Endoscopia

procedura medica
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L'endoscopia (dal greco ἔνδον èndon, "dentro, interno" e σϰοπή skopê, "osservazione") è un metodo di esplorazione dal punto di vista medico che permette di visualizzare l'interno del corpo.

Per questo esame viene utilizzato un endoscopio. Quest'ultimo è un tubo ottico munito di microcamere che trasmettono le immagini in uno schermo.

L'endoscopia può essere utilizzata sia per la diagnostica, sia per l'esecuzione di interventi terapeutici (endoscopia operativa), sia ancora come strumento di supporto durante un intervento chirurgico. La broncoscopia è l'esame specifico per l'esplorazione dei bronchi, così come la colonscopia è l'esame del colon, etc.

Gli endoscopi si inseriscono quando è possibile per via naturale, di solito per via orale. A volte invece è necessario un intervento per creare un'adeguata via d'accesso allo strumento, come nel caso della toracoscopia o della laparoscopia (in questo caso si parla di endoscopia chirurgica).

Una tecnica meno invasiva consiste nell'assunzione di una piccola capsula, che contiene una microtelecamera e memoria flash, e viene normalmente espulsa attraverso le feci. La capsula fornisce al medico immagini tridimensionali ad alta risoluzione, che può avanzare per singolo fotogramma. È impiegata per l'esame dell'intestino e del fegato, e permette di evitare il ricovero in day-hospital e la somministrazione di farmaci tranquillanti.[1]

L'endoscopio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Endoscopio e Fibroscopio.

Usi

Effettuata sotto anestesia generale, la laringoscopia diretta permette di visualizzare la laringe e le corde vocali. La rinofibroscopia permette l'esame delle fosse nasali, della laringe e della faringe. Infine la sinuscopia, con un'anestesia locale, permette di osservare lo stato delle mucose nasali.

La fibroscopia dei bronchi permette d'osservare la trachea e i bronchi. L'esame si fa sotto anestesia locale o generale. La pleuroscopia esplora la cavità pleurale (lo spazio tra 2 strati di pleura), sotto anestesia locale o generale.

 
Laparoscopia.

L’anoscopia (che permette di osservare l’ano) e la rettoscopia (per le mucose del retto) si fanno senza anestesia. La colonscopia è l’esame del colon e del retto.

La fibroscopia del tubo digerente superiore (esofagogastroduodenoscopia dell'esofago, dello stomaco e del duodeno) e quella del tubo digerente inferiore (colonscopia dell’intestino crasso), permettono di individuare eventuali infiammazioni, ulcere e altre lesioni. Si pratica di solito un'anestesia locale, ma a volte è indicata una sedazione.

Tramite laparoscopia si esplora la membrana che riveste la cavità addominale, la superficie del fegato, la cistifellea ed è effettuata in anestesia generale. Tramite toracoscopia si esplora la cavità toracica, con particolare riguardo alla pleura, ai polmoni, all'esofago, al mediastino ed al diaframma.

L’amnioscopia, la quale non necessita di alcuna anestesia, è l’esame del liquido amniotico nel quale è immerso il feto. La fetoscopia (esame del feto), rara, avviene sotto anestesia generale.

La cistoscopia è l’esame della vescica. Si pratica senza anestesia nella donna e con anestesia locale nell'uomo.

L'artroscopia osserva le articolazioni, e viene fatta di solito in anestesia generale.

Note

Voci correlate

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