Lago Albano
Il Lago Albano, chiamato anche Lago di Castel Gandolfo o, più comunemente, Lago di Albano, è il lago vulcanico più profondo d'Italia (170 m), posto nel territorio dei Colli Albani a sud di Roma, lungo circa 3,5 km, largo 2,3 km, con un perimetro di circa 10 km ed un volume della massa liquida di circa 460 milioni di metri cubi d'acqua. È nato dall’unione di due crateri vulcanici, origine testimoniata dalla forma ellittica del lago e, sul fondo, da una strozzatura mediana di 70 metri indicante il limite tra i due crateri.
È presso questo lago che si tennero le gare di canottaggio delle Olimpiadi di Roma del 1960.
Geografia fisica
La denominazione corretta dello specchio d'acqua è "lago Albano",[1] con "albano" inteso semplicemente come aggettivo, senza alcun riferimento all'omonima cittadina di Albano Laziale,[2] ma semmai all'antica metropoli -nel senso etimologico del termine- latina di Alba Longa.
Il toponimo "albano" infatti deriva all'intera zona da quella città, mitica capitale della Lega Latina fondata dal figlio di Enea, Ascanio, e rasa al suolo intorno al VI secolo a.C. dai Romani, secondo la tradizione sotto il regno di Tullo Ostilio. L'ubicazione esatta della città non era chiara neppure agli storiografi romani, ed oggi l'ipotesi più accreditata è che sorgesse sopra il versante orientale o sud-orientale del lago Albano, alle pendici di Monte Cavo,[3][4][5] appunto "vicino ad una montagna ed ad un lago, occupando lo spazio tra i due", come riferisce lo storico di età imperiale Dionigi d'Alicarnasso:[6].
Ad ogni modo la denominazione "albanus" si estese indistintamente al Mons Albanus, il monte sacro a Giove Laziale convenzionalmente identificato con lo stesso Monte Cavo, l'aqua ed il rivus Albanus, nome attribuito a più corsi d'acqua o acquedotti della zona, l'ager Albanus disseminato di ville repubblicane ed imperiali, albanae anch'esse, ed infine il lacus Albanus. Solo nel II secolo l'imperatore Settimio Severo edificò all'interno delle grandi proprietà imperiali della villa albana di Domiziano (l'Albanum Domitiani) i Castra Albana, nucleo di sviluppo dell'attuale centro storico di Albano in epoca altomedioevale.
Perciò non è attendibile la denominazione di "lago di Albano" attribuita spesso allo specchio d'acqua, perchè storicamente il lago non prende nome dalla città. Anche perchè allora sarebbe necessario, per correttezza, il lago dovrebbe essere chiamato "di Albano e Castel Gandolfo",[2] comuni a cui appartengono le coste del lago, o anche "di Rocca di Papa", il cui territorio comunale lambisce lo specchio d'acqua. La denominazione "lago di Castel Gandolfo" o "di Castelgandolfo", invalsa nell'uso di molti autori anche recenti, è per gli stessi motivi erronea, e legata semplicemente al fatto che la cittadina di Castel Gandolfo, tra l'altro luogo di villeggiatura papale, è il centro abitato più prossimo e visibile dal lago e nel cui comune ricadono la maggior parte degli impianti e degli stabilimenti moderni.
Territorio
Geologia
Le pendici vulcaniche del Monte Cavo (949 m) dividono il lago Albano dall'altro lago vulcanico del complesso, il lago di Nemi. Comunque i due crateri di Albano e di Nemi sono soltanto i più recenti edifici vulcanici di una lunga ed antica serie.
Entrambi si trovano ai bordi del complesso vulcanico dei Colli Albani, il Vulcano Laziale identificabile dall'edificio Tuscolano-Artemisio. I limiti della zona vulcanica sono delimitati da un grande cerchio che, partendo da Albano Laziale, passa per Castel Gandolfo, Marino, Grottaferrata, Rocca Priora, Velletri e Genzano di Roma.
