Papa Giovanni Paolo II
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Giovanni Paolo II (Ioannes Paulus II), nato Karol Józef Wojtyła (Wadowice, 18 maggio 1920 - Città del Vaticano, 2 aprile 2005), è stato il 264° papa della Chiesa cattolica (il 263° successore di Pietro), nonché vescovo della città di Roma e monarca dello Stato Vaticano. Fu eletto al soglio di Pietro il 16 ottobre 1978.
Primo Papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi dell'olandese Adriano VI (1522 – 1523), è stato inoltre il primo Pontefice polacco, e slavo in genere, della storia.
Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l'oppressione politica, ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dalla ex Unione Sovietica. Combatté la Teologia della Liberazione, intervenendo ripetutamente in occasioni di avvicinamenti di alcuni esponenti del clero verso soggetti politici dell'area marxista. Stigmatizzò inoltre il capitalismo sfrenato e il consumismo, considerati antitetici alla ricerca della giustizia sociale, causa di ingiustificata sperequazione fra i popoli e, per taluni effetti, lesivi della dignità dell'uomo. Nel campo della morale, si oppose fermamente all'aborto e confermò l'approccio tradizionale della Chiesa sulla sessualità umana, sul celibato dei preti, sul sacerdozio femminile.
I suoi più di 100 viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi a carattere religioso). Con questi viaggi apostolici, Giovanni Paolo II coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell'ecumenismo, che era stato uno dei punti fermi del suo papato.
Papa Wojtyla beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice: si calcola che le persone da lui beatificate e canonizzate siano state - ad ottobre 2004 - circa 1.340.
Il 14 marzo 2004 il suo pontificato superò quello di Leone XIII come terzo pontificato più lungo della storia (dopo Pio IX e San Pietro).
La lunghezza del papato di Karol Wojtyla fu in marcato contrasto con quella del suo immediato predecessore, Giovanni Paolo I, che morì improvvisamente dopo soli 33 giorni di ufficio (e in memoria del quale Giovanni Paolo II scelse il proprio nome).
Biografia
Le origini
Karol Józef Wojtyła (IPA: /ˈkarɔl ˈjuzef vɔjˈtɨwa/) nacque il 18 maggio 1920 a Wadowice, nel sud della Polonia, terzo figlio di Emilia, nata Kaczorowska (1884) e di Karol Wojtyła senior (1879) ex-ufficiale dell'esercito asburgico. Da giovane veniva chiamato dagli amici e dai familiari Lolek.
Sua madre, Emilia, morì nel 1929 per malfunzionamento renale ed una malattia cardiaca congenita. Il figlio quando seppe della notizia disse: «Era la volontà di Dio». Suo fratello maggiore, Edmund, noto anche come Mundek, morì nel 1932 per una scarlattina contratta, all'età di 26 anni, da un paziente. La sorella Olga, invece, era morta poco dopo la nascita nel 1914 prima ancora, dunque, che Karol nascesse. Dopo la morte della madre Emilia, suo padre, un uomo molto religioso, si impegnò con tutte le forze per poter far studiare il figlio Karol.
La sua gioventù venne segnata da un intenso rapporto con l'allora folta e viva comunità ebraica di Wadowice.
Università
Nell'estate del 1938 Karol Wojtyła e suo padre lasciarono Wadowice per trasferirsi a Cracovia, dove si iscrisse alla Università Jagellonica nel semestre autunnale. Nel suo primo anno studiò Filologia, Lingua e Letteratura Polacca. Prese anche lezioni private di francese.
Lavorò come bibliotecario volontario, e fece l'addestramento militare obbligatorio nella legione Accademica. Alla fine dell'anno accademico 1938-1939, impersonò il ruolo di Sagittarius nell'opera fiabesca The Moonlight Cavalier, prodotta da una compagnia teatrale sperimentale. Iniziò nel frattempo lo studio delle lingue, che lo portò poi a conoscere e parlare 11 idiomi diversi: polacco, sloveno, russo, italiano, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, ucraino e inglese, oltre ad un'ottima conoscenza del latino ecclesiastico.
La Seconda Guerra Mondiale
Nel settembre del 1939 la Germania invase la Polonia e la nazione fu occupata prima dalle forze naziste e poi da quelle sovietiche. Allo scoppio della guerra, Karol e suo padre fuggirono verso l'est da Cracovia assieme a migliaia di altri Polacchi. A volte si rifugiarono dentro delle fosse, per nascondersi dai velivoli della Luftwaffe. Dopo avere camminato per 200 chilometri seppero dell'invasione russa della Polonia e furono obbligati a ritornare a Cracovia.
