Confederate States Navy

marina militare degli Stati Confederati d'America (1861-1865)

La Marina Confederata (Confederate States Navy - CSN) era la marina degli Stati Confederati nel corso della Guerra civile americana. Operò sia nelle acque dell'America Settentrionale, sia negli oceani Atlantico e Pacifico tramite navi corsare e violatori di blocco (in inglese blockade runners), fino al termine delle operazioni belliche. L'ultima nave ad ammainare la bandiera confederata fu lo sloop corsaro Shenandoah, il 6 novembre 1865.

Prima della guerra civile

Nei mesi che precedettero la guerra civile americana 108 ufficiali della US Navy, molti originari degli stati meridionali, diedero le dimissioni dalla marina anche in previsione guerra imminente[1]. Dopo il 12 aprile 1861, ben 114 ufficiali diedero le dimissioni per tornare a sud[1]. Alcuni ufficiali che si erano dimessi dalla Marina Unionista, nel periodo precedente lo scoppio della guerra fecero ampia opera di proselitismo per trasferire uomini (e, talvolta, anche navi) agli Stati Confederati[1], tuttavia alcuni ufficiali di origine degli stati meridionali, fra cui spicca il capitano Farragut, non vollero abbandonare la marina a cui avevano prestato giuramento, con Farragut altri 126 ufficiali di origini del sud rimasero fedeli alla propria uniforme[2]. Anche se queste dimissioni rappresentarono un colpo pesante per la Marina Unionista, non tutti gli ufficiali dimissionari passarono alla Marina Confederata.

La nascita della CSN

Immediatamente dopo la secessione ogni stato confederato creò una propria marina, tuttavia il 21 febbraio 1861, tre giorni dopo l'elezione di Jefferson Davis a Presidente della Confederazione, il Congresso Confederato approvò un Atto per la costituzione del Ministero della Marina[1], il Ministro della Marina fu Stephen Mallory. Mallory iniziò immediatamente ad organizzare la Marina Confederata, su quattro dipartimenti[1]:

  • Ordini e Dettaglio (impiego del personale)
  • Armamenti e Idrografia (realizzazione delle artiglierie, mine e siluri, informazioni sulla navigazione e supervisione delle attività dell'Accademia Navale)
  • Provviste e Vestiario (con competenza anche sulle paghe)
  • Medicina e Chirurgia

A capo di ognuno di questi dipartimenti mise un ex ufficiale della Marina Federale. Dopo questi dipartimenti furono costituiti gli Uffici di Capo delle costruzione (costruzioni di scafi navali), di Ingegnere capo (acquisizione di motori navali) e dei Marines[1]. Altro personale era dislocato in Europa, con l'incarico di acquistare bastimenti per la marina.

La flotta operativa era divisa su base geografica in squadroni:

Ogni squadrone era comandato, di norma, da un capitano di vascello (il grado inglese di captain), grado equivalente a quello di colonnello dell'esercito[1].

Le navi che agivano come corsari negli oceani operavano in modo totalmente indipendente[1].

Gli ufficiali erano inquadrati come "regular" che comprendeva tutti i dimissionari dalla Marina Unionista, mentre nel 1863 fu creata la marina "volounteer" in cui vennero inseriti gli ufficiali più giovani e motivati[1]. Alla fine della guerra la Marina Confederata comprendeva meno di 800 ufficiali, in tutto (considerando dimissioni e decessi) gli ufficiali della Marina Confederata furono circa 1000. I gradi della marina erano (fra parentesi i posti previsit nell'organico e quelli effettivamente assegnati): Ammiraglio, Capitano (I capitani comandanti uno squadrone avevano un titolo onorifico equivalente al Commodoro federale), Comandante, Primo Luogotenente, Secondo Luogotenente, Mastri (ingegneri, chirurghi, pagatori).

