Primato di Pietro

ruolo di Pietro tra i discepoli di Gesù

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Consegna delle chiavi (dettaglio), Perugino, Cappella Sistina, Città del Vaticano

La Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa e gran parte delle Chiese riformate riconoscono che Pietro avesse un ruolo particolare tra gli apostoli; l'entità del primato di Pietro (primatum Petrii) è invece oggetto tra le confessioni cristiane di dispute dottrinali, che influenzano anche la dottrina sul primato papale, riconosciuto solo dai cattolici ed in misura minore dagli ortodossi.

Benché molti siano i versi del Nuovo Testamento in cui si parla di Pietro il dibattito si riduce spesso alla discussione sul significato e la traduzione del verso Matteo 16,18[1] del vangelo di Matteo.

Il primato di Pietro nei vangeli

L'appellativo Pietro

Nel Nuovo Testamento Gesù chiama Simone con l'appellativo Pietro, e in altre parti delle scritture un soprannome indica un carattere o uno status particolare (Abram in Abraham, Giacobbe in Israele, e Saul in Paolo). Nel testo greco di Mt 16,18 a "Simone" viene dato il nome di "πητρος" e la "pietra" di cui si parla nella seconda parte del versetto è in greco "πητρα".

Il genere è diverso, ma si tratta di un puro requisito grammaticale della lingua greca, un artefatto dovuto alla traduzione dall'aramaico (la lingua probabilmente parlata da Gesù) al greco, e un tentativo di mantenere il gioco di parole. Non si vuole fare la distinzione (in genere circoscritta al linguaggio poetico greco) tra "roccia" e "piccola pietra" o "sasso". Tra i classici, comprese opere di Platone e Sofocle, ci sono molte ricorrenze di πητρος con il significato di "pietra".

Il nome proprio di un uomo dovrebbe essere maschile (-ος), mentre πητρα, la parola usata per "pietra", è femminile (-α). In aramaico, la parola che significa pietra è "כיפא" (diversamente traslitterata nell'alfabeto latino con "Kefa", "Kepha", "Cephas", e traslitterata nell'alfabeto greco con Κηφας (vedi il Vangelo secondo Giovanni, capitolo 1, versetto 42). In aramaico, si sarebbe usata la stessa parola per esprimere entrambi i concetti, e Gesù si riferisce direttamente a Pietro quando dice "su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (tesi supportata dal fatto che la Peshitta, scritta in siriaco, una lingua imparentata con l'aramaico, non fa distinzione tra le due parole). Gesù dichiara dunque il primato di Pietro in mezzo agli altri apostoli, e (forse) una giusta traduzione italiana di Mt 16,18 dovrebbe essere: "Tu sei Pietra, e su questa pietra edificherò la mia chiesa".

Si noti che la traduzione francese del vangelo di Matteo non ha questo problema della lingua italiana, dato che

«Tu es Pierre, et sur cette pierre je bâtirai mon Eglise, et les portes de l'enfer ne prévaudront point contre elle»

mantiene perfettamente il supposto senso originale dell'aramaico.

La consegna delle chiavi

In Matteo Matteo 16,19[2] Gesù dice a Pietro: A te darò le chiavi del regno dei cieli. In modo particolare per il popolo ebraico le chiavi erano un simbolo dell'autorità.

In Apocalisse Apocalisse 1,18[3] Gesù dice di avere le chiavi della morte e dell'inferno, che significa che ha potere sulla morte e sull'inferno; anche in Isaia Isaia 22,21-22[4] compaiono le chiavi come simbolo.

Il cardinale James Gibbons, nel suo libro The Faith of Our Fathers (La fede dei nostri padri) indica che le chiavi sono un simbolo dell'autorità anche nella cultura odierna; usa l'esempio di qualcuno che dà le chiavi di casa propria ad un'altra persona, e così quest'ultima diventa la rappresentante del padrone di casa durante la sua assenza.

