«Patisco d'amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell'abbandono in cui siamo caduti e tenuti… e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata.»
La Calabria ha una superficie prevalentemente collinare, che si estende per il 49,2% del suo territorio.
Presenta ampie zone montuose che coprono il 41,8% del suo territorio:
nel nord-ovest, a sud della piana di Campotenese si elevano i cosiddetti Monti di Orsomarso e a sud del Passo dello Scalone ha luogo la Catena Costiera che si allunga tra la costa Mar Tirreno e i profondi valli dei fiumi Crati e Savuto che la separano dall'altopiano della Sila.
nel centro-nord la Sila, un vasto altopiano con foreste di aghifoglie e latifoglie che si estende a sud fino all'istmo di Catanzaro;
Al di sotto dell'istmo di Catanzaro, iniziano le Serre calabresi, tra cui spiccano quelle vibonesi che si spingono con un doppio allineamento montuoso fino a congiungersi direttamente con l'Aspromonte; la vetta più elevata delle Serre, il Monte Pecoraro, raggiunge 1420 m;
Le pianure coprono il 9% del suo territorio e sono tutte di modesta estensione. Le montagne occupano circa il 42%.
Idrografia
I fiumi della Calabria non presentano generalmente uno sviluppo significativo a causa della forma stretta e allungata, della penisola calabrese e a causa della disposizione dei rilievi montuosi. Fanno eccezione il Crati e il Neto, i fiumi più lunghi, i quali sfociano entrambi nel mar Ionio. Tributano anch'essi allo Ionio, ma con un corso di gran lunga più breve, il Trionto, il Tacina e il Corace; questi ultimi fiumi, come peraltro il Neto, nascono dalla Sila. Dall'altopiano della Sila hanno origine anche l'Amato il Mucone e il Savuto, che insieme al Lao che scende dal Massiccio del Pollino, sono i maggiori fiumi del versante tirrenico. Gli altri corsi d'acqua sono ancora più brevi e hanno le caratteristiche tipiche delle fiumare in quanto hanno regime torrentizio, scorrono incassati in stretti versanti a monte per poi riversarsi nelle pianure alluvionali in ampi alvei ciottolosi, asciutti per gran parte dell'anno, ma che possono riempirsi repentinamente in occasione di temporali o piogge violente.
Esistono numerosi laghi artificiali, soprattutto sull'altopiano della Sila. I principali sono l'Ampollino, l'Arvo, il Cecita e l'Angitola.
La Calabria detiene il 10% dell'intero patrimonio costiero dell'Italia (715,7 km[5]), e presenta la più grande ed esclusiva varietà di spiagge formate da rocce particolari, come ad esempio gli scogli granitici della provincia reggina, del Tirreno vibonese e dello Ionio catanzarese. Tali rocce, presenti in maniera massiccia nella regione calabrese, sono presenti in misura minore anche in alcune località isolane del mar Mediterraneo (come ad esempio in Sardegna). I materiali presenti nel litorale calabrese sono infatti costituiti praticamente da rocce di ogni era geologica, dalle rocce metamorfiche risalenti alle ere più antiche, ricche di minerali indisponibili in altre regioni della Penisola, alle dune di attuale formazione.
Quando si parla della geologia della Calabria si riferisce generalmente all'Arco calabro, anche detto "Arco Calabro-Lucano" o "Arco tirreno". Si tratta di un dominio a forma semi-circolare che si estende dalla parte meridionale della Basilicata fino al settore nordorientale della Sicilia, i Monti Peloritani. Alcuni autori preferiscono estendere questo dominio dell'Arco calabro da Napoli nel nord fino a Palermo nel sud occidentale.
Il dominio della Calabria è costituito principalmente da rocce di basamento (cristallino e metamorfico) di età Paleozoica, coperte da sedimenti principalmente Neogenici. Studi recenti hanno dimostrato che queste rocce fanno parte di un'unità tettonica ("falda") superiore che copre in sovrascorrimento le unità degli Appennini meridionali e delle Maghrebide siciliane.[6].
L'evoluzione Neogenica del sistema geotettonico Centro-Mediterraneo, è caratterizzata da un spostamento dell'Arco calabro verso il sud orientale, sovra-ponendosi sui promontori della placca africana (Argand, 1916; Boccaletti and Guazzone, 1972). Gli elementi principali dell'Arco calabro sono dunque la catena Appennino meridionale, il blocco Calabro-peloritano, e la catena maghrebide siciliana. Il cosiddetto avampaese di questo sistema è costituita dalla piattaforma Apula, parte della placca Adria, e la piattaforma Ibleo o "Ragusana", separate dal bacino Ionio, tutti promontori della placca africana. Il mar tirreno, detto "Bacino tirreno" è considerata il bacino di retro-arco di questo sistema di subduzione, dove le parti con affinità africana subducono al di sotto degli elementi di affinità Europea (Arco calabro).