Nel novembre, 184 accademici della Università Jagellonica furono arrestati e l'università venne chiusa. Tutti i maschi abili furono costretti a lavorare. Nel primo anno di guerra Karol lavorò come fattorino per un ristorante. Questo lavoro leggero gli permise di continuare gli studi e la carriera teatrale e di mettere in pratica atti di resistenza culturale. Intensificò inoltre lo studio del francese.
Dall'autunno del 1940 Karol lavorò per quasi quattro anni come manovale in una cava di calcare. Il padre morì nel 1941. Nel 1942, entrò nel seminario clandestino diretto dal cardinale Sapieha, arcivescovo di Cracovia.
Il 29 febbraio 1944, tornando a casa dal lavoro nella cava, fu investito da un camion tedesco, perse coscienza e passò due settimane in ospedale. Riportò un trauma cranico acuto, numerose escoriazioni e una ferita alla spalla. Secondo Testimone della Speranza, la biografia scritta da George Weigel, questo incidente e la sopravvivenza ad esso sembrarono a Wojtyla una conferma della propria vocazione religiosa.
Nell'agosto 1944 iniziò la rivolta di Varsavia e il 6 agosto, il "lunedì nero", la Gestapo perquisì la città di Cracovia deportando i giovani maschi per evitare un'analoga sollevazione. Quando la Gestapo perquisì casa sua, Wojtyla riuscì a scampare alla deportazione nascondendosi dietro una porta e fuggì nell'Arcivescovato, dove rimase fino a guerra finita. La notte del 17 gennaio 1945 i tedeschi abbandonarono la città. I seminaristi recuperarono il vecchio seminario, ridotto in rovine. Karol e un altro seminarista si offrirono volontari per tagliare a pezzi e portare via montagne di escrementi gelati.
Carriera ecclesiastica
Karol Wojtyła venne ordinato sacerdote il 1 novembre, 1946, dall'Arcivescovo di Cracovia, il cardinale Adam Stefan Sapieha. Subito dopo egli si trasferì a Roma per proseguire gli studi teologici presso "l'Angelicum" (Pontificio Ateneo di San Tommaso d'Aquino). Nella tesi di dottorato, che prese in esame la dottrina della fede in San Giovanni della Croce, Wojtyła pose l'accento sulla natura personale dell'incontro dell'uomo con Dio. Ritornato in Polonia nell'estate del 1948, la sua prima missione pastorale fu nel paesino di Niegowić, a venticinque chilometri da Cracovia. Nel marzo 1949 fu trasferito nella parrocchia di San Floriano a Cracovia. Insegnò etica all'Università Jagellonica della città e successivamente all'Università Cattolica di Lublino. Nel 1958 fu nominato vescovo ausiliario di Cracovia, e quattro anni dopo assunse la guida della diocesi quale Vicario Capitolare.
Il 30 dicembre 1963 papa Paolo VI lo nominò Arcivescovo di Cracovia. Sia come vescovo prima che come arcivescovo poi Wojtyła partecipò al Concilio Vaticano II, contribuendo ai documenti per la stesura del Dignitatis Humanae e del Gaudium et Spes, due dei documenti storici più importanti ed influenti prodotti dal concilio.
Fu creato cardinale il 26 giugno 1967 da papa Paolo VI. Nell'agosto del 1978, dopo la morte di Paolo VI, partecipò al conclave che si concluse con l'elezione di Albino Luciani, il cardinale Patriarca di Venezia, che divenne papa Giovanni Paolo I. Avendo appena 65 anni Luciani era considerato un Pontefice giovane in confronto ai suoi predecessori. Tuttavia Wojtyła, che ne aveva 58, avrebbe potuto aspettarsi di partecipare nuovamente ad un conclave prima di raggiungere gli ottant'anni (età massima per i cardinali per partecipare all'elezione del pontefice), ma certo non si aspettava che il suo secondo conclave si sarebbe tenuto così presto. Invece il 28 settembre 1978, dopo solo 33 giorni di pontificato, Giovanni Paolo I morì. Nell'ottobre 1978 Wojtyła fece ritorno in Vaticano per prendere parte al secondo conclave in meno di due mesi.
