Ignazio La Russa

politico italiano (1947-)
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Template:Membro delle istituzioni italiane Ignazio Benito Maria La Russa (Paternò, 18 luglio 1947) è un politico italiano, ministro della Difesa nel governo Berlusconi IV.

Ignazio La Russa

Ministro della Difesa
In carica
Inizio mandato8 maggio 2008
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreArturo Parisi
Successorein carica

Dati generali
Partito politicoMSI (fino al 1995)
AN (1995-2009)
PDL (dal 2009)

Biografia

Studi e famiglia

Di origine catanese (il padre Antonino La Russa era senatore del Movimento Sociale Italiano), La Russa ha studiato a San Gallo, in un collegio della Svizzera tedesca, per poi laurearsi in giurisprudenza all'Università di Pavia.

È fratello di Romano La Russa (1952), ex europarlamentare, attualmente assessore alla protezione civile alla regione Lombardia e di Vincenzo La Russa (1938), avvocato e politico.

Ha tre figli, Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache.[1]

Ha assolto il servizio militare da Ufficiale di complemento.[2]

Prima di decidere di dedicarsi esclusivamente all'attività politica, intraprese la professione di avvocato, giungendo ad assumere le difese di parte civile nei processi per l'assassinio di Sergio Ramelli a Milano.

Attività politica nel MSI

Nel 1971 è responsabile del Fronte della Gioventù, il movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano.

La Russa appare anche nel film di Marco Bellocchio Sbatti il mostro in prima pagina (1972), che si apre con alcune riprese reali di un comizio a Milano della Maggioranza Silenziosa, un comitato anticomunista a cui aderivano esponenti democristiani, missini, liberali e monarchici.[3]

Il 12 aprile 1973, quando era uno dei leader del Fronte della Gioventù di Milano, nella manifestazione organizzata dal Movimento Sociale Italiano contro quella che veniva definita "violenza rossa" furono lanciate due bombe a mano Srcm, una delle quali uccise il poliziotto di 22 anni Antonio Marino. La Russa fu indicato come uno dei responsabili morali dei lanci di bombe.[4][5]

Nel 1985 è eletto consigliere regionale della Lombardia.

Attività parlamentare per AN

Fu in prima linea nella fondazione del partito Alleanza Nazionale, guidato da Gianfranco Fini, nel 1995.

Eletto deputato per la prima volta nel 1992 per il MSI, è stato confermato per Alleanza Nazionale alla Camera nel 1994, nel 1996, nel 2001, nel 2006 e infine nel 2008 per il Popolo della Libertà.

Ministro della Difesa per il PDL

L'8 maggio 2008 viene nominato ministro della Difesa nel governo Berlusconi IV e l'11 maggio 2008 reggente di AN; ha detenuto quest'ultima carica fino all'ingresso di Alleanza Nazionale nel Popolo delle Libertà, fatto avvenuto il 29 marzo 2009, venendo poi nominato coordinatore nazionale del PdL assieme a Sandro Bondi e Denis Verdini.

All'interno del PdL, il 2 maggio 2009 La Russa ha fondato «La nostra destra», per rivendicare la sua cultura politica di provenienza, e per sostenere come la corrente minoritaria dei cosiddetti finiani non rispecchi più quelle che sono a suo parere le posizioni della destra.[6]

Controversie

  • Nel novembre 2009 ha contestato la sentenza Lautsi v. Italia della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sull'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane, dichiarando: «possono morire, possono morire, loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla»[7]
  • Il 10 marzo 2010, durante una conferenza stampa del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dapprima invitò un giornalista, Rocco Carlomagno, a smetterla di interrompere il premier e le domande degli altri giornalisti e ad attendere il suo turno. Successivamente cercò di allontanarlo prendendolo per il bavero e poi strattonandolo. Rocco Carlomagno annunciò una querela nei confronti del ministro, definendolo «picchiatore fascista»[8][9][10] che però non sporse mai.
  • Il 12 febbraio 2011, presso la manifestazione In mutande ma vivi, La Russa scalcia volontariamente un giornalista di Annozero, Corrado Formigli, che avrebbe voluto rivolgergli alcune domande sui possibili scandali sessuali di Berlusconi. Il Ministro inizialmente si scusa, sostenendo di non essersi accorto del giornalista. Poi accusa il giornalista stesso di avergli lui rifilato dei calci alle spalle. Formigli viene allontanato dalla vigilanza.[11][12]
  • Il 30 marzo 2011, durante il dibattito in Parlamento sul processo breve, redarguito dal Presidente della Camera Gianfranco Fini per aver applaudito ironicamente Franceschini che lo accusava di aver fomentato una manifestazione contro il governo spintasi fin quasi all'entrata di Montecitorio, lo avrebbe apostrofato con un «vaffanculo»,[13] salvo poi scusarsi con lui per telefono, ribadendo comunque di non aver mai insultato Fini.[14]
  • La Russa è indagato dalla Corte dei Conti per peculato in relazione all'utilizzo di voli di stato per recarsi alla partita Schalke 04-Inter del 5 aprile 2011[15]
  • l'Associazione nazionale ufficiali aeronautica militare ha scritto una lettera al ministro manifestando risentimento per l'abbigliamento da lui sfoggiato il 4 aprile 2011 in occasione dello scambio di consegne tra Julia e Folgore, dai toni troppo informali in proporzione all'importanza dell'evento[16].

Nella cultura popolare

Per via della sua voce roca e del suo accento siciliano è stato oggetto di numerose imitazioni da parte di Dario Ballantini e di Fiorello nei loro spettacoli televisivi e radiofonici, ed ha partecipato come doppiatore nell'edizione italiana della serie animata I Simpson (nell'episodio Dolce e amara Marge).

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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