Papa Pio XII
Template:Papa della chiesa cattolica Pio XII è stato il 260° papa della Chiesa cattolica.
Vita
Nacque a Roma il 2 marzo 1876 dalla nobildonna Virginia Graziosi e dall'avvocato Filippo Pacelli (1837-1916, nobile di Acquapendente e nobile di Sant’Angelo, decano del collegio degli avvocati vaticani). Il futuro papa fu battezzato con il nome di Maria Giuseppe Giovanni Eugenio Pacelli. Era nipote di Marcantonio Pacelli, fondatore dell’Osservatore Romano.
A partire dal 1894, Pacelli studiò presso il collegio Capranica teologia materia nella quale ottenne il dottorato nel 1901. Nel 1902 divenne dottore anche in diritto in utroque iure: non seguì, tuttavia, la tradizione famigliare dell'avvocatura e nell'aprile del 1899 era stato consacrato sacerdote. Il fratello Francesco proseguì invece la carriera legale e fu giurista per la Santa Sede e uno dei principali negoziatori dei Patti Lateranensi.
A ventitre anni Pacelli entrò in curia, nella Congregazione per gli Affari Ecclesiastici straordinari. In seguito ricoprì varie funzioni all’interno della Segreteria di Stato. Dal 1904 al 1916 fu assistente del cardinale Gasparri. Egli fu inoltre attivo sia come professore di diritto canonico all’Istituto Pontificio Sant’Apollinare e dal 1909 al 1914 didiplomazia ecclesiastica all’Accademia Diplomatica Pontificia. All’epoca risalgono i suoi primi incarichi diplomatici: nel 1916 fu inviato speciale di papa Benedetto XV per mediare tra le parti coinvolte nella prima guerra mondiale.
Nel 1917 Benedetto XV lo consacrò arcivescovo con il titolo in partibus infidelium di Sardi, e lo nominò nunzio apostolico in Baviera; dal 1925 Pacelli fu anche nunzio in Prussia. In tale veste egli concluse i concordati con i due Länder: in Baviera nel 1924, in Prussia nel 1929. Contemporaneamente, dal 1920, fu primo nunzio per l’intera Germania con sede nella nuova nunziatura di Berlino. Durante questi tredici anni Pacelli si avvicinò molto al mondo tedesco e conobbe bene la realtà politica della Repubblica di Weimar.
Pacelli Segretario di Stato
Papa Pio XI lo nominò cardinale il 16 dicembre 1929 e sarebbe divenuto Segretario di Stato il 7 febbraio 1930.
Al fine di regolare le relazioni tra la Santa Sede e gli altri stati e difendere le attività di scuole ed ospedali cattolici, negoziò diversi concordati con il Baden nel 1932, l'Austria nel 1933, la Iugoslavia nel 1935.
Il più discusso tuttavia fu quello firmato a Roma il 20 luglio 1933 con la Germania del cancelliere Adolf Hitler, il Reichskonkordat. Questo concordato, che seguiva di pochissimi giorni la sigla del Patto a quattro, avvenuta sempre a Roma, fu particolarmente discusso in quanto insieme all'altro dava - pochi mesi dopo l'ascesa di Hitler al potere (30 gennaio 1933), la fine di ogni vita democratica in Germania e la proibizione di tutti i partiti politici compreso quello cattolico della Zentrumspartei - ulteriore riconoscimento internazionale al regime nazista.
Pacelli avrebbe, secondo molte testimonianze, ricercato con costanza un concordato sin dal periodo della sua nunziatura, negli anni '20. Heinrich Brüning, leader del Deutsche Zentrumspartei, partito cattolico di centro, dichiarò nelle sue memorie che Pacelli in occasione di un incontro del 1931 (quando Brüning era cancelliere) avrebbe insistentemente premuto per la dissoluzione dell'accordo di coalizione con il partito socialdemocratico, ponendola quasi come una condizione per la stipula del concordato, ma il cancelliere avrebbe respinto la sollecitazione considerando che il prelato fosse in grave errore di valutazione sulla situazione politica tedesca ed in particolare sul peso del nascente partito nazista.
In ogni caso il concordato, malgrado le apparenti garanzie per la Chiesa e i fedeli tedeschi (che erano state soppresse nell'Ottocento per la kulturekampf) fu sistematicamente violato dai nazisti (Pacelli stesso inviò 55 reclami di violazione nel periodo 1933-1939) e la Chiesa cattolica nella Germania nazista avrebbe lamentato di dover agire in condizioni difficili. In effetti i rapporti tra nazismo e chiesa, peggiorarono rapidamente, tanto che Papa Pio XI, nel 1937, condannò pubblicamente l'ideologia neopagana dei nazisti con l'enciclica Mit Brennender Sorge.