La geologia affascinante della Calabria è stata studiata da più di un secolo in dettaglio. Per la letteratura scientifica precedente al 1973 si riferisce a Ogniben (1973). Ippolito (1959) presenta una bibliografia completa delle opere prima di quel momento. Libri interessanti, monografie e pietre miliari sono Cortese (1895), Limanowski (1913), Quitzow (1935), Caire et al. (1960), Caire (1961), Grandjacquet et al. (1961); Ogniben (1969, 1973), Caire (1970, 1975, 1978), Burton (1971), Amodio-Morelli et al. (1976), Dubois (1976), Grandjacquet and Mascle (1978), Moussat (1983), van Dijk (1992), e van Dijk et al. (2000). Si deve far notare che nelle prime opere generalmente l'evoluzione geologica della Calabria era considerata in due fasi: l'evoluzione e deformazione del basamento, e la fase "post-tettonica" con la sedimentazione degli sedimenti "post-orogenetici", durante il tardo-Neogene. Successivamente, attraverso studi più approfonditi delle rocce affioranti, e studi per scopo della ricerca degli idrocarburi (sezioni sismiche e perforazioni profonde) è diventato evidente che la fase post-deformativa è da considerare post-Miocenica, post Pliocenica, e addirittura post-medio Pleistocenica.[6]
Nell'epoca recente, l'area è caratterizzata da una forte attività sismica e vulcanica. Generalmente questo è stato attribuito ad una fase di restaurazione isostatica dopo la fase deformativa medio-pleistocenica. Alcuni autori sostengano, invece, che la subduzione è tuttora attiva.
Carta Geo-tettonica del Mediterraneo centrale e l'Arco Calabro. La traccia blu indica la posizione della sezione geotettonica qui in basso. Da van Dijk (1992)[6]Sezione geotettonica dell'Arco calabro. Sinistra: NO; Destra: SE. La posizione della sezione è indicata sulla mappa qui in alto. Da van Dijk (1992)[6]
Clima
Il clima calabrese è generalmente di tipo mediterraneo. Il litorale ionico è più secco e arido di quello tirrenico che si presenta con un clima più mite. Le temperature in genere lungo le coste non scendono mai sotto i 10 gradi e non salgono mai sopra i 40 °C, con punte di 42-44 °C nei mesi estivi. Lungo gli Appennini e nelle zone interne, dal Pollino,alla Sila fino all'Aspromonte, il clima è montano appenninico (continentale freddo) con inverni freddi e nevosi, l'estate è tiepida e non mancano temporali. Da segnalare l'interessante escursione termica giornaliera, in inverno, nella valle del Crati, dove anche a quote di pianura possono verificarsi abbondanti nevicate.
Le differenti condizioni climatiche della regione favoriscono anche una diversa vegetazione da zona a zona. Dal livello del mare fino ai 600 metri (piano mediterraneo) predomina la macchia mediterranea con ulivi, lecci e altre piante tipiche del clima mediterraneo. Dai 700 metri fino ai 1000 metri (piano della bassa montagna appenninica), invece, cresce una vegetazione di transizione: castagni e altre querce hanno la loro dominanza.
Dai 1000 metri in su (piano montano) dominano le specie tipiche del clima di montagna, composte da faggio, abete bianco, dai pini e dai larici. Sulle Serre calabresi il piano montano inizia, in alcuni punti, anche a 800 metri.
Come non citare il famoso "pino loricato" (Pinus heldreichii), simbolo indiscusso del Parco Nazionale del Pollino. Questa antica reliquia vive solo sul Pollino, mentre fuori dal territorio italiano lo si trova sui Balcani.
Le prime tracce della presenza dell'uomo in Calabria risalgono al Paleolitico come ne testimoniano i ritrovamenti nelle grotte di Scalea e il graffito del Bos primigenius della Grotta del Romito a Papasidero, una figura di bovide incisa nella roccia 12.000 anni fa. Durante l'era dei metalli giunsero nuove popolazioni, uno degli insediamenti più importanti risalente a quel periodo è il complesso di Torre Galli nei pressi di Vibo Valentia, inoltre, nei pressi di Roccella Jonica, sul finire degli anni sessanta, furono condotti degli scavi che riportarono alla luce una necropoli risalente all'età del ferro.
Mitologia
Secondo il mito più antico, Aschenez, pronipote di Noè, mercante semita ed inventore della barca a remi, giunse tre generazioni dopo il diluvio universale sulle sponde dove fu fondata Reggio. Ciò è testimoniato dalle informazioni riportate successivamente da Giuseppe Flavio e da San Girolamo.
Più tardi, secondo il mito greco, circa 850 anni prima della guerra di Troia, vi sarebbero dunque giunti Enotrio e Paucezio, di stirpe enotria e pelasgica, originari della Siria che, trovando il suolo molto fertile, chiamarono la regione "Ausonia" in ricordo dell'"Ausonide", fertile zona della Siria.
Tali popolazioni dunque (Itali-Ausoni-Enotri, di probabile origine indoeuropea, Italici appartenenti al gruppo latino-falisco), avrebbero abitato prevalentemente le zone costiere. I Lucani (Italici indoeuropei, appartenenti al gruppo osco-umbro), abitavano nella regione che da essi prese il nome di "Lucania", a nord della Calabria. L'entroterra della Calabria (chiamato in seguito dai Romani "Bruttium"), fu abitato principalmente dai Bruzi (di temperamento bellicoso, chiamati Brutti o Bretti, strettamente imparentati coi Lucani) oltre che da genti di origine iberica. Il centro nevralgico di questo popolo era Consentia, l'attuale Cosenza, la quale venne eletta dalle tribù dei Bruzi, dopo essersi coalizzate in una lega, "capitale" della regione. Fu occupata dai Romani assieme al resto della Magna Grecia nel 265 a.C., ma durante la seconda guerra punica si ribellò a Roma per allearsi con Annibale, per poi ritornare sotto il saldo controllo della repubblica romana dopo la sconfitta del condottiero cartaginese.
