Tallacano

frazione del comune italiano di Acquasanta Terme

Tallacano (Tallacà nel dialetto ascolano) è una frazione del comune di Acquasanta Terme in provincia di Ascoli Piceno circondata interamente da verdi montagne, è un paese molto antico datato prima dell'anno mille. Le sue montagne sono popolate da molte specie animali dell'appennino centrale (raro il lupo), caratteristiche le grotte in tufo e le pareti delle montagne dove in alcune zone si buttano a strapiombo nel torrente con altezze che superano spesso i 30 metri. Di rilevante importanza sono la qualità e la quantità delle castagne e dei marroni che per centinaia di ettari ricoprono questo importante gruppo montuoso dell'Appennino e Tallacano ne fanno una piccola capitale del frutto. Nei mesi di settembre e ottobre le montagne come da tradizione secolare tante persone tornano a popolare i boschi nella raccolta di questo prelibato dono della natura. Altre ricchezze del bosco sono i funghi, i tartufi neri, asparagi, ciliegie, fichi, noci, lamponi, more e tanti altri.

Tallacano
frazione
Tallacano – Veduta
Tallacano – Veduta
Tallacano vista da Venamartello immersa nel verde - 2004
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Marche
Provincia Ascoli Piceno
ComuneAcquasanta Terme
Territorio
Coordinate42°47′57.4″N 13°23′20.7″E
Altitudine666 m s.l.m.
Abitanti23[1] (2001)
Altre informazioni
Cod. postale63041
Prefisso0736
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantitallacanesi
Patronosan Pietro
Giorno festivoSeconda domenica di agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Tallacano
Tallacano

La sua popolazione vanta pochi abitanti invernali e moltissimi estivi, che tornano per trovare pace, tranquillità e relax in perfetto silenzio ed armonia con la natura.

Introduzione

"Nel regno dei monti di tufo" Nidi di frazioni su banchi di roccia tufacea: Forcella, Venamartello, Cocoscia, Falciano, Colle Falciano, Valle Fusella, Tallacano, Piandelloro, Rocchetta, Poggio Rocchetta, Agore. Ricchi boschi di querce e castagno - il belvedere di Venamartello. Le case rinascimentali di Tallacano. Da Acquasanta Terme a un certo punto sulla strada Salaria si incontra il bivio e poi passiamo subito il fiume Tronto dove la centrale idroelettrica forma un bel lago dove sfocia il bel torrente Tallacano dalle acque cristalline e ricche di storia come i suoi mulini. Verso Tallacano il paesaggio cambia in pieno. Sovrastano la zona alte fasce di tufo nudo, grigiastro, quasi ciclopiche le costruzioni a fondale. Tallacano è paese che bisogna vivere e amare. Un museo a cielo aperto dove qui l'Italia si è fermata ai secoli passati senza essere inghiottita dal caos dei giorni d'oggi.

Storia

Tallacano fa parte di quel gruppo di paesi che si trovano al di là di una piccola catena di montagne che corre parallela al fiume Tronto. I paesi sono: Venamartello e Cocoscia, Forcella, Falciano e Colle Falciano, Tallacano, Rocchetta e Agore, ancora più in là verso nord oltre l'altra cresta di montagne troviamo Piandelloro, ad ovest Peracchia e Capo di rigo ed altri paesi o ville (come venivano chiamati questi paesi nell'antichità).

La fondazione di Tallacano viene attribuita ai greci mentre erano in guerra contro Roma, stabilitisi qui forse in ritirata o forse come posizione strategica. I nomi di molti luoghi delle vallate e delle montagne, ancora oggi, derivano da parole greche.

Altre fonti certe stabiliscono le origini alla famiglia dei Tagliacane e nelle antiche mappe custodite all'interno dei Musei Vaticani risalenti al 1527 il nome di Tallacano era Tagliacane, da qui l'origine del nome del vecchio paese in seguito mutato in Tallacano.