"Pasci le mie pecore"

Un'altra fonte del primato di Pietro si trova nel Vangelo secondo Giovanni 21,15-17, dove Cristo dice a Pietro per tre volte: "pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle". Il retroterra biblico di queste frasi sta nelle numerose ricorrenze dell'Antico Testamento in cui Dio dice di essere pastore del suo gregge, cioè del popolo di Israele, Nel Nuovo Testamento è Gesù a dire di sé stesso: "Io sono il buon Pastore" (Giovanni, capitolo 10); il gregge in questo caso rappresenta coloro che credono in Gesù. Per queste ragioni i cattolici credono che a Pietro è stata affidata la guida dell'intero gregge di Cristo, cioè della Chiesa.

Primo apostolo

Pietro è sempre indicato per primo in tutti gli elenchi degli apostoli (Mt+10,2-4.Mc+3,16-19.Lc+6,13-16 Matteo 10,2-4, Marco 3,16-19 e Luca 6,13-16[5]), mentre Giuda Iscariota si trova sempre all'ultimo posto; Pietro è elencato per primo anche quando si indicano gruppi di alcuni apostoli nei vangeli (Mt+4,18;17,1;26,37.Mc+5,37;9,2;13,3;14,33.Lc+8,51;9,28;9,32;22,8.Gv+21,2 rif.[6]) e negli Atti degli Apostoli (At Atti 1,13;2,37;3,1;3,3;3,11[7]), ma non sempre (Gv Giovanni 1,44[8]). Spesso, Pietro risponde e parla a nome di tutti gli apostoli, come nei casi seguenti (Mt+15,15;16,15-16;17,4.Mc+10,28.Lc+12,41.Gv+6,67-68.At+2,37-38 rif.[9]).

In Matteo Matteo 10,2[10] Pietro è dichiarato essere il "primo apostolo", e non essendo né il più anziano né il primo degli apostoli scelti da Gesù, è probabile che si intenda "primo" in autorità

Pietro e Giacomo

Eusebio di Cesarea, riportando un frammento di Egesippo, scrisse:

«... Giacomo, fratello del Signore, succedette all'amministrazione della Chiesa insieme agli altri apostoli»

La roccia

Alcuni interpretano il verso di Matteo come se Gesù riferisse la "roccia" a se stesso e non a Pietro:

«Gesù dà a Simone il nuovo nome di πητρος, ma quando parla della "pietra" usa la parola πητρα. Le Scritture ispirate del Nuovo Testamento furono scritte in greco, non in aramaico. Ciò che Gesù "potrebbe aver detto" in aramaico è una pura ipotesi. In greco c'è una distinzione tra le due parole, dato che πητρα vuol dire "roccia", mentre πητρος vuol dire "piccola pietra" o "sasso" (James G. McCarthy traduce le due parole rispettivamente come "massa di roccia" e "ciottolo o pietra staccata"). Quando Gesù dice "questa pietra" non si sta riferendo a Pietro, ma alla confessione di fede fatta da Pietro in un versetto precedente: "Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»" (Matteo 16,16). Quindi Gesù non dichiara il primato di Pietro, ma piuttosto afferma che la sua Chiesa sarà costruita sopra il fondamento della rivelazione e della confessione di fede che Gesù è il Cristo.»

[senza fonte]


Per una spiegazione filologica vedere il paragrafo sull'appellativo Pietro. Gli errori della citazione qui sopra sono:

  • in greco, sia πητρα sia πητρος significano "roccia", benché il secondo possa avere in altri contesti anche il significato di "pietra piccola";
  • in greco, non sarebbe stato possibile dire altrimenti, in quanto l'appellativo di Pietro deve necessariamente essere posto al maschile (come del resto anche in latino e in italiano);
  • i testi ispirati, indipendentemente da chi e come sono scritti, servono al cristiano per risalire all'effettiva vita e predicazione di Gesù.

La soluzione proposta dalla citazione qui sopra potrebbe essere rappresentata nel modo seguente. Dopo che Pietro ha espresso la sua fede in Cristo, Egli si rivolge all'apostolo dicendo "tu sei un sasso". Al che, Pietro alza un sopracciglio. Poi Gesù, muovendo all'indietro la mano destra, come a dire "quello che hai detto prima", continua dicendo: "ma su quest'altra pietra edificherò la mia Chiesa".

