De excidio Britanniae
Il De excidio Britanniae (cioè Sulla rovina della Britannia) è un sermone in tre parti in cui il santo britannico Gildas (VI secolo) condanna le azioni compiute dai suoi contemporanei in Britannia (odierna Inghilterra).
La struttura dell'opera
La prima parte consiste nella spiegazione del suo lavoro e di una breve narrazione della è[Britannia romana]] dalla conquista fino ai tempi di Gildas.
Nella seconda parte Gildas , opening with the assertion "Britain has kings, yet they are tyrants; it has judges, yet they are undutiful", Gildas tratta la vita e le azioni di cinque sovrani: Constantino di Dumnonia, Aurelio Canino, Vortiporio dei démezi (odierno Dyfed), Cuneglaso e Maglocuno o Maelgwn del Gwynedd. Tutti sono definiti crudeli, rapaci e peccatori. Dei tiranni insomma.
Nella terza parte egli protesta e attacca il clero del suo tempo, senza però fare nessun nome (ragion per cui non aiuta a fare luce sulla storia della chiesa della Britannia di quel tempo).
Analisi dell'opera
La visione presentata in questo lavoro di una terra devastata e saccheggiata, malgovernata da funzionari corrotti e veniali è stata accettata dagli studiosi per secoli, non solo perché rifletteva bene l'idea comunemente accettata di invasioni barbariche che distrusserro la civiltà romana, ma anche perché dava una spiegazione al perché la Britannia fu una delle poche province romane a non aver adottato una lingua romanza, come invece fecero la Francia, la Spagna e la Romania.
Tuttavia, non bisogna dimenticare che l'intento di Gildas è quello di predicare ai suoi contemporanei alla maniera dei profeti dell'Antico testamento, e non quindi per i posteri. Sebbene egli offra una delle prime descrizioni del Vallo di Adriano, omette i particolari che non servono al suo messaggio. Ciononostante, quest'opera resta importante non solo per la storia del Medio Evo, ma anche per quella inglese, essendo una delle poche del VI secolo sopravvissute.
Nel De Excidio Britanniae, Gildas afferma di essere nato nello stesso giorno della battaglia del Monte Badon.
Link esterni
- De Excidio Britanniae tradotto da John Allen Giles