Durante la fase terminale dell'attività vulcanica, l'incontro tra masse di magma e falde acquifere favorì la formazione di numerosi laghi, dei quali il Lago Albano ed il Lago di Nemi sono gli unici rimasti fino ad oggi[7]
L’attività eruttiva è cessata o in stato di quiescenza da millenni. Ultimi studi confermano recenti eruzioni avvenute circa 5000 anni fa; fenomeni di ribollimento e tracimazione del lago (con conseguenti devastanti lahar su tutta la piana di Ciampino) si sono protratti invece fino ad epoca romana. Oggi è ancora possibile registrare fenomeni vulcanici sia pure di entità modesta, emanazioni gassose tossiche, deformazioni del suolo e frequenti piccoli terremoti spesso in sciami (alcuni dei quali distruttivi in passato).
Idrografia
L'unico emissario, artificiale, non è più attivo. La superficie del lago è situata a circa trecento metri di altitudine. Tra gli anni sessanta e il 2003, il livello delle acque si è abbassato di quasi 3 metri. Il fenomeno (che interessa anche il vicino Lago di Nemi) viene attribuito al consumo d'acqua: la notevole antropizzazione e lo sviluppo dell'agricoltura intensiva avrebbero comportato un sovrasfruttamento della falda acquifera albana.
Clima
La tabella indica i dati climatici dell'anno 2007[8]:
| Mese | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
| T. max. media (°C) | 11,8 | 12,4 | 14,3 | 19,5 | 21,4 | 25,4 | 29,1 | 28,3 | 23,7 | 20,1 | 13,8 | 10,8 | 11,7 | 18,4 | 27,6 | 19,2 | 19,2 |
| T. media (°C) | 8,0 | 8,4 | 9,4 | 13,5 | 15,7 | 19,2 | 22,1 | 21,8 | 17,1 | 13,9 | 9,0 | 6,3 | 7,6 | 12,9 | 21,0 | 13,3 | 13,7 |
| T. min. media (°C) | 4,6 | 5,1 | 5,5 | 8,4 | 10,8 | 13,7 | 15,6 | 16,2 | 12,4 | 9,9 | 5,4 | 2,8 | 4,2 | 8,2 | 15,2 | 9,2 | 9,2 |
| Precipitazioni (mm) | 60,5 | 177,8 | 111,5 | 53,3 | 66,8 | 20,1 | 1,0 | 21,6 | 42,4 | 61,5 | 78,2 | 61,5 | 299,8 | 231,6 | 42,7 | 182,1 | 756,2 |
| Vento (direzione-m/s) | SE 4,7 | SE 5,5 | E 5,0 | ESE 3,6 | WNW 4,1 | SE 3,9 | WNW 4,4 | SE 4,6 | SE 4,2 | SE 3,3 | SE 4,2 | N 5,3 | 5,2 | 4,2 | 4,3 | 3,9 | 4,4 |
- Classificazione climatica: zona D, 1966 GR/G
- Diffusività atmosferica: media
Flora, fauna ed aspetti ambientali
Il lago Albano costituisce dal punto di vista ambientale un caso speciale: infatti, il bordo del cratere lo rende una sorta di microcosmo isolato dal paesaggio circostante. Anche se in età antica era stato costruito un emissario artificiale, come tutti i laghi vulcanici, il lago Albano non dispone di fiumi immissari o emissari attivi che possano garantire un consistente ricambio idrico. Il lago riceve l'acqua solo dal bacino imbrifero e da alcune sorgenti sottolacustri.
Un recente studio dell'Istituto Superiore di Sanità si è occupato della caratterizzazione ecologica dell'habitat all'interno del Parco regionale dei Castelli Romani, prendendo in considerazione parametri biologici, chimici, idrologici ed ecosistemici.
I risultati ottenuti hanno mostrato una situazione alquanto compromessa. Le analisi della componente fitoplanctonica nelle acque lentiche lacustri, in particolare, hanno addirittura permesso il rinvenimento di alcune specie di alghe che, oltre che indicatrici di inquinamento organico, appartengono a generi produttori di tossine[9].
Le rive e le acque del lago sono afflitte da seri problemi di inquinamento (ossigeno disciolto nell'acqua, coliformi, rifiuti dispersi nell'ambiente), per cui vige molto spesso il divieto di balneazione in varie zone.[10].
