L'ultimo re di Scozia

film del 2006 diretto da Kevin Macdonald

L'ultimo re di Scozia è un film del 2006, diretto da Kevin Macdonald.

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Idi Amin (Forest Whitaker) in una scena del film
Paese di produzioneRegno Unito
Durata121 min
Generedrammatico, storico
RegiaKevin Macdonald
SoggettoGiles Foden
SceneggiaturaJeremy Brock e Peter Morgan
FotografiaAnthony Dod Mantle
MontaggioJustine Wright
MusicheAlex Heffes
ScenografiaMichael Carlin, Joshua Barraud e Tina Jones
Interpreti e personaggi

Trama

Le primissime scene del film sono ambientate nella Scozia del 1970, dove il giovane Nicholas Garrigan (James McAvoy) si è appena laureato in medicina: non volendo seguire le noiose orme del padre, unico medico del borgo in cui vivono, egli decide di andare a fare il volontario in Uganda al seguito del dottor David Merrit. In poco tempo si innamorerà della moglie del dottore, la splendida Sarah, che dopo un fugace bacio decide di non tradire ulteriormente il consorte.

Nel frattempo la situazione politica in Uganda è cambiata: Milton Obote è stato deposto dal generale Idi Amin Dada (Forest Whitaker) e Nicholas convince Sarah ad assistere a un discorso pubblico del neopresidente, da cui rimane positivamente colpito (a differenza della donna che sembra non apprezzare il nerboruto militare). Poco dopo il comizio Amin Dada ha un piccolo incidente stradale nel quale la sua auto investe una mucca ed egli rimane ferito a una mano: Nicholas, che casualmente si trova nei paraggi, guarisce la mano del dittatore e sfilandogli la pistola dà il colpo di grazia all'animale moribondo.

Amin, che ammira la Scozia per la sua lunga resistenza sotto il dominio inglese, è felice di scoprire la nazionalità del medico. Garrigan è impressionato dal carisma e dall'affidabilità di Amin, di cui condivide le idee di riscossa e di egualitarismo per l'Uganda. Il loro rapporto viene ufficialmente cementato quando Idi prende la T-shirt con i colori della bandiera scozzese dando in cambio al nuovo amico la sua divisa da generale. Alcuni giorni dopo Amin Dada chiede a Garrigan di diventare suo medico personale e di farsi carico della modernizzazione del sistema sanitario ugandese. Garrigan inizialmente è titubante perché non vuole abbandonare l'amata Sarah ma poi accetta, lascia la clinica e si trasferisce a Kampala.

In breve Garrigan diventa il confidente di fiducia del presidente, venendo interpellato non solo per questioni mediche ma anche per importanti affari di stato. Anche se è a conoscenza degli eccidi ordinati da Amin, Nicholas accetta la spiegazione del capo, secondo cui solo alla morte degli ultimi sostenitori di Obote seguirà un lungo periodo di pace. Tuttavia, a poco a poco Garrigan diventa semplicemente un menestrello di regime, un apologeta disposto ad accettare la corruzione e le repressioni del governo in cambio dei lussi che gli vengono concessi (una Mercedes, un bell'appartamento, il libero accesso alla villa con piscina del presidente e tante donne disponibili).

Mentre presta servizio come medico della famiglia Amin, Garrigan scopre che il leader poligamo ha ostracizzato la più giovane delle sue tre mogli, l'affascinante Kay, perché ha dato alla luce un figlio epilettico, Mackenzie. Nel corso delle sedute fatte per curare il bambino, Garrigan comincia ad ammirare la bellezza, l'indipendenza e lo spirito battagliero di Kay, con cui intraprende una relazione amorosa.

Nicholas perde sempre più la fede in Amin, ormai divenuto paranoico e sempre più crudele. Quando il dittatore dell'Uganda decide di espellere le minoranze asiatiche e il diplomatico inglese gli mostra prove fotografiche che il suo regime sta perpetrando un genocidio di massa contro il popolo ugandese, Garrigan decide di tagliare i ponti col tiranno e di tornare in Scozia. Tuttavia Amin, quando viene a conoscenza delle intenzioni di Nicholas, gli fa sequestrare il passaporto britannico per sostituirlo con uno ugandese.

