Borussia Verein für Leibesübungen 1900 Mönchengladbach
Il Borussia Mönchengladbach è un club calcistico di Mönchengladbach (Germania), fondato nel 1900, per anni una delle grandi del calcio europeo.
Storia
Gli albori
Data storica per il calcio a Mönchengladbach è il 1° agosto 1900, quando alcuni membri di una disciolta società giovanile fondano la Teutonia Mönchengladbach, che iscrivono alla locale serie calcistica Rheinisch-Westfälischen Spielverband.
Dopo una rapida trafila nelle serie minori, nel 1912 la Teutonia risale fino alla finale della Westdeutscher Verbandsliga (campionato della Germania occidentale), dove viene battuta 4-2 dal Kölner BC.
Sette anni dopo le si aggrega il club locale Turnverein Germania 1889, formando il VfTuR 1889 Mönchengladbach. Nel 1920 il neonato team torna in finale del campionato locale, dove ritrova il Kölner BC: il VfTuR 1889 Mönchengladbach stavolta si impone 3-2 e vola verso gli spareggi per il titolo nazionale. Qui però il confronto con le altre compagini rompe i sogni dei giocatori: nella prima partita contro lo Spielvereinigung Fürth il VfTuR 1889 Mönchengladbach perde 0-7 e torna subito a casa.
L'anno dopo viene revocata la fusione con la Turnverein Germania 1889: il club non ritorna però allo stesso nome che aveva prima del 1919, venendo ribattezzato Borussia VfL 1900 e.V. Mönchengladbach (Borussia è l'antico nome della Prussia), che verrà più semplicemente conosciuto in Germania come Borussia Mönchengladbach.
Gli anni a seguire non sono però i più rosei: dopo la ristrutturazione del campionato sotto il Nazismo, il Borussia Mönchengladbach fallisce la qualificazione alla Gauliga, e pure nel dopoguerra non riesce ad entrare nella Oberliga e deve accontentarsi di ripartire da una serie minore, la Zweite Liga West. Solo nel 1950 vi sarà il primo salto di categoria, in West Oberliga, ma gli anni seguenti sono un tira e molla tra questa e le serie minori.
I primi successi
Nel 1960 giunge finalmente il primo trofeo nella bacheca dei Fohlen: è la Coppa di Germania, conquistata a spese del Karlsruher SC.
Tre anni dopo nasce la Bundesliga: il Borussia Mönchengladbach non riesce però a qualificarsi per la serie maggiore e deve ripartire dalla Regionalliga West. Ma il salto di qualità è vicino, perché a Mönchengladbach si sta progressivamente allestendo una squadra di campioni destinata a dominare per tutti gli anni '70 il calcio tedesco con il Bayern Monaco: già negli anni '60 giungono giovani talenti del calibro di Herbert Wimmer, Berti Vogts, Jupp Heynckes e Günter Netzer. Dopo la promozione in Bundesliga nel 1965, i Fohlen, guidati dal tecnico Hennes Weisweiler, conquistano il primo storico titolo nazionale nel campionato 1969-70: è a tutti chiaro che il Borussia Mönchengladbach ha avviato un ciclo.
Gli anni d'oro
Il titolo del 1969-70 conduce i Fohlen alla loro prima partecipazione alla Coppa dei Campioni. L'esperienza termina agli ottavi di finale, quando un doppio pareggio per 1-1 contro l'Everton viene deciso ai rigori, che portano fortuna agli inglesi.
Nel 1970-71 però il Borussia bissa il titolo dell'anno prima: la Coppa dei Campioni 1971-72 ritrova pertanto a rappresentare la Germania Ovest di nuovo Vogts e compagni.
La partita della lattina
L'edizione 1971-72 prospetta un primo turno d'accademia al Borussia, che supera agevolmente gli irlandesi del Cork Hibernians. Ma i tedeschi trovano già un osso duro nei quarti di finale: è l'Inter di Sandro Mazzola, squadra non più ai livelli degli anni '60, ma di certo temibile e dotata della necessaria esperienza per partite di questo genere. All'andata a Mönchengladbach va in scena quella che sarà ricordata come la "partita della lattina": poco prima della mezzora del primo tempo, con il Borussia in vantaggio per 2-1, l'attaccante interista Roberto Boninsegna viene colpito alla testa da un oggetto lanciato dagli spalti. La polizia arresta immediatamente l'autore della bravata (un giovane autista di 29 anni, Manfred Kristein), ma il match prosegue. Forse intimoriti dall'ambiente, i nerazzurri vengono letteralmente travolti dalla furia tedesca e il Borussia si impone addirittura per 7-1. Ma a fine partita la dirigenza dell'Inter sporge reclamo all'UEFA, che lo accoglie: la gara dovrà essere ripetuta in campo neutro, dopo il ritorno di Milano. In casa l'Inter si impone 4-2, per poi amministrare il vantaggio a Berlino Ovest (0-0) di fronte a un pubblico quasi completamente italiano. Per il Borussia la delusione è cocente, vista soprattutto la roboante vittoria della gara di Mönchengladbach, con cui aveva messo al sicuro la qualificazione.
