Amantea (liceo scientifico, istituto tecnico e istituto professionale ITC "Mortati") e a Paola (liceo classico e istituto alberghiero). Fino agli anni sessanta, i ragazzi che volessero accedere all'istruzione secondaria non obbligatoria dovevano recarsi a Cosenza.
Musei
Con il completamento dei restauri ai locali ricavati nell'area del Castello nel 2002, in quattro sale al piano terra è stato inaugurato Il Museo della Civiltà Contadina, che raccoglie interessanti reperti di un passato agreste alla fine non così remoto, vestiti tipici, strumenti da lavoro e tavole riepilogative sul territorio belmontese. All'interno di una sala del Museo, è possibile vedere attraverso un apposito pavimento in vetro trasparente una delle antiche cisterne annesse al Castello.
Media
Radio
Stampa
Cinema
Televisione
Arte
Teatro
Musica
Cucina
- Pomodoro di Belmonte: particolare per le sue enormi dimensioni, è un prodotto DOP;
- Capocollo di Calabria e Soppressata di Calabria: prodotti di origine suina che caratterizzano un po' l'intera regione;
- Fichi secchi del Tirreno Cosentino: la prima ditta a produrli è sorta nel 1910 a Belmonte, e da allora sono una specialità culinaria della gastronomia regionale.
Personalità legate a Belmonte Calabro
- Galeazzo di Tarsia (Napoli 1520 - Belmonte Calabro 1553). Poeta rinascimentale nonché signore di Belmonte, conobbe Vittoria Colonna. Fu letterato raffinato ma feudatario prepotente, tanto che venne esiliato a Lipari e poi forzato in domicilio coatto a Napoli.
- Padre Giacinto da Belmonte (Belmonte Calabro 1839 - Acri 1899). Religioso cappuccino, trovò la vocazione e partì dalle montagne della frazione di Santa Barbara per imboccare una strada che lo portò fino a Roma, al servizio di papa Gregorio XVI, e poi ad Acri, quale fondatore del santuario del Beato Angelo.
- Michele Bianchi (Belmonte Calabro 1889 - Roma 1930). Quadrumviro della marcia su Roma, ministro del Regno col dicastero dei Lavori Pubblici, molte delle strade e delle opere pubbliche della Calabria sono dovute a lui, che fu anche l'unico dei quadrumviri ad avere una tomba monumentale.
Eventi
- Festa patronale di Santa Maria Assunta; si festeggia il 15 agosto, giorno dell'Assunzione di Maria.
- Festa compatronale di San Bonaventura da Bagnoregio; si festeggia il 15 luglio, giorno della festa di san Bonaventura da Bagnoregio. La festività venne istituita nel XVII secolo su pressione dei Padri Cappuccini.
- Festa compatronale della Madonna del Carmine; si festeggia il 16 luglio, giorno della festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Fu introdotta a partire dalla costruzione della Chiesa del Carmine, avvenuta nel 1562.
- Festa compatronale di San Francesco di Paola; si festeggia il 2 aprile, giorno della festa di san Francesco di Paola. la festività venne istituita su interessamento dei Padri Carmelitani a partire dal 1768.
- Sagra degli ziti con la carne di pecora; si festeggia il 16 agosto a partire dal 1974, nel giorno della demolizione dello sperone roccioso che occupava il sito dell'attuale Municipio.
- Sagra del pomodoro e della bruschetta; si festeggia nella prima settimana di agosto nella località di Santa Barbara.
- Premio Letterario Galeazzo di Tarsia.
Geografia antropica
Urbanistica
Il Castello venne fondato tra il 1270 ed il 1271 sulla sommità dell'altura dell'attuale centro storico, in posizione dominante sulla pianura costiera ma anche sulla vallata interna del fiume Verre e sulla via interna per Lago. L'abitato iniziò a sorgere in seguito, sicuramente dopo il censimento angioino del 1276, come appendice del Castello.