Paradossalmente, proprio i problemi ambientali della zona (isolata dal resto del paesaggio dai bordi del cratere) hanno finalmente contribuito a focalizzare maggiormente l’attenzione sul bacino del lago Albano e del lago di Nemi. La loro importanza (botanica, archeologica e storica), durante il dopoguerra, era stata trascurata.
Storia
La civiltà laziale
L'età repubblicana
Attorno al 395 a.C., all'epoca delle lotte di Roma contro Veio, era stato costruito un tunnel di scarico, attraverso le pareti del cratere, che fungeva da emissario qualora il livello del lago avesse superato l'imbocco. Si trattava di un'opera di ingegneria idraulica particolarmente interessante per i tempi, la cui costruzione, secondo lo storico Tito Livio, sarebbe stata originata da una profezia dell'oracolo di Delfi: la vittoria dei Romani contro Veio sarebbe stata possibile solo nel giorno in cui le acque del lago fossero state incanalate e utilizzate per irrigare i campi[11]. La quota dell'emissario è di 293 m s.l.m., circa 70 m inferiore a quella precedente. Il tunnel, lungo 1200 m, largo 1,20 m ed alto 2 m, sbocca in località "Le Mole" sotto Castel Gandolfo.
Durante e dopo l’epoca degli antichi romani si svolgevano sul lago delle naumachie, ossia degli spettacoli sotto forma di battaglie navali, sicché anche il fondolago è ricco di reperti.
Interessante dal punto di vista ambientale ed archeologico è il sentiero che si snoda all'interno del bosco presso la sponda est del lago, dove tra l'altro è possibile ammirare i ruderi di una villa romana. Da parte della mano pubblica, gli sforzi atti a rivalorizzare la zona vengono intrapresi dai comuni vicini, dal Parco regionale dei Castelli Romani e dalla Provincia di Roma.
L'età imperiale
Dal Medioevo all'Ottocento
L'antropizzazione novecentesca
Centri abitati
Nessun centro abitato propriamente detto si affaccia sulle rive del lago, tuttavia ci sono molti centri urbani di notevole importanza affacciati sul bordo del cratere del lago o sulle alture vicine.
Castel Gandolfo
Il centro abitato più vicino e meglio collegato è Castel Gandolfo, nel cui territorio comunale ricadono gran parte delle coste lacustri. Fu abitato fin dal X secolo ed appartenne alla famiglia genovese dei Gandolfi, ai Savelli ed infine, dal 1596, alla Camera Apostolica, ossia immediate subiectum alla Santa Sede. Papa Urbano VIII fu il primo a recarvisi in villeggiatura, facendo costruire a Carlo Maderno il primo nucleo del Palazzo Pontificio. In seguito la Villa Pontificia fu frequentata da Alessandro VII, che commissionò a Gian Lorenzo Bernini la costruzione della collegiata di San Tommaso da Villanova, la cui cupola svettante domina decisamente il panorama lacustre. Molti papi loro successori frequentarono nei secoli successivi Castel Gandolfo, progressivamente ampliando il complesso pontificio. Dopo un periodo di abbandono seguito alla fine del potere temporale, nel 1929 le Ville Pontificie di Castel Gandolfo furono riconosciute dallo Stato italiano come zona extraterritoriale della Santa Sede, qualifica che conservano ancora oggi. All'interno del perimetro delle Ville si trovano la Specola Vaticana (l'osservatorio astronomico situato sopra al Palazzo Pontificio, le cui cupolette bianche fanno mostra di sè anche dal lago) ed i ruderi della parte residenziale della grande villa albana di Domiziano.