E negli anni seguenti gli uomini di Weisweiler giungono sempre dietro allo squadrone del Bayern Monaco, capace di imporsi per tre edizioni consecutive in Bundesliga, ma anche di vincere sempre per tre volte di fila la Coppa dei Campioni.
La prima Coppa UEFA
Già nell'edizione 1972-73 il Borussia Mönchengladbach fa la prima apparizione in Coppa UEFA. La squadra di Weisweiler, cui nel frattempo si è aggiunto il fuoriclasse danese Allan Simonsen, fa terra bruciata dei primi turni, dove elimina facilmente Aberdeen e Hvidovre. Già gli ottavi di finale, contro i sovietici dell'Ararat Jerevan, portano le prime difficoltà al Borussia che perde l'andata in Armenia per 0-2, passivo che rimonta in Germania: i rigori premiano i tedeschi, che raggiungono i connazionali del Kaiserslautern nei quarti. Qui la sfida non ha storia e il Borussia si impone con un doppio successo (2-1 e 7-1), ripetendo l'impresa in semifinale contro i sorprendenti olandesi del Twente '65 (3-0 e 2-1). La finale pone di fronte il Borussia al Liverpool di Kevin Keegan, che in quegli anni sta gettando le basi per i grandi trionfi che verranno a breve. L'andata si gioca ad Anfield Road e l'allenatore dei reds Bill Shankly sa bene cosa significhi dover disputare il ritorno nel "catino infernale" del Bokelbergstadion di Mönchengladbach: dispone pertanto una squadra offensiva, che cerchi di ottenere il massimo vantaggio possibile in vista del ritorno. Ed infatti il Liverpool non tarda ad aprire brecce nella difesa tedesca, che viene trafitta due volte da Keegan e una da Lloyd, conquistando un secco 3-0, dopo che sia Keegan che Heynckes falliscono un rigore. Il ritorno in Germania è come Shankly si attendeva, con l'offensiva tedesca che porta il Borussia a condurre già 2-0 (doppietta di Heynckess) al termine del primo tempo. Nella seconda frazione di gara il Borussia attacca fin dai primi minuti, ma il muro difensivo del Liverpool non concede più nulla: i reds fanno loro la Coppa e per il Borussia è una nuova delusione, di certo non troppo lenita dalla seconda Coppa di Germania vinta quell'anno.
Due anni dopo però per il Borussia, cui si è aggiunto il giovane Uli Stielike, arriva il riscatto. L'edizione 1974-75 parte con un'insidia per i tedeschi, che vengono sconfitti nell'andata del primo turno dagli austriaci dell'Admira Wacker (1-2 in Austria), prima di ribaltare (3-0) il risultato in casa. Di qui in poi però il Borussia segue il binario giusto e incanala una impressionante serie di 8 vittorie consecutive (contro Olympique Lyonnais, Real Saragozza, Banik Ostrava e i "cugini" del Colonia), che la portano in finale. Qui trova un avversario sorprendente, gli olandesi del Twente '65 (già incontrati e superati in semifinale due anni prima), i quali non hanno nulla da perdere e conquistano un risultato clamoroso nell'andata in Germania (disputata al Rheinstadion di Düsseldorf), costringendo il Borussia allo 0-0 casalingo. Ma nel ritorno al Diekman di Enschede viene fuori il vero Borussia. Dopo appena 2' Simonsen porta in vantaggio i tedeschi, che già al 9' raddoppiano con Heynckes (assente all'andata per infortunio e recuperato in extremis per il ritorno). Gli olandesi sono frastornati e nel secondo tempo Heynckes segna altri due goal. Il goal della bandiera degli olandesi con Drost viene seguito da un rigore trasformato da Simonsen in chiusura che non lascia ombre sul 5-1 dei tedeschi. La stagione viene coronata dal trionfo in Bundesliga, chiusa con 6 punti di vantaggio sull'Hertha Berlino e che apre un dominio incontrastato del Borussia per tre stagioni consecutive: gli uomini di Weisweiler ora possono davvero pensare in grande.