La storia inizia da Morrice, piccolo paese sulla sponda di sinistra del fiume Tronto costituito da poche case in via di estinzione, fin dalle prima pagine scritte della sua storia sono affiancate al comune di Quintodecimo. Tutta la fascia sinistra del fiume è legata al Castello di Aquilaria, castello che fa perdere le sue tracce quando i Sindacati montani danno inizio alla loro storia scritta. Che Aquilaria estendesse da Morrice fino a Forcella-Falciano la sua influenza è testimoniato da numerose contrade che portano quel nome nel '400, '500, '600 e qualcuna ancora ai giorni nostri.

Nel 1440, firmano lo statuto notarile ascolano tre notai di Tallacano i cui protocolli sono andati persi. Uno dei tre è Johannes Marini Cicchi (1478) che dice di essere di Tagliacano. Questa grafia desta interesse perché compare anche su inventari lateranensi (Ecclesia S. Marie Annunciate de villa Talianchani), sul documento olivetano (chiesa di S. Pietro di Tagliacano) e suglia tti notarili di Domenico Castelli (ecclesia SS.me Annuntiate villa Tagliacani, firma del notaio Johannes Mascij del 1482).

Nonostante il Catasto ascolano nel 1381 riporti la dicitura in territorio Tallacani, e nonostante che la forma sia la più attestata nel corso dei secoli, viene il dubbio che il nome della villa sia legato, a partire dal 1200-300, a qualche membro della nobile famiglia ascolana dei Tagliacane, famiglia della quale proviene Gentile Angelutij Tagliacane de Esculo fontatore, nel 1407, della chiesa di Villa Guasto, in territorio di Accumoli.

Il nome della villa compare sul Bollario Vescovile nel 1331 quando il passaggio della chiesa di S. Pietro di Tallacano dell'amministrazione di Donno filippo, priore della chiesa di San Tommaso di Ascoli, ai chierici locali e a Gentiluccio di Antonio da Quintodecimo.

La buona organizzazione di Tallacano è evidente nel 1356 quando gli uomini della villa uniti con gli uomini di Rocchetta, nominano loro procuratore, in Perugia, Nicola Tiberucci nella causa contro fra Marino dell'Ordine Agostiniano, per atti concerni l'hospitate di San Giorgio di Salmacina. Con Venamartello, nel 1550, la villa di Tallacano ha due vertenze di rilievo, la prima riguarda la lunghissima lite per il possesso di Monte Savucco e l'altra vede l'intera universitas di Tallacano agire civiliter et criminaliter contro Donno Perdominico Joannis alias Musiolo perché retribuisca alla Comunità il privilegio della chiesa di San Pietro. Per i rapporti con ascoli, rimane ai documenti una dei Massari di Talacano, del 1513, che con occhi lacremoni recorrono perché vengano ridotti a 46 i molti fiorini di debito contratti a causa dei turbamenti in questa Magnifica Ciptà et contado.

Nel 1500 Tallacano è coinvolto nella vicenda Ardighelli al ponte Santa Croce; da Tallcano in seguito proverranno molti Tramazzini che tata parte avranno nella storia del periodo napoleonico ed unitario.

Agli albbori del XX secolo torna a far parlare di se questo paese per la presenza sul suo territorio di lupi che fanno strage di pecore per l'occasione gli abitanti ottengono dal Prefetto il consenso a spargere in giro carne avvelenata, con obbligo però di ritirarla ogni mattina all'alba (Regolamento anno 1903)

I nome delle contrade attorno alla villa di Tallacano suonano antichità profonda: sul fosso Tatiù, la villa ha il suo mulino; ai confini del suo territorio, verso Montegallo, vi sono lu Monte Cespite et lu Plano dela Macchia; nei pressi della villa fugurano la Valle dei Castaneti, sollepite, Sellare, Capo le Sede, Creta; nella contrada lu Sasso Trescatora vi è unum sassum grannum actum ad reponendum phemum; si incontrano poi la Candavina de li Tassiuni, Jò la Rocha, le Piagie, li Sassi alli Fici eccetera.

