Tuttavia il Governo Monti viene giudicato un governo tecnico d'emergenza dalla stampa internazionale.[5][6][7][8][9] Il nuovo Presidente del Consiglio, durante il primo discorso al Senato, ha definito il suo un "governo di impegno nazionale".[10][11][12]
8 novembre 2011. Al secondo tentativo, la Camera dei Deputati approva il rendiconto generale dello Stato con 308 voti favorevoli, che non rappresentano la maggioranza dei deputati (le opposizioni, presenti in aula per garantire il numero legale, non hanno preso parte al voto). In serata, dopo un colloquio tra il presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi e il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, quest'ultimo annuncia in un comunicato che il Presidente del Consiglio rimetterà il mandato al Capo dello Stato dopo l'approvazione della legge di stabilità.[25]
12 novembre 2011: la Camera approva i disegni di legge, già approvati dal Senato, contenenti le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2012), il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2012 e il bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014.[28] In serata, il presidente del Consiglio Berlusconi si reca al Quirinale e rassegna le dimissioni.[29]
13 novembre 2011. Il presidente della Repubblica avvia le consultazioni con i presidenti di Camera e Senato e le forze politiche,[30] per affidare in serata l'incarico al professor Mario Monti, che accetta come da prassi con riserva[31] e apre la fase di consultazioni con i gruppi parlamentari, le parti sociali, gli enti locali e con lo stesso presidente della Repubblica.[32]
16 novembre 2011. Mario Monti scioglie la riserva e annuncia la lista dei ministri. Nel corso della conferenza stampa, lo stesso Monti dichiara di aver deciso di non includere personalità politiche nella lista, per non suscitare conflittualità tra i partiti, di opposto orientamento politico, che si sono impegnati a votare in Parlamento la fiducia al nuovo Governo.[33] Il governo Monti presta quindi giuramento nella mani del Capo dello Stato presso il Quirinale.[34] Al giuramento non riescono a prendere parte il Ministro degli Esteri Terzi di Sant'Agata (ancora in Washington) e il Ministro della Difesa Amm. Di Paola in missione a Kabul, che giurano il giorno successivo.[35] Successivamente a Palazzo Chigi avviene il tradizionale passaggio di consegne con il presidente uscente, Berlusconi.[36]
17 novembre 2011. Il premier Mario Monti si reca al Senato per la discussione del programma di governo e per chiedere che venga data al suo esecutivo la fiducia. Al termine della discussione, il Senato, votanti 306, con 281 voti a favore, 25 contrari e nessun astenuto, approva tre mozioni identiche ("udite le comunicazioni del Presidente, il Senato le approva", presentate da PdL, PD e Terzo Polo) su cui il Prof. Monti aveva posto la questione di fiducia.[13]
18 novembre 2011. Il premier Mario Monti si reca alla Camera per la discussione del programma di governo chiedendo la fiducia al suo esecutivo (su mozioni presentate da partiti PdL, PD, Terzo Polo, Idv). Al termine della seduta, il governo ottiene la fiducia con 556 voti favorevoli e 61 voti contrari su 617 votanti.[14]