La delusione in Coppa dei Campioni
L'edizione 1975-76 del massimo trofeo continentale vede i rivali del Bayern Monaco campioni in carica da due anni consecutivi. Il Borussia, sulla cui panchina siede ora Udo Lattek, supera in scioltezza il primo turno contro il Tirol Innsbruk (2-1 e 6-1; in quest'ultima gara il bomber Heynckes realizza addirittura 4 goal), poi si trova di fronte la Juventus di Capello e Causio. I tedeschi, che forse hanno ancora un conto in sospeso con l'Italia per l'episodio della lattina, nell'andata di Düsseldorf sovrastano i bianconeri e già nel primo tempo chiudono la contesa con il solito Heynckes e Simonsen. Al Comunale di Torino la Juventus reagisce e già al quarto d'ora della ripresa il risultato è riequilibrato con le segnature di Gori e di Bettega. La squadra di Carlo Parola però continua ad attaccare, alla ricerca del goal qualificazione: è un grosso errore, in quanto il Borussia la infila due volte in contropiede con Danner e Simonsen, chiudendo il discorso qualificazione. Ma l'avventura del Borussia si chiude ai nei quarti, contro il Real Madrid. A Düsseldorf va in scena un match combattutissimo, chiuso con un 2-2. Il ritorno al Chamartin di Madrid si chiude con un nuovo pari, per 1-1, che premia gli spagnoli per il maggior numero dei goal segnati in trasferta. A rendere più amara l'avventura del Borussia in quell'edizione ci pensa il Bayern, che vince la terza Coppa dei Campioni consecutiva, anche se il Borussia si rifà in campionato e può quindi riprovarci l'anno dopo.
I tedeschi si presentano ai nastri di partenza della coppa 1976-77 contro l'Austria Vienna: perdono la prima gara in Austria (0-1), ma al ritorno Stielike, Bonhof e Heynckes rimettono le cose a posto. Negli ottavi il Borussia ritrova una squadra torinese, stavolta il Torino di Gigi Radice. Contro un Toro decimato, i tedeschi compiono l'impresa di espugnare il Comunale (2-1), amministrando il vantaggio in Germania (0-0). Anche nei quarti il Borussia compie l'impresa in trasferta (1-0 in Belgio) contro il FC Bruges, dopo aver pareggiato all'andata (2-2) in casa. In semifinale la temibile Dinamo Kiev di Valeri Lobanovski si impone in Unione Sovietica 1-0, ma il Borussia vuole la finale: una strepitosa prestazione nel ritorno consente a Bonhof e Wittkamp di ribaltare il risultato con un secco 2-0.
La finale si disputa il 25 maggio a Roma e di fronte c'è ancora il Liverpool (allenato ora da Bob Paisley), castigatore del Borussia nella finale di Coppa UEFA di 4 anni prima. Gli inglesi comandano le operazioni nella prima fase della gara e i tedeschi hanno un acuto solo con un rasoterra di Bonhof che si stampa sul palo. Al 27' così il Liverpool passa, grazie a McDermott, abile a sfruttare un preciso assist di Heighway. Lattek sprona i suoi, che progressivamente reagiscono: al 51' Simonsen pareggia, e il Borussia continua a schiacciare il Liverpool nella propria area. Ma proprio nel momento di massimo dominio tedesco il Liverpool passa nuovamente, con una rete segnata da Smith di testa su calcio d'angolo. Il Borussia subisce una pesante mazzata psicologica e all'82' Neal trasforma un rigore che chiude definitivamente i conti.
Ancora vittorioso in campionato, il Borussia tenta nuovamente il successo europeo l'anno dopo. Superati agevolmente il Vasas Budapest e la Stella Rossa nei primi due turni, il Borussia rischia grosso nei quarti contro il Tirol Innsbruck, venendo travolto 3-1 in Austria. Al ritorno Bonhof e Heynckes costruiscono il 2-0 che salva l'avventura del Borussia, proiettato così in semifinale. Qui i tedeschi ritrovano il Liverpool e sono più che decisi a "vendicare" la finale dell'anno prima: all'andata in Germania però dopo le marcature di Hannes e Bonhof, il red Johnson realizza un goal pesantissimo che costringe il Borussia all'insidiosa trasferta di Anfield con un vantaggio striminzito. E infatti i tedeschi subiscono la furia del Liverpool, che con un perentorio 3-0 spedisce a casa il Borussia, confermandosi la sua vera e propria "bestia nera". Il successo in campionato stavolta non arriva, e gli uomini di Lattek devono così accontentarsi della Coppa UEFA, dove comunque si presentano da grandi favoriti.
La seconda Coppa UEFA
Nell'estate 1977 il Borussia perde pedine pesanti: ceduto Bonhoff, si ritirano Heynckes, Wimmer e Wittkamp, mentre per buona parte della stagione deve fare a meno di Vogts, infortunato.