Le chiese di Tallacano nel corso della storia sono due: San Pietro Apostolo Santa Maria Annunziata-Sant'Antonio

San Pietro Apostolo chiesa parrocchiale, sita fuori dal paese, che nel 1621 sarà la prima in tutto l'acquasantano a testimoniare il ritorno sotto Farfa (forse in precedentemente appartenuta all'abbazia reatina). Questa chiesa situata a 1000 metri s.l.m. sfida il freddo e le intemperie dove si possono vedere i resti di affreschi della scuola di Cola d'Amatrice. La chiesa è in mezzo al bosco abbandonata fin dal 1918 e solo nel 2002 un restauro ne ha salvato la struttura e il pregiatissimo portale del 1569.

Santa Maria Annunziata-Sant'Antonio sita all'interno del paese, vicino ad un masso che sovrasta, fondata dai Canonici nel 1400, con l'obbligo per i fedeli di consegnare mezza libbra di cera, ogni anno, nel giorno di Pasqua. Nel 1621 anche questa seconda chiesa passerà sotto Farfa ed avrà, insieme con l'altra un unico rettore. La chiesa possiede un dipinto su tela rappresentante la Crocifissione. È opera del secolo XVI. Al centro del dipinto è rappresentato il Crocifisso ai cui piedi è genuflessa la Maddalena; a sinistra sono le figure di San Pietro e la Vergine, a destra San Giovanni e San Paolo. In basso dentro al dado si legge: "FULVUS-DIONISUS-RECTOR-ECCLESIE-S.PETRI-DA-TALLACANI-ET-FAUSTUS-GUIDOTTUS-FIERI-CURARUNT". L'opera è di certa scuola di Cola d'Amatrice.

La chiesina di Sant'Antonio è bella da raggiungere su per la scalea tagliata nel tufo vivo e intorno il panorama pazzesco di alte muraglie di tufo e possenti fasce di bosco nero abitato da: lupi, volpi, tassi, scoiattoli. Da un vecchio libro del 1948 si legge una intervista a un vecchio del paese: ...Il lupo ammazza le pecore e i tassi divorano il granturco appena seminato, ma il tasso non si può ammazzare è la legge. Il tasso è il padrone incostrastato del bosco lui può tutto, nessuno lo tocca. La volpe nella stagione ammazza le galline e di notte dobbiamo rinchiudere le povere bestiole altrimenti la "limana" ti ripulisce il pollaio...

Il 1900 è segnato dalle due guerre mondiali e non manca la chiamata alle armi per molti tallacanesi che svolsero a pieno il loro compito, molte persone non tornaro. Una lieta notizia, nel massacro della guerra di Russia nella seconda guerra mondiale, partirono 229 000 soldati, molti dei quali alpini, ma solo 110 000 tornarono a casa, tra cui un tallacanese, alla sua morte poco dopo il 2000 sulla sua bara venne posta l'antica bandiera usata in guerra dall'Italia, un chiaro riferimento all'amore per la patria. Molte sono le persone che vengono in questo paese e si fermano a parlare con le persone anziane e raccontano mille storie sulla loro guerre combattuta in luoghi diversi dell'Europa e dell'Africa, visitare questo paese è come parlare con un libro di storia d'Italia.

Con l'arrivo del benessere in Italia nel dopoguerra anche Tallacano vive sull'onda del rinnovo, prima tra tutte, l'arrivo della strada (1953), prima si raggiungeva Tallacano dalla Salaria solo attraverso un sentiero (detta strada romana) vecchio di mille anni e più, poi venne allargata e ammodernata prima con breccia e massicciate e in seguio con l'asfalto. Altri avvenimenti di rilievo sono l'arrivo della luce nelle case nel 1959 e l'arrivo della linea telefonica pubblica 1962, un solo telefono pubblico per tutto il paese. Con il benessere moltissimi abitanti hanno lasciato le loro terre per emigrare a Roma, Padova, Venezia, Firenze, Germania, Canada e Australia.

Geografia

Collocato nel cuore dell'Appennino umbro-marchigiano è inserito nel comprensorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Le montagne che circondano il paese sono: monte Ceresa (1.494 metri), monte Savucco (1205 metri), monte Monterone (1.420 metri), monte Scaloni (1340 metri), colle Cese Novele (1.057 metri), monte Vicito (1.041 metri), monte Pianomonte (1.279 metri).