Il secondo Conclave del 1978
Qualcuno pensa che la sua nomina, come quella del suo predecessore, fu frutto di un compromesso: il conclave, infatti, vide una netta divisione tra due candidati particolarmente forti: il cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, votato dalla parte dell'ala conservatrice, ed il cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze, molto vicino a papa Giovanni Paolo I e sorretto dall'ala più riformista del Collegio dei Cardinali. Nei primi ballottaggi Benelli arrivò a nove voti dall'elezione. Tuttavia Wojtyła si assicurò l'elezione come "compromesso" tra le due candidature opposte, in parte grazie al supporto ottenuto da cardinali come Franz König ed altri che aveva precedentemente appoggiato Siri.
Il 16 ottobre 1978, all'età di 58 anni, Wojtyła succedette a papa Giovanni Paolo I.
L'annuncio della sua elezione (l'Habemus papam) fu dato alle ore 18:45 dal cardinale Pericle Felici. Pochi minuti più tardi il nuovo papa si presentò alla folla riunita in piazza San Pietro, affacciandosi dalla loggia che sovrasta l'ingresso della basilica. Nel suo breve discorso egli si definì come «il nuovo Papa chiamato da molto lontano» e superò subito le diffidenze degli italiani, che vedevano per la prima volta da lungo tempo un pontefice straniero, dicendo «se mi sbaglio mi corigerete!», frase rimasta famosa e che provocò l'applauso dei presenti. Al termine egli impartì la prima benedizione Urbi et Orbi che fu trasmessa in mondovisione
Il giorno seguente il nuovo Pontefice celebrò la messa insieme al Collegio cardinalizio nella Cappella Sistina. Il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero Petrino, quale 263° successore dell’Apostolo Pietro.
Il 5 novembre il Papa visita Assisi, per venerare San Francesco, Patrono d'Italia e si reca anche alla Basilica di Santa Maria sopra Minerva in Roma, per venerare la tomba di Santa Caterina da Siena, Patrona d'Italia. Il 12 novembre Giovanni Paolo II prende possesso, come Vescovo di Roma, della cattedra di San Giovanni in Laterano e il 5 dicembre compie la prima visita alle parrocchie della Diocesi di Roma: San Francesco Saverio nel quartiere della Garbatella.
Attentati subiti
il 13 maggio 1981 subì un attentato che quasi lo uccise da parte di Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, che gli sparò due colpi di pistola in piazza San Pietro, pochi minuti dopo che egli era entrato nella piazza per un'udienza generale, colpendolo all'addome. Wojtyła fu presto soccorso e sopravvisse. Dopo l'attentato egli fu sottoposto ad un intervento durante il quale gli fu impiantato un ano artificiale[1].
Due giorni dopo il Natale del 1983, volle andare in prigione per incontrare il suo attentatore e dargli il suo perdono. I due parlarono da soli per lungo tempo, e la loro conversazione è rimasta ancora oggi privata. Il Papa disse poi dell'incontro: Ho parlato con lui come si parla con un fratello, al quale ho perdonato e che gode della mia fiducia. Quello che ci siamo detti è un segreto tra me e lui. L'attentatore venne in seguito condannato all'ergastolo dalla giustizia italiana per attentato a Capo di Stato estero. Nel 2000, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia: Ali Agca viene perciò estradato dall’Italia e giunse in Turchia, nel carcere di massima sicurezza di Kartal, nel quale stava scontando la pena di dieci anni di reclusione per l'assassinio del giornalista Abdu Ipekci, avvenuto nel 1979.
Alcuni documenti scoperti negli archivi Sovietici e resi pubblici nel marzo 2005 supportano la tesi che l'attentato sia stato commissionato dall'Unione Sovietica ([2]. La commissione Mitrokin ha stabilito che dai documenti risulterebbe che il KGB, in collaborazione con la Polizia della Germania Orientale (Stasi), avesse programmato l'attentato appoggiandosi ad un gruppo terroristico bulgaro di Roma, che a sua volta si sarebbe rivolto ad un gruppo turco radicale. Una relazione di minoranza della stessa commissione ha però negato questa tesi.
Le motivazioni che avrebbero portato l'URSS ad un gesto del genere, non sono state chiarite. Alcuni suggeriscono che i Sovietici temessero l'influenza che un Papa polacco poteva avere sulla stabilità dei loro paesi satelliti dell'Europa Orientale, in special modo la Polonia[senza fonte]. Altri, inoltre, accusano fazioni interne al Vaticano, in particolar modo la cosiddetta massoneria libera che si opponeva a Wojtyła e all'Opus Dei[senza fonte].