Pacelli si dimostrò diplomatico capace e fedele alla linea di Pio XI e alla sua crescente opposizizione alla Germania nazista. Egli fu spesso in viaggio sia con una serie di importanti missioni diplomatiche come il viaggio negli Stati Uniti nel 1936 sia con la partecipazione a una serie di congressi eucaristici in Ungheria e Argentina o a manifestazioni religiose a Lourdes o Lisieux, viaggi che gli permisero, tra l'altro, di farsi conoscere dalle gerarchie cattoliche esterne alla Curia Romana.
Pontificato
Alla morte di Pio XI, diresse il Conclave come Camerlengo, ed il 2 marzo 1939 venne eletto Papa col nome di Pio XII. La fumata bianca venne al terzo scrutinio, dopo solo un giorno di votazione, ed indicò (caso rarissimo) il cardinale che alla vigilia maggiormente era considerato "papabile". Nell'addensamento delle tensioni internazionali, Pacelli era effettivamente il diplomatico più esperto fra i porporati. Era il primo cardinale segretario di stato dopo Clemente IX (1667) e il secondo camerlengo (dopo Leone XIII) ad essere chiamato al Soglio di Pietro.
Dalla Germania giunsero commenti alquanto ostili, che definirono la scelta dei conclavisti viziata da pregiudizio e poco acuta. Pacelli fu definito occulto regista della politica estera del predecessore, e ne fu lamentata ostilità pregiudiziale avverso le forze nazionalsocialiste.
Uno dei primi atti, nell'aprile del 1939, fu la revoca dell'iscrizione all'Index librorum prohibitorum dei libri di Charles Maurras, animatore del gruppo politico antisemita ed anticomunista Action Française; per gli aderenti al gruppo, revocò anche l'interdizione dai sacramenti irrogata regnante il suo predecessore. Più che per l'aspetto antisemita della formazione, da alcuni storici si propende a considerare la pragmatica opportunità di favorire raggruppamenti anticomunisti, dopo che la guerra civile spagnola aveva provato la potenziale caèpacità di aggregazione delle forze marxiste. Secondo altri, comunque, il provvedimento sarebbe stato in linea con una minore riprovazione nei confronti del pregiudizio razziale, in una fase in cui anche l'Italia cominciava a dare qualche applicazione alle sue leggi razziali.
Nella sua prima enciclica Summi pontificatus dello stesso anno attaccò genericamente qualsiasi forma di totalitarismo, però nella seconda guerra mondiale tenne una posizione di neutralità, analogamente a quanto fatto nella prima guerra mondiale da Papa Benedetto XV, anche per salvaguardare l'operato della Chiesa nei vari stati.
Nel dopoguerra combatté l'affermarsi dell'ideologia comunista e in Italia sostenne apertamente sia l'Azione Cattolica sia il partito della Democrazia Cristiana, anche se non sempre condivise le scelte di Alcide De Gasperi, in specie per quanto riguarda il rifiuto dello statista democristiano a qualsiasi rapporto con i partiti di destra. Nel 1949 scomunicò i cattolici che intendessero iscriversi al Partito Comunista Italiano e, a seguito delle persecuzioni nei confronti della Chiesa nei paesi dell'Europa dell'Est, Pio XII scomunicò i capi dei governi di Iugoslavia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania e Polonia.
Nel 1950, la Bolla Papale Munificentissimus Deus definì il dogma dell'assunzione della Vergine Maria.
Nel 1957 con l'enciclica Fidei donum invitò la chiesa intera a riprendere lo slancio missionario soprattutto condividendo i sacerdoti con le giovani chiese.
Morì il 9 ottobre 1958 e gli succedette Papa Giovanni XXIII. Negli anni novanta è stato nominato venerabile, come primo passo nel processo di beatificazione proposto da Papa Giovanni Paolo II.
Critiche ed aspetti controversi
A partire dagli anni '50 comincia a svilupparsi in ambienti politico-culturali una critica al pontefice in netta controtendenza rispetto ai numerosi attestati di stima ricevuti precedentemente dagli ambienti ebraici, in seguito a questa critica anche alcuni esponenti autorevoli della comunità ebraica, hanno successivamente criticato Papa Pacelli per non aver denunciato pubblicamente il nazismo e le persecuzioni anti-ebraiche di cui risulta fosse a conoscenza, anche se durante il conflitto la Chiesa protesse le vittime delle persecuzioni razziali, in particolare ebrei, salvandoli dalla deportazione e facilitando la fuga dei rifugiati.