Che la pietra del fondamento sia Gesù e non Pietro, in realtà risulta dichiarato da Pietro stesso (Pietro 2,1-8):"Deposta dunque ogni malizia ed ogni inganno, le ipocrisie, le invidie ed ogni maldicenza, 2 come bambini appena nati, desiderate ardentemente il puro latte della parola, affinché per suo mezzo cresciate, 3 se pure avete gustato che il Signore è buono. 4 Accostandovi a lui, come a pietra vivente, rigettata dagli uomini ma eletta e preziosa davanti a Dio, 5 anche voi, come pietre viventi, siete edificati per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. 6 Nella Scrittura si legge infatti: «Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, eletta, preziosa, e chi crede in essa non sarà affatto svergognato». 7 Per voi dunque che credete essa è preziosa, ma per coloro che disubbidiscono: «La pietra, che gli edificatori hanno rigettato, è divenuta la testata d'angolo, pietra d'inciampo e roccia d'intoppo che li fa cadere». 8 Essendo disubbidienti, essi inciampano nella parola, e a questo sono altresì stati destinati".

Pietro non coglie alcuna occasione per porre, in senso figurato altra pietra del fondamento che non sia Cristo, paragonando tutto il resto a "pietre viventi" poste sopra ad essa.

Anche l'apostolo Paolo che scrive in 1 Corinzi 3,10-21 pone come esclusiva pietra del fondamento Gesù Cristo " 10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come savio architetto io ho posto il fondamento, ed altri vi costruisce sopra; ora ciascuno stia attento come vi costruisce sopra, 11 perché nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. 12 Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia, 13 l'opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. 14 Se l'opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, 15 ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco. 16 Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se alcuno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui, perché il tempio di Dio, che siete voi, è santo. 18 Nessuno inganni se stesso; se qualcuno fra voi pensa di essere savio in questa età, diventi stolto affinché possa diventare savio. 19 Infatti la sapienza di questo mondo è follia presso Dio, poiché sta scritto: «Egli è colui che prende i savi nella loro astuzia»; 20 e altrove: «Il Signore conosce i pensieri dei savi e sa che sono vani». 21 Perciò nessuno si glori negli uomini, perché ogni cosa è vostra: 22 Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, le cose presenti e le cose future; tutte le cose sono vostre. 23 E voi siete di Cristo e Cristo è di Dio."

Lo scritto é significativo perché se Pietro( Cefa) fosse stato creduto a fondamento della Chiesa,all'apostolo Paolo nella descrizione figurata della Chiesa non sarebbe sfuggita una simile occasione per descriverlo come tale. L' occasione per la descrizione di Pietro come fondamento della chiesa non viene colta nemmeno al verso 22 nel nominare lo stesso Pietro (Cefa) mettendolo al pari degli altri apostoli senza precisare alcun ruolo di rilievo rispetto ad essi.

In nessun passo scritturale risulta che Pietro sia stato chiamato , considerato o descritto dagli altri apostoli come pietra del fondamento. La persona posta a pietra del fondamento, o angolare, al contrario é sempre stata riferita sia dagli apostoli che da Pietro stesso a Gesù.

Primato riferito solo ai giudeo-cristiani?

Un'altra interpretazione è che sia Paolo stesso ad affermare (Ga+2,6-10 Galati 2:6-10[11]) che Pietro era apostolo solo per i cristiani ebrei così come egli stesso era 'apostolo' dei cristiani non-ebrei. Sulla base di questa fonte biblica alcuni[senza fonte] non ritengono accettabile che il primato andasse oltre i giudeo-cristiani, e i giudeo-cristiani sono ormai estinti da secoli; in ogni caso non ci sarebbe dimostrazione storica che ciò implicasse la nomina di un 'successore', sia pure nel limitato ambito palestinese, dal momento che in questa comunità primitiva si riteneva vicinissima la fine del mondo.

Un'obiezione possibile a questa ipotesi, è costituita dal fatto che la distinzione netta tra predicazione ai pagani e agli ebrei, di fatto, non risultava evidente: così come Pietro predicò anche ai pagani (At+10,17-48 Atti degli Apostoli 10:17-48[12]), lo stesso Paolo si rivolgeva agli ebrei prima che ai gentili (At+13,44-46 Atti degli Apostoli 13:44-46[13]).

