Paranoia

psicosi caratterizzata da un delirio cronico, basato su un sistema di convinzioni, principalmente a tema persecutorio, non corrispondenti alla realtà
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Per paranoia si intende una psicosi caratterizzata da un delirio cronico, basato su un sistema di convinzioni a tema persecutorio non corrispondenti alla realtà. Questo sistema di convinzioni si manifesta sovente nel contesto di capacità cognitive e razionali altrimenti integre. Il termine (che deriva dal greco παράνοια, "follia, insensatezza") è stato usato storicamente con diverse sfumature di significato, ed oggi non è più incluso nella terminologia internazionale ufficiale relativa alle patologie mentali, essendo stato sostituito dal concetto più generale, ma più chiaramente definibile, di disturbo delirante.

Descrizione

Nel significato corrente più abituale, in uso soprattutto nella letteratura psichiatrica anglosassone, il termine "paranoia" indica una contingenza di disturbo mentale lucido, caratterizzato dalla convinzione delirante del paziente di essere perseguitato (o, più specificatamente, dall'ideazione che qualcuno o qualcosa abbia intenzione di nuocergli). Questa condizione è spesso caratterizzabile come una degenerazione patologica di alcuni tratti caratteriali come la diffidenza, l'inclinazione al pregiudizio o l'insicurezza. Il sistema di credenze di tipo persecutorio viene elaborato dal paziente in modo lucido e sistematico, ovvero non viene in generale a mancare la funzione razionale. In questo senso la paranoia si può descrivere come un caso particolare di disturbo delirante.

Esempi piuttosto comuni sono la convinzione di essere pedinati e spiati, di essere avvelenati, di avere una qualche malattia prodotta da azioni nocive di persecutori, di essere vittima di parassiti (come nella parassitosi allucinatoria), di subire o aver subito lavaggi del cervello o controllo mentale, di voler essere allontanati dalla società verso posti lontani dove terzi potranno approfittare della propria mente. Il paranoico sviluppa quindi un atteggiamento antisociale, attribuendo alla società la paranoia stessa della quale il soggetto è vittima. È tipico il ribaltamento sulla società dei propri stessi atteggiamenti, per i quali il soggetto si sente vittima. Il desiderio di vendetta che innesca questa lucida autoconvinzione è spesso causa di condotte socialmente pericolose. Molti serial-killer sono stati identificati come paranoici. La loro volontà di vendetta era in realtà la voce incorporea della loro stessa paranoia, di cui molti si sono definiti vittime.

La paranoia può essere associata ad altre forme di psicosi, in particolare la schizofrenia, e quindi anche associarsi a fenomeni allucinatori; caratteristiche attenuate possono essere presenti in altre situazioni con diagnosi principalmente non-psicotica, come il disturbo paranoide della personalità. La discriminante tra un disturbo di personalità e una condizione psicotica è nel fatto che, oltre che pervasivi e improbabili, i timori paranoici di grado psicotico sono anche chiaramente irrealistici o impossibili, e si accompagnano a percezioni allucinatorie. Alcune droghe, come le metamfetamine, possono portare all'insorgere di condizioni mentali paranoiche o rendere allucinatorie tendenze già presenti in forma latente.

Storia del termine

"Paranoia" non è un neologismo composto; il termine esisteva già in greco, col significato generale di "follia". Fu introdotto nella psichiatria moderna nel XIX secolo, da Emil Kraepelin, che lo impiegò per descrivere ogni tipo di malattia mentale caratterizzata solo o soprattutto dalla presenza di un sistema di credenze illusorie, deviate, che in quanto tali alterano la percezione della realtà del paziente. In particolare, Kraepelin indicava come "paranoia pura" una condizione patologica caratterizzata dall'adesione a un sistema di credenze illusorio, senza alcun apparente deterioramento delle altre facoltà intellettuali, a prescindere dal fatto che tali credenze avessero o meno a che vedere con un complesso di persecuzione. Anche se la definizione di Kraepelin non è più usata, l'uso del termine "paranoico" in questo senso ampio sopravvive nella terminologia psichiatrica, che per esempio indica con l'espressione schizofrenia paranoide le forme di schizofrenia in cui false credenze siano predominanti.

Freud menzionò la paranoia nel 1895 in un documento noto come Minuta H, in effetti un allegato di una lettera di Freud al suo più stimato interlocutore, il dottor Fliess. Freud si riferiva al caso di una donna ossessionata da "voci interiori" che la criticavano.

Nel XX secolo si è andata via via imponendo l'accezione più restrittiva del termine "paranoia" col riferimento specifico a complessi di credenze a tema persecutorio. Al contempo, è stata adottata l'espressione "disturbo delirante" per riferirsi al concetto più generale di delirio lucido e razionale, che include per esempio il caso di coloro che sono patologicamente convinti di essere amati da qualcuno (per esempio personaggi pubblici, la cosiddetta sindrome di de Clerambault), di avere ricevuto una speciale missione da parte di Dio, di essere traditi dal proprio partner, e via dicendo.