Lo stesso Ali Ağca non ha mai voluto rivelare in modo chiaro la verità, ma ha spesso suggerito di aver avuto aiuti dall'interno del Vaticano. Comunque tutte queste informazioni devono essere considerate ipotesi, perché ad oggi non sono state comprovate le circostanze e le motivazioni dell'attentato. Lo stesso Ağca ha spesso cambiato versione sulla dinamica della preparazione dell'attentato.
Un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede analizza l'attentato, mettendolo in relazione con l'ultimo dei Segreti di Fatima[3]. Inoltre il bossolo del proiettile sparato da Alì Agca, per volere del Papa, è stato incastonato nella corona della statua della Vergine a Fatima. L'attentato è avvenuto nel giorno della ricorrenza della prima appartizione della Madonna ai pastorelli di Fatima. Il Pontefice era convinto che fu la mano della Madonna a deviare quel colpo e a salvargli la vita.
Da notare che ci fu anche un altro tentativo di assassinio di Giovanni Paolo II, avvenuto il 12 maggio 1982 a Fatima. Un uomo tentò di colpire il papa con una baionetta, ma fu fermato dalla sicurezza. L'uomo, un sacerdote spagnolo di nome Juan María Fernández y Krohn, si opponeva alle riforme del Concilio Vaticano II e definiva il papa un "agente di Mosca". Fu condannato a sei anni di prigione e quindi espulso dal Portogallo.
Curiosamente, Padre Pio da Pietrelcina aveva predetto che il suo pontificato sarebbe stato breve e sarebbe finito nel sangue. Invece, si è spento serenamente nel suo appartamento, dopo aver battuto il record di durata del pontificato.
I problemi di salute
Essendo il più giovane papa eletto dai tempi di papa Pio IX nel 1846 (eletto papa a 54 anni), Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato in ottima salute. Era un uomo relativamente giovane che, diversamente dai suoi predecessori, faceva abitualmente escursioni, nuotava e sciava. Tuttavia, dopo oltre venticinque anni sul seggio papale, un attentato ed un gran numero di traumi fisici, la salute di Giovanni Paolo cominciò a declinare. Fu vittima di un tumore al colon che gli venne rimosso nel 1992, si slogò una spalla nel 1993, si ruppe il femore nel 1994 e subì l'appendicectomia nel 1996.
Nel 2001 venne stabilito nel corso di una visita ortopedica che, come alcuni osservatori internazionali sospettavano da tempo, Giovanni Paolo II soffriva del Morbo di Parkinson. Ciò venne ufficialmente confermato dal Vaticano nel 2003. Oltre all'evidente tremore alla mano, cominciò a pronunciare con difficoltà più frasi di seguito, e vennero notati anche alcuni problemi uditivi. Soffriva anche di un'artrite acuta al ginocchio destro, che aveva sviluppato in seguito all'applicazione di una protesi, per cui camminava molto raramente in pubblico. Nonostante questi disagi, continuò a girare il mondo. Disse di accettare la volontà di Dio che lo faceva Papa, e così rimase determinato a rimanere in carica fino alla morte, o finché non sarebbe diventato mentalmente inabile in maniera irreversibile. Coloro che lo hanno incontrato dicono che, sebbene provato fisicamente, è sempre stato perfettamente lucido.
Nel settembre 2003, il cardinale Joseph Ratzinger, spesso considerato la «mano destra» del Santo Padre, disse «dovremmo pregare per il Papa», sollevando serie preoccupazioni circa lo stato di salute del Pontefice.
Morte
Il 1° febbraio 2005 fu ricoverato all'Ospedale Gemelli di Roma fino al 10 febbraio; successivamente fu costretto a saltare gran parte degli impegni previsti per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il 27 marzo, giorno di Pasqua, apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Il cardinale Angelo Sodano lesse il messaggio Urbi et Orbi quando il Papa benedisse la folla di mano sua. Tentò di parlare ma non vi riuscì.
Il 30 marzo, mercoledì, il Papa apparve alla finestra su piazza San Pietro per poco tempo. Tentò di parlare ma non vi riuscì. Fu l'ultima volta che si mostrò in pubblico prima di morire.
