Il pendolo di Foucault
Il pendolo di Foucault è il secondo romanzo dello scrittore italiano Umberto Eco. Pubblicato nel 1988 dalla casa editrice Bompiani (con cui Eco aveva già un pluridecennale rapporto), è ambientato negli anni della vita dello scrittore di Alessandria, arrivando ai primi anni ottanta. Il pendolo di Foucault è suddiviso in dieci segmenti che rappresentano i dieci Sephirot. Il romanzo è pieno di citazioni esoteriche alla Cabala, all’alchimia e alla teoria del complotto, così tante che il critico letterario e romanziere Anthony Burgess ha suggerito che sarebbe stato utile un indice.[1] Il titolo del libro si riferisce all’effettivo pendolo ideato dal fisico francese Léon Foucault per dimostrare la rotazione della Terra, il quale ha un significato simbolico all’interno del romanzo. Sebbene alcuni credano che esso si riferisca al filosofo Michel Foucault[2] notando l’amicizia di Eco con il filosofo francese,[3] l’autore “respinge in modo particolare qualsiasi allusione intenzionale a Michel Foucault”[4] – e questo viene considerato come uno dei suoi sottili giochi letterari.[5]
Il pendolo di Foucault | |
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Autore | Umberto Eco |
1ª ed. originale | 1988 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | italiano |
Protagonisti |
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Antagonisti | Trés |
Altri personaggi |
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Trama
Casaubon, l'io narrante, è dapprima studente e poi giovane professionista dell'editoria a Milano. Attraverso una serie di eventi, trova nel mito dei Cavalieri templari la sua vera raison d'être (ragion d'essere) culturale e professionale. Da tale mito tuttavia si diramano una serie di filoni che corrispondono alla parte più occulta o a quella più reietta della cosiddetta civiltà occidentale. Attraverso la scoperta di questi filoni facciamo la conoscenza degli altri personaggi del romanzo, alcuni buoni, altri meno, ma tutti interessati a qualcosa. L'avidità di ottenere ciò che i vari protagonisti cercano manda in malora i buoni e i cattivi più deboli, per così dire. Casaubon, Belbo e Diotallevi, infatti, da un puro gioco traggono il Piano-Complotto la cui "sgangheratezza" (v. ciò che pensa Umberto Eco del film ' Casablanca) contribuisce a renderlo verosimile all'avido Agliè, in cerca di uno scopo verso cui indirizzare la società segreta paramassonica che capeggia.
Milano, tratteggiata con evidente nostalgia, e la campagna attorno ad Alessandria, in cui la nostalgia è un po' più artefatta, sono i luoghi italiani in cui si snoda il vissuto del libro e sono uno dei punti in comune tra Il Pendolo di Foucault e La misteriosa fiamma della regina Loana. Parigi è insieme inizio e finale del narrato, il cui epilogo è però consumato da Casaubon nella rassegnata attesa dei suoi nemici in una stanza del vecchio casolare di Belbo.
Il romanzo trae il titolo dal pendolo di Foucault, un pendolo che, oscillando liberamente per molte ore, dimostra la rotazione terrestre. La spiegazione del fenomeno fu fornita a Eco da Mario Salvadori[6]. Un esempio di pendolo di Foucault è al Conservatoire des Arts et Métiers di Parigi, dove prende inizio il romanzo; alcune scene finali, inoltre, vedono protagonista una macabra rielaborazione del pendolo stesso.
Recensioni
La critica non ha apprezzato Il pendolo di Foucault tanto quanto Il nome della rosa, ma comunque parecchie sono state le recensioni positive[7].
Paragoni con altri romanzi
Molti critici[8] hanno visto nel bestseller Il codice da Vinci di Dan Brown la versione popolare del suo romanzo. A questo riguardo in un'intervista Eco dice:
(intervistatore) Ma sembra che lei stesso sia interessato alla cabala, all'alchimia e ad altre pratiche occulte di cui parla nel suo libro.
No, nel pendolo di Foucault ho rappresentato quel tipo di persone in maniera grottesca. Ecco perché Dan Brown è una delle mie creature.»
Edizioni
- Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, Bompiani, 1988, pp. 509, ISBN 88-452-0408-1.
- Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, collana Tascabili Bompiani, Bompiani, 2003, pp. 687, cap. 120, ISBN 88-452-4749-X.
Note
- ^ Burgess, A Conspiracy to Rule the World, New York Times Book Review, October 15, 1989
- ^ Il romanzo termina il giorno dopo la morte di Michel Foucault (25 Giugno 1984).
- ^ D. Defert, "Chronologie", in M. Foucault, Dits et écrits, Gallimard, Paris 1994 (2001), p. 41.
- ^ "Umberto Eco & The Open Text" by Peter E. Bondanella p. 133
- ^ LaRepubblica newspaper: Eco, scherzo d'autore...
- ^ Intervista di Odifreddi a Eco
- ^ Il trattato dell'impostura,"La Repubblica" 04 ottobre 1988
- ^ Ranieri Polese ,Padri (e padrini) di Dan Brown Corriere della Sera del 12 dicembre 2004.
- ^ "Populismo e controllo totale dei media rischio-Berlusconi anche in altri Paesi".
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni da Il pendolo di Foucault
"Certe cose le senti venire,non è che ti innamori perché ti innamori, ma perché in quel periodo avevi un disperato bisogno di innamorarti.Nei periodi in cui ti senti la voglia di innamorarti devi stare attento a dove metti piede:come aver bevuto un filtro di quelli che ti innamorerai del primo essere che incontri."