Rocco Gatto
Rocco Gatto (1926 – Gioiosa Ionica, 12 marzo 1977) è stato un mugnaio italiano vittima della 'ndrangheta.
Biografia
Uomo onesto e lavoratore iscritto al Partito Comunista Italiano, lavorava in un mulino a Gioiosa Ionica come garzone. Con il passare del tempo divenne il proprietario dell'attività (nel 1964) ma subito dopo giunse la 'Ndrangheta (il clan degli Ursini) con le sue richieste estorsive. Egli resistette ma subì varie minacce, intimidazioni e furti fino all'incendio del mulino. Nonostante ciò Gatto non si piegò (veniva da una famiglia determinata, onesta, di alti principi) e continuò la sua battaglia contro l'arroganza mafiosa.
L'omicidio
Il 6 novembre 1976 il capoclan Vincenzo Ursini rimane ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri e la 'ndrina pensa ad un'esecuzione quindi reagisce violentemente e impone il coprifuoco in tutto il paese in onore del boss defunto. Vennero rispediti a casa i commercianti ambulanti giunti fino a Gioiosa Ionica per il mercato e venne imposta la chiusura di tutti gli esercizi commerciali, ma Rocco Gatto non ci sta e si ribella nuovamente denunciando il tutto con nomi e cognomi ai carabinieri e alla magistratura. La 'ndrangheta però non tollera il suo operato e il 12 marzo 1977 si muove violentemente. Rocco era alla guida del suo furgone di lavoro lungo la strada provinciale per Roccella Ionica; i killer lo attendono sotto un ponticello e al suo passaggio gli sparano tre colpi di lupara uccidendolo.
Il sostegno della società
All'omicidio seguirono numerose manifestazioni di piazza contro la 'ndrangheta, il padre di Rocco portò avanti la sua battaglia di civiltà e nel 1978 venne creato un murales a Gioiosa Ionica in piazza Vittorio Veneto da militanti del PCI di Milano e da artisti locali in onore di Gatto e di tutte le vittime delle cosche.
Onorificenze
Data del conferimento: 13/05/1980
motivazione:
"Pur consapevole dei pericoli cui andava incontro, non esitava a collaborare ai fini di giustizia nella lotta contro la mafia e a reagire con audacia alle intimidazioni di cui era fatto oggetto. Cadeva sotto i colpi d'arma da fuoco in un vile e proditorio agguato tesogli da due appartenenti alla suddetta organizzazione. Mirabile esempio di spirito civico e di non comune coraggio. Contrada Armo di Gioiosa Jonica, 12 marzo 1977."[1]