Albano Laziale
Il Colle dei Cappuccini nasconde alla vista del lago Albano Laziale. Il suo centro storico sorge in gran parte sui Castra Albana, accampamenti militari di età severiana, nucleo dell'attuale cittadina. Sede vescovile suburbicaria attestata già dal IV secolo, ebbe trascorsi di libero comune nel burrascoso periodo a cavallo dell'anno Mille, poi fu infeudata ai Savelli di cui divenne una roccaforte fino all'acquisto da parte della Reverenda Camera Apostolica nel 1697. Nel Settecento la città si giovò del diretto dominio ecclesiastico con la fondazione di importanti istituti culturali e soprattutto con la risistemazione della via Appia, che tornò ad essere la via privilegiata tra Roma e Napoli al posto della strada postale medioevale via Marino e Velletri. Albano nel periodo camerale si arricchì di ville e residenze patrizie suburbane (l'attuale parco pubblico comunale di Villa Doria, Palazzo Pamphilj, Palazzo Corsini oggi sede dell'ASL RMH, Villa Ferrajoli oggi sede del locale Museo civico, Villa Venosa, Palazzo Rospigliosi oggi occupato dall'istituto paritario "Leonardo Murialdo" dei Giuseppini). Oggi Albano, insieme alle popolose frazioni di Cecchina e Pavona, è uno dei comuni più popolosi della provincia, nonchè importante centro commerciale e culturale grazie ai suoi molti istituti secondari di secondo grado.
Ariccia
A sud il lago è chiuso dal cratere che culmina in Monte Gentile, località residenziale del comune di Ariccia. Questa cittadina è l'erede dell'antica Aricia, città latina importantissima (teatro dell'omonima battaglia nel 505/504 a.C.) e poi importante stazione di posta sulla via Appia Antica. Decaduta Aricia nel Medioevo, l'abitato si spostò dalla vasta vallata di Vallericcia (in origine, un altro lago vulcanico simile a quello Albano e di Nemi) sul colle dell'antica acropoli, dove si trova l'abitato moderno. Di fatto rifondata dai Savelli nel Quattrocento, Ariccia fu acquistata nel 1661 dai Chigi, che la arricchirono delle architetture berniniane della collegiata di Santa Maria Assunta, del santuario di Santa Maria di Galloro e di Palazzo Chigi, completato dal vasto Parco Chigi e dalla quinta scenografica barocca di piazza di Corte. Un ulteriore sviluppo all'abitato fu dato dalla costruzione dei viadotti voluti da papa Gregorio XVI per abbreviare il percorso della via Appia tra Albano e Velletri: il più imponente di essi, il famigerato ponte di Ariccia, fu inaugurato nel 1854 da Pio IX, rimase a lungo uno dei viadotti più alti d'Europa ed è ancora oggi tristemente noto alle cronache per via dei suicidi di cui è a volte teatro. In epoca più moderna, Ariccia è nota al grande pubblico anche internazionale per le fraschette, la porchetta ed una rassegna oggi cessata, il Festival degli sconosciuti. La cittadina, tranquilla e residenziale, possiede anche notevoli strutture sportive e scolastiche.
Rocca di Papa
Il lago è dominato da est da Rocca di Papa, adagiata sulle pendici di Monte Cavo. L'origine del toponimo non è ben chiara, tuttavia è noto che l'abitato appartene agli Annibaldi, agli Orsini, ed infine ai Colonna. Nel 1855 i rocchigiani diedero vita ad una singolare esperienza rivoluzionaria in polemica con la dominazione feudale e pontificia, nota come "Repubblica di Rocca di Papa". Dopo l'Unità d'Italia diventò un importante centro di villeggiatura comodamente alle porte di Roma, dotato di alberghi, ristoranti e servizi per i viaggiatori: nel 1906 venne inaugurata la funicolare della Tranvie dei Castelli Romani, collegata direttamente con Roma via Grottaferrata e rimasta in servizio fino al 1963. Nel 1886 venne allestito l'Osservatorio Geodinamico presso l'antica Fortezza Pontificia sulla sommità dell'abitato, oggi trasformato nell'interessante Museo di geofisica di Rocca di Papa.
Sempre in comune di Rocca di Papa, ma molto fuori dall'abitato, giusto a strapiombo sul lago, si trova il convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo. Fondato da monaci eremiti nell'XI secolo, nel Duecento diventò un ricco convento cisterciense e poi, decaduto, passò ai certosini, che lo tennero fino al 1449, anno in cui subentrarono loro i frati minori osservanti. Nel 1629 il cardinale Girolamo Colonna, allora signore di Rocca di Papa, si fece costruire accanto al convento una villa panoramica, oggi adibita a ristorante e nota ancora come "Villa del Cardinale". Ma il periodo di grande splendore del convento fu il Settecento: tra il 1735 ed il 1738 il cardinale portoghese Josè Maria de Fonseca de Evora fece abbellire il convento, che rimase strettamente legato al Portogallo, tanto che dopo l'unificazione italiana del 1870 per evitare la soppressione degli ordini religiosi contemplativi i monaci implorarono la protezione della Corona portoghese. Il convento fu così possesso extraterritoriale del Regno di Portogallo fino alla fine della monarchia lusitana nel 1910. Da allora tornò una comune proprietà privata, i monaci furono espropriati e l'immobile divenne prima una clinica, poi la sede estiva del Venerabile Collegio Inglese.