Tallacano sorge a 660 metri di altezza incastonato in uno sperone di roccia e padroneggia su altissime valli che si uniscono ai piedi di questa estensione rocciosa quasi a strapiombo.

Si trova a circa 25 km dal capoluogo provinciale e si raggiunge percorrendo la via Salaria in direzione Roma fino alla località di Centrale di Acquasanta Terme, dove un incrocio indica la via per il paese che si trova a circa 9 km. La stessa strada conduce a tanti altri paesini e termina a Tallacano. Per chi proviene da Roma si percorre la Salaria fino ad Acquasanta Terme e qui si lascia la strada superiore per prendere la vecchia Salaria fino a Centrale di Acquasanta per poi arrivare all'incrocio e seguire le indicazioni.

Percorrendo la strada di notte dal lago al paese si possono facilmente incontrare specie appartenenti alla fauna notturna locale come: cinghiali, volpi, gufi e altri animali, questo fa capire quanto sia unico e incontaminato questo ambiente che intendiamo tutelare in ogni modo.

Turismo

Tutte le abitazioni, in pietra locale (tufo), risultano integrate in perfetta simbiosi con le rocce dalle quali nascono.

Tallacano è nota per le castagne, i marroni pregiati, i funghi e la presenza di tartufo nero e la sua storia antica.

Il visitatore nei suoi dintorni ha la possibilità di passeggiare all'interno di boschi ben tenuti e secolari di castagno, querce, abeti e faggi, raggiungere rapidamente i monti della Laga ed i Sibillini.

A pochi chilometri dal paese antichi sentieri conducono a paesi confinanti anch'essi molto belli e storici come: Agore, Poggio, Rocchetta e Peracchia.

Monumenti

 
Tallacano vista da un fianco
 
Tallacano incendio 2007 (01)
 
Tallacano incendio 2007 (02)
 
Tallacano nel 1527 con il nome di Tagliacane, Musei Vaticani
 
Tallacano vista da "Lu Piz", una lingua di roccia a forma di trampolino nel vuoto da qui il nome di Pizzo
 
Tallacano vista dal paese di Rocchetta (811 metri s.l.m.).

Una chiesa molto antica fa parte delle tre "basiliche" delle montagne, ovvero, San Pietro (764 metri s.l.m) costruita intorno al 1450, la chiesa di San Silvestro a Rocchetta e la chiesa di San Giovanni a Forcella, tutte costruite tra il 1400 e il 1500.

A partire dall'anno 2001 la chiesa di San Pietro ha subìto un attento lavoro di recupero e restauro che le hanno dato nuova vita e salvandola dal declino di molti decenni di abbandono; i suoi affreschi si attribuiscono alla famosa scuola di Cola dell'Amatrice.

La nuova chiesa del paese è stata costruita nel 1820 con la volta dipinta da bellissimi affreschi e da una tela di grandi dimensioni di nota e affermata bellezza.

Lungo il torrente Tallacano si possono incontrare due antichissimi mulini ad acqua. Il primo si trova tra Tallacano ed il paese di Poggio ormai in disuso da quasi un secolo. La sua nascita si può datare intorno al 1600, concepito con il vecchio metodo che trae la forza dall'acqua mediante sistema a pale che mette in moto dei perni che confluiscono la forta sulla ruota in pietra. L'altro mulino chiamato mulino Pompili lo si trova lungo la strada che sale verso Tallacano a circa 1 km dall'incrocio con la statale Salaria inferiore. Salendo si incontra la chiesa di San Giovanni da Storna ed ai piedi di una grande cascata del torrente sorge il mulino chiuso dentro questa gola profonda. Costruito intorno al 1800 e chiuso poco dopo la grande guerra. Oggi è una casa-museo privata.

