Olindo Guerrini

poeta, scrittore e gastronomo italiano (1845-1916)

Olindo Guerrini, in arte Lorenzo Stecchetti (Forlì, 4 ottobre 1845 - Bologna, 21 ottobre 1916) fu un poeta, prosatore, bibliofilo e studioso di letteratura italiana.

Cenni Biografici

Trascorse quasi tutta l'esistenza a Bologna, prima come impiegato e poi come bibliotecario presso l'Università di Bologna . Fu un erudito e critico letterario militante, agile ed attento ad ogni nuova voce. Amò molto fotografare e andare in bicicletta per tutta Italia. Aderì al verismo e fu ammiratore del Carducci. Nei suoi versi mostrò uno spirito singolare e bizzarro. Fu consigliere ed assessore del Comune di Ravenna, dal 1873 al 1874, e si adoperò istituendo una sezione dei pompieri e fondando una biblioteca popolare che tutt'oggi esiste, consta di un patrimonio di 2066 volumi, ed è situata all'interno della casa paterna del poeta, "Casa Guerrini" a S. Alberto, accanto alla biblioteca decentrata del Comune di Ravenna.

Opere

  • Raccolta di poesie "Postuma", pubblicata nel 1877 fingendo si trattasse dei versi di un cugino, Lorenzo Stecchetti, morto per tisi. Il volumetto suscitò scandalo per l'audacia dei toni erotici e atteggiamenti dissacratori e blasfemi.
  • "'Polemica" (1877) e "Nova Polemica" (1878), pubblicate sotto pseudononimo ottenendo un certo successo.
  • Poema burlesco e parodistico Giobbe (1882), scritto in collaborazione con Corrado Ricci e in polemica con Mario Rapisardi.
  • Raccolta di poesie "Rime" (1897), pubblicata con lo preudonimo di "Argia Sbolenfi" e nella quale la sua vena si ridusse a licenziosità triviali e dove ricompare la denuncia violenta dell' ipocrisia e del conformismo morale, religioso e sociale.

Abile verseggiatore, dotato di una piacevole vena di rimatore, si dedicò alla lingua veneta, nel quale fece parlare papa Pio X nelle "Ciarle di Bepi".

Usò anche il dialetto romagnolo raggiungendo una notevole efficacia nel descrivere la psicologia dei suoi conterranei ("Sonetti Romagnoli", 1920, pubblicati dal figlio Guido).

Fra i suoi saggi monografici va segnalata "La tavola e la cucina nei secoli XIV e XV", che rappresenta la prima rigorosa indagine sulla cucina italiana del medioevo. Più nota è tuttavia "L'arte di utilizzare gli avanza della mensa", comparsa postuma nel 1918, dove illustra una cucina “povera”, allusiva della penuria alimentare cui era condannato, dallo stipendio di bibliotecario presso l'Università e dalla precaria vita di scrittore.

Pur atteggiandosi a poeta maledetto, Guerrini restò ignaro delle complicazioni etiche e intellettuali dell'estetismo. Nelle sue poesie predomina un tono medio, che ne fa un tipico esponente del realismo, inteso come rifiuto di un idealizzazione della realtà e come rappresentazione ei suoi aspetti più bassi e sgradevoli. L'opera del Guerrrini ebbe vasta risonanza ai suoi tempi per gli attegiamenti anticlericali e socialisteggianti e per la polemica contro romantici e idealisti.

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