Marino
A nord occhieggiano sopra il Bosco Ferentano i campanili del centro storico di Marino. Citata a partire dall'XI secolo, fu infeudata ai Frangipane (che edificarono la chiesa di Santa Lucia, oggi sede del locale Museo civico "Umberto Mastroianni", unico monumento gotico superstite dei Castelli Romani), agli Orsini e poi ai Colonna, che ne fecero un loro caposaldo avanzato su Roma durante le lunghe e travagliate lotte con gli altri baroni romani ed i papi. Alla metà del Cinquecento Ascanio I Colonna, e poi suo figlio Marcantonio II, celebre ammiraglio pontificio alla battaglia di Lepanto del 1571, portarono avanti un piano di risistemazione urbanistica la cui maggior realizzazione fu Palazzo Colonna, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane e rimasto incompiuto. Filippo I Colonna ed il figlio cardinale Girolamo, un secolo dopo, continuarono l'opera, commissionando l'apertura di Corso Trieste e la costruzione dell'imponente basilica di San Barnaba apostolo. Alla fine del Settecento, in concomitanza con l'abbandono della vecchia strada postale per Napoli via Marino e la riapertura della via Appia che arricchì invece Albano, Genzano di Roma e le zone attraversate da quella nuova arteria, Marino subì un duro colpo economico. Tuttavia, l'attività principale della cittadina, la vitivinicoltura, rimase fiorente: nel 1925 iniziò ad essere celebrata la Sagra dell'uva, primo evento del genere in Italia, che ancora oggi rende celebre la città, ed il suo vino DOC, nel mondo. Nel 1974 la frazione di Ciampino, sede del famoso aeroporto civile e militare, diventò comune autonomo: ciò nonostante Marino, con le sue frazioni di Santa Maria delle Mole, Cava dei Selci, Frattocchie, Castelluccia, Fontana Sala e Due Santi[12] rimane uno dei comuni più vasti e popolosi della provincia.
Turismo
I viaggiatori intellettuali
Il lago Albano è stato oggetto di curiosità in ogni epoca. Uno dei primi visitatori fu Pio II (1405-1464), il papa umanista che amava viaggiare e riportare le proprie impressioni nei suoi "Commentarii" latini.
Le emergenze archeologiche del lago attirarono Giovanni Battista Piranesi (1720-1778), che lasciò due splendide incisioni dell'imbocco dell'emissario e del ninfeo dorico.
Pittori provenienti da tutta Europa hanno ritratto il lago o scorci particolari di esso: Jean-Baptiste-Camille Corot, Jacob Philipp Hackert, John Robert Cozens.
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Jean-Baptiste-Camille Corot, 1826
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Jacob Philipp Hackert, Blick auf den Albaner See mit Castel Gandolfo ((DE) ), 1800
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Jean-Baptiste-Camille Corot, Les chevriers de Castel Gandolfo ((FR) ), 1866
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John Robert Cozens
Il turismo di massa
Infrastrutture e trasporti
Strade
La principale strada carrozzabile di accesso al lago è la strada statale 140 del Lago di Albano, cosiddetta "del Lago Olimpico" perchè fu realizzata in occasione delle Olimpiadi del 1960. Oggi è di pertinenza provinciale con tutte le sue diramazioni e pertinenze.
La SS 140 inizia al chilometro 21+400 della strada statale 7 Via Appia, all'altezza dell'incrocio sito in località Due Santi del comune di Marino: dopo un paio di chilometri la strada si divide in due rami stradali.