Capo ColonnaMura greche al lungomare di Reggio Calabria
Di fondamentale importanza è lo sbarco dei Greci sulle coste calabresi, i quali strapparono le terre ai Lucani (costretti a rifugiarsi nell'entroterra e nella parte settentrionale della Calabria), e si mescolarono con gli altri popoli autoctoni, dando vita ad una cultura meticcia, greco-italica, estremamente florida nei secoli successivi. I Greci fondarono fiorenti colonie, così magnificenti da guadagnarsi l'appellativo di Magna Grecia (Grande Grecia), così importanti da superare, in alcuni casi, la stessa madrepatria.
La gloriosa storia delle poleis magnogreche vide primeggiare politicamente ed economicamente le città di Reggio come padrona dello Stretto di Messina e della Calabria meridionale, di Locri Epizefiri nella parte centrale della regione, e di Crotone in quella settentrionale, in una storia fatta di alterne alleanze e conflitti interni tra le tre potenze della regione.
Successivamente con la pressione delle popolazioni italiche dei Bruzi e dei Lucani (che conquistarono anche la gran parte poleis greche), e con l'avvento di Roma, la Magna Grecia iniziò il suo declino, dovuto anche ad una continua lotta per il predominio tra le poleis.
Dopo la conquista da parte dei Romani, nel III secolo a.C., i territori assunsero la denominazione di "Brutium" ma, a parte alcune città alleate, dunque non sottomesse all'autorità di Roma, gran parte della regione non fu in grado di ritrovare la prosperità di un tempo. Le poleis magnogreche erano quindi destinate a perdere il proprio potere in favore di un'alleanza (come nel caso di Reggio) o di una colonizzazione romana (nel caso di Locri Epizefiri, Crotone e delle altre città minori). Colonie a diritto Latino furono Copia nel 194 a.C. e Vibo Valentia dedotta nel 192a.C.. Quest'ultima fu particolarmente importante Isec.a.C. e nel secolo successivo, ospitò anche l'esercito e la flotta di Cesare e poi di Ottaviano, Appiano la ricorda come una delle città più importanti d'Italia. Unica roccaforte della lingua e cultura greca rimaneva infatti Reggio (tra l'altro sede del Corrector, governatore della Regio III Lucania et Bruttii), che attraverso la Via Popilia collegava il suo porto con Roma; città abitate dai Bruttii erano le colonie di Cosenza, Vibo Valentia, Locri, Crotone e Sibari.
Con la caduta dell'Impero, la Calabria fu devastata dalle guerre gotiche, tra goti e bizantini, i quali ebbero la meglio. Successivamente a causa dell'invasione longobarda i bizantini persero gran parte dell'Italia compresa anche parte della Calabria settentrionale, i territori rimasti del Bruzio furono aggregati con le terre possedute nel Salento, formando il ducato di Calabria compreso nel thema di Sicilia.
Successivamente il dominio bizantino in Italia meridionale fu diviso in: thema di Langobardia, con capitale Bari, e, una volta caduta la Sicilia in mano agli arabi, in thema di Calabria, con capitale Reggio. Quest'ultimo territorio aveva dunque ereditato il nome Calabria, precedentemente usato per designare la penisola salentina; con l'estendersi delle conquisti bizantine fu organizzato anche il thema di Lucania che comprendeva parte dell'odierna Calabria settentrionale.
Durante l'alto medioevo gli abitanti furono spinti verso l'interno della regione sia dalle pestilenze che dalle incursioni piratesche, una vera minaccia per gli insediamenti costieri, continuata fino alla fine del XVIII secolo. Numerose furono infatti le fortificazioni collinari e montuose nell'entroterra calabrese, costituita da villaggi arroccati in posizione sufficientemente arretrata e inaccessibile da poter avvistare in tempo le navi nemiche e sbarrare prontamente le vie d'accesso ai centri abitati.
Nel IX e X secolo la Calabria, fu terra di confine tra i Bizantini e gli Arabi insediatisi in Sicilia, che si contesero a lungo la penisola, soggetta a razzie e schermaglie, spopolata e demoralizzata, ma con gli importanti monasteri bizantini, vere e proprie roccaforti della cultura.
Le corti normanne
Alla lunga contesa arabo-bizantina mette fine però la famiglia normanna degli Altavilla. L'anno 1061 sancisce infatti che la Calabria è dei Normanni, suddivisa tra Roberto il Guiscardo, Duca di Calabria, e Ruggero, Conte di Calabria. Il governo così organizzato fu messo in atto dai locali magnati bizantini. Il dominio viene esteso alle Puglie e da questo momento ha termine ogni pertinenza bizantina.
Roberto conferma in Reggio la capitale del Ducato di Puglia e di Calabria e sede del giustizierato di Calabria, nominandosi egli stesso Duca;
In questo periodo Cosenza divenne capitale e sede del giustizierato Val di Crati e Terra Giordana e residenza di Ruggero II, Duca di Calabria che iniziò la costruzione del Castello sui ruderi di una fortezza saracena.
