Grande puzza

evento nella storia di Londra

La Grande Puzza (in inglese Great Stink) fu un evento verificatosi a Londra nell'estate del 1858, durante la quale il centro della capitale britannica fu colpito da un intenso odore di acque reflue non trattate di origine umana. Il suo impatto fu di portata sociale e politica tale, da rimanere un importante episodio nella storiografia della città.

Michael Faraday dà il suo biglietto da visita al Padre Tamigi (Father Thames), caricatura riferita ad una lettera di Faraday sullo stato del fiume, pubblicata sul giornale The Times nel luglio 1855

Contesto

Fino al tardo XVI secolo, i cittadini di Londra si approvvigionavano d'acqua utilizzando pozzi poco profondi, prendendola direttamente dal Tamigi o dai suoi affluenti, oppure usando una della dozzina di sorgenti naturali esistenti, tra cui quella di Tyburn, collegata da un tubo in piombo alla grande cisterna detta Conduit Grande, a Cheapside[1].

Al fine di impedire che l'acqua fosse estratta per fini commerciali o industriali non autorizzati, le autorità della città avevano nominato dei custodi delle condotte, i quali avrebbero dovuto garantire che specifiche categorie di utenti, come birrai, cuochi e pescivendoli, pagassero per l'acqua utilizzata. I londinesi più agiati, che avessero avuto la propria abitazione vicino ad una condotta, potevano ottenere il permesso per un collegamento diretto alle proprie case. Ciò, tuttavia, non impediva captazioni non autorizzate. Al contrario - e in particolare per le famiglie che non potevano avere un sistema a gravità - l'acqua veniva fornita da portatori d'acqua, o "cobs". Nel 1496 i "Portatori d'acqua" formarono una propria corporazione chiamata "The Brotherhood of St. Cristofer of the Waterbearers" (in italiano "La fratellanza di San Cristoforo dei portatori d'acqua")[2][3].

A partire dal XVI secolo, l'estrazione dell'acqua dal Tamigi divenne oggetto di un approccio più sistematico, e diversi progetti di ingegneria idraulica furono lanciati a tale scopo. Nel 1582, infatti, l'olandese Peter Morice affittò l'arco settentrionale del London Bridge e vi costruì una pompa idraulica che portava l'acqua dal Tamigi a vari luoghi di Londra[1]. Altre pompe furono aggiunte nel 1584 e 1701, e rimasero in uso fino al 1822.

Se il fiume era la principale fonte di approvvigionamente idrico della città, ne era anche il principale collettore fognario. Nel 1815 fu infatti autorizzato lo scarico nel Tamigi dei rifiuti domestici attraverso le fogne, e per diversi anni le acque reflue furono sversate nel corso d'acqua, per poi essere potenzialmente pompate di nuovo alle famiglie londinesi per i bisogni e gli usi primari (bere, lavare e cucinare). Prima della Grande Puzza, a Londra si contavano più di 200.000 pozzi neri. Lo svuotamento di un pozzo nero costava uno scellino, una somma, all'epoca, assai alta per il cittadino inglese medio; di conseguenza, la maggior parte dei pozzi neri esistenti rimaneva non espurgata e aggiungeva fetore all'aria.

Ad acuire il problema fu, inoltre, l'introduzione dello sciacquone[4], che sostituì i vasi da notte, utilizzati fino a quel momento dalla maggior parte dei londinesi. Il nuovo sistema aumentò notevolmente il volume di acqua e di rifiuti, che venivano sversati nei pozzi neri esistenti, determinando spesso straripamenti nelle condutture stradali - originariamente progettate per far defluire l'acqua piovana, ma in effetti utilizzate anche per gli scarichi di fabbriche, macelli e altre attività -, che contaminavano la città prima di gettarsi nel Tamigi.