L'Accademia galleggiante

L'acccademia fu istituita praticamente il 16 marzo 1861, quando il presidente Davis fu autorizzato a creare i cadetti di marina. Per sede dell'Accademia Navale fu scelta la nave CSS Patrick Henry, un battello a vapore a ruote laterali, ancorato alla foce del fiume James. A bordo della Patrick Henry, talvolta le lezioni erano interrotte per attacchi nemici, dato che la flottiglia del James (Unionista) aveva le basi a pochi chilometri di distanza. Uno dei cadetti affermò che «quella nave era la più realistica nave scuola mai esistita»[1]. Alla fine, quando fu necessario evacuare Richmond, il Patrick Henry fu incendiato e gli allievi furono utilizzati come scorta della riserva aurea e degli archivi del governo confederato, il 2 maggio 1865 il sovraintendente mise in libertà i cadetti, dando loro cibo sufficiente perché potessero tornare alle loro case[1]. In tutto furono diplomati solo 48 cadetti.

Le Navi

 
La CSS Virginia

Le navi della marina confederata vennero prese in parte ai nordisti all'atto della secessione, per lo meno quelle poche che rimasero bloccate nei porti confederati, o trasformate da battelli esistenti in navi da guerra, o in casi meno numerosi costruite ex novo. Spesso la corazzatura veniva fatta con materiali di fortuna come rotaie, balle di cotone sotto lo strato superficiale ad assorbire l'urto delle granate perforanti, o altro materiale a seconda dei casi. Una delle navi più famose della marina confederata fu la ex fregata a vapore nordista Merrimack, ai lavori a Norfolk allo scoppio delle ostilità, bruciata parzialmente dai nordisti dopo la resa di Fort Sumter e ricostruita nella famosa CSS Virginia, che con la USS Monitor fu protagonista del primo scontro tra navi corazzate nella storia.

I problemi operativi della Marina Confederata

Appena iniziata la guerra, la Marina Federale stabilì il blocco alle coste degli stati confederati fin dall'aprile del 1861[3] , e, in base alla Dichiarazione di Parigi del 1856, era tenuta ad operare attivamente con «una forza sufficiente per vietare realmente l'accesso al litorale nemico»[3], per questo motivo la Marina Federale si preoccupò di iniziare le operazioni di blocco fin dai primi giorni di maggio.

I problemi che la Marina Confederata doveva risolvere erano sostanzialmente[4], in difensiva:

  • la difesa delle coste (e soprattutto delle città costiere) da eventuali attacchi unionisti provenienti dal mare
  • la difesa delle linee di comunicazione fluviali

in offensiva:

  • le operazioni offensive contro le flotte che bloccavano il commercio confederato
  • le operazioni offensive contro il commercio unionista
  • le operazioni destinate a rompere localmente il blocco

Un problema a parte era che le operazioni difensive non potevano essere totalmente a carico della Marina, ma dovevano essere effettuate in stretta collaborazione con l'Esercito. Altro problema rilevante era la natura delle coste atlantiche della Confederazione, in quanto dalla foce del Potomac a Charleston la costa è paludosa, mentre a sud di Charleston la costa è coperta da una serie di isole e da un numero molto elevato di canali, e, se queste caratteristiche rendevano più facili le operazioni locali di rottura del blocco, d'altra parte rendevano molto più difficoltosa la difesa della costa da attacchi nemici[4]

La Marina Confederata doveva impegnare 14822 km di coste (tutta la costa atlantica, compreso il golfo del Messico degli attuali Stati Uniti), di cui circa 4500 in mano all'Unione, quindi la Confederazione doveva difendere più di 10000 km di coste[5]. La produzione navale della Confederazione, inoltre era irrisoria nei confronti di quella dell'Unione e negli stati sudisti si trovavano solo due cantieri militari, a Pensacola (bloccato da terra dalle forze unioniste) ed a Norfolk[5]. Non avendo già una marina, la Confederazione tentò di contrastare la superiorità numerica unionista sviluppando nuove tecnologie navali, e Mallory individuò tre aree in cui poteva operare in tal senso[6]:

La guerra di secessione fu la prima guerra in cui vennero usati estensivamente i trasporti meccanici, cioè le ferrovie ed i battelli fluiviali (che ormai erano propulsi da motori a vapore), quindi chi fosse riuscito a vincere la battaglia delle ferrovie e delle vie d'acqua avrebbe posto una pesante ipoteca sulle sorti della guerra[7]. Una via d'acqua di notevole importanza era proprio il Potomac, sbarrato per tutto il so tratto navigabile dal formidabile campo trincerato di Washington[8]. Tuttavia era ancora più importante il Mississippi, che praticamente rappresentava il collegamento fra il cuore della Confederazione ed il Texas, che era una base logistica (per le forniture di carne) e strategica (per il confine con il Messico) fondamentale per gli Stati Confederati. Il Mississippi inoltre rappresentava un ostacolo per un'invasione da ovest praticamente insuperabile senza il controllo delle sue acque[9].

