Giacobbe

eroe e patriarca dell'ebraismo, figlio di Isacco e fratello di Esaù
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Tiepolo: Rachele e gli idoli rubati (dettaglio di Giacobbe), Palazzo Patriarcale, Udine (1726-1728)

Giacobbe (ebraico יעקב: Yaʿaqov o Ya'ãqōb, greco antico ᾿Ιακώβ, latino Iacob, arabo Yaʿqūb)[1][2] significa "il soppiantatore".[3] Il nome deriva da ageb ossia "tallone", "calcagno" e più specificamente "afferrare per il calcagno o soppiantare"; fu chiamato così poiché, «al momento del parto, teneva con la mano il calcagno del fratello gemello [Genesi 25, 26 Genesi 25, 26[4]], nato per primo e quindi destinatario del diritto di primogenitura.»[5] È uno dei Padri dell'Ebraismo nonché eroe eponimo del popolo di Israele: infatti venne soprannominato da JHWH stesso "Israele" in quanto "lottò col Signore e vinse", dalla radice shr, lottare, ed El, Signore. Le sue vicende sono narrate nel libro della Genesi (Genesi 25, 24 - 49, 33[6]).

Moglie, genitori, fratello

Secondo storici del periodo matriarcale[senza fonte], Israele significa «uomo» (ish) «di Rachele» (Rahel), poiché egli era marito di Rachele. In questa concezione quindi è Rachele ad essere matriarca eponima di Israele; tuttavia la grafia in questo caso è diversa, in quanto si dovrebbe scrivere ish-rach-el invece di Ish-ra-el.

Giacobbe era figlio di Isacco e di Rebecca, e fratello gemello di Esaù, che nacque però per primo. Esaù era il favorito di Isacco, mentre Giacobbe della madre Rebecca. Mentre Esaù divenne un cacciatore, Giacobbe mostrava un temperamento tranquillo.

Con l'inganno Giacobbe riuscì ad acquistare da Esaù, affamato, la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie (Genesi 25, 29-34 Genesi 25, 29-34[7]);[8] in seguito, quando Isacco era in punto di morte, approfittando della momentanea assenza del gemello, carpì la benedizione prevista per Esaù indossando una pelliccia di animale, così da poter passare per il fratello, che era molto peloso. Per sottrarsi all'ira di Esaù fuggì presso suo zio Labano. Giacobbe, raccontato nella genesi era un uomo che seguiva dio. (genesi) V.

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Il sogno della scala di Giacobbe

 
Raffaello e aiuti, la Scala di Giacobbe, Stanza di Eliodoro, Musei Vaticani

Una notte, durante il viaggio, Giacobbe fece un sogno: una scala da terra si protendeva sino in cielo, con angeli che salivano e scendevano. Nel sogno Dio gli parlava, promettendogli la terra sulla quale era coricato ed un'immensa discendenza. Giacobbe chiamò il luogo dove era accampato Betel. Giunto da Labano si innamorò di sua figlia Rachele. Per concederla in matrimonio a Giacobbe, Labano gli impose di servirlo per sette anni.

Betel in lingua ebraica significa la "Casa del Padre" (Bet-El), ed ha un significato simile a quello di Babele ("Porta di Dio", Bab-El).

Al termine dei sette anni, Labano pretese però di dargli in sposa la maggiore, Lia, secondo il costume locale, e per avere anche Rachele dovette servire Labano per altri sette anni. Infine Giacobbe riuscì ad avere Rachele e dalle due mogli e dalle ancelle ebbe complessivamente dodici figli, dalla cui discendenza avranno origine le dodici tribù di Israele.

Nei secondi sette anni di pastorizia per Labano, Giacobbe adottò principi di genetica per distinguere i suoi armenti, attraverso la differenza nella pezzatura dei velli appositamente selezionata e per mezzo della scelta dei capi costituzionalmente più robusti e prolifici (Genesi 30, 31-42 Genesi 30, 31-42[9]).[10]

Giacobbe infine si riconciliò con Esaù.

La lotta con l'angelo (teomachia)

 
Gustave Doré: La lotta di Giacobbe con l'angelo (1855)
  Lo stesso argomento in dettaglio: Lotta di Giacobbe con l'angelo.

La notte prima dell'incontro ebbe una misteriosa lotta (teomachia)[11][12] con un uomo fino all'alba (Genesi 32, 24-34 Genesi 32, 24-34[13]). Vedendo che non riusciva a vincerlo, l'uomo lo colpì al nervo sciatico rendendolo claudicante, ma Giacobbe continuò a lottare, finché l'uomo gli chiese di lasciarlo andare. A quel punto Giacobbe gli chiese la benedizione, e l'uomo gli mutò nome in Israele (che in ebraico significa uomo che vide Dio o uomo che lotta con Dio).[14][15][16] Da questo episodio nasce il divieto, previsto dalle norme di casherut, di cibarsi di carne (ovviamente di animali permessi) attraversata da tagli al nervo sciatico.

Giacobbe e il figlio Giuseppe

La storia di Giacobbe si intreccia con quella del figlio prediletto Giuseppe. Quando questi, dopo essere stato venduto dai fratelli e creduto morto dal padre, divenne ministro del faraone e negli anni delle vacche magre fece trasferire le Tribù di Israele e Giacobbe stesso in Egitto per sfuggire alla carestia. Giacobbe infine prima di morire benedisse i vari figli con benedizioni particolari e fu seppellito con gli altri patriarchi Abramo e Isacco nel campo di Macpela.