 
Il Padre Tamigi presenta la sua progenie alla bella città di Londra: difteria, scrofula e colera. Illustrazione da Punch Magazine, 1858

La captazione delle acque del Tamigi per gli usi domestici e la pessima situazione igienica generale fu causa di numerose epidemie, in particolare di colera e febbre tifoide. Il colera, diffusosi in Inghilterra a partire dal 1832[5], era una patologia le cui cause non erano note. L'ipotesi più accreditata era che esso si trasmettesse per via aerea (teoria miasmatica). A causa del predominio della teoria miasmatica tra gli scienziati, la scoperta nel 1854 del Vibrio cholerae, il batterio causa della malattia, da parte di Filippo Pacini, fu ignorata fino a quando fu riscoperto trent'anni dopo da Robert Koch[6].

In Inghilterra il colera mieté numerose vittime (circa 14.000, su una popolazione di 1,7 milioni di abitanti); Londra ne fu particolarmente colpita, a causa dei fattori di sopra descritti. Nel periodo 1848-1849 nella parte meridionale della città si ebbero 1,3 morti per mille abitanti (l'incidenza media di decessi al di fuori di questa zona era di solo 0,37 morti ogni mille abitanti)[7]. Solo nel 1854 il medico londinese John Snow scoprì, dopo un'epidemia di colera localizzata a Soho, che la malattia veniva trasmessa da acqua contaminata da liquami, ma questa idea non era comunque ampiamente accettata [8].

Il peggiorare della situazione igienica incentivò lo studio di piani per dotare la città di un adeguato sistema fognario, fra i quali quello progettato nel 1834 dal pittore John Martin, che pubblicò vari opuscoli e progetti di miglioramento urbano.

Nel 1848 fu deciso di adottare un approccio più organico al problema e, a partire dalla fusione dei diversi organismi locali che avevano competenza sulle fogne, fu fondata la Metropolitan Commission of Sewers ("Commissione Metropolitana delle Fogne")[9], che esaminò l'antiquato sistema fognario di Londra e iniziò a liberare la capitale dei pozzi neri.

L'evento

 
Sir Joseph Balzagette

L'estate del 1858 fu insolitamente calda. A partire dal mese di giugno, il volume d'acqua trasportato dal Tamigi e dai suoi affluenti si ridusse notevolmente, tanto che gli escrementi finirono per occuparne la maggior parte del volume con un picco del problema intorno al 2 luglio. Il fiume non conteneva più molta acqua, ma trasportava lentamente escrementi umani ed animali, cadaveri di animali, viscere provenienti dai macelli, alimenti avariati e scarti industriali provenienti dalle industrie. Gli abitanti fuggivano dal fiume, nascondendo il volto dietro i fazzoletti[10]. Il cancelliere dello Scacchiere Benjamin Disraeli descrisse il fiume come «una puzzolente pozza stigiana di ineffabile ed insopportabile orrore» (a Stygian pool reeking with ineffable and unbearable horror). Il caldo favorì la proliferazione dei batteri e l'odore risultante fu così intenso da sconvolgere persino le sedute della Camera dei Comuni (le contromisure inclusero il montaggio di tende imbevute di cloruro di calcio), e da costringere a spostare più a monte sia i parlamentari (che trovarono posto ad Hampton Court), sia il Palazzo di Giustizia (che fu evacuato a Oxford e St Albans). Una pioggia battente mise fine alla calura e all'umidità estive, e la crisi si risolse. Tuttavia, la Camera dei Comuni selezionò un comitato, che fu incaricato di redigere una relazione sulla Puzza e di suggerire come risolvere definitivamente la questione.