Le operazioni fluviali

Le operazioni navali nelle acque del Nord America

I sommergibili

La CSS Hunley passò alla storia come il primo sottomarino ad affondare una nave nel corso di un'azione di guerra, fatto eccezionale per l'epoca, mai più verificatosi sino alla prima guerra mondiale. Il battello venne preceduto da altri modelli sperimentali che ebbero scarso successo ed alcuni incidenti, che costarono la morte di alcuni membri dell'equipaggio[10].

L'Hunley era lungo circa 10 metri, era propulso dalla forza muscolare di sette dei suoi otto uomini di equipaggio che ne azionavano l'elica attraverso un lungo albero a gomiti e montava sulla prora un palo lungo 12 metri con all'estremità una carica esplosiva di 41 kg di polvere da sparo. Il 17 febbraio 1864, condotto dal tenente George E. Dixon e propulso dal resto dell'equipaggio, composto da volontari, fu diretto contro la sloop-of-war nordista USS Housatonic, presso il porto di Charleston, nella Carolina del Sud. La nave affondò rapidamente in seguito all'esplosione della carica infissa sul suo scafo dal sottomarino attaccante che affondò a sua volta prima del rientro in porto, forse a causa dell'onda di pressione dovuta all'esplosione o, più probabilmente, speronato inavvertitamente da una nave accorsa sul luogo [11].

I corsari oceanici

I principali vascelli corsari della CSN furono[12] Sumter (18 navi catturate), Florida (58 navi catturate, comprese 21 da unità di appoggio), Alabama (64 catture), Georgia (nessuna cattura), Rappahannock (nessuna cattura), Tallahassee (39 catture), Shenandoah (30 catture).

Uno dei più famosi corsari fu la CSS Florida, costruita come Oreto in Gran Bretagna e poi trasformata alle Bahamas in nave da guerra[13].


Considerazioni

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k Le Marine Confederate e unionista, sito indicato in riferimenti
  2. ^ Su Le marine confederate e unionista, url citato in bibliografia, sono riportate le seguenti statistiche (dopo il grado sono indicati il numero di ufficiali passati alla Confederazione/numero totale di ufficiali): Capitani 15/93; Comandanti 34/123; Luogotenenti 89/351. Invece Luraghi, op. cit. pag 296 dà un numero totale di dimissionari di 351 su 1150 ufficiali.
  3. ^ a b R. Luraghi, op. cit. pag 299
  4. ^ a b R. Luraghi, op. cit. pag 306
  5. ^ a b R. Luraghi, op. cit. pag 295
  6. ^ R. Luraghi, op. cit. pag 307
  7. ^ R. Luraghi, op. cit. pag 284
  8. ^ R. Luraghi, op. cit. pag 286
  9. ^ R. Luraghi, op. cit. pag 291
  10. ^ C.S.S. Hunley, su numa.net, URL consultato il 16 marzo 2009.
  11. ^ H. L. Hunley in Historical Context, su numa.net, URL consultato il 16 marzo 2009.
  12. ^ David K.Brown, Warrior to Dreadnough, Seaforth Publising, Bernsley (UK) (Prima edizione, Chatam 1997)ISBN 978 1 84832 086 4 pag 18, Brown stesso indica l'elenco come incompleto, nota 29
  13. ^ http://digitalcollections.fiu.edu/tequesta/files/1945/45_1_02.pdf

Riferimenti

  • Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, Einaudi, Torino, 1966
  • Riccardo Rossotto, La guerra civile americana 1861-1865, Albertelli Edizioni speciali, Parma, Prima edizione 2007, Seconda edizione 2011
  • Le Marine Confederata e Unionista (url consultato 11/12/2011)
  • [1] (url consultato 11/12/2011)