Morì il 2 aprile 2005 dopo due giorni dal peggioramento del suo stato di salute dovuto ad un'infezione dell'apparato urinario. I funerali si sono svolti sei giorni dopo in Piazza San Pietro ed ad essi hanno partecipato molti capi di stato e di governo e rappresentanti di tutte le religioni oltre ad una folla di alcuni milioni di fedeli.
Il 28 aprile successivo, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La Causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma.
Successione
Subito dopo la morte di papa Giovanni Paolo II è iniziato il periodo di sede vacante ed il processo di successione. Il suo Anello del Pescatore ed il sigillo sono stati distrutti dal cardinale camerlengo, Eduardo Martínez Somalo, a significare la fine della sua autorità papale. L'appartamento papale è stato sigillato ed è iniziato il cerimoniale di nove giorni di esequie. Il corpo di Giovanni Paolo II è stato esposto fino al suo funerale che si è tenuto venerdì 8 aprile.
Dopo l'elezione di Benedetto XVI l'appartamento è stato dissigillato, per consentire al nuovo Papa di prenderne possesso.
Il Pontificato
Il suo pontificato è stato caratterizzato da una intensa attività pastorale che lo ha portato in ogni parte del mondo.
Come il suo predecessore, Giovanni Paolo II cercò di semplificare le tradizioni per rendere il suo pontificato meno simile ad un vero e proprio regno. Decise di non usare il Pluralis Majestatis, riferendosi a sé stesso con «Io» al posto di «Noi». Optò anche per una semplice cerimonia di inaugurazione del papato, al posto della tradizionale Incoronazione Papale, e non ha mai indossato, la Tiara Papale (l'ultimo a farlo nel corso della sua incoronazione fu papa Paolo VI) per enfatizzare il significato profondo del titolo di Servus Servorum Dei ("Servo dei Servi di Dio").
Ha operato per la difesa della pace e per migliorare le relazioni con le altre religioni, in primo luogo con Anglicani ed Ortodossi.
Nei confronti degli Ebrei, ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Israele ed ha chiesto perdono per le mancanze e i peccati dei cristiani verso i "fratelli maggiori" nel corso dei secoli.
Wojtyła ha avuto anche una grande attenzione ai temi sociali. Ha scritto due encicliche sulle distorsioni delle dottrine capitaliste e comuniste: la Laborem Exercens (14 settembre 1981) e la Centesimus Annus (1 maggio 1991), nel centenario della Rerum Novarum di papa Leone XIII.
Ha richiesto più volte a tutti gli stati di rispettare la libertà religiosa dei propri cittadini, il suo primo pronunciamento in tale senso è stata una lettera al segretario delle Nazioni Unite Kurt Waldheim il 2 dicembre 1978 in occasione del trentesimo anniversario della firma della dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1948.
Il 13 maggio 1981 rimase vittima di un grave attentato in Vaticano per mano di Mehmet Ali Agca. Un proiettile gli trapassò l'intestino. L'intervento d'urgenza al Policlinico Gemelli gli salvò la vita. Giovanni Paolo II attribuì all'intercessione della Madonna di Fatima la sua guarigione. Una volta ristabilitosi, il papa visitò in carcere il suo attentatore e gli espresse il suo perdono.
Nel 1982 ha elevato l'Opus Dei al rango di prelatura personale.
Nel 1983 promulgò la nuova versione del Codice di diritto canonico, riformando l'edizione del 1917 che aveva promulgato Benedetto XV.
Il 2 dicembre 1984 confermò la prassi del sacramento della confessione condannando la pratica della confessione comunitaria.
Con l'enciclica Pastor Bonus del 1988 stabilisce l'organizzazione della Curia Romana ed i compiti dei vari dicasteri.
Nel 1989 respinse le richieste di 163 teologi e teologhe riunite nel documento chiamato Dichiarazione di Colonia in cui essi affermavano che non sarebbe dovuta obbedienza alla Santa Sede su alcune particolari questioni di fede (soprattutto riguardo ai temi della Humanae Vitae) e che sarebbe necessaria una consultazione popolare per l'elezione dei vescovi.
Il 15 agosto 1990 nella costituzione apostolica Ex corde ecclesiae stabilisce alcune regole per le Università cattoliche, tra cui il requisito per i docenti dell'approvazione del proprio vescovo.
Il 22 ottobre 1993 confermò la regola del celibato sacerdotale nella Chiesa latina, affermando che bisogna ardire, mai ripiegare.
