Cometa Lovejoy
La Cometa Lovejoy, formalmente C/2011 W3 (Lovejoy), è una cometa di lungo periodo del sistema solare, appartenente alla famiglia delle comete radenti di Kreutz. È stata scoperta il 27 novembre 2011 dall'astronomo australiano Terry Lovejoy[5] - la prima cometa radente scoperta da terra dal 1970.[6]
Cometa C/2011 W3 (Lovejoy) | |
|---|---|
| Scoperta | 27 novembre 2011 |
| Scopritore | Terry Lovejoy |
| Parametri orbitali | |
| (all'epoca 2455907,5 - 12 dicembre 2011[1]) | |
| Semiasse maggiore | 77,33 UA |
| Perielio | 0,0055538 UA |
| Afelio | 154,65 UA |
| Periodo orbitale | 680 anni |
| Inclinazione orbitale | 134,38° |
| Eccentricità | 0,9999282 |
| Longitudine del nodo ascendente | 326,44° |
| Argom. del perielio | 53,56° |
| Ultimo perielio | 16 dicembre 2011 |
| Prossimo perielio | 2691 |
| Dati fisici | |
| Dimensioni | ~500 m (diametro)[2] |
| Dati osservativi | |
| Magnitudine app. |
|
| Magnitudine ass. | 15,3 |
| Magnitudine ass. | |
Al perielio la cometa è penetrata nella corona solare transitando a circa 140.000 km dalla superficie della stella il 16 dicembre 2011, alle 00:35 UTC.[7] Sebbene non fosse previsto che sopravvivesse all'evento, è stata vista emergere dal disco solare attraverso alcuni telescopi orbitanti.[8][9]
Storia osservativa
La Cometa Lovejoy è stata scoperta come un oggetto della tredicesima magnitudine[3][6] il 27 novembre 2011 dall'astronomo Terry Lovejoy con un telescopio Schmidt-Cassegrain da 20 cm di diametro ed un rapporto focale f/2,1 montante un fotocamera CCD, dal suo sito d'osservazione a Thornlands, un sobborgo di Brisbane, capitale dell'Australia. La scoperta è stata confermata il 1º dicembre da Alan C. Gilmore e Pamela M. Kilmartin dell'Osservatorio universitario di Mount John, in Nuova Zelanda. Il CBAT ne ha quindi dato notizia il 2 dicembre.[5][10]
Una prima orbita è stata calcolata da Gareth V. Williams il 2 dicembre utilizzando le osservazioni dei due giorni precedenti; la soluzione indicava un'orbita parabolica che avrebbe portato la cometa a transitare nel suo perielio a 0,0059 UA dal Sole, il seguente 16 dicembre. Williams, in seguito, ha migliorato i propri calcoli grazie all'acquisizione di un maggior numero di osservazioni ed orbite più precise sono state pubblicate il 5, l'11 ed il 16 dicembre. Esse indicano che la cometa percorre un'orbita chiusa, ma caratterizzata da un periodo di diverse centinaia di anni.[10]
Nei gioni compresi tra la scoperta ed il transito al perielio, è stata condotta una campagna di osservazione nell'emisfero australe finalizzata a caratterizzare la cometa, ritenuta d'interesse perché dalle dimensioni molto maggiori rispetto alle altre comete radenti abitualmente scoperte attraverso il telescopio spaziale SOHO.[2] In particolare, si è ritenuto che il diametro potesse essere compreso tra 100 e 200 m.[2] Come tale, la cometa sarebbe potuta non sopravvivere al passaggio al perielio, che l'avrebbe vista transitare attraverso la corona solare.
La cometa è transitata il 16 dicembre a circa 140.000 km dalla superficie solare,[7] sopravvivendo all'evento. Ciò suggerisce che le dimensioni del nucleo siano maggiori rispetto a quanto precedentemente ipotizzato e che possa raggiungere anche i 500 m di diametro.[2] Al suo massimo, ha raggiunto una magnitudine di -4,[3][11] confrontabile con quella di Venere. Come tale, è la cometa radente più luminosa osservata attraverso SOHO.[12] Ad ogni modo, la cometa non è stata visibile ad occhio nudo a causa della sua vicinanza al Sole.
La cometa è comparsa nel campo visivo del telescopio solare STEREO-A il 3 dicembre e del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) il 14 dicembre. È stata oggetto di osservazione nei momenti che hanno preceduto e seguito il transito al perielio da parte di cinque telescopi spaziali per l'osservazione solare: STEREO, SOHO, SDO, Hinode e PROBA-2.[11][13] È divenuta visibile dagli osservatori a terra il 17 dicembre 2011, quando è stata fotografata dall'astronomo ceco Jan Ebr.[14] Dal 21 dicembre[15] la cometa è visibile all'alba ad occhio nudo dall'emisfero australe, nella costellazione dello Scorpione.
Note
- ^ (EN) Gareth V. Williams, MPEC 2011-Y02 : Observations and orbits of comets, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center, 16 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
- ^ a b c d (EN) Tony Phillips, Comet Lovejoy Plunges into the Sun and Survives, in Science News, NASA, 16 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
- ^ a b c (EN) Seiichi Yoshida, C/2011 W3 (Lovejoy), in aerith.net. URL consultato il 18 dicembre 2011.
- ^ a b (EN) Jet Propulsion Laboratory (JPL), C/2011 W3 (Lovejoy), in Small-Body Database, JPL, NASA. URL consultato il 19 dicembre 2011.
- ^ a b (EN) Gareth V. Williams, M.P.E.C. 2011-X16 - Comet C/2011 W3 (Lovejoy), su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center (MPC), IAU, 2 dicembre 2011. URL consultato il 18 dicembre 2011.
- ^ a b Kelly Beatty, Comet Lovejoy's Date With Destiny, in Sky & Telescope, 6 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
- ^ a b (EN) Tariq Malik, Sun Rips Tail From Comet During Solar Close Encounter, in Space.com, 16 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
- ^ (EN) Mike Wall, Satellites to Watch Comet's Death Plunge Through Sun Today, in Space.com, 15 dicembre 2011. URL consultato il 15 dicembre 2011.
- ^ (EN) Mike Wall, Comet Lovejoy Survives Fiery Plunge Through Sun, NASA Says, in Space.com, 15 dicembre 2011. URL consultato il 15 dicembre 2011.
- ^ a b (EN) Gary W. Kronk, C/2011 W3 (Lovejoy), in Cometography. URL consultato il 18 dicembre 2011.
- ^ (EN) Karl Battams, The Great "Birthday Comet" of 2011, Chapter 1: Inbound, in Sungrazing Comets, Navy.mil, 15 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
- ^ (EN) The Great "Birthday Comet" of 2011, in SOHO, NASA.gov, 15 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
- ^ (EN) Continued Adventures of Comet Lovejoy, in What's up in space, SpaceWeather.com, 17 dicembre 2011. URL consultato il 19 dicembre 2011.
- ^ (EN) Comet Lovejoy gets even better, in What's up in space, SpaceWeather.com, 22 dicembre 2011. URL consultato il 22 dicembre 2011.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cometa Lovejoy
Collegamenti esterni
- (EN) The Great "Birthday Comet" of 2011, Chapter 2: Survival, in Sungrazing Comets, U.S. Naval Research Laboratory. URL consultato il 22 dicembre 2011.
- (EN) Jason Davis, A recap of Comet Lovejoy, su planetary.org, Planetary Society, 22 dicembre 2011. URL consultato il 22 dicembre 2011.
