Rashid Ghannushi

ideologo tunisino

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Rāshid al-Ghannūshī

Rāshid al-Ghannūshī, in arabo راشد الغنوشي?, in versione francesizzata Rachid Ghannouchi (Balhama, 1941), è un ideologo tunisino di orientamento Islamista che ha passato oltre venti anni di esilio a Londra prima di tornare in patria dopo il crollo del regime di Ben Ali nel 2011.

Cresciuto in un'umile famiglia, Rāshid Ghannūshi studiò dapprima a Gabes (dove completò i corsi elementari), quindi entrò nel 1959 nell'Università al-Zaytuna di Tunisi (il più importante centro di studi islamici tunisino e uno dei principali centri di elaborazione del pensiero islamico sunnita)[senza fonte] diplomandosi in teologia, infine frequentò nel 1964 i corsi della Facoltà di Agraria dell'Università del Cairo, restando affascinato dall'ideologia panaraba nasseriana.
fin quando non fu costretto a lasciare il paese a causa dell'espulsione dei tunisini decretata dal regime egiziano a seguito del profondo dissenso politico intervenuto tra Gamal Abdel Nasser e Habib Bourguiba. Raggiunse allora la Siria, avvicinandosi al fronte militante islamico, venendo in contatto col partito Baʿth al potere e alla Fratellanza Musulmana, studiando Filosofia nell'Università di Damasco, completando i corsi nel 1968. Frequentò quindi i corsi tenuti alla Sorbona di Parigi per addottorarsi in "Filosofia dell'Educazione" e prese a militare nella Tablīgh-e Jamāʿa, una corrente islamica fondamentalistica che si basa sul principio della predicazione dell'Islam tra gli stessi musulmani e che, comunque, è più vicina alle tesi del pakistano Abu l-A'la al-Maududi che a quelle dell'egiziano Sayyid Qutb.

La sconfitta araba nella Guerra dei Sei giorni del 1967 lo aveva intanto convinto della giustezza delle tesi fondamentalistiche e nel 1969 tornò in patria per insegnare Filosofia nei licei tunisini.

Alla fine degli anni settanta Ghannushi fondò con altri, tra i quali ʿAbd al-Fattāḥ Mūrū, il Movimento della Tendenza islamica ( Ḥaraka al-ittijāḥ al-Islāmī - Mouvement de la Tendence Islamique ) ma già nel 1984 fu recluso e tre anni più tardi condannato a morte.

Fu salvato dal "colpo di Stato sanitario" con cui il gen. Zayn al-ʿĀbīdīn b. ʿAlī (Zine el Abidine Ben Ali), depose l'ormai mentalmente incapace "Combattente Supremo" e presidente a vita della Repubblica, Habib Bourguiba (al-Ḥabīb Bū Rqība).

Amnistiato con altri esponenti del MTI, Ghannushi prese quindi parte alle elezioni legislative dell'aprile del 1989, in cui la sua formazione definita Partito della Rinascita ( Ḥizb al-Nahḍa ) raccolse il 14,5 % dei consensi ufficiali ma che gli interessati assicurarono essere ben più ampio, anche se volutamente occultato dal regime al potere.

Nel 1991 il MTI fu dichiarato fuori legge dal presidente Ben Ali, sotto l'accusa di aver fomentato il rovesciamento violento delle istituzioni. Ghannushi fu quindi costretto a riparare nel Regno Unito, nella cui capitale tuttora vive e opera in piena libertà, alla luce delle sue dichiarazioni pubbliche di condanna della violenza indiscriminata, di abbandono della lotta armata, nella convinzione (vendicata dai fatti, vista la disastrosa parabola del regime filo-occidentale di Ben Ali) di un sicuro successo politico in patria delle tesi da lui propugnate.

La sua possibile presenza in un Convegno internazionale svolto a Roma e Napoli e organizzato dall'Università degli studi di Napoli "L'Orientale" e dalla Georgetown University di Washington D.C., inaugurato da Lamberto Dini, ha suscitato veementi articoli sul "Corriere della Sera" di Magdi Allam che ricordava le sue precedenti prese di posizione in favore della lotta armata nei paesi arabi sottoposti a dittature sostenute dall'Occidente e dello scontro (talvolta affiancato da azioni terroristiche) contro Israele per l'irrisolta pluridecennale "questione palestinese", del tutto dimentico però dell'ultraventennale ripudio della forza come mezzo di soluzione dei problemi politici.[1]

Dopo il 2005, Ghannushi è per questo sempre più apertamente contestato in seno al suo movimento. Tale contestazione nasce dalla contrapposizione con la linea del capo di Ennahdha (al-Nahda), che esorta all'opposizione frontale col regime autocratico di Ben Ali, laddove Ghannushi sostiene una linea politica di «riconciliazione nazionale».[2]

Ghannushi è potuto tornare in patria a seguito degli eventi del 2011 e il partito è stato legalizzato il 1° marzo 2011.[3]

Note

  1. ^ Si veda, di Michelangelo Guida, l'Intervista a Ġannūšī, su: Oriente Moderno, LXXXIV (2004), 3, p. 685-696.
  2. ^ Fatima Kabba, « Rached Ghannouchi contesté », Le Maghrébin, n° 2, 11 septembre 2006 riproposto sul sito Réveil tunisien.
  3. ^ http://www.zawya.com/story.cfm/sidZW20110301000110

Voci correlate

Bibliografia

  • Azzam S. Tamimi, Rachid Ghannouchi. A Democrat within Islamism, New York-Oxford, 2001
  • John L. Esposito - John O. Voll, Makers of Contemporary Islam, Oxford, 2001
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