Il centro del nascente borgo era, si suppone, l'attuale zona denominata 'u Burgiu, gravitante attorno all'antica chiesa del Purgatorio, primo luogo di culto del paese, e all'antica via d'accesso che passava sotto la torre di Bastia. Questo primo abitato era situato un po' più a valle della fortificazione, raggiungibile attraverso l'attuale via IV Novembre.
Fu proprio quella la linea di sviluppo successiva dell'abitato, che alla fine del XVIII secolo coprì l'intera superficie edificabile dell'altura. Gli edifici più importanti, dalla Collegiata di Santa Maria Assunta al Palazzo Baronale, passando per Palazzo Pignatelli, Palazzo Barone-Del Giudice e Palazzo Ravaschieri della Torre, vennero edificati lungo la direttrice di via IV Novembre, anche se molte residenze importanti anche dal punto di vista architettonico sono dislocate nei punto più interni della rete urbanistica, che seguì uno sviluppo che ricorda da vicino le città vecchie del mondo islamico.
Nel 1562 venne fondato il Convento del Carmine, fuori dalle mura paesane circa mezzo chilometro, e nel 1611 iniziò la fondazione del Convento dei Cappuccini, distante circa un chilometro dal paese, seguito nel 1622 dalla più vicina Chiesa dell'Immacolata Concezione, prossima ad un frequentato fontanile. Questi edifici religiosi vennero costruiti lungo la strada che conduceva alla frazione Annunziata e alle altre località sparse del territorio, oltre che a Lago.
Nel corso del XIX secolo l'espansione urbana coprì l'area gravitante attorno all'attuale piazza John Fitzgerald Kennedy, tra le mura del Castello, bombardato durante l'assedio di Belmonte del 1806 dai francesi e definitivamente distrutto dal terremoto del 1908, e la Chiesa dell'Immacolata Concezione. Durante il XX secolo, a partire dagli anni sessanta, si sono iniziate a moltiplicare le costruzioni tra la località Serra e il Convento dei Cappuccini. Inoltre, l'espansione urbana ha riguardato molto di più la località Marina di Belmonte, favorita dalla Strada Statale 18 Tirrena Inferiore e dalla Ferrovia Tirrenica Meridionale.
Suddivisioni storiche
Il centro storico di Belmonte, che è oggi[quando?] uno dei più vasti centro storici della zona, pur se in gran parte abbandonato, è storicamente suddiviso in tre zone:
- 'U Burgu; corrispondente alla parte presumibilmente più antica del paese, nell'area attorno alla chiesa del Purgatorio e a piazza Eugenio Del Giudice: vi sorgono Palazzo Ravaschieri della Torre e Palazzo Barone-Del Giudice con i relativi giardini.
- 'U Mancu; corrispondente alla parte sinistra (mancu in dialetto belmontese significa "sinistro" dell'abitato, con affaccio verso il Vallone della Porta: vi sorgono varie case appartenute a importanti famiglie belmontesi e Palazzo Pignatelli: il "confine" con 'u Diestru è grossomodo sancito dall'attuale via IV Novembre.
- 'U Diestru; corrispondente alla parte destra (diestru in dialetto belmontese significa "destro") dell'abitato, si affaccia sulla vallata del fiume Verre: probabilmente la parte anticamente più popolosa del borgo, vi sorgono alcune residenze appartenute a famiglie importanti.
Località
Il comune di Belmonte ha numerose località abitate dislocate nei 2300 ettari di territorio, in buona parte montagnoso. Tutte queste località sono oggi[quando?] sostanzialmente isolate e in buona parte disabitate, e collocate in zone montuose, eccezion fatta per la vitale Marina di Belmonte. Almeno una delle località di Belmonte, Santa Barbara, esiste da prima della fondazione di Belmonte stessa.
Acquicella; situata al confine con il comune di Amantea lungo l'antico tracciato della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore, solo una parte di questa località ricade in territorio belmontese, ed esattamente la parte posta sulla sinistra del fiume Verre.