L'11 febbraio 1997, su indicazione del cardinale Camillo Ruini, nominò Antonio Buoncristiani come delegato ad «esercitare tutte le funzioni spettanti normalmente sia al Superiore generale che al Superiore provinciale» nella Società San Paolo, a controllo delle Edizioni Paoline e e di tutti i periodici da esse gestiti, tra cui Famiglia Cristiana. La vicenda portò alle dimissioni dell'allora direttore Leonardo Zega.
Con il motu proprio Ad tuendam fidem del 1998 ha chiarito il significato della professione di fede del 1989 che stabilisce la necessità per i teologi cattolici di aderire alle "verità" proclamate dal Magistero «in modo definitivo» anche quando queste non siano stabilite come dogma.
Sempre nello stesso anno, con il motu proprio Apostolos suos del 21 maggio chiarì i limiti delle Conferenze episcopali.
Ripetutamente il Pontefice ha ribadito la dignità dell'uomo e il diritto alla vita, come fondamento di tutte le posizioni assunte in tema di morale. Ogni individuo è «unico e irripetibile» ed ogni persona in quanto è a «immagine e somiglianza di Dio» ha una dignità che non è acquisita con meriti, ma è data fin dalla nascita. Il diritto naturale secondo san Tommaso discende dal diritto divino, da un volere del creatore che ha imposto tali leggi alla natura creata. La vita è un diritto in quanto dono di Dio, il Solo che può darla e toglierla. Il diritto alla vita è per il pontefice il fondamento di ogni altro diritto: della persona, e dell'esistenza di una giustizia e di un sistema di diritti a suo riguardo.
Il tema della «cultura della morte»
Il 10 gennaio 2005, durante il messaggio ai diplomatici presso la Santa Sede, antepose a tutti i problemi dell'umanità, compresa la fame, il tema della «sfida della vita»' contro quella che definì come «cultura della morte», rappresentata da aborto, fecondazione artificiale, clonazione, eutanasia, unioni civili e matrimoni omosessuali, dichiarando che «lo Stato ha come suo compito primario proprio la tutela e la promozione della vita umana».
Il tema della «cultura della morte» e la condanna di essa ricorre in numerosi pronunciamenti di Giovanni Paolo II.
Aborto
La sua dottrina ha difeso fortemente la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. Questa posizione è stata per qualcuno di stampo conservatore, mentre altri l'hanno considerata un baluardo nella difesa dei più deboli.
Nell'enciclica Evangelium vitae del 25 marzo 1995 definì «democrazie totalitarie» gli stati democratici che consentono l'interruzione volontaria di gravidanza.
Omosessualità
Il giorno dopo il Gay pride tenutosi a Roma durante il giubileo, espresse «amarezza per l'affronto recato al grande Giubileo dell'anno Duemila e per l'offesa ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo» durante l'Angelus.
Il 25 gennaio 2003 con un decreto della Congregazione per la dottrina della fede esplicitamente voluto «dal sommo Pontefice Giovanni Paolo II, con suprema ed inappellabile decisione senza alcuna possibilità di appello» ordina la dimissione dallo stato clericale di Franco Barbero, della Comunità ecclesiale di base di Pinerolo che aveva simbolicamente benedetto alcuni matrimoni omosessuali.
Ordinazione femminile
Si è espresso contro l'ordinazione al sacerdozio di donne, nel 1979 in risposta ad un rappresentante delle suore degli Stati Uniti disse:
Tale posizione fu ribadita con la lettera apostolica Mulieris dignitatem[5] il 15 agosto 1988 e successivamente il 22 maggio 1994 nella lettera Ordinatio sacerdotalis:
L'ipotesi che per tale pronunciamento si fosse avvalso dell'infallibilità papale è stata immediatamente smentita, ma una tale proclamazione è comunque vincolante per tutti i teologi cattolici.
Divorzio
Ha confermato la posizione della Chiesa contraria all'ammissione di cattolici divorziati al sacramento dell'eucaristia nell'esortazione apostolica Familiaris consortio[7] del 22 novembre 1982.
Il 22 novembre 2001 ha nuovamente espresso tale posizione ai presuli dell'Oceania, dopo che erano stati sollevati dei dubbi durante il Sinodo per l’Oceania tenutosi a Roma nel 1998 e nell'enciclica Ecclesia de Eucharistia del 2003.