L'avventura dei Fohlen in questa edizione prende avvio con un facile successo sugli austriaci dello Sturm Graz. Di tutt'altro spessore è il secondo turno contro il Benfica: le due squadre pareggiano due volte 0-0 e nel ritorno di Mönchengladbach si deve ricorrere ai supplementari, dove il Borussia segna 2 goal.
Dopo due turni non difficili, contro Slask Wroclaw e Manchester City, in semifinale la squadra di Lattek si trova contro i "cugini" del Duisburg: in effetti la Germania Ovest domina questa edizione, poiché nell'altra semifinale c'è una terza squadra tedesca, l'Hertha Berlino, messa di fronte alla Stella Rossa. Il Borussia, che nel frattempo ha recuperato Vogts, impatta all'andata (2-2), ma poi si scatena nel ritorno, rifilando al Duisburg un pesante 4-1; nell'altra semifinale la Stella Rossa supera a Belgrado per 1-0 l'Hertha, riuscendo a guadagnare la finale grazie all'indolore sconfitta per 1-2 in Germania.
Per la finale, Lattek è conscio del valore degli avversari: la Stella Rossa è la squadra più giovane del torneo (età media di appena 22 anni) e i suoi giocatori non hanno nulla da perdere, ma si affidano al loro estro per affrontare ogni difficoltà. All'andata in Jugoslavia, la Stella Rossa pressa fin da subito il Borussia, e al 21' passa a condurre con Sestic, continuando a costruire decine di palle goal. Il Borussia però ha la forza di resistere, grazie alla strepitosa prestazione di Vogts e pure ad una certa dose di fortuna: al 60' infatti un innocuo cross al centro di Wohlers, destinato a finire tra le braccia del portiere slavo Stojanovic, viene malauguratamente deviato in rete da Jurisic. Il colpo è durissimo e la Stella Rossa non riesce a riprendere lo smaltro che aveva avuto fino a quel momento. Al ritorno a Düsseldorf la Stella Rossa parte forte, ma al 15' l'arbitro italiano Alberto Michelotti fischia un dubbio rigore al Borussia: Simonsen trasforma, il Borussia resiste all'assalto avversario e conquista la seconda Coppa UEFA.
Il declino
I primi anni '80 si aprono per il Borussia con una forte crisi economica: per risistemare le finanze societarie, la dirigenza è costretta a vendere i pezzi migliori, dando però addio a futuri sogni di gloria.
Per la verità il Borussia resta ancora tra le grandi del calcio tedesco, e la stagione 1983-84 pare essere quella giusta. In un campionato combattutissimo con Bayern Monaco, Stoccarda e Amburgo, il Borussia regge il passo delle grandi, ma alla fine subisce la peggiore delle beffe: giunge di 1 punto sul Bayern e appaiato ad Amburgo e Stoccarda, ma con differenza reti peggiore di quest'ultima, che dunque vince il titolo. La delusione è completata dalla sconfitta contro il Bayern in finale di Coppa di Germania.
Gli anni '90 sono anche peggiori: nonostante la vittoria in Coppa di Germania nel 1995 (3-0 al Wolfsburg), il Borussia inizia preoccupantemente a terminare vari campionati nelle fasi medio-basse della classifica, e nel 1999 la temutissima retrocessione arriva.
Dopo 2 anni di purgatorio, il Borussia è tornato in Bundesliga nel 2001, ma le ultime stagioni non sono state entusiasmanti.
Nel 2004 il piccolo Bokelbergstadion è stato demolito, e al suo posto edificato l'avveniristico e capiente Borussia-Park.
Palmares
Celebri giocatori del passato
Portieri | |
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1 | Kasey Keller |
19 | Christofer Heimeroth |
31 | Michael Melka |
Difensori | |
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20 | Kasper Bögelund |
33 | Marvin Compper |
3 | Filip Daems |
18 | Milan Fukal |
4 | Thomas Helveg |
5 | Marcell Jansen |
7 | Jeff Strasser |
13 | José António |
8 | Sebastian Svärd |
2 | Bo Svensson |
Centrocampisti | |
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14 | Hassan El Fakiri |
36 | Robert Fleßers |
10 | Federico Insúa |
22 | Oliver Kirch |
24 | Peer Kluge |
6 | Eugen Polanski |
16 | Bernd Thijs |
Attaccanti | |
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15 | Kahê |
27 | Oliver Neuville |
9 | Wesley Sonck |
25 | Vaclav Sverkos |
23 | Nando Rafael |
Staff tecnico | |
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allenatore | Jupp Heynckes |
vice-allenatore | Walter Junghans |
preparatore atletico | Uwe Speidel |
preparatore portieri | Uwe Kamps |