Nel 2005 il Corriere della Sera ha pubblicato un documento datato 20 novembre 1946, che ordinava che i bambini ebrei in Francia, che erano stati battezzati, dovessero essere tenuti in custodia dalla Chiesa; Il documento dichiarava che la decisione "era stata approvata dal Santo Padre". Angelo Roncalli (che sarebbe diventato Papa Giovanni XXIII) ignorò questa direttiva. Due studiosi italiani, Matteo Luigi Napolitano e Andrea Tornielli, hanno confermato l'autenticità del documento, sebbene l'articolo del quotifdiano fosse erroneo, perché il documento proveniva dagli archivi della chiesa cattolica francese, e non da quelli vaticani. Abe Foxman, il direttore nazionale della Lega anti-diffamazione (ADL), ha chiesto a seguito di questa scoperta l'immediata interruzione del processo di beatificazione fino a quando gli archivi segreti del Vaticano e i registri battesimali non verranno aperti allo studio libero. Foxman, un sopravvissuto all'Olocausto che era stato surrettizziamente battezzato dalla sua bambinaia cattolica polacca durante la guerra, ha dovuto subire dopo la guerra una battaglia per l'affidamento analoga a quelle a cui fa pensare il documento.
Secondo altri storici invece (Marco Aurelio Rivelli,"Dio è con noi!».La Chiesa di Pio XII complice del fascismo", Kaos Edizioni):
L'antisemitismo della chiesa cattolica, in realtà non puntava alle persecuzioni e allo sterminio (su basi genetiche-materialistiche) ma ad una attenta discriminazione fondata su questioni di carattere prettamente religioso. Infatti se
Bibliografia sui rapporti con il nazismo e la questione ebraica
- Andrea Tornielli, Pio XII. Il Papa degli ebrei, Piemme, 2001;
- Pierre Blet sj, Pio XII e la seconda guerra mondiale negli archivi vaticani, San Paolo, 1999;
- Matteo Napolitano - Andrea Tornielli, Il Papa che salvò gli ebrei, Piemme, 2004;
- Giovanni Miccoli, I dilemmi e i silenzi di Pio XII, Rizzoli, Milano 2000;
- Nel suo recente libro "Vincitori e vinti" Bruno Vespa sostiene che le critiche mosse a Pio XII da certi ambienti della sinistra non sarebbero dovute al fatto che il Pontefice non ha denunciato pubblicamente la barbarie nazista, ma alla durezza con cui papa Pacelli ha condannato il comunismo dopo la fine della guerra.
- Marco Aurelio Rivelli. «Dio è con noi!». La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo, Kaos Edizioni 2002, ISBN 88-7953-104-2
- Peter Goldmann, Der Vatikan und Hitler. Die geheimen Archive, Droemer, Ulm 2004
- Gerhard Besier, Der heilige Stuhl und Hitler-Duetschland. Die Faszination des Totalitären, DVA, München 2004;
- Cornwell, John. (1999). Hitler's Pope: The Secret History of Pius XII. Viking. ISBN 0670876208. Also see Amazon Online Reader.
- Dalin, Rabbi David G. (2005). The Myth of Hitler's Pope: How Pope Pius XII Rescued Jews from the Nazis. Regnery. ISBN 0895260344.
- Kent, Peter. (2002). The Lonely Cold War of Pope Pius XII : The Roman Catholic Church and the Division of Europe, 1943-1950. Ithaca : McGill-Queen's University Press. ISBN 077352326X
- Marchione, Sr. Margherita. (2000). Pope Pius XII: Architect for Peace. Paulist Press. ISBN 080913912X
- Phayer, Michael. (2000). The Catholic Church and the Holocaust, 1930-1965. Indianapolis: Indiana University Press. ISBN 0-253-33725-9. Also see [Amazon Online Reader].
- Ritner, Carol and Roth, John K., eds. (2002). Pope Pius XII and the Holocaust. New York: Leicester University Press. ISBN 0-7185-0275-2
- Rychlak, Ronald J. (2000). Hitler, the War, and the Pope. Our Sunday Visitor. ISBN 0879732172. Also see Amazon Online Reader
- Scholder, Klaus. (1987). The Churches and the Third Reich. London.
