Utente:Marco Plassio/Sandbox6
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| San Magno | |
|---|---|
| Venerato da | Chiesa cattolica |
| Santuario principale | Santuario di San Magno |
| Ricorrenza | 19 agosto |
| Attributi | Raffigurato come un legionario romano che porta uno stendardo e la palma del martirio. |
San Magno è un santo della Chiesa Cattolica.
Tradizionalmente considerato membro della leggendaria legione tebea, centro del suo culto è il famoso santuario di San Magno, a Castelmagno, in Piemonte[1].
Teorie sulle origini di San Magno
San Magno tebeo
La tradizione, originata probabilmente nel 1604 dalla pubblicazione riguardante i martiri tebei dello storico[2] Guglielmo Baldesano[1], fa di San Magno un soldato della famosa legione Tebea, comandata da san Maurizio. La legione, secondo la leggenda, fu in gran parte massacrata nel 286 ad Agauno, in quello che oggi è il Vallese svizzero. Magno, sfuggito alla decimazione, si diresse verso le montagne del Piemonte meridionale, dove predicò la religione cristiana fino al martirio ed alla sepoltura nel luogo dove ora sorge il santuario.
Alcuni studiosi suppongono che, nonostante il testo del Baldesano sia il primo a trattare san Magno come appartenente alla legione tebea, si tratti comunque di un derivato di tradizioni preesistenti. A prova di questa teoria indicano il ritratto di san Magno presente nella cappella Allemandi, dove gli affreschi cinquecenteschi dell'artista Botoneri rappresentano il santo senza la corazza tipicamente romana, ma comunque armato di spada e con un ampia croce rossa sul petto. Egli ritiene che la popolazione vedesse in san Magno anche un protettore della fede dai nemici in genere, dagli eretici ai non cristiani[3].
Dopo la pubblicazione dell'opera del Baldesano ebbe inizio l'opera di "militarizzazione" dell'iconografia del santo. Emblematico è il caso della bolla pontificia emessa da Clemente VII nel 1527 per concedere l'indulgenza ai pellegrini del santuario. La bolla venne modificata dopo anni ritagliano l'originale immagine di San Magno sostituendola con una in cui è rappresentato con corazza e stendardo.
San Magno monaco
La teoria più recente sulle origini di San Magno, nonché quella che attualmente ha più credito fra gli studiosi, è quella che vede il culto del santo come importato dai monaci benedettini.
Questa teoria venne avanzata per la prima volta dallo studioso Carlo Lovera di Castiglione, in una lettera inviata al monsignor Riberi e pubblicata nel 1933. Analizzando i santi con mome Magno e sue variazioni, pose in particolare l'attenzione su un Mang-Ald, latinizzato successivamente in Manaldus o Magnus, che nacque probabilmente nel 699 nella regione allora detta Rezia, successivamente andò a vivere nel convento di San Gallo (fondato da San Colombano). Dopo essere stato ordinato sacerdote venne inviato con altri in Baviera presso il confine svizzero dove evangelizzò la popolazione, fondò un'abazia e diede nuovo impulso all'agricoltura. Morì a Füssen nel 772[4].
Il culto di San Magno di Füssen sarebbe arrivato nelle vallate cuneesi con la diffusione degli ordini monacali, primo fra tutti quello di San Benedetto, la cui regola aveva soppiantato quella più rigida di San Colombano[5].
San Magno e San Dalmazzo
Secondo autori come Alfonso Maria Riberi il personaggio di San Magno è da ricollegare ad un altro santo venerato nel cuneese: San Dalmazzo. La teoria di Riberi vede Magno come un cristiano originario delle zone che cercava di evangelizzare, e che venne martirizzato nel luogo ove ora sorge il santuario a lui dedicato[6].
A prova della sua ipotesi viene indicato il ritrovamento, nel 1894 durante lavori nel santuario, di resti di un cimitero e di un luogo di culto romani, risalenti al III secolo. Il Riberi ipotizza che san Magno abbia predicato contro gli antichi dei pagani e le relative superstizioni, fino al martirio in quei stessi luoghi[7].
Ad ulteriore suffragio della sua tesi Riberi riporta una parte di alcuni versi in latino che Gerolamo Vida, vescovo di Alba, dedicava al cardinale Michele Ghislieri, allora vescovo di Mondovì, poi papa Pio V. Essi recitano «Alpibus in vestris sistat vestigia Magnus», interpretate dal Riberi come San Magno arresti i suoi passi sulle aspre Alpi, sbarrando la strada ai nemici, cercando così di evidenziare il culto di un san Magno martire già da secoli.
Il culto di San Magno
La memoria di San Magno è celebrata il 19 agosto di ogni anno[8]. A Castelmagno viene celebrato portando la statua del santo in una processione di secolare memoria presso il santuario[9].
A San Magno veniva chiesta intercessione per la protezione del bestiame e delle colture (le principali fonti di sostegno delle popolazioni delle vallate dove San Magno è ricordato), nonché per aver protezione dalle avversità della montagna e per qualunque necessità di chi lo invocava. Imponente è la quantità di ex voto apposti sulle pareti della navata del santuario di San Magno a Castelmagno, a testimonianza della devozione della popolazione locale.
Note
- ^ a b sanmagno.net - storia, su sanmagno.net. URL consultato il 22 dicembre 2011.
- ^ Gino Musso ne Il Santuario di San Magno indica il Baldesano come canonico et theologo della Chiesa Metropolitana di Torino e dottore in medicina. L'opera da lui scritta è La Sacra Historia di San Mauritio arciduca della Legione Thebea et de' suoi valorosi Campioni e dedicata al duca Carlo Emanuele I.
- ^ Musso, pag. 27
- ^ Musso, pag. 29
- ^ Musso, pag. 31
- ^ Musso, pag. 25
- ^ Musso, pag. 26
- ^ Santi, beati e testimoni, su santiebeati.it. URL consultato il 22 dicembre 2011.
- ^ sanmagno.net - eventi, su sanmagno.net. URL consultato il 22 dicembre 2011.
Bibliografia
- Gino Musso, Il Santuario di San Magno, Cuneo, Associazione culturale Primalpe, 2005, ISBN 88-88681-42-6.
- Alfonso Maria Riberi, San Magno martire: notizie della sua vita e del suo culto nel Santuario di Castelmagno (Cuneo), Tipografia diocesana S. Francesco di Sales, 1932.
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Collegamenti esterni
Marco Plassio/Sandbox6, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it.