La vecchia Commission of Sewers era stata sostituita nel 1854 dal Metropolitan Board of Works, e a questo nuovo organismo fu affidata la risoluzione del problema. Dopo aver respinto molti schemi per il «misericordioso abbattimento dell'epidemia che ha devastato la Metropoli», nel 1859 il Board decise di implementare il sistema di fognature proposto dal suo capo ingegnere, Joseph Bazalgette[9]. Lo scopo di questo costoso progetto era quello di risolvere l'epidemia di colera, eliminando la puzza che, coerentemente a quanto asserito dalla teoria miasmatica, si credeva ne fosse la causa. Nel corso dei successivi sei anni, furono creati gli elementi principali del sistema fognario di Londra, e la "Grande Puzza" divenne un ricordo. Come conseguenza involontaria, la rete idrica cessò di essere contaminata, e l'epidemia di colera si risolse.

Nonostante il nuovo sistema fognario fosse in funzione, e fornisse gradualmente acqua di migliore qualità, questo non impedì una nuova epidemia di colera nel 1860, soprattutto nella zona est di Londra. Tuttavia, nel 1867 un'inchiesta del capitano Tyler del Railway Inspectorate dimostrò che il fiume inquinato Lea entrava nei serbatoi della "East London Water Company", e che questo era alla base dell'epidemia. L'origine idrica della patologia fu così dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio: eliminando la fonte di inquinamento, anche quest'ulteriore epidemia di colera nella capitale inglese fu risolta.

Oltre ad essere all'origine della costruzione di un moderno sistema di fognature a Londra, la Grande Puzza e le concomitanti epidemie stimolarono anche nuove invenzioni in campo sanitario. Ad esempio, Henry Moule, un pastore della Chiesa Anglicana, vide un legame tra le condizioni di igiene e l'espansione della malattia, e rivolse la sua attenzione alle scienze sanitarie. Nel 1859 egli sviluppò il cosiddetto "gabinetto a terra asciutta", e lo brevettò nel 1860. Il suo sistema fu adottato nelle case private, nei distretti rurali, nei campi militari, in molti ospedali e nel British Raj[11].

Lavori relativi alle acque reflue

 
Jack Black, il re dei Rat-Catchers, Illustrazione dal volume London Labour and the London Poor, 1851

Le particolari condizioni in cui versava il sistema igienico-sanitario di Londra consentì l'emersione di una serie di lavori, oggi non più esistenti, connessi alla manutenzione ed allo sfruttamento delle fogne. Tutte queste occupazioni erano considerate proprie delle classi sociali più basse, e consentono di tracciare un interessante e crudo spaccato della vita urbana londinese nel XIX secolo.

  • I "Toshers", a volte chiamati anche estirpatori, scavavano nelle fogne alla ricerca di qualcosa di valore. Contribuivano a facilitare il flusso nelle reti fognarie, attraverso la rimozione di elementi di piccole dimensioni. Spesso intere famiglie lavoravano come toshers. Questo diede loro una certa immunità alle malattie legate all'inquinamento idrico.[12]
  • I "Mudlarks" ("allodole del fango") scavavano nel fango del Tamigi e di altri fiumi. Erano in genere bambini che recuperavano piccoli oggetti e li vendevano per somme di piccola entità.[13]
  • I "Nightsoils" rimuovevano rifiuti umani ed animali dalle case di Londra e dalle aziende agricole fuori città, per usarle come concime. Come conseguenza dell'espansione di Londra, tuttavia, le fattorie diminuirono e divennero sempre più lontane dalla città. Un contadino avrebbe dovuto pagare una media di 2 scellini e 6 pences per il letame. Il commercio cessò quasi del tutto nel 1870, quando si resero disponibili dal Sud America i depositi di guano aviare, più a buon mercato. Questo fece in modo che lo scarico di rifiuti in strada aumentasse enormemente, e che da qui essi arrivassero al Tamigi attraverso le fogne[12].
  • I "Flushermen" ("dilavatori") erano impiegati della Court of Sewers. Questi uomini dovevano letteralmente "lavare via" i rifiuti e tutto ciò che avrebbe potuto bloccare il flusso di acqua nel nuovo sistema fognario. Nel libro London Labour and the London Poor, Henry Mayhew descrive l'aspetto dei flushermen:
«Quando lavorano, i flushermen indossano dei pesanti cappotti blu impermeabilizzati (ma non tanto quanto dovrebbe essere, altrimenti gli uomini si lamenterebbero della sudorazione da essi causata), abbottonati sul petto, e che scendono quasi fino alle ginocchia, dove si incontrano con enormi stivali di pelle, che coprono una parte della coscia, simili a quelli indossati dai pescatori su molte delle nostre coste. I loro cappelli sono a tesa larga, come quelli degli spazzini.»
  • I "Rat-catchers" ("acchiappatopi") erano assunti dal Comune per catturare i topi che vivevano nel sistema fognario sotterraneo, al fine di prevenire la diffusione di malattie. Questi cacciatori di ratti erano pagati poco, ma il loro lavoro contribuì enormemente alla prevenzione delle malattie sia durante, che dopo la Grande Puzza[12].