Ruggero è invece Conte di Calabria, vassallo del fratello Roberto, con sede a Mileto.
Roberto il Guiscardo fu investito Duca di Puglia, Calabria e Sicilia il 23 agosto 1059 da papa Niccolò II con la formula: per Grazia di Dio e di San Pietro duca di Puglia e Calabria e, se ancora mi assisteranno, futuro Signore della Sicilia.
Periodo angioino e aragonese
Il castello aragonese di Reggio Calabria.
È di questo periodo la diffusione del sistema feudale. Nel 1443Alfonso il Magnanimo d'Aragona conquistando i territori degli Angioini assegnò il territorio di Reggio a Catanzaro, poiché Reggio aveva appoggiato il suo avversario Renato d'Angiò. Ma una ventina di anni dopo nel 1465Ferdinando I di Aragona (Ferrante) riassegnò il titolo di capoluogo a Reggio. Il periodo aragonese consacrò Cosenza la più importante città del reame nel campo del diritto(1494-1557). Dopo Napoli diventa la seconda città ad avere una cartografia e nel 1511 nasce l'Accademia Cosentina fondata da Aulo Giano Parrasio e portata al suo massimo splendore da Bernardino Telesio, il più grande dei cosentini illustri, definito da Bacone il primo degli uomini nuovi
Nel XVI secolo in Calabria fu confermata la divisione nelle due province di Calabria Citeriore (o Citra) e Calabria Ulteriore (o Ultra) governate inizialmente da un solo magistrato, poi dal 1582 le due province furono amministrate da due distinti governatori:
uno a Cosenza per la Calabria Citeriore: il capoluogo nel XVI secolo attraversò un impressionante fioritura umanistica e segnò una rinascita intellettuale, tanto che venne definita Atene della Calabria[senza fonte];
uno a Reggio per 11 anni dal 1582 al 1593, poi a Catanzaro per oltre 220 anni dal 1593 al 1816 per la Calabria Ulteriore[7]. Per un breve periodo fu capoluogo della provincia anche Monteleone.
L'Aspromonte, regione montana nel sud della Calabria, in provincia di Reggio, fu scenario di una famosa battaglia del Risorgimento, in cui Giuseppe Garibaldi rimase ferito. È tuttora possibile ammirare l'albero cavo in cui secondo la tradizione Garibaldi si sedette per essere curato, nei pressi di Gambarie, vicino a Reggio.
In questo periodo anche a Cosenza si manifestarono movimenti liberali e patriottici, il più noto è quello del 15 marzo 1844 che si concluse con uno scontro a fuoco nel Largo dell'Intendenza tra i soldati borbonici e 21 patrioti poi condannati a morte, e dei quali ne furono giustiziati soltanto sei[8]. Da questa rivolta presero spunto i Fratelli Bandiera, veneziani che vennero in soccorso ai fratelli calabresi e vennero fucilati presso il Vallone di Rovito insieme ad altri 7 ufficiali il 25 luglio 1844[9]. In seguito i cosentini parteciparono a molte vicende del Risorgimento, dalle guerre d'indipendenza fino all'impresa dei Mille. Garibaldi fu a Cosenza il 31 agosto del 1860; due mesi dopo, un plebiscito sanzionò l'annessione al Regno d'Italia.
Con il Regno d'Italia costituito nel 1861, la Calabria fu divisa amministrativamente nelle province di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria.
Nel 1947 la Calabria è una delle 19 regioni (divenute 20 nel 1963 a seguito dell'autonomia del Molise dall'Abruzzo) previste dall'art.131 della Costituzione Italiana.
Nel 1970 venne infine definitivamente istituita la Regione Calabria con Catanzaro capoluogo di Regione.
Economia
Sfruttamento del territorio calabrese ed insediamenti urbani.
Dati economici
Di seguito la tabella che riporta il PIL ed il PIL procapite nei capoluoghi di provincia[10] prodotto in Calabria dal 2000 al 2006:
Di seguito la tabella che riporta il PIL[10], prodotto in Calabria ai prezzi correnti di mercato nel 2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:
Macro-attività economica
PIL prodotto
% settore su PIL regionale
% settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca
€ 1.341,2
4,13%
1,84%
Industria in senso stretto
€ 2.851,8
8,77%
18,30%
Costruzioni
€ 2.013,3
6,19%
5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
€ 6.301,6
19,39%
20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali
€ 6.856,6
21,09%
24,17%
Altre attività di servizi
€ 9.408,7
28,94%
18,97%
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni
€ 3.734,5
11,49%
10,76%
PIL Calabria ai prezzi di mercato
€ 32.507,7
È Catanzaro la prima città calabrese per quanto riguarda il reddito pro capite denunciato al fisco. Il dato emerge da una classificata pubblicata da Il Sole 24 ore. L'indagine è stata realizzata sulla base dei dati del Ministero delle finanze circa le dichiarazioni dei redditi del 2008. A Catanzaro, che nella classifica generale si attesta all'82/mo posto, la media pro capite di reddito è di 18.416 euro, seguono Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone. Crotone e Vibo Valentia, inoltre, sono tra i capoluoghi di provincia con una scarsa presenza di contribuenti che dichiarano oltre 100 000 euro. La regione presenta un alto tasso di evasione fiscale e di lavoro nero, sempre secondo i dati del Ministero delle finanze le città di Catanzaro e Reggio Calabria guidano la classifica regionale con tassi che sfiorano il 50%.