Annunziata; situata a nord del centro storico, è una località piuttosto antica ed importante di Belmonte, situata nell'area probabilmente dell'antico casale di Tinga. Abitata già dal tempo della colonizzazione greca, la Chiesa dell'Annunziata è forse uno dei luoghi di culto cristiani più antichi della zona. Posta ad un'altitudine 384 m s.l.m., conta oggi[quando?] circa 141 abitanti.[42]
Bastia.
Buda; situata a 377 m s.l.m. sulla sommità di un'altura panoramica sul mar Tirreno, presso l'antico tracciato della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore per Longobardi, conta oggi[quando?] circa 67 abitanti.[42]
Marina di Belmonte; situata sulla costa del mar Tirreno, lungo le direttrici della Strada Statale 18 Tirrena Inferiore e della Ferrovia Tirrenica Meridionale, è il centro più vitale del comune anche se il più recente. Vi sorgono il seicentesco Palazzo del Rivellino, la sede Riserva Marina Naturale WWF Scogli di Isca e la chiesa di San Pasquale di Baylon. Posta ad un'altitudine di 10 m s.l.m., conta oggi[quando?] circa 690 abitanti.[42]
Palombelli.
Petrone.
Santa Barbara; situata nell'entroterra, è uno dei due casali precedenti la fondazione del castello di Belmonte stesso. Anticamente suddivisa in due zone, San Pietro e Santa Barbara, oggi[quando?] è un centro abitato di 235 abitanti circa[42] posto a 300 m s.l.m.
Vadi; situato su un colle a oriente del centro storico di Belmonte, fronteggia quest'ultimo. Collocato in prossimità del valico della strada per Lago, oggi[quando?] conta circa 395 abitanti[42] ed è a 425 m s.l.m.
Economia
Agricoltura
Artigianato
Industria
Servizi
Turismo
Infrastrutture e trasporti
Strade
L'unica strada statale che attraversa il territorio belmontese è la Strada Statale 18 Tirrena Inferiore. La strada moderna è un'opera recente che attraversa la pianura prossima al mare, attraversando la località Marina di Belmonte correndo parallelamente alla Ferrovia Tirrenica Meridionale. L'antico tracciato invece, ricalcando la Via Consolare Salerno-Reggio Calabria aperta dai Borboni e la romana via Traiana, costeggia i fianchi delle montagne a mezza costa, ed è oggi[quando?] una strada provinciale.
Ferrovie
L'unica linea ferroviaria che attraversa il territorio belmontese è la Ferrovia Tirrenica Meridionale. Questa è una delle linee ferroviarie più importanti in Europa, poiché su di essa scorre la quasi totalità del traffico ferroviario tra il Sud ed il Nord Italia. È stata edificata tra il 1885 ed il 1895 dalla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo. Sulla ferrovia, in territorio di Belmonte c'è la stazione di Belmonte Calabro.
Porti
Sulla spiaggia di Belmonte da vari secoli attraccano comodamente imbarcazioni di piccola dimensione e feluche, riposte fino alla fine del XVIII secolo nel Palazzo del Rivellino in località Marina di Belmonte. Attualmente[quando?], è stato ricavato un piccolo porticciolo per piccole barche da pesca in un'insenatura alla fine del Lungomare Sud. I porti turistici più grandi di riferimento restano tuttavia quello di Amantea, in località Campora San Giovanni, e Cetraro.
Mobilità urbana
Amministrazione
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Amministrazioni precedenti
Gemellaggi
Altre informazioni amministrative
Sport
Calcio
L'unica società calcistica del territorio belmontese, attualmente[quando?] militante in Seconda Categoria, è l'Inter Boys Belmonte Calabro, squadra affiliata all'A.S. Interlogos Campus Calabria di Spezzano Albanese,[43] una delle scuole estive di Inter Campus facenti capo al Football Club Internazionale Milano.
Impianti sportivi
- Stadio Comunale (belmonte calabro,fiume veri).
Note
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Dizionario di ortografia e pronunzia - Belmonte, su dizionario.rai.it. URL consultato il il 25-01-2009.
- ^ Dizionario di ortografia e pronunzia - Calabro, su dizionario.rai.it. URL consultato il 25 -01-2009.