Dubbi nell'identificazione della paranoia

«Il fatto che tu sia paranoico non significa che non ti stiano dando la caccia»

Da un punto di vista psichiatrico, non è sempre chiaro come si possa distinguere un paranoico da una persona mentalmente sana che sia effettivamente nella posizione di avere molti nemici o essere possibile bersaglio di congiure o persecuzioni. Per esempio, Stalin viene talvolta descritto come paranoico, ma è ragionevole presumere che molte persone volessero realmente la sua morte. Potrebbe darsi che con un numero sufficiente di nemici (per esempio nel caso delle persone molto potenti) sia impossibile non essere clinicamente paranoici. La discriminante teorica (che le paure del soggetto siano o meno fondate) non è sempre applicabile con certezza.

Secondo Freud, i sintomi tipici dela paranoia sono:

  • tendenza a sovraccaricare le frasi dette da altri di significati che non sussistono sia secondo chi le ha pronunciate che secondo i presenti o chi ascolta i ricordi del paziente, e a giustificare queste interpretazioni distorte in base al tono della voce e all'espressione del viso dell'interlocutore, in mancanza di una motivazione reale attribuibile al contenuto;
  • debolezza di memoria: relativa a interi periodi della vita dimenticati, in cui ha avuto luogo l'episodio riportato a coscienza al termine del trattamento psicoanalitico;
  • contestuale capacità di memorizzare interi testi alla prima lettura e sentirli in genere come voci provenienti dall'esterno (quindi in forma di allucinazioni uditive) o più raramente di pensieri propri, che comunque il paziente non è in grado di controllare. Si tratta di voci prodotte dalla mente del paziente, che si impongono alla sua attenzione, esito di un compromesso che porta coscienza qualcosa di simile e collegato all'esperienza rimossa, fra lo psicologo o le esperienze che fanno ricordare, e la coscienza che tende a rimuovere l'esperienza passata;
  • rimorso a seguito di mancata vergogna nel periodo in cui è stata vissuta l'esperienza, che diviene poi diffidenza verso di sè, proiezione verso gli altri e diffidenza verso gli altri senza opporre resistenza psichica.

L'indagine psicoanalitica dimostra che una frase apparentemente innocua risveglia un ricordo inconscio, in qualche modo legato ad essa, in genere parole simili pronunciate dalla stessa persona in circostanze che sono oggetto di rimozione. Vi è inoltre la possibilità che una situazione reale vada a compromettere a tal punto le convinzioni, e gli equilibri illusori di una persona ,da poterla condurre con un processo mentale a creare una sorta di sistema complesso di pensiero,ovvero un modello conscio proiettato nell'inconscio, composto da varie idee, per lo più false, che assicurando l'esclusione logica del fatto, portano ad una rottura della realtà che nel tempo reca cali di morale,perdita di fiducia,fobie di vario genere,ansia e infine volontà di sottomissione psicologica nei confronti delle altre persone.Dunque la nascita dei pensieri paranoici spesso è la conseguenza di un 'imbrogliarsi,poiché nel momento in cui questo procedimento si ripete più volte, rischia di diventare un ferreo meccanismo interno.Ogni sorta di schema paranoico ,o pseudo paranoico, è causato da una situazione che per l' ego risulta essere intensamente negativa.Analizzare realisticamente tale situazione è il modo più adatto per migliorare la propria qualità e fluidità di ragionamento,ma nella maggior parte dei casi, questo modello di pensiero cresce a tal punto da naturalizzarsi e stabilizzarsi. intralciando e compromettendo non solo l'equilibrio emotivo dell'individuo, ma anche le sue capacità cognitive,portandolo all'auto costrizione psicologica(sudditanza nei confronti di una mente che ti è nemica) e ad una realtà che lo opprime.Questo è il fondamento del metodo catartico freudiano,solo l'analisi profonda del passato può garantire un presente che sia libero da esso.L' ansia compulsiva deriva da eventi immaginari sbocciati da una mente contaminata,tali eventi spesso, pur essendo inesistenti posseggono una sorta di profonda e celata verità,essi infatti possono essere la proiezione di quei momenti rimossi ,che sono la prima causa della paranoia,queste proiezioni piegano completamente il punto di vista sulla realtà,dando l'impressione che l'umanità intera stia sfogando un velato rancore nei tuoi confronti attraverso una serie di complotti. </ref> --95.237.23.22 (msg) 06:10, 17 dic 2011

Note

  1. ^ La frase di K. Cobain è una rielaborazione di una simile frase di Stalin: "solo perché sei paranoico non vuol dire che tu abbia torto."

Bibliografia

  • Freeman, D. & Garety, P.A. (2004) Paranoia: The Psychology of Persecutory Delusions. Hove: Psychology Press. ISBN 1-84169-522-X
  • Munro, A. (1999) Delusional disorder. Cambridge: Cambridge University Press. ISBN 0-521-58180-X
  • Sims, A. (2002) Symptoms in the mind: An introduction to descriptive psychopathology (III edizione). Edinburgh: Elsevier Science Ltd. ISBN 0-7020-2627-1

Voci correlate

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