- Zolli, Israel. (1997). Before the Dawn. Roman Catholic Books (Reprint edition). ISBN 0912141468. Also see Amazon Online Reader
- Zuccotti, Susan. (2000). Under his very Windows, The Vatican and the Holocaust in Italy. New Haven and London: Yale University Press. ISBN 0300084870
Alcune testimonianze dal mondo ebraico
Il 20 gennaio 1943, il rappresentante dell'Agenzia ebraica per la Palestina, Chaim Barlas, dichiarava a monsignor Gustavo Testa, delegato apostolico in Egitto e Palestina:
[senza fonte]. Il 24 settembre 1943 Alex Easterman, rappresentante britannico del Congresso mondiale ebraico, informa il delegato apostolico a Londra, monsignor William Godfrey, che 4.000 ebrei croati erano stati portati in salvo su un'isola del mare Adriatico:
. Il 18 febbraio 1944 Amleto Giovanni Cicognani, delegato apostolico a Washington, riceveva una lettera da parte del rabbino Maurice Perlzweig, direttore politico del Congresso mondiale ebraico. Vi si può leggere:
. Il 28 febbraio 1944, il Gran Rabbino di Gerusalemme Isaac Herzog - lo stesso che avrebbe in seguito trasmesso a Pio XII una speciale benedizione per suoi sforzi tesi a salvare vite mane fra gli Ebrei durante l'occupazione nazista in Italia inviava una lettera al delegato apostolico Angelo Roncalli nella quale scriveva:
. Il 7 aprile 1944 il Gran Rabbino di Romani, Alezandru Safran aveva spedito al nunzio apostolico Andrea Cassulo la seguente lettera:
. Il 4 giugno 1944, giorno della liberazione della capitale, il cappellano ebraico della quinta armata americana parlava così agli Ebrei:
[senza fonte]. Il 7 luglio 1944 il Jewish News scrive:
. Il 29 luglio 1945, il segretario generale del Congresso mondiale ebraico, Leon Kubowitzky, mentre si trovava a Roma, ha voluto ringraziare personalmente il Papa dei suoi interventi offrendo un regalo simbolico (rappresentato da 20.000 dollari che Pio XII stabilisce di devolvere esclusivamente a persone bisognose di stirpe ebraica) al Vaticano in
[1]. Il 2 marzo 1946, il presidente delle Comunità israelitiche italiane Raffaele Cantoni, intervistato dal quotidiano L'indipendente, dichiarava:
. il 6 maggio 1949 moriva Abramo Giacobbe Isaia Levi che era stato senatore del Regno d'Italia fino alla promulgazione delle leggi razziali. Nel testamento c'era scritto:
.[2] Nel giugno 1955 l'Orchestra Filarmonica d'Israele, in tournée nelle principali città europee, chiede di poter eseguire un concerto alla presenza di Pio XII
. [senza fonte] Il 10 ottobre 1958, in seguito alla morte del Papa, Golda Meir, ministro degli esteri dello stato d'Israele, afferma:
. Elio Toaff, nella stessa occasione, ricorda
. [3] Il 18 ottobre 1961 Gideon Hausner, procuratore Generale israeliano nel processo contro Eichmann, dichiara:
.[senza fonte] Il 28 febbraio 2001 il Rabbino David C. Dalin scrive sulle colonne di The Weekly Standard:
. Attestato delle Comunità israelitiche italiane che si trova al Museo della Liberazione in Via Tasso a Roma:
.[senza fonte]
Secondo i moderni studi storici[1] si è a lungo contrabbandata l'idea che Pio XII avesse vissuto un "dramma interiore di grande intensità" "condannandosi" ad un volontario silenzio riguardo le vittime dello steminio nazista.
