Marina di Bitinia

monaca
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Santa Marina (Marino) (Bitinia, 715740) è stata una monaca vissuta in Libano nell'VIII secolo, venerata come santa dalla Chiesa cattolica e ortodossa. Le sue spoglie, dal 1810, sono venerate a Venezia nella Chiesa di Santa Maria Formosa.

Santa Marina di Bitinia
Simulacro in cartapesta di Santa Marina Vergine Patrona e Protettrice di Santa Marina di Milazzo, Messina
 

Monaca

 
Nascita725 circa
Morte740 circa
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Santuario principaleChiesa Santa Marina Vergine, Polistena, Reggio Calabria
Ricorrenza18 giugno - 17 luglio (Chiesa Cattolica)
AttributiAbito Monacale, Crocifisso, giglio, bambino di nome Fortunato
Patrono divedi Patronati

Biografia

Marina nacque in Bitinia, antica regione dell'Asia Minore, da genitori cristiani nel 725 circa. Dopo la morte della madre, il padre, di nome Eugenio, ancora addolorato per la perdita dell'amata moglie, decise di ritirarsi in un convento a Canobin, in Siria. Marina in cuor suo era molto triste, per la lontananza dell'amato padre. Anche Eugenio soffriva molto. Allora un giorno recatosi dall'abate, mediante un innocuo stratagemma, disse che a casa aveva un figlio, il quale aveva espresso ripetutamente il desiderio di poter entrare nel convento. L'abate, commosso, consentì ad Eugeno di poter portare il figlio. Eugenio, allora, partì e prese con se la figlia. Marina entrò in convento con il nome di fra' Marino, vestendosi da uomo, in quanto non era ammesso alle donne di entrarvi. Non era difficile per Marina dissimulare il proprio sesso, il padre gli aveva tagliato i lunghi capelli, inoltre i Frati vivevano in celle molto buie indossando un grande cappuccio che copriva il volto. Restò in Convento anche dopo la morte di Eugenio, conducendo vita monastica, e seguendo gli insegnamenti dell'amato padre.

Durante un lungo viaggio, per raccogliere provviste per il convento, con alcuni confratelli passò la notte in una locanda. La figlia del locandiere, rimasta incinta di un soldato la notte stessa, accusò successivamente il monaco Marino del misfatto. I genitori della ragazza, infuriati, corsero al convento e raccontarono tutto all'abate, che rimase allibito, non credendo per nulla alle accuse che venivano rivolte verso uno dei suoi frati. Marina accusata ingiustamente, andò col pensiero a Dio e, invece di discolparsi, si autoaccusò di una colpa non sua. L'abate, addolorato, la cacciò immediatamente dal convento e le fu affidato, subito dopo lo svezzamento, il bambino, che secondo la tradizione si chiamava Fortunato, e che allevò con mezzi di fortuna. Restò sempre nei dintorni del convento facendo penitenza per una colpa che non aveva mai commesso, ed elemosinando il poco cibo che serviva per il piccolo Fortunato.

Finalmente dopo tre lunghi anni, dietro intercessione dei frati, che mai avevano creduto all'accusa verso il confratello, l'abate riammise in convento fra' Marino, a condizione che si mettesse al completo servizio dei frati. Ma troppo duri erano stati i sacrifici, tanto che avevavo colpito il fisico di Marina. Poco tempo dopo nel 740 circa, infatti morì. I Monaci, mentre lo svestivano, prima della sepoltura, fecero la sorprendente scoperta, capirono allora di quale grossa diffamazione fosse stata vittima e l'ammirarono per la sua grande rassegnazione. Grande fu la commozione dell'abate e dei confratelli davanti al corpo di Marina. La figlia del locandiere, rimasta posseduta dal demonio dopo l'accaduto, corse al convento e santa Marina compì il suo primo grande miracolo, liberandola dal male.

Fu sepolta nel convento, da dove fu trasferita dopo qualche tempo in Romania ed infine a Venezia, in cui ancora oggi si venera il suo corpo incorrotto.

Il culto

Santa Marina viene festeggiata in giorni diversi da varie Chiese orientali. La Chiesa copta ortodossa la ricorda tradizionalmente il 15 del mese di Misra del calendario copto, corrispondente al 21 agosto, data della sua morte; è onorata anche dalla Chiesa maronita, mentre il Martirologio Romano la ricorda il 18 giugno. È particolarmente venerata a Parigi. A Venezia la si festeggia il 17 luglio.

 
Quadro olio su tela di Santa Marina Vergine venerato a Santa Marina di Milazzo, Messina

Le reliquie di santa Marina sarebbero state traslate dal convento in cui era morta, in Romania; da qui il mercante veneziano Giovanni Bora le avrebbe acquistate, corrompendo i custodi, portandole a Venezia il 17 luglio 1228. Qui il corpo di santa Marina fu collocato nella chiesa di San Liberale, che prese quindi il nome di Santi Liberale e Marina. Dopo la distruzione della chiesa nel 1810 le reliquie sono solennemente esposte in un sontuoso altare in marmi policromi nella Chiesa di Santa Maria Formosa.

 
Particolare del volto del Simulacro di Santa Marina Vergine Patrona e Protettrice di Santa Marina di Milazzo, Messina

Durante la festa patronale del 2000, a Casole Bruzio e a Polistena, da Venezia sono giunte le spoglie della santa, le quali sono rimaste per una settimana nella chiesa di Santa Marina Vergine delle rispettive città.

A Santa Marina di Milazzo in provincia di Messina ogni anno viene festeggiata Santa Marina Vergine la domenica successiva il 18 giugno, con una solenne processione per le vie del paese del venerato simulacro della Santa. Il 18 giugno viene celebrata la Festa Liturgica con una solenne Messa, celebrata dall'Arcivescovo di Messina.

A Santa Marina Salina in provincia di Messina ogni anno viene festeggiata Santa Marina Vergine il 17 luglio con una solenne processione dell'effige della Santa.

Patronati

La Santa è considerata Patrona di diverse località italiane, tra le quali i seguenti comuni:

Collegamenti esterni