Tradizioni successive

I secolo

Nella lettera che Paolo, nel 58, indirizza ai Romani, egli menziona personalmente 29 esponenti della comunità cattolica, eppure non solo non saluta ma addirittura non menziona affatto Pietro: un'omissione importante se Pietro fosse stato effettivamente il vescovo di Roma e si trovasse là. Sulla base di questo silenzio la tradizione protestante sostiene che Pietro non lasciò mai la sua terra d'origine e mai si recò a Roma. Solo aggiustamenti e revisioni storiche susseguitesi nei secoli l'avrebbero indicato, fittiziamente, come primo Pontefice.

D'altro canto tradizionalmente si pone la morte di Pietro a Roma durante la successiva persecuzione di Nerone nel 64: egli potrebbe essersi recato presso la chiesa di Roma ed avervi esercitato il ministero fino alla morte successivamente al 58. Inoltre la campagna di scavi svoltasi nel 1939-40 ha portato alla luce una piccola necropoli sotto all'attuale basilica di san Pietro, inclusa la Tomba di Pietro del II secolo. Questo rende verosimile la tradizione cattolica per la quale Pietro è morto a Roma.

II secolo

Tra gli autori del II secolo non ci sono riferimenti a Pietro, ma di essi, con l'eccezione di Ignazio, Policarpo e Clemente di Alessandria, si posseggono solo scritti apologetici verso ebrei o pagani, in cui probabilmente non c'era ragione per citare l'episcopato di Pietro.

Il nome di Pietro non appare in alcuni dei primissimi elenchi dei vescovi di Roma: Ireneo, vescovo di Lione dal 178 al 200 d.C. e primo teologo cristiano ad utilizzare il principio della successione apostolica, cita con precisione la sequenza di "tradizione" vescovile fino a risalire direttamente all'apostolo Giovanni, elencando tutti i vescovi di Roma fino al dodicesimo, Eleuterio: ma, come primo vescovo, parte da Lino, e non da Pietro.

Ma lo stesso Ireneo in due passaggi parla di Igino come del nono vescovo di Roma:

«[Cerdo] venne a vivere a Roma al tempo di Igino, che detenne il nono posto nella successione episcopale a partire dagli apostoli.
[...]
Valentino venne a Roma al tempo di Igino, fiorì sotto Pio, e rimase fino ad Aniceto. Anche Cerdo, predecessore di Marcione, arrivò al tempo di Igino, che fu il nono vescovo»

Poiché tra papa Lino e papa Igino sono compresi solo sei altri vescovi, Ireneo riconosce la presenza di un predecessore di Lino. Lightfoot ha contestato la veridicità di questa asserzione, poiché nella più antica versione latina del testo di Ireneo conosciuta al passo 3:4:3 si parla di octavus, ma nel testo greco riportato da Eusebio sta scritto enatos.

Un precedente passo di Ireneo (Adv. haer. 3:3:3) può essere interpretato come la dichiarazione che Pietro e Paolo si divisero l'episcopato di Roma, ma anche come un ulteriore argomento usato da Ireneo contro gli gnostici per difendere la dottrina della Chiesa di Roma.

La "Costituzione Apostolica" dell'anno 270 afferma che papa Lino ottenne la sua nomina direttamente da Paolo, non da Pietro.[14]

III secolo

Nella metà del III secolo san Cipriano di Cartagine si riferisce alla sede di Roma (la sede vescovile, ovvero la diocesi di Roma) come cattedra di San Pietro, dicendo che papa Cornelio successe al posto che fu di Fabiano che è il posto di Pietro (Ep 55:8; cf. 59:14).

Sempre Cipriano (Ep. 75:17), riporta un passo di Firmiliano di Cesarea in cui si dice che Stefano dichiarò che avrebbe deciso riguardo alla controversia sul battesimo poiché vantava la successione da Pietro. Firmiliano riporta questa asserzione senza contestarla, mentre probabilmente lo avrebbe fatto se fosse stato possibile[15]; su questa base si può affermare che circa nel 250 d.C. l'episcopato di Pietro a Roma era ammesso non solo a Roma ma anche nelle chiese dell'Africa e dell'Asia minore.

