Giovanni I di Castiglia

re di Castiglia e León (r. 1379-1390)
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Giovanni Enriquez, Giovanni di Trastámara. Juan in spagnolo e in asturiano, Chuan in aragonese, Joanes in basco, João in portoghese, Xoán in galiziano, Joan, in catalano, e Jean in francese John in inglese, Johann in tedesco e Johan in fiammingo (Épila, 24 agosto 1358Alcalá de Henares, 9 ottobre 1390), fu re di Castiglia e León dal 1379 al 1390. Fu il secondo monarca della casa dei Trastamara a sedere sul trono di Castiglia e León.

Giovanni I
Ritratto di Giovanni I di Trastámara
Re di Castiglia
In carica1379 - 1390
PredecessoreEnrico II di Trastámara
SuccessoreEnrico III di Trastámara
Nome completoGiovanni Enriquez
Altri titolire del León
NascitaÉpila, 24 agosto 1358
MorteAlcalá de Henares, 9 ottobre 1390
Casa realeTrastamara
PadreEnrico II di Trastámara
MadreGiovanna Manuele
ConsorteEleonora d'Aragona e Sicilia
Beatrice del Portogallo
FigliEnrico
Ferdinando d'Antequera e
Eleonora, di primo letto
Michele, di secondo letto

Figlio primogenito del re di Castiglia e León, Enrico II di Trastámara detto el Fratricida (il Fratricida) e della moglie, Giovanna Manuele di Castiglia[5].

Biografia

Giovanni nacque in Aragona[1], quando suo padre era in esilio, durante la guerra civile di Castiglia, che fu combattuta tra i rivoltosi, guidati dalla famiglia di Trastamara contro il re di Castiglia, Pietro I il Crudele, che era il fratellastro di Enrico conte di Trastamara, quindi lo zio di Giovanni.

Nel 1369, a seguito dell'omicidio dello zio Pietro I, suo padre, che da quel giorno venne detto il fratricida, salì al trono come Enrico II.
L'anno dopo, per concessione paterna, Giovanni ottenne la signoria di Biscaglia e di Lara[1].
Nel 1371, suo padre lo nominò alfiere maggiore di Castiglia[1].

File:Giovanni i ed Eleonora.jpg
Giovanni I di Castiglia ed Eleonora d'Aragona

Nel 1374, dopo che suo padre, Enrico II si era rivolto contro il re della corona di Aragona, Pietro IV il Cerimonioso, e lo aveva sconfitto e costretto alla firma della pace di Almazán riconfermata, nel 1375, a Lerida[1], fu combinato il matrimonio tra Giovanni e la figlia di Pietro IV, per consolidare la propria dinastia, ancora in odore di illegittimità.

 
Medina: Castello de la Mota

Nel 1375, il 18 giugno, Giovanni sposò, nella cattedrale di Soria, Eleonora[1] (13581382), figlia terzogenita e unica femmina del re di Aragona, di Valencia, di Maiorca,di Sardegna e di Corsica e Conte di Barcellona e delle altre contee catalane Pietro IV il Cerimonioso[6] (1319-1387), e della sua terza moglie, Eleonora di Sicilia[7] (13251375).

Nel 1379, alla morte del padre, Giovanni gli subentrò sul trono di Castiglia, come Giovanni I[1] e fu incoronato a Burgos, nel monastero di Santa María la Real de Las Huelgas, il 25 luglio 1379[1].

In quel periodo, Giovanni doveva pronunciarsi sul grande scisma, aperto dalla doppia elezione di papa Urbano IV e antipapa Clemente VII, entrambi eletti nel corso del 1378. Benché la Francia si fosse pronunciata per Clemente nel novembre del 1378, la Castiglia, sua alleata, era ancora neutrale. Nel maggio del 1380, Giovanni inviò un'ambasceria a Avignone, Roma e Napoli, per ascoltare tutte le testimonianze dei cardinali presenti all'elezione di Urbano IV e i risultati dell'inchiesta furono noti in novembre in un'assemblea ecclesiastica a Medina del Campo.
Il 19 maggio del 1381 fu pronunciato il consenso a Clemente VII.