Di seguito la tabella con i relativi redditi medi dei capoluoghi di provincia:
Si tratta di una delle località italiane più povere, nonostante l'alto tasso di economia sommersa non faccia in modo di poter quantificare l'effettiva ricchezza della Regione. La presenza di una delle principali organizzazioni criminali, la lontananza dei mercati e la carenza cronica di infrastrutture infatti rende il tessuto economico calabrese notevolmente fragile e troppo legato alle variazioni economiche congiunturali.
Nel settore primario, l'agricoltura è sviluppata soprattutto nella coltivazione di ulivi (la regione è al secondo posto in Italia per la produzione di olio, dopo la Puglia), di viti e di agrumi(uno di essi è il bergamotto che è alla base di molti profumi). Il principale mercato agricolo è Catanzaro sede del Comalca il principale mercato agro-alimentare della Calabria. Molto praticato anche l'allevamento soprattutto di ovini e caprini nelle aree dell'entroterra ed anche la pesca è discretamente sviluppata.
Nel settore secondario sono ancora troppo poco sviluppate le industrie alimentari e tessili; nelle zone di Crotone, Vibo Valentia e Reggio di Calabria sono sorte industrie petrolchimiche, metalmeccaniche e chimiche.
Il settore terziario è molto sviluppato a Catanzaro, mentre sono importanti centri commerciali Lamezia Terme e Cosenza. Varie zone della regione basano l'intera economia sul turismo estivo soprattutto lungo la costa Ionica catanzarese, nell'area tirrenica reggina e nell'area tirrenica cosentina e reggina, su tutto il versante costiero della provincia di Vibo Valentia. Discretamente sviluppato, nonostante le potenzialità, il turismo invernale in Sila.
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza.» — D.P.C.M. 11 ottobre 2010, ai sensi del ai sensi dell'art.5, comma 5, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 dicembre 2008, "5. Oltre che nell'ipotesi di cui al comma 4, la I classe di eccellenza si può conseguire, per atti di eccezionale rilevanza compiuti nel corso interventi di protezione civile, in seguito a segnalazione del Capo del Dipartimento della protezione civile, equivalente a 25 eventi."
Lo stemma della Regione Calabria (approvato ed adottato in versione definitiva con Legge Regionale 15 giugno 1992, n. 6) racchiude in cornice ovale quattro dei simboli che rappresentano la Calabria:
Nei tempi antichi le terre dell'attuale Regione erano conosciute come Italia. I Greci indicarono l'origine del nome in Ouitoulía dal vocabolo "Italòi" (plurale di Italós), termine con il quale i coloni achei che giunsero nelle terre dell'attuale Calabria ambiguamente designavano sia i Vituli, una popolazione che abitava le terre a sud dell'istmo di Catanzaro, il cui etnonimo era etimologicamente relato al vocabolo indicante il toro, animale sacro ai Vituli e da loro divinizzato, che i tori stessi: il greco italós infatti è di derivazione italica, specificamente deriva dalla osco-umbrauitlu, toro appunto (vedasi il latino uitellus, forma con suffisso diminutivo che significa vitello). Ouitoulía venne così a significare "terra dei Vituli" o "terra dei tori". A supporto di questa ipotesi, si ricorda che nella parte meridionale della penisola calabrese (laddove poi si sviluppò la più grande civiltà italica prima dell'avvento di Roma) esistono toponimi di origine magnogreca (alcuni tradotti in latino dai Normanni) probabilmente facenti capo alla più antica etimologia di terra dei tori (dei bovini): Bova, Bovalino, Taurianova, Gioia Tauro, ecc.
Il nome Calabria designava in origine la regione salentina, ma quando le due penisole dell'Italia meridionale furono unificate dai Bizantini, il nome di Calabria fu usato per identificare anche la regione del Bruzio; successivamente, con la perdita dei possessi bizantini nel Salento in favore dei Longobardi, il nome fu utilizzato per designare soltanto l'attuale penisola calabrese, che mantiene tuttora il nome. Durante il basso Medioevo e l'età moderna il termine Calabria venne trasformato in Calabrie, con lo sdoppiamento del territorio nelle due province napoletane di Calabria Ulteriore e Calabria Citeriore.
Il nome Calabria viene da Calabrī, da confrontare con i Γαλάβριοι (Galábrioi) della Penisola balcanica (dalla quale forse deriva anche l'etnicoCalabrī).[12] L'origine sembra essere una radice preromana *cal-/cala-[13] o *calabra-/galabra-, che compare anche in calaverna e calabrosa, nonché in calabria, nome comune della pernice di monte (Lagopus muta),[14] che significherebbe "roccia", "concrezione calcarea o ghiacciata".
Popolazione e lingua
Popolazione
Di seguito si riportano gli elenchi della popolazione[15] residente nelle provincie calabresi e nei comuni con più di 20.000 abitanti.
«A voi fieri Calabresi che accoglieste ospitali me straniero nelle ricerche e indagini infaticabilmente cooperando alla raccolta di questi materiali dedico questo libro che chiude nelle pagine il tesoro di vita del vostro nobile linguaggio.»