Encicliche di Pio XII
- Summi Pontificatus (20 ottobre 1939)[4]: programma del Pontificato
- Sertum Laetitiae (1 novembre 1939)[5]: 150° anniversario della gerarchia ecclesiastica negli Stati Uniti d'America
- Saeculo Exeunte Octavo (13 giugno 1940)[6]: sull'attività missionaria portoghese
- Mystici Corporis Christi (29 giugno 1943)[7]: sul Corpo mistico di Gesù Cristo
- Divino Afflante Spiritu (30 settembre 1943)[8]: sul modo più opportuno di promuovere gli studi biblici
- Orientalis Ecclesiae (9 aprile 1944)[9]: su san Cirillo d'Alessandria nel XV centenario della morte
- Communium Interpretes Dolorum (15 aprile 1945)[10]: pubbliche preghiere per la pace fra i popoli
- Orientales Omnes Ecclesias (23 dicembre 1945)[11]: 350° anniversario dell'unione della chiesa rutena alla sede apostolica di Roma
- Quemadmodum (6 gennaio 1946)[12]: sull'assistenza ai fanciulli indigenti
- Deiparae Virginis Mariae (1 maggio 1946)[13]: proposta di definizione del dogma dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
- Fulgens Radiatur (21 marzo 1947)[14]: per il XIV centenario della morte di san Benedetto
- Mediator Dei (20 novembre 1947)[15]: sulla Sacra Liturgia
- Optatissima Pax (18 dicembre 1947)[16]: pubbliche preghiere sulla pacificazione dei popoli
- Auspicia Quaedam (1 maggio 1948)[17]: preghiere nel mese di maggio per la concordia delle nazioni
- In Multiplicibus Curis (24 ottobre 1948)[18]: nuove pubbliche preghiere per la pacificazione della Palestina
- Redemptoris Nostri Cruciatus (15 aprile 1949)[19]: sui luoghi santi della Palestina
- Anni Sacri (12 marzo 1950)[20]: preghiere per il rinnovamento cristiano e la concordia dei popoli
- Summi Maeroris (19 luglio 1950)[21]: nuove preghiere per la pace e la concordia dei popoli
- Humani Generis (12 agosto 1950)[22]: circa alcune false opinioni che minacciano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica
- Mirabile Illud (6 dicembre 1950)[23]: nuove pubbliche preghiere per la pace nel mondo
- Evangelii Praecones (2 giugno 1951)[24]: per un rinnovato impulso delle missioni
- Sempiternus Rex Christus (8 settembre 1951)[25]: nel XV centenario del concilio ecumenico di Calcedonia
- Ingruentium Malorum (15 settembre 1951)[26]: la recita del rosario mariano specialmente nel mese di ottobre
- Orientales Ecclesias (15 dicembre 1952)[27]: sulla condizione delle Chiese orientali
- Doctor Mellifluus (24 maggio 1953)[28]: nell'VIII centenario della morte di san Bernardo
- Fulgens Corona (8 settembre 1953)[29]: indizione dell'anno mariano
- Sacra Virginitas (25 marzo 1954)[30]: sulla consacrata verginità
- Ecclesiae Fastos (5 giugno 1954)[31]: nel XII centenario della morte di san Bonifacio
- Ad Sinarum Gentem (7 ottobre 1954)[32]: paterne esortazioni alla Chiesa Cattolica in Cina
- Ad Caeli Reginam (11 ottobre 1954)[33]: sulla dignità regale della Santa Vergine Maria
- Musicae Sacrae (25 dicembre 1955)[34]: sulla musica sacra
- Haurietis Aquas (15 maggio 1956)[35]: sulla devozione al Sacro Cuore
- Luctuosissimi Eventus (28 ottobre 1956)[36]: pubbliche preghiere per il popolo ungherese
- Laetamur Admodum (1 novembre 1956)[37]: pubbliche preghiere per la pace fra i popoli
- Datis Nuperrime (5 novembre 1956)[38]: condanna dei luttuosi avvenimenti in Ungheria
- Fidei Donum (21 aprile 1957)[39]: sulla situazione delle missioni cattoliche, soprattutto in Africa
- Invicti Athletae Christi (16 maggio 1957)[40]: nel III centenario del martirio di sant'Andrea Bobola
- Le Pèlerinage de Lourdes (2 luglio 1957)[41]: nel centenario delle apparizioni della Vergine Maria a Lourdes
- Miranda Prorsus (8 settembre 1957)[42]: su cinema, radio e televisione
- Ad Apostolorum Principis (29 giugno 1958)[43]: esortazioni e norme per la Chiesa Cattolica In Cina
- Meminisse Iuvat (14 luglio 1958)[44]: pubbliche preghiere nella novena dell'Assunta
Successione apostolica
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Sartorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Marcantonio Colonna
- Cardinale Hyacinthe-Sigismond Gerdil
- Cardinale Giulio Maria della Somaglia
- Cardinale Carlo Odescalchi, S.J.
- Cardinale Costantino Patrizi Naro
- Cardinale Lucido Maria Parocchi
- San Pio X
- Papa Benedetto XV
- Papa Pio XII
Riferimenti
- ^ Annie Lacroix-Riz, professore di storia contemporanea all’università Paris VII, atrice del libro Il Vaticano, l’Europa e il Reich dalla Prima guerra mondiale alla guerre fredda (1914-1955), Paris, Armand Colin, 1996, 540 p.
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a papa Pio XII
- Wikiquote contiene citazioni di o su papa Pio XII
- Wikibooks contiene testi o manuali su papa Pio XII
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su papa Pio XII
Collegamenti esterni
- Pio XII nel sito del Vaticano
- Dossier di Avvenire sul caso francese
- Dossier del Corriere della Sera
- Gli aspetti controversi dal sito dei gesuiti
- Pio XII: il papa amico degli ebrei
- Recensione al libro «Dio è con noi!». La Chiesa di Pio XII complice del nazifascismo