La SS140 propriamente detta sale all'abitato di Castel Gandolfo ricalcando l'ottocentesca "Olmata" papale d'accesso alle Ville Pontificie: poi, dopo l'incrocio con la strada statale 216 Maremmana III che corre sopra al bordo del cratere vulcanico, proveniente da Marino e diretta ad Albano, la strada torna a scendere sinuosamente verso il lago, attraversa con un ampio tornante la ferrovia Roma-Albano e ricalca il tracciato della carrozzabile ottocentesca fino alla spiaggia del lago.
L'altro ramo è una diramazione realizzata ex novo negli anni Cinquanta, che attraversa il cratere vulcanico del lago nel punto in cui è più basso con un lungo traforo di 3.5 chilometri[13] e sbuca in una rotatoria sulla spiaggia del lago.
I due rami sono ricollegati dal cosiddetto "lungolago", uno stradone che corre lungo tutta la costa settentrionale del lago e risale il crinale orientale con un grande tornante fino ad immettersi sulla strada statale 217 Via dei Laghi.
Ferrovie
Il cratere del lago è servito dalla ferrovia Roma-Albano, considerata per questo una delle ferrovie più panoramiche della Regione[senza fonte]. Completata nel 1889, fino al 1927 il tracciato proseguiva fino a Nettuno via Cecchina. Oggi è gestita da Rete Ferroviaria Italiana nell'ambito della linea di trasporto ferroviario suburbano FR4. La, percorsa da treni pendolari, dopo la stazione di Marino Laziale penetra con una galleria nel cratere dove si trova il lago, costeggia a mezzacosta con stupendi panorami (una fermata sul lago è stata da tempo soppressa, ma continua ad essere in funzione la stazione di Castel Gandolfo, a metà strada tra l'omonima cittadina ed il lago), e quindi con un'altra galleria esce dal cratere in direzione Albano. Si tratta dell'unico caso al mondo di una ferrovia che percorre l'interno di un cratere vulcanico,[senza fonte] benché spento.
La linea ferroviaria dalla stazione di Marino Laziale supera lo sbarramento rappresentato dal bordo del cratere con un traforo, corre a mezzacosta sul versante occidentale del cratere (dove esisteva una stazione ferroviaria, in seguito dismessa) fino alla stazione di Castel Gandolfo, posta a metà strada tra l'omonima cittadina e la spiaggia del lago. Poi, attraversato con un passaggio a livello il secondo tornante della SS 140 che scende verso il lago, la ferrovia esce dal cratere con un altro traforo, e sbuca alla stazione di Albano Villetta lungo la via Appia, penultima sosta della tratta.
Durante la seconda guerra mondiale, nella fase più dura dei bombardamenti anglo-americani seguita allo sbarco di Anzio, molti civili si rifugiarono nelle gallerie ferroviarie.[14]
Navigazione
Note
- ^ Ravaglioli, p. 286
- ^ a b MIBAC, I percorsi enogastronomici nelle regioni italiane - I Colli Albani (ultimo aggiornamento ottobre 2011), su percorsigastronomici.it. URL consultato il 22-10-2011.
- ^ Nibby, p. 61
- ^ Girolamo Torquati, Studi storico-archeologici sulla città e sul territorio di Marino - vol. I, Marino 1974.
- ^ Pino Chiarucci, La civiltà laziale e gli insediamenti albani in particolare', in Atti del corso di archeologia tenutosi presso il Museo civico di Albano Laziale nel 1982-1983, p. 39, Albano Laziale 1983.
- ^ (EN) Dionigi di Alicarnasso, Antichità Romane, I 66, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 22-10-2011.
- ^ Agro Romano.
- ^ Stazione meteorologica di Ariccia, Ariccia, località Catena, 470 m s.l.m.
- ^ P. Formichetti, N. Rossi e L. Mancini, Le acque del Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani (Roma), Rapporti ISTISAN 07/8, Roma: Istituto Superiore di Sanità, 2007, ISSN 1123-3117 [1].
- ^ Comune
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita, V, 15-16.
- ^ Vedi anche Boville (comune autonomo).
- ^ (EN) The Wolds' longest tunnel page - Tunnels SS 100-199 in Italy, su lotsberg.net. URL consultato il 21-10-2011.
- ^ Vedi anche I Castelli Romani durante la seconda guerra mondiale.
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Il portale Castelli Romani non esiste