La popolazione calabrese presenta ancora oggi un'identità abbastanza variegata, per questo l'insieme dei dialetti parlati nella regione rispecchia tali caratteristiche. Come la maggior parte dei dialetti italiani, il calabrese meridionale come quello settentrionale non hanno alcuna ufficialità.
A causa delle molteplici radici storiche della regione, esistono zone della Calabria in cui si parlano ancora dialetti di diretta derivazione da altre lingue. Nel nord della regione si parla un dialetto derivante dalla lingua napoletana, mentre nel sud della regione si riscontrano numerose somiglianze del dialetto locale con la lingua siciliana, ma complessivamente il vernacolo parlato in tutta la regione è spesso identificato come "calabrese".
Più numerose le aree dove si parla la lingua albanese (arbërisht), una variante dell'albanese parlato nel'Albania meridionale. È parlata come madre lingua dalla minoranza etnica e linguistica storica Albanese d'Italia (Arbëreshë).
La lingua greca di Calabria (o grecanico), parlata nel triangolo grecanico della Provincia di Reggio: Amendolea (Amygdalia/Amiddalia), Bova (Vua), Bova Marina (Fundaca, Jalò to Vua), Chorio di Roghudi, Condofuri, Condofuri Marina, Gallicianò, Roccaforte del Greco (Vunì), Roghudi vecchio (Richùdi), disabitato, Roghudi nuovo, e in alcuni quartieri della città di Reggio come San Giorgio Extra.
Nel 1970, con l'istituzione degli enti regionali, fu deciso di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro. Ai reggini la cosa non fu ben gradita, infatti alla delusione seguì un'agitazione popolare che sfociò nei cosiddetti Fatti di Reggio. Come compromesso politico per sedare la rivolta, fu deciso di porre la sede del Consiglio regionale a Reggio Calabria, pur mantenendo Catanzaro come capoluogo e sede della Giunta.
Sin dall'istituzione del regionalismo, avvenuta nel 1970, la Calabria è stata amministrata da governi costruiti sull'accordo predominante tra la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista Italiano, con una prima fase a prevalente guida democristiana e una seconda a prevalente guida socialista.
Il primo presidente della Giunta regionale è stato Antonio Guarasci, seguito, nell'ultimo anno di legislatura, da Aldo Ferrara, che ritornerà presidente anche nella legislatura seguente, seppure con un distacco di circa un anno guidato da Pasquale Perugini.
Catanzaro - Palazzo Alemanni, sede della presidenza della giunta regionale calabrese
Nella quinta legislatura, che va dal 1990 al 1995, nella fase di passaggio, a livello nazionale, tra la Prima e la cosiddetta Seconda Repubblica, il governo torna ad avere una guida democristiana con Guido Rhodio e Donato Veraldi, esponenti della transizione verso il Partito Popolare Italiano.
Nel 1995, quando la situazione politica ed elettorale è ormai improntata al bipolarismo, a vincere le elezioni è la coalizione di centrodestra, che indica come presidente Giuseppe Nisticò (1995-1998) e poi Giovambattista Caligiuri (1998-1999), esponenti di Forza Italia. Sul finire della legislatura, tuttavia, per un ribaltone cambia la maggioranza in Consiglio regionale e la giunta passa in mano al centrosinistra, che esprime la presidenza di Luigi Meduri, esponente del Partito Popolare.
Nel 2000, con l'istituzione del nuovo sistema elettorale che prevede l'elezione diretta del Presidente della Regione e la presentazione di coalizioni già costituite all'appuntamento elettorale, a prevalere è il Polo di centro destra guidato da Giuseppe Chiaravalloti, magistrato, indicato da Forza Italia, che governa la regione per l'intero quinquennio.
Nel 2005 la carica di presidente è assunta da Agazio Loiero, originariamente esponente della Margherita che guida la coalizione di centro sinistra. Loiero è stato indicato candidato presidente dal suo schieramento per mezzo di una consultazione fra gli iscritti dei partiti della coalizione.
La sede del Consiglio regionale è Palazzo Campanella, in via Cardinale Portanova, a Reggio Calabria. Quello in carica è così composto (dati aggiornati ad agosto2011):
Nel panorama della musica sinfonica e operistica grande ruolo ricoprono tra gli artisti calabresi i due nomi di Francesco Cilea (autore tra le altre dell'Adriana Lecouvreur) e Nicola Antonio Manfroce.
Nel panorama moderno e contemporaneo vi sono diversi artisti calabresi che hanno legato il proprio nome alla tradizione cantautorale italiana, quali Mino Reitano, Mia Martini e la sorella Loredana Bertè, Rino Gaetano e Sergio Cammariere; mentre nella musica rock hanno avuto riscontro anche internazionale le formazioni dei JetLag (autori di un ricercato Jazz rock di matrice progressive) e Il Parto delle Nuvole Pesanti (creatori di un genere definibile "rock calabrese").
La Calabria inoltre vanta una lunga tradizione popolare legata alle diverse sfaccettature della sua cultura, direttamente legata alle molteplici popolazioni che su questa terra hanno lasciato traccia, queste tradizioni sono state portate alla ribalta dai Re Niliu negli anni ottanta, mentre oggi dai QuartAumentata dai Mattanza dai Kalamu e dai Totarella.