Nello stesso periodo, fu attaccato dal re del Portogallo, Ferdinando I, che alleatosi col regno d'Inghilterra[1], aveva ricevuto l'aiuto delle truppe inglesi comandate da Edmondo di Langley, conte di Cambridge e zio del re d'Inghilterra, Riccardo II; Giovanni inviò la flotta castigliana alla foce del Tago e, nel marzo del 1382, pose l'assedio a Lisbona. La città resistette e, nell'agosto dello stesso anno, a Elvas, fu siglata la pace[1], all'insaputa di Edmondo (che poi, in settembre, sarebbe rientrato in Inghilterra). A garanzia dell'accordo, l'erede al trono del Portogallo, Beatrice veniva promessa in sposa a Ferdinando, il più giovane dei figli di Giovanni I[1]; essendo però, il 13 agosto, morta di parto[1], la moglie di Giovanni I, Eleonora d'Aragona, Giovanni I sostituì il figlio, nel contratto di matrimonio[1].
Il contratto di matrimonio prevedeva la clausola che finché un figlio di Beatrice non avesse raggiunto l'età di 14 anni, in caso di morte di Ferdinando la reggenza sarebbe stata della regina, Eleonora Telles de Menezes.
Giovanni I di Trastamara, nell'aprile del 1383, nella cattedrale di Badajoz sposò[1] la futura regina del Portogallo, Beatrice del Portogallo, figlia terzogenita del re del Portogallo e dell'Algarve, Ferdinando I e della moglie, Eleonora Telles de Menezes, figlia di Martino Alfonso Telles de Menezes[8] e di Aldonza Anes de Vasconcelos, discendente dalla regina consorte del León Teresa del Portogallo, figlia illegittima del re del Portogallo Sancho I.

 
Attacchi della flotta di Giovanni I di Castiglia, e della flotta francese ai porti inglesi
 
Azulejos della Battaglia di Aljubarrota, a Lisbona
 
Tomba di Giovanni I di Castiglia, nella cattedrale di Toledo

Nell'ottobre del 1383, alla morte di Ferdinando del Portogallo, Giovanni, in nome della moglie, si autoproclamò Giovanni I del Portogallo[1], e, come da accordi prematrimoniali, la regina Eleonora assume la reggenza del regno del Portogallo per conto della figlia, Beatrice. Ma in Portogallo non tutti accettarono la situazione in quanto la reggente aveva fama di adultera (con il conte di Ourém, Giovanni Fernandez Andeiro) ed inoltre se Beatrice fosse premorta a Giovanni di Castiglia, si sarebbero trovati un re straniero.
Un gruppo di nobili, tra cui Nuno Álvares Pereira, nel dicembre del 1383, proclamò Giovanni di Aviz, un figlio illegittimo del re Pietro il Giustiziere, quindi fratellastro di Ferdinando, difensore del regno, che, decretata l'esecuzione, assassinò il filocastigliano Andeiro, anche per la sua scandalosa condotta con la reggente.

 
Sigillo di Giovanni I di Castiglia, quando a Santarem si proclamò, re del Portogallo

Giovanni di Castiglia, chiamato da Eleonora, invase il Portogallo, nel dicembre 1383[1], e, nel gennaio del 1384, a Santarem subentrò ad Eleonora Telles de Menezes nel governo del Portogallo[1]. Nel mese di marzo, mise l'assedio a Lisbona[1], che era autonomista come Oporto, che sconfitti i galiziani dell'arcivescovo di Compostela, corse in aiuto di Lisbona, rompendo l'assedio.
Tra gli assedianti si era diffusa la peste e quando la moglie Beatrice si ammalò Giovanni, dopo aver subito una sconfitta, a Los Atoleiros, il 6 aprile 1384[1], rientrò in Castiglia, mentre la guerra civile in Portogallo (conosciuta come Crisi 1383-1385 o come Interregnum) proseguiva.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi del 1383-1385.

Nell'aprile del 1385, le Cortes portoghesi furono convocate a Coimbra, per decidere della successione alla corona: gli autonomisti erano divisi tra il difensore del regno, Giovanni di Aviz, Gran Maestro dell'Ordine d'Aviz, che era figlio del re del Portogallo Pietro I il Giustiziere e della sua amante, Teresa Gille Lourenço, figlia di un mercante di Lisbona, Lourenço Martins, ed un altro Giovanni, il duca di Valencia de Campos (un feudo leonese), suo fratellastro, Giovanni, figlio anche lui del re del Portogallo Pietro I il Giustiziere e della sua terza moglie, Inés de Castro.
Il 6 aprile 1385, fu scelto Giovanni di Aviz, che aveva l'appoggio di Nuno Álvares Pereira, col nome di Giovanni I del Portogallo[1].

 
Il genio militare di Nuno Álvares Pereira fu decisivo nella battaglia di Aljubarrota.

Nella primavera del 1385, Giovanni I di Castiglia inviò la flotta alla foce del Tago che pose il blocco a Lisbona, , mentre lui, dopo aver subito una sconfitta a Trancoso nel Maggio 1385[1], a giugno, invase il Portogallo con un esercito di 32.000 uomini, tra castigliani e francesi. Il re del Portogallo poteva opporre solo 6500 uomini (inclusi 200 arcieri inglesi), tutti appiedati, condotti da Nuno Álvares Pereira; lo scontro avvenne il 14 agosto del 1385 ad Aljubarrota[1], Alcobaça (Portogallo) e la vittoria fu così netta che i portoghesi entrarono in Castiglia ed, il 15 ottobre, sconfissero i castigliani anche a Valverde.