Note

  1. ^ a b (EN) Roger D. Hansen, Water-related Infrastructure in Medieval London, Waterhistory.org.
  2. ^ (EN) Transactions of London and Middlesex (TXT), IV, Londra, J. B. Nichols and Sons.
  3. ^ (EN) John Strype, A survey of the cities of London and Westminster, Londra, 1598, ISBN 0-9542608-9-9.
  4. ^ (EN) The Crossness Pumping Station, su crossness.org.uk. URL consultato il 14 dicembre 2011.
  5. ^ (EN) 19th Century, su crossness.org.uk, Crossness.org. URL consultato il 14 dicembre 2011.
  6. ^ (EN) Who First Discovered Vibrio Cholera?, su ph.ucla.edu, UCLA - Department of Epidemiology. URL consultato il 14 dicembre 2011.
  7. ^ Il colera in Inghilterra e a Londra
  8. ^ (IT) John Snow, Cattive acque: John Snow e la vera storia del colera a Londra., Il Pensiero Scientifico Editore, 2007, ISBN 978-88-490-0217-1.
  9. ^ a b (EN) 1800-1900 - The Great Stink, su thameswater.co.uk, Thames Water, 2 giugno 2011. URL consultato il 14 dicembre 2011.
  10. ^ Dave Praeger, Poop Culture: How America is Shaped by its Grossest National Product, Feral House, 2007 ISBN 978-1932595215.
  11. ^ (EN) Earth Closets, su oldandinteresting.com, Old and Interesting. URL consultato il 14 dicembre 2011.
  12. ^ a b c Stephen Halliday (1999) The Great Stink of London: Sir Joseph Bazalgette and the Cleansing of the Victorian Metropolis
  13. ^ Henry Mayhew, London Labour and the London Poor volume 2. London. Griffen, Bohn and Company, Stationer's Hall Court. 1851
  14. ^ Henry Mayhew, London Labour and the London Poor

Bibliografia

  • (EN) David S. Barnes, The Great Stink of Paris and the Nineteenth-Century Struggle Against Filth and Germs, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 2006, ISBN 978-0-8018-8349-1.
  • (EN) Edwin Chadwick, Report on the Sanitary Condition of the Labouring Population of Great Britain, Edinburgh, Originally published by Poor Law Commission, 1965, ISBN 978-1-115-39479-6.
  • (EN) Richard Trench, Ellis Hillman, London Under London: A Subterranean Guide, London, John Murray, 1989, ISBN 0-7195-4080-1.
  • (EN) Stephen Halliday, The Great Stink of London: Sir Joseph Bazalgette and the Cleansing of the Victorian Capital, Stroud, Gloucestershire, Sutton Publishing, 1999, ISBN 0-7509-1975-2.
  • Ercole Sori, La città e i rifiuti: ecologia urbana dal Medioevo al primo Novecento, Mulino, 2001, ISBN 8815080910.
  • Trygg Engen, La percezione degli odori, Armando Editore, 1989, ISBN 8871440358.

Collegamenti esterni