A partire dalla fine degli anni settanta si cominciò a incidere anche la musica folkloristica calabrese, genere spesso intriso della satira tipica dei diversi artisti, prevalentemente sotto l'etichetta Elca Sound, che hanno portato il folk calabro in giro per il mondo, tra cui per citarne alcuni: Otello Profazio, i Calabruzi e Micu u pulici.
La Primavera del Cinema Italiano- Premio Federico II - Cosenza Dal 2007 ad aprile a Cosenza si svolge il festival “ La Primavera del Cinema Italiano- Premio Federico II”, un evento la cui principale connotazione è quella di promuovere il cinema del nostro Paese con particolare attenzione all'incontro diretto con i protagonisti dello spettacolo filmico, le loro proposte, le manie e i miti. La manifestazione si chiude con la cerimonia di consegna del Premio Federico II (statuetta che rappresenta l'ottagono, simbolo della storia della città di Cosenza)[17].
Magna Grecia Teatro Festival - Rassegna Teatrale in 13 siti archeologici: Diamante - Capo Colonna - Lamezia Terme - Palmi - Reggio Calabria - Roccelletta di Borgia - Cassano allo Jonio - Vibo Valentia - Rosarno - Ricadi - Locri - Monasterace - Casignana - agosto/settembre
i Bronzi di Riace, un simbolo del turismo calabrese.uno dei Dioscuri da Locri Epizephiri.il Kouros di Reggio.la Testa del Filosofo da Porticello.
Con la colonizzazione greca avvenuta tra l'VIII e il VII secolo a.C., vi fu in Calabria uno sviluppo socio-economico notevole; fu questo un periodo in cui venne raggiunta la massima ricchezza economica per i discendenti delle genti greche stabilitesi nella penisola, unitamente allo splendore culturale ed artistico in letteratura, filosofia e arte, spesso superiore alla stessa madrepatria.
Conseguenza di questa realtà ne fu l'appellativo di Magna Grecia (Megàle Hellàs), che volle testimoniare l'orgoglio per aver dato vita lontano dalla Grecia ad una comunità che aveva raggiunto in campo sociale, culturale ed economico, livelli tali da poter essere considerata più grande della stessa madrepatria; tale riferimento infatti si presume sia stato coniato nelle colonie stesse, per mostrare la loro grandezza in relazione alla vecchia Grecia.
Le genti di civiltà greca approdarono in Calabria nell'ambito di un flusso migratorio motivato dall'interesse per lo sviluppo commerciale e da una sovrappopolazione in madrepatria: così tra il 743 a.C. ed il 730 a.C. gente originaria della città di Calcide fondò, sullo Stretto tra Calabria e Sicilia, le due città di Rhegion (Reggio) e Zancle (Messina), ponendo sotto il controllo della medesima popolazione la via marittima più importante per i commerci con l'Italia tirrenica. Negli anni successivi Greci di stirpe achea diedero vita prima a Sybaris (Sibari, 720 a.C.) e poi a Kroton (Crotone710 a.C.), spinti dalla necessità di sfuggire carestie e sovrappopolazione. Fra il 710 a.C. e il 690 a.C., un gruppo di servi provenienti dalle regioni della Grecia chiamate Locride, fondarono Locri Epizefiri.
Successivamente per nuove ragioni di sovrappopolazione, commerciali e di controllo del territorio, le nuove città fondarono delle subcolonie che allargarono la presenza greca nella regione, quali: Medma (Rosarno), Metauros (Gioia Tauro), Taurianum (Taureana di Palmi), Hipponion (Vibo Valentia), Laos, Skydros, Terina, Skylletion, Kaulon (vicino Monasterace marina).
La principale risorsa turistica calabrese è il mare, con una lunghissima costa affacciata su tre mari (Tirreno, Ionio e Stretto di Messina), una particolare ricchezza della fauna ittica, in un paesaggio che alterna spiagge e scogliere. Lo scarso sviluppo industriale e l'assenza di grandi città sulla gran parte del territorio ha permesso di preservare per lungo tempo il mare incontaminato, e la Calabria è tuttora considerata un paradiso naturalistico. Gli arrivi nel 2007 sono stati di 1.325.825 italiani e 242.694 stranieri[18].
Il poeta Gabriele d'Annunzio chiamò il lungomare di Reggio Calabria "il più bel chilometro d'Italia", favorita dalla presenza sul territorio di numerosi siti archeologici (Reggio, Locri, Taureana, Crotone, Sibari e Scolacium solo per citarne alcuni) e di bellezze naturali che suscitano l'interesse dei visitatori. Negli ultimi anni si è investito sulla capacità ricettiva di strutture alberghiere, favorendo un incremento delle presenze nella regione.