Giovanni di Gand, duca di Lancaster, figlio di Edoardo III d'Inghilterra e zio del re d'Inghilterra, Riccardo II, aspirante al trono di Castiglia[1], perché marito della figlia di Pietro I di Castiglia, Costanza, alla notizia della battaglia di Aljubarrota, decise di difendere con le armi le sue rivendicazioni al trono di Castiglia; dopo che, il 9 maggio 1386, fu firmato il Trattato di Windsor tra Giovanni I del Portogallo e Riccardo II d'Inghilterra, il duca di Lancaster, a luglio sbarcò a La Coruña, invase la Galizia[1], e si incontrò col re del Portogallo.
La campagna anglo-portoghese fu poco proficua e, dopo un secondo tentativo di invasione, del 1387, fu accettata la proposta di pace dei castigliani: il trattato di pace siglato, a Bayonne, nel luglio 1388[1], stabiliva, oltre a una tregua col Portogallo della durata di tre anni, un cospicuo indennizzo al duca di Lancaster, per le spese sostenute, ed il matrimonio tra sua figlia Caterina (nipote di Pietro I di Castiglia), e l'erede al trono di Castiglia, Enrico[1], ristabilendo così la legittimità della dinastia dei Trastámara, sul trono di Castiglia.

Giovanni I dovette mediare sia con i nobili, per guadagnarsene il consenso, sia con le città, per essere finanziato nella difficile guerra contro i portoghesi e dovette cedere parte delle proprie prerogative al loro organo rappresentativo, las Cortes de Castilla. Comunque Giovanni riuscì a centralizzare il potere della monarchia[1] e a ristabilire il Consiglio Reale[1].

Giovanni I fondò la prioria di San Benito (Benedetto) el Real a Valladolid, che fu l'inizio della congregazione benedettina in Castiglia; circa un secolo dopo, la congregazione fu riconosciuta da papa Innocenzo VIII e il priore di Valladolid fu nominato abate da papa Alessandro VI.

Morì improvvisamente il 9 ottobre 1390 a causa di una caduta da cavallo[1], lasciando il regno nelle mani del figlio appena undicenne, Enrico III di Castiglia.
Giovanni I fu inumato nella cattedrale di Toledo[1].

Discendenza[1][2][3][9]

Giovanni da Eleonora ebbe tre figli:

Giovanni da Beatrice ebbe un figlio:

  • Michele di Castiglia (1384-1385), erede al trono del Portogallo

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae (EN) Reali di Castiglia
  2. ^ a b (EN) Casa d'Ivrea- genealogy
  3. ^ a b (EN) Giovanni I di Trastamara PEDIGREE
  4. ^ (DE) Enrico II di Castiglia genealogie mittelalter
  5. ^ Giovanna Manuele era la figlia ultimogenita dello scrittore e uomo politico, Giovanni Manuele di Castiglia, duca di Penafiel (discendente di Ferdinando III di Castiglia, che era suo nonno, mentre Alfonso X di Castiglia era suo zio) e della sua terza moglie, Bianca de la Cerda (1311-1347), figlia di Fernando de la Cerda (1272-1333) e di Giovanna Núñez di Lara (1286-1351), detta la Palomilla, ereditiera dei possedimenti della famiglia Lara nonché della signoria di Biscaglia
  6. ^ Pietro IV il Cerimonioso era il figlio maschio secondogenito del re d'Aragona, di Valencia e di Sardegna, conte di Barcellona, di Urgell, di Empúries e delle altre contee catalane, Alfonso il Benigno e della sua prima moglie, la contessa di Urgell, Teresa di Entenza (ca. 1300 - Saragozza 1327), figlia di Gombaldo, barone di Entença e signore di Alcolea, e di Costanza d'Antillón, erede della contea di Urgell
  7. ^ Eleonora di Sicilia era la figlia terzogenita del re di Trinacria, Pietro II, quarto re della dinastia aragonese e di Elisabetta di Carinzia, figlia di Ottone III del Tirolo e di Eufemia di Slesia-Liegnitz.
  8. ^ Martino Alfonso Telles de Menezes era figlio di Alfonso Telles de Menezes, discendente dal re del León Fruela II, che dal León era emigrato in Portogallo. Era il fratello del primo conte di Ourém, Giovanni Alfonso Telles de Menezes.
  9. ^ (DE) Giovanni I di Castiglia genealogie mittelalter

Bibliografia

  • Edgar Prestage, Il Portogallo nel medioevo, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. VII, pp. 576–610, Garzanti, 1999
  • Rafael Altamira, Spagna, 1412-1516, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. VII, pp. 546–575, Garzanti, 1999
  • Guillaume Mollat, I papi di Avignone e il grande scisma, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. VI, pp. 531–568, Garzanti, 1999
  • Cecil Roth, Gli ordini monastici, in Cambridge University Press - Storia del mondo medievale, vol. V, pp. 245–294, Garzanti, 1999

Voci correlate

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