Nel primo quarto dello stesso secolo (circa nel 220) Tertulliano (De Pud. 21) menziona una dichiarazione di Callisto I in cui egli asserisce che il potere di perdonare i peccati era disceso a lui da Pietro in modo particolare. Neanche Tertulliano contesta questa dichiarazione, ed egli conosceva la Chiesa di Roma avendo risieduto nell'urbe.

Nello stesso periodo, Ippolito (probabilmente l'autore della prima parte del Catalogus Liberianus attribuito a Clemente di Roma, 1:259) riconosce Pietro nella lista dei Vescovi di Roma.

In Adversus Marcionem, scritto apparentemente nello stesso periodo, si dice che Pietro aveva passato a Lino la sedia in cui egli stesso aveva seduto (P.L., II 1077).

Nella Costituzione Apostolica dell'anno 270, si dice che papa Lino ottenne la sua nomina direttamente da Paolo, non da Pietro.

Eusebio scrive che:

«Così come gli altri suoi seguaci, Paolo testimonia che Crescenzo fu inviato in Gallia. Ma Lino, che egli menziona nella seconda lettera a Timoteo come suo compagno a Roma, fu il successore di Pietro nell'episcopato della Chiesa di quella città, come è già stato mostrato»

Nella tradizione seguente, Pietro è considerato il primo vescovo di Antiochia e in seguito vescovo di Roma:

«Visitò Gerusalemme, Corinto, Bari, fino ad arrivare a Roma, dove sembra che predicò fra le classi meno abbienti. Gli successe Papa Lino (67-76).»

Il primato di Pietro nelle chiese cristiane

Pietro è il primo vescovo di Antiochia, in seguito considerato "vescovo" di Roma. La Chiesa cattolica fa derivare il primato papale dall'affermazione attribuita a Gesù dal capitolo 16 del Vangelo di Matteo, che Pietro sarebbe stato la pietra su cui avrebbe costruito la sua Chiesa. La promessa sarebbe stata confermata anche dalle parole che Gesù pronunciò dopo la resurrezione: "Pasci le mie pecorelle". Un altro passo evangelico fondamentale riguardante il primato è Luca 22,32 dove il Divino Maestro affida a Pietro il compito di confermare i fratelli nella fede.

Nel Nuovo Testamento non esistono riferimenti a Pietro come vescovo di Roma, tuttavia tradizionalmente si fa risalire la morte di Pietro sotto Nerone intorno al 64 d.C. Il primo a nominare la morte di Pietro è Clemente Romano, vescovo di Roma dall'88 al 97, senza specificare la località, che doveva essere nota ai lettori. Ignazio di Antiochia (Ad Rom. cap 4) lega in modo particolare Pietro e Paolo alla Chiesa di Roma, implicando che Pietro sia stato a Roma. Fra i primi scrittori cristiani non vi sono voci contrarie a questa tradizione. Se anche Pietro non ha fondato la prima comunità cristiana di Roma, vi sarebbe giunto alla fine della sua vita e vi sarebbe morto.

Inoltre, Pietro non appare nell'elenco dei vescovi di Roma: Ireneo, vescovo di Lione dal 178 al 200 d.C. e primo teologo cristiano ad utilizzare il principio della successione apostolica, cita con precisione la sequenza di "tradizione" vescovile fino a risalire direttamente all'apostolo Giovanni, elencando tutti i vescovi di Roma fino al dodicesimo, Eleuterio: ma, come primo vescovo, parte da Lino, e non da Pietro. [senza fonte]

Interpretazione cattolica

Secondo la tradizione cattolica San Pietro Apostolo rappresenta il primo Papa, cioè vicario (o rappresentante) di Gesù Cristo. La fonte evangelica solitamente citata a sostegno di tale interpretazione è Mt16,17-19 Mt16,17-19[17]:

« Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli. »  ( Mt 16,17-19, su laparola.net.)

Un mandato analogo viene riconosciuto da Gesù in Gv21,15-17 Gv21,15-17[18], e inoltre Pietro compare in posizione privilegiata (sempre il primo) nelle elencazioni evangeliche degli apostoli (Mt10,2-4;Mc3,16-19;L6,14-16;At1,13 Mt10,2-4;Mc3,16-19;L6,14-16;At1,13[19]), oltre che risultare presente nei principali avvenimenti del ministero di Gesù. Anche in 1Cor15,3-5 1Cor15,3-5[20] Pietro viene menzionato da Paolo in testa alle lista come testimone autorevole della risurrezione, e nei capitoli precedenti Pietro è considerato come modello esemplare del ruolo apostolico.