Le molteplici dominazioni in Calabria hanno fatto sì che la Calabria sia piena di luoghi d'interesse archeologico. Questa è una breve lista delle aree archeologiche divise per provincia:
Kroton, oggi Crotone: Capo Colonna (Tempio di Hera Lacinia) ed il parco archeologico circostante ed il museo archeologico nazionale presso il parco dove è conservato un preziosissimo diadema d'oro dedicato alla dea Hera.
scavi dell'antica città di Krimisa, nei pressi di Cirò Marina;
Rhegion oggi Reggio: parco archeologico Griso-LaBoccetta con resti di templi arcaici, mura greche sul lungomare Falcomatà, mura greche sulla collina del Trabocchetto, mura greche sulla collina degli angeli, agorà/foro in piazza Italia, varie necropoli ellenistiche tra Santa Caterina e San Giorgio Extra, resti dell'Odéon di Reggio in via XXIV maggio, tomba ellenistica di via Tripepi, resti di un Athenaion sotto un bar del lungomare Falcomatà, resti di un grande impianto termale d'epoca romana sul lungomare Falcomatà;
Locri Epizefiri, a sud dell'odierna Locri: tempio ionico in contrada Marasà, abitato in Centocamere, tempio di Zeus, Santuario di Persefone in contrada Mannella, necropoli in contrada Lucifero, necropoli in contrada Parapezza, necropoli in Contrada Faraone, Teatro greco in contrada Pirettina;
Kaulon, nei pressi di Monasterace marina: base di un tempio dorico ai piedi del promontorio Cocinto vicino al mare;
Hipponion, oggi Vibo Valentia: mura della città greca in più punti, resti di un tempio dorico sul colle del telegrafo, resti di un tempio ionico sull'altura del Cofino, resti di un tempio dorico presso la Cava Cordopatri, resti di abitato romano in via XXV aprile e di un impianto termale nella contigua località Sant'Aloe; Dietro la Chiesa della B.M.V. del Rosari osono stati individuati i resti del teatro greco-romano; palazzo Inam resti di abitazioni romane e Necropoli greca (VII-III sec. a.C.); attuale oratorio Salesiano e Viale Kennedi palazzo Muschella: Necropoli greca (VII-IV sec. a.C.) e fornaci ellenistico-romane; altri rinvenimenti dalla preistoria al tardoantico in tutta la città.
altri sitii nella provincia: resti di un santuario extra-urbano individuato nell'area aeroportuale militare nel comune di Vibo Valentia, tracce di una villa romana in località Trainiti, presso Briatico;Santuario rurale in contrada Passo Murato sul Poro; Altri innumerevoli insediamenti di età protostorica e Classica sono stati localizzati ma sono tuttora da scavare.
Torre Galli di Drapia : insediamento protostorico abitato fino al VI sec.a.C. Orsi portò alla luce parte della necropoli dell'età del Ferro e Arcaica.
Tropea: tracce d'insediamento preistorico e protostorico; luogo di culto paleocristiano sotto la cattedrale; piazza duomo: tombe V-VI sec., fase con mura di un insediamento greco (Phroyrion), materiale protostorico;loc. Torre Lunga: luogo di culto e di sepolture paleocristiane; contrada Tondo: necropoli romana; contrada Cuntura tombe dell'età del ferro e del V-IV sec.a.C.;
Nicotera: insediamenti greci,Romani e tardo antichi nelle località: Colle Diale, San Faustina, Comerconi, piano dei Greci,San Francesco, Pugliesa,Sovereto, Casino Mortelletto.
Natura, parchi nazionali, aree protette e siti di interesse comunitario
La natura montagnosa del territorio e lo scarso sviluppo demografico-industriale di molte zone della regione hanno permesso di preservare la maggior parte delle bellezze naturalistiche; infatti in Calabria sorgono tre importanti parchi nazionali:
Porto di Vibo Marina (II classe) a funzione turistica, commerciale e industriale.
Porto di Reggio Calabria (II classe) sede della direzione marittima della regione è un'infrastruttura a carattere commerciale/industriale con una parte dedicata alla nautica da diporto, è collegato prevalentemente con Messina, con le Isole Eolie e con Malta. Con oltre 10 milioni di passeggeri trasportati all'anno, è il primo della regione ed il secondo in Italia nel settore[22].
Approdo di Villa San Giovanni (RC) è una struttura orientata esclusivamente ai trasporti, collega infatti il traffico ferroviario ed il grande traffico stradale tra Calabria e Sicilia
Porto di Palmi (II classe) scalo turistico peschereccio e porto rifugio della Costa Viola, sorge nel litorale della Tonnara.
Porto di Crotone (II classe) con un bacino mercantile ed uno per la pesca ed il diporto
^abcdvan Dijk, J.P. (1992); Late Neogene fore-arc basin evolution in the Calabrian Arc (Central Mediterranean). Tectonic sequence stratigraphy and dynamic geohistory. With special reference to the geology of Central Calabria. Geologica Ultrajectina, 92, 288 pp.; si vedano i riferimenti nella lista bibliografica di quest'opera, e anche:
van Dijk, J.P., Bello, M., Brancaleoni, G.P., Cantarella, G., Costa, V., Frixa, A., Golfetto, F., Merlini, S., Riva, M., Toricelli, S., Toscano, C., and Zerilli, A. (2000); A new structural model for the northern sector of the Calabrian Arc. Tectonophysics, 324, 267-320.
^ Istituto di storia del Risorgimento italiano Comitato cosentino, I martiri cosentini del 15 marzo 1844 : celebrazione ad iniziativa della consulta del comitato cosentino del Regio Istituto di storia del Risorgimento italiano: 15 marzo 1937, Cosenza, SCAT, 1937.
^ Felice Venosta, I fratelli Bandiera e loro compagni martiri a Cosenza : notizie storiche, Milano, C. Barbini, 1863.
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