Come tutti i padri veterotestamentari, Giacobbe è venerato come santo dalla Chiesa cattolica il giorno 24 dicembre.

La discendenza di Giacobbe

Alcuni passi biblici divergono in merito al numero di figli che avrebbe avuto Giacobbe:

  • Genesi 46, 26-27 Genesi 46, 26-27[17]: Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei. I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta.
  • Esodo Esodo 1, 5[18]: Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta, Giuseppe si trovava già in Egitto.
  • Atti Atti 7, 14[19]: Giuseppe allora mandò a chiamare Giacobbe suo padre e tutta la sua parentela, settantacinque persone in tutto.

Sepoltura di Giacobbe

Simili divergenze si trovano in merito al luogo della sepoltura di Giacobbe:

  • Genesi 50, 13 Genesi 50, 13[20]: I suoi figli lo portarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella caverna del campo di Macpela, quel campo che Abramo aveva acquistato, come proprietà sepolcrale, da Efron l'Hittita, e che si trova di fronte a Mamre.
  • Atti 7, 15-16 Atti 7, 15-16[21]: E Giacobbe si recò in Egitto, e qui egli morì come anche i nostri padri; essi furono poi trasportati in Sichem e posti nel sepolcro che Abramo aveva acquistato e pagato in denaro dai figli di Emor, a Sichem.

Il Dio di Giacobbe

I biblisti e gli ebraisti riportano almeno un paio di specifici motivi per pensare alla figura di Giacobbe e al suo rapporto col divino come emblema d'una tipologia spirituale del tutto particolare, all'interno d'una tripartizione che chiama in causa anche i primi due patriarchi ebrei.

«Un allievo chiese al Maestro: "Perché è detto Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe (Esodo 3, 6 Esodo 3, 6[22])[23] e non il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe?" E il Maestro rispose: "Perché Isacco e Giacobbe non si appoggiarono sulla ricerca e il servizio di Abramo, ma ricercarono da sé l'unità del Creatore e servirono Dio in modo diverso da Abramo". Ecco la via dell'individuazione.»
«Nella tradizione ebraica, le tre preghiere [quotidiane] vengono assegnate ciascuna ad uno dei tre Patriarchi. La preghiera della sera ('aravît) si considera istituita da Giacobbe, [...] perché si dice: Si incontrò con il Luogo e vi passò la notte, poiché il sole era tramontato (Genesi 28, 11) Genesi 28, 11)[25]

Giacobbe nell'arte

Note

  1. ^ Cf. Giacobbe in Treccani.it.
  2. ^ Cf. Jacob in Enciclopedia Britannica online.
  3. ^ Cf. Giacobbe in Sapere.it.
  4. ^ Genesi 25, 26, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Cf. Antonio Borrelli, san Giacobbe Patriarca in santiebeati.it.
  6. ^ Gen 25, 24 - 49, 33, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Genesi 25, 29-34, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Cf. Treccani Vocabolario online.
  9. ^ Genesi 30, 31-42, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  10. ^ Antonio Saltini lo giudica il primo caso, almeno di cui si abbia memoria scritta, di un tentativo di interpretazione della selezione genetica (Storia delle scienze agrarie, vol I, p. 5.)
  11. ^ Cf. Rivista di storia e letteratura religiosa, Volume 41, Edizioni 1-3, Firenze, S. Olschki, 2005. Anteprima parziale su books.google.it.
  12. ^ Cf. Andrea Barretta, Il guado di Iabbok. Scritti di antropologia trascendentale e filosofia della religione, Roma, Gruppo Albatros Il Filo, 2009. ISBN 88-567-0867-1; ISBN 978-88-567-0867-7. Estratto del testo disponibile online. URL consultato l'11-04-2011.
  13. ^ Genesi 32, 24-34, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  14. ^ Cf. commentario a Genesi 32, 24 Genesi 32, 24 in laparola.net.
  15. ^ Cf. Lisa Cremaschi, Giacobbe in Sapere.it.
  16. ^ Tale evento è stato scelto come simbolo del dissidio tra pensiero filosofico e teismo da Claudio Ciancio et al., In lotta con l'angelo. La filosofia degli ultimi due secoli di fronte al cristianesimo, Torino, SEI, 2ª ed. 1991. ISBN 88-05-05086-5; ISBN 978-88-05-05086-4.
  17. ^ Genesi 46, 26-27, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  18. ^ Es 1, 5, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  19. ^ At 7, 14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  20. ^ Genesi 50, 13, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  21. ^ Atti 7, 15-16, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  22. ^ Esodo 3, 6, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  23. ^ Cf. anche: vs.
    • Atti 3, 13 Atti 3, 13.
  24. ^ R. Della Rocca, Identità e alterità nel pensiero ebraico, in In principio Dio creò, Humanitas 53 (4/1998), p. 653.
  25. ^ Genesi 28, 11), su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  26. ^ A. Mello, Abramo, l'uomo del mattino, in il tempo, PSV-parole spirito e vita 36 (2/1997), p. 37.

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