Quando Garrigan chiede aiuto a un funzionario del Ministero degli Esteri britannico, col quale in precedenza era stato aggressivo e maleducato, egli gli risponde dicendo che era stato complice delle violenze del regime e che il Regno Unito gli permetterà di lasciare l'Uganda a una condizione: assassinare il dittatore. Ma la situazione si complica ulteriormente quando Kay lo informa che aspetta un bambino da lui [Garrigan] : se Amin venisse a conoscenza della gravidanza, entrambi sarebbero condannati a morte, così Garrigan le chiede di abortire. Tuttavia, a causa di un contrattempo (un incontro tra il presidente e alcuni giornalisti stranieri, a cui Nicholas è costretto a partecipare), Kay è costretta a rifugiarsi in un villaggio in periferia in cui tenta di abortire da sola, ma alla fine viene scovata dagli uomini di Amin.

Garrigan inizia a cercarla ma trova il suo cadavere, oscenamente mutilato ,con gambe al posto delle braccia e viceversa: la visione è talmente scioccante che Nicholas viene colto da un violento attacco di nausea e quasi sviene. Garrigan è ormai convinto della disumanità del regime di Amin e decide di assassinare il despota per espiare la sua complicità col governo e per vendicare la morte di Kay. Nicholas consegna ad Amin un flacone di pillole avvelenate dicendogli che si tratta di un analgesico per l'emicrania, ma durante il dirottamento di un aereo dell'Air France effettuato da miliziani palestinesi e atterrato a Entebbe il suo piano viene a galla: Amin, già a conoscenza della relazione tra Kay e James, decide di condannare a morte quest'ultimo secondo un'antica usanza ugandese: il medico viene così impiccato tramite dei ganci che gli perforano il petto, come un quarto di bue da macello.

Quando i dirottatori decidono di liberare tutti gli ostaggi, tranne quelli di origine israeliana, i carnefici dello scozzese escono temporaneamente per ristorarsi. Un amico di Nicholas, il dottor Junju, sfrutta questa distrazione per soccorrere Garrigan in cambio della promessa di rivelare al mondo l'intera verità sulla brutale azione politica di Amin. Sfruttando il caos aeroportuale Garrigan riesce a entrare a bordo dell'apparecchio che porterà a casa gli ostaggi liberati; il film si conclude con l'aereo che vola in cielo con Garrigan a bordo. Tuttavia durante il viaggio il malconcio Garrigan, malridotto a causa del parziale scuoiamento subìto, chiude gli occhi e pare morire, lasciandosi dietro un Amin furioso.

Per il suo atto di compassione nei confronti del protagonista, Junju viene ucciso con un colpo di pistola dai gerarchi di Amin. Il film si chiude con del materiale d'archivio raffigurante il reale Idi Amin Dada e il seguente testo:

«Forty-eight hours later, Israeli forces stormed Entebbe and liberated all but one of the hostages. International public opinion turned against Amin for good. When he was finally overthrown in 1979, jubilant crowds poured onto the streets. His regime had killed more than 300,000 Ugandans and expelled tens of thousands of Asians who had made Uganda their home for years. Amin died in exile in Saudi Arabia on 16 August 2003. Nobody knows if that was the date he dreamed about.»

ossia:

«Quarantotto ore più tardi, le forze israeliane fecero irruzione a Entebbe e liberarono tutti gli ostaggi tranne uno. L'opinione pubblica internazionale si rivoltò contro Amin per sempre. Quando finalmente venne rovesciato nel 1979, la folla in festa riversò sulle strade. Il suo regime ha ucciso più di 300 mila ugandesi ed espulso decine di migliaia di asiatici che avevano costruito per anni la loro casa in Uganda. Amin morì in esilio in Arabia Saudita il 16 agosto 2003. Nessuno sa se questa era la data da lui sognata.»

Premi

Per la sua interpretazione in questo film Forest Whitaker ha vinto il l'Oscar al miglior attore, il Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico e il BAFTA al miglior attore protagonista.

Voci correlate

Collegamenti esterni

(EN) 0455590, su IMDb, IMDb.com.

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