- ^ Dati ISTAT (31-05-2010), su demo.istat.it. URL consultato il 25-01-2009.
- ^ a b c d e Servizio Geologico d'Italia - Carta Geologica d'Italia, foglio n° 236 (Cosenza). URL consultato il 22-07-2009
- ^ a b c d e f g Istituto Geografico Militare, Carta Topografica d'Italia 1:25.000, foglio n° 568 III (Nocera Terinese).
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 20.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 164.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, pp. 16-17.
- ^ In greco antico εγχυτρισμος, dal verbo εγχυτριζω ("raccogliere in un'urna le ossa bruciate dei morti"). Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 17.
- ^ Le monete sono attualmente[quando?] custodite nel Gabinetto Numismatico del Museo Nazionale Romano di Roma. Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, pp. 17-18.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 17.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 19.
- ^ a b c Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 52.
- ^ Araldicacivica.it - Belmonte Calabro
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 117.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 118-119.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 118.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, p. 117-118.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, pp. 115-117.
- ^ Gabriele Turchi, Storia di Belmonte, pp. 119-120.
- ^ a b c d e f Gabriele Turchi, p. 57.
- ^ a b c d e f Gabriele Turchi, p. 137.
- ^ a b c d e f g h Gabriele Turchi, p. 169.
- ^ a b c Dati ISTAT - Istituto Superiore di Sanità (1981-1991), su demo.istat.it. URL consultato il 29-03-2009.
- ^ a b c Dati ISTAT (1991-2001), su demo.istat.it. URL consultato il 29-03-2009.
- ^ Dati ISTAT (31-12-2002), su demo.istat.it. URL consultato il 25-01-2009.
- ^ Dati ISTAT (31-12-2003), su demo.istat.it. URL consultato il 25-01-2009.
- ^ Dati ISTAT (31-12-2004), su demo.istat.it. URL consultato il 25-01-2009.
- ^ Dati ISTAT (31-12-2005), su demo.istat.it. URL consultato il 25-01-2009.
- ^ Dati ISTAT (31-12-2006), su demo.istat.it. URL consultato il 25-01-2009.
- ^ Dati ISTAT (31-12-2007), su demo.istat.it. URL consultato il 25-01-2009.
- ^ Dati ISTAT (01-01-2008), su demo.istat.it. URL consultato il 25-01-2009.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ a b c d e f g h i j k Dati ISTAT sulla popolazione straniera residente per sesso e cittadinanza (31-12-2007), su demo.istat.it. URL consultato il 29-03-2009.
- ^ a b c d e f g Dati ISTAT sulla popolazione straniera residente per sesso e cittadinanza (31-12-2006), su demo.istat.it. URL consultato il 29-03-2009.
- ^ Dati ISTAT sulla popolazione straniera residente per sesso e cittadinanza (31-12-2002), su demo.istat.it. URL consultato il 29-03-2009.
- ^ Dati ISTAT sulla popolazione straniera residente per sesso e cittadinanza (31-12-2003), su demo.istat.it. URL consultato il 29-03-2009.
- ^ Dati ISTAT sulla popolazione straniera residente per sesso e cittadinanza (31-12-2004), su demo.istat.it. URL consultato il 29-03-2009.
- ^ Dati ISTAT sulla popolazione straniera residente per sesso e cittadinanza (31-12-2005), su demo.istat.it. URL consultato il 29-03-2009.
- ^ a b c d e Dati ISTAT 2001, su dawinci.istat.it. URL consultato il 23-07-2009.
- ^ Inter Campus - Scuole estive, su intercampus.inter.it. URL consultato il 16-05-2009.
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1994 | 1998 | Michele Scialis | Lista Civica (centrodestra) | Sindaco | |
1998 | 2006 | Francesco Bruno | Lista Civica (centrosinistra) | Sindaco | |
2006 | 2011 | Luigi Provenzano | Lista Civica (centrodestra) | Sindaco | |
2011 | in carica | Francesco Bruno | Lista Civica (centrosinistra) | Sindaco |