Nell'interpretazione cattolica delle parole del Cristo a Pietro sono affidate le chiavi del Regno dei Cieli, una nota metafora semitica per indicare l'investitura di un potere. Pietro è pertanto costituito Vicario di Cristo, in ordine alla fondazione di Cristo che è la Chiesa, con poteri che vengono esercitati sulla terra ma ricevono un'immediata e concorde sanzione divina. La promessa delle chiavi, in armonia con la funzione di "roccia" attribuita al solo Pietro, specifica le funzioni che nella Chiesa competono a lui e non agli altri. E poiché Gesù ha promesso che la sua fondazione durerà fino alla fine del mondo, i poteri di Pietro avranno la stessa durata. Pietro cioè dovrà avere dei successori perché a Cristo non venga meno il vicario e alla Chiesa il suo fondamento.

La durata del pontificato di San Pietro viene data da fonti tradizionali, per cui sarebbe vissuto 25 anni a Roma. La reale accuratezza storica di tale dato è però incerta: l'inizio del computo può risalire al mandato diretto di Gesù durante il suo ministero oppure all'arrivo dell'apostolo a Roma, e anche circa il termine del mandato sono attualmente proposte dagli storici due differenti date di morte di Pietro (tra il 64 e il 67).

Interpretazione protestante

La chiesa protestante nacque storicamente proprio in contrasto con il primato papale, è quindi ovvio che non ha mai riconosciuto nessuna autorità al vescovo di Roma, ma non riconosce neanche la Chiesa cattolica come autentica chiesa cristiana.[21].

Secondo costoro l'ufficio di Vescovo o Episcopo non nasce prima del II secolo d.C. in alcune chiese dell'Asia Minore, e si generalizza non prima del III secolo. In particolare inoltre il Papato come lo conosciamo oggi non esistette se non alcuni secoli dopo la morte di Cristo. Pertanto rifiuta la tradizione cattolica che considera San Pietro come primo Papa, non riconoscendo valida l'interpretazione dei suddetti passi del Vangelo di Matteo. Secondo le chiese protestanti, tale interpretazione del mandato petrino nel Mt16,17-19 Mt16,17-19[22] esprime un riconoscimento molto generico, e privo di un vero incarico. Inoltre oggi alcuni arrivano a mettere in dubbio il fatto che Pietro sia stato a Roma, ipotizzando un martirio a Gerusalemme e tenendo scarso conto di tutte le fonti e le testimonianze storiche che invece affermano la sua venuta a Roma e il suo martirio e tacendo la conferma che gli scavi archeologici 1939-1949 hanno compiuto sulla ubicazione del sepolcro dell'Apostolo in Roma.

Nel Nuovo Testamento la parola papa è sconosciuta; gli ultimi scritti dell'apostolo Giovanni, grande amico di Pietro Atti3,1-5 Atti3,1-5[23], risalgono alla fine del primo secolo, eppure non vi compare traccia né riferimento al papato, a Pietro e a suoi eventuali successori. Negli scritti dell'apostolo Pietro non si fa menzione a questo suo speciale incarico, anzi egli stesso indica in Gesù Cristo la pietra angolare della chiesa 1Pt2:4 1Pt2:4[24]

Al fine di rendere producibile un'opinione propria a ciascun individuo sulla questione dell'autorità papale nonche sull'autorità dei preti sacerdoti, è importante sottolineare le parole pronunciate da Gesù stesso in Matteo 23, 9-10: Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli. Non vi fate chiamare guide, perché una sola è la vostra Guida, il Cristo

Interpretazione ortodossa

La chiesa ortodossa riconosce il primato petrino ma solo parzialmente. Per gli ortodossi Gesù Cristo ha effettivamente investito Pietro di un'autorità superiore, ma tutti gli Apostoli hanno comunque un incarico di guida della chiesa. In tale organizzazione Pietro sarebbe un Primo tra Pari, che governa collegialmente, e semplicemente presiede e rappresenta in sé, l'intero collegio degli Apostoli (come effettivamente fa quando chiamato a rendere conto del suo operato in At10,34 At10,34[25] e in seguito, sempre negli Atti degli Apostoli, nel Concilio di Gerusalemme).