Nei pressi dell'antica chiesa di San Pietro, edificata su una pianura della montagna che si erege sopra Tallacano, datata intorno al 1450 c'è il famosissimo "Sasso spaccato" chiamato anche dagli abitanti del luogo "Tassinara". Il Sasso spaccato è una larga fenditura della roccia della montagna, sembra quasi che la montagna fosse stata tagliata in due di netto. All'interno della spaccatura si trovano delle incisioni di nomi e piccole croci sulle pareti della roccia a testimonianza di un antico cimitero. Gli abitanti testimoniano ancora che l'ultimo ad esserci stato seppellito fu un prete. Poi con l'arrivo della chiesa di San Pietro si è iniziato ad usare l'ossario, ovvero, una botola sul pavimento della chiesa, in cui venivano buttati un tempo i defunti del paese e fu in uso fino al 1926 circa.

Clima

Il clima è tipico dell'Appennino: ci sono inverni freddi (non mancano temperature inferiori ai 10º sotto zero) con forti nevicate, primavere ed autunni piovosi ed estati calde soprattutto nei mesi di luglio fino alla metà di agosto.

Sport

Tallacano è conosciuta anche per il suo torrente che nasce ad alta quota (1.300 metri), alimentato da molte sorgenti di acqua purissima, popolato da trote fario e da ormai rari gamberi, oggetto di una pesca indiscriminata e del bracconaggio.

Il torrente corre veloce per quasi tutta la sua lunghezza (15 km) in profonde gole e alte cascate per poi finire la sua corsa nel lago di Centrale. Nel bacino idrografico del fiume Tronto fa parte degli affluenti di sinistra.

Il trekking è in forte ascesa grazie alla presenza di molti percorsi segnati il tutto gestito dal CAI di Ascoli e da molti appassionati.

Date importanti ed eventi disastrosi

  • 1956 la strada un tempo sentiero di montagna con la cassa del mezzogiorno e la Bonifica Tronto collegano il paese alla strada Salaria all'altezza di Corneto-Centrale di Acqusanta (8 km di lunghezza) prima solo brecciata poi anni dopo verrà asfaltata.

Il primo ad arrivare a Tallacano con la nuova strada brecciata fu il postino con la Moto Guzzi.

  • 1958 arriva la luce.
  • 1956-1958 vengono eseguite le opere dell'acquedotto che rifornirà Ascoli Piceno tragiando le montagne di Tallacando e saltando di vallata in vallata. L'acqudotto ancora oggi in funzione rifornisce tutta la vallata del fiume Tronto rifornendo tutti i paesini compresa la città di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto.
  • 1960 (data simbolica) Inizio della forte emigrazione degli abitanti di Tallacano verso le città più grandi e i Paesi esteri.
  • 1968 (data incerta) L'acqua corrente entra nelle case di Tallacano.
  • Dal 21 al 28 luglio 2007 un violento incendio ha distrutto gran parte dei boschi: circa 800 ettari. Il fuoco è durato per una settimana e grazie all'aiuto di 3 Canadair, 2 elicotteri militari, la protezione civile, la Guardia forestale, i vigili del fuoco e soprattutto con l'aiuto degli abitanti locali e dei paesi limitrofi si è riuscito a salvare parte di questo gioiello verde dell'Appennino marchigiano.
  • Il 28 dicembre 2007 una rottura del ponte-acquedotto (acquedotto costruito nel 1956), situato nella valle del torrente Tallacano tra i paesi di Tallacano e Rocchetta, ha causato la totale assenza di acqua per tutta la vallata del fiume Tronto compresa parte di San Benedetto del Tronto e Grottammare (circa 140.000 abitanti) per una decina di giorni con notevoli disagi e perdite economiche legate al settore alimentare e del ristoro. Il più grave disastro mai accaduto da quando, nel 1956, è stato costruito l'acquedotto del Pescara. Il tubo superiore ai 60 centimetri protetto all'interno del ponte scatolato in cemento, trasportava circa 650 litri di acqua al secondo. Venne costruito dall'impresa Ferrobeton del marchese Carlo Feltrinelli di Roma. Per trasportare il materiale venne costruita una piccola ferrovia fin sotto al ponte, una strada ferrata lunga diversi chilometri all'interno di zone impervie e inaccessibili, una vera e propria opera d'ingegneria, con gallerie nella montagna scavate con dinamite, pala e piccone.

Note

  1. ^ Dati Censimento ISTAT 2001, su dawinci.istat.it. URL consultato il 26-10-2008.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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