Secondo gli ortodossi, su tale modello, di un collegio di Apostoli, presieduto da un rappresentante più autorevole degli altri, fu costruita la Chiesa dei primi nove secoli, con i suoi Patriarchi nei Concili Ecumenici, in seguito però i Papi di Roma cercarono di assumere un ruolo più marcatamente monocratico e furono perciò esclusi dalla comunità delle chiese ortodosse, lasciando il primato (inteso però sempre in senso di Primo tra Pari) al patriarca ecumenico di Costantinopoli.

Mentre, quindi, per i Cattolici latini il capo della chiesa è il Pontefice, vescovo di Roma, per gli Ortodossi il capo della Chiesa è il Sinodo dei Capi di ognuna delle quattordici Chiese Autocefale Ortodosse (organizzativamente separate una dall'altra), presieduto dal Patriarca di Costantinopoli.

 
Icona raffigurante San Pietro risalente al VI secolo, monastero di Santa Caterina

Il primato di Pietro nell'arte

Il tema del primato di Pietro è strettamente legato alle commissioni papali o filopapali, soprattutto in momenti di tensione con le altre chiese, in particolare quella greca ortodossa. Un'importante stagione si ebbe nel Rinascimento, durante i contatti tra Chiesa romana e Chiesa costantinopolitana in vista di una riunificazione dopo lo scisma del 1054, culminata con il concilio di Firenze del 1439.

Tra le importanti opere d'arte di quell'epoca, improntate al tema della Salvezza umana tramite l'intercessione di Pietro, e quindi della Chiesa stessa, sono la Cappella Brancacci di Firenze (1424-1426 circa), la porta del Filarete in San Pietro in Vaticano (1433-1445) o gli affreschi nella Libreria Piccolomini di Pinturicchio (1505).

Note

  1. ^ Mt 16,18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Mt 16,19, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Apocalisse 1,18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Isaia 22,21-22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Mt+10,2-4.Mc+3,16-19.Lc+6,13-16, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ Mt+4,18;17,1;26,37.Mc+5,37;9,2;13,3;14,33.Lc+8,51;9,28;9,32;22,8.Gv+21,2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ At 1,13;2,37;3,1;3,3;3,11, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Gv 1,44, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ Mt+15,15;16,15-16;17,4.Mc+10,28.Lc+12,41.Gv+6,67-68.At+2,37-38, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  10. ^ Mt 10,2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  11. ^ Ga+2,6-10, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  12. ^ At+10,17-48, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  13. ^ At+13,44-46, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  14. ^ Costituzione Apostolica 7.4
  15. ^ Catholic Encyclopedia, voce Papa
  16. ^ NPNF2-01. Eusebius Pamphilius: Church History, Life of Constantine, Oration in Praise of Constantine | Christian Classics Ethereal Library
  17. ^ Mt16,17-19, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  18. ^ Gv21,15-17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  19. ^ Mt10,2-4;Mc3,16-19;L6,14-16;At1,13, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  20. ^ 1Cor15,3-5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  21. ^ Quest'ultima idea è sostenuta però solo da protestanti più radicali. La fede cristiana evangelica non dà importanza alle strutture ecclesiastiche in sé. L'essere cristiani non dipende dall'appartenenza all'una o all'altra chiesa, ma al rapporto che il singolo credente intrattiene con Cristo. La questione della "chiesa autentica" è perciò molto relativa.
  22. ^ Mt16,17-19, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  23. ^ Atti3,1-5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  24. ^ 1Pt2:4, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  25. ^ At10,34, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.

Voci correlate

Bibliografia

  • (EN) Catholic Dictionary (9th edition), William E. Addis & Thomas Arnold (revised by T.B. Scannell), Virtue & Company Ltd., Londra 1925, che fornisce citazioni delle opere classiche con l'uso di πητρος nel significato di "pietra".
  • (EN) Veselin Kesich, Peter's Primacy in the New Testament and the Early Tradition in The Primacy of Peter, St. Vladimir's Seminary Press, 1992.

Collegamenti esterni

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