Testo del catechismo
Il 15 agosto dell'anno 1997, con la lettera apostolica Laetamur Magnopere[8], approvò e promulgò in modo ufficiale il Catechismo della Chiesa Cattolica, che è stato accolto con diverso umore dai vari ambienti cattolici.
Uno dei temi più controversi riguardava la pena di morte. Pur essendovi una decisa condanna della pena di morte, questa condanna non è totale. Una successiva riscrittura ha eliminato molti dubbi, coniugando il rispetto della dottrina precedente (nello Stato Pontificio si praticava la pena di morte, così come in quasi tutti gli stati dell'epoca) con l'affermazione secondo cui al giorno d'oggi i casi in cui tale pena è lecita sono praticamente inesistenti. Nella versione odierna, il Catechismo scrive (art. 2267):
Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo "sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti"»
Liturgia
Si è espresso contro le sperimentazioni nella liturgia, in un chirografo del 22 novembre 2003 dichiarò che «il sacro ambito della celebrazione liturgica non deve mai diventare laboratorio di sperimentazioni o di pratiche compositive ed esecutive introdotte senza un'attenta verifica», posizione ripetuta nella lettera apostolica Spiritus et Sponsa [10] del 4 dicembre in occasione del quarantesimo anniversario della costituzione sulla liturgia del concilio Vaticano II.
In precedenza il 24 maggio il cardinale Castrillón Hoyos aveva celebrato a nome del papa la messa secondo il rito tridentino nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.
L'incontro con Padre Pio
Nel 1947 la posizione di Padre Pio in seno alla Chiesa non era ancora giunta al suo punto critico: Pio XII era un estimatore del «frate con le stigmate» e al suo arrivo sul soglio di Pietro, nel 1939, aveva ordinato al Sant’Uffizio di «lasciare in pace Padre Pio». Ma il religioso con le stigmate aveva già un lungo calvario di incomprensioni alle spalle: a partire dal maggio 1923, il Sant’Uffizio aveva emanato cinque decreti contro di lui e altri documenti ufficiali che sconfessavano la «soprannaturalità» dei fenomeni mistici che gli venivano attribuiti, in particolare le stigmate.
In quel periodo, quindi, il clero di tutto il mondo sapeva che, ufficialmente, la Chiesa aveva preso le distanze da quel religioso e aveva invitato tutti a non frequentarlo. Ciò malgrado, Wojtyła volle conoscerlo. Finito l'anno scolastico, partì per il Gargano e si trattenne diversi giorni nel convento di Padre Pio. Le cronache registrano che ebbe vari incontri con il frate e che andò a confessarsi da lui.
Wojtyła dimostrò sempre grande considerazione per il frate di Pietrelcina; fu proprio durante il suo pontificato che il frate con le stigmate fu prima beatificato (2 maggio 1999) e poi canonizzato (16 giugno 2002).
Insegnamenti
Giovanni Paolo II proseguì l'insegnamento della dottrina cattolica attraverso la redazione una serie di scritti teologici, che ebbero forte eco all'interno della Chiesa e, spesso, anche al suo esterno.
Un grande risultato di Giovanni Paolo II fu la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, che ha dato alla Chiesa Cattolica di un catechismo molto più aggiornato che in precedenza.
Le sue prime encicliche si soffermarono sul Dio «Uno e Trino»: la prima di esse, Redemptor hominis (1979) riguarda la figura di Gesù; la seconda, Dives in misericordia (1980) parla di Dio; nel 1985 completò la trilogia, con la Dominum et vivificantem sullo Spirito Santo che «è Signore e dà la vita». Giovanni Paolo II mantenne questa focalizzazione su Dio durante tutto il pontificato.
Nella sua visione per il nuovo millennio, contenuta nella Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte del 6 gennaio 2001, un «programma per ogni tempo», enfatizzò l'importanza di «ripartire da Cristo»: «No, non una formula ci salverà, ma una Persona». La prima priorità per la Chiesa è la santità: «Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana». Inoltre, «per questa pedagogia della santità c'è bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell'"arte della preghiera"». La sua ultima enciclica, Ecclesia de Eucharistia (2003) è sull'Eucarestia, che Wojtyła II afferma contenere l'intera ricchezza spirituale della Chiesa: Cristo stesso, enfatizzando il bisogno di «rinnovare la meraviglia» sull'Eucarestia e «contemplare il volto di Cristo».
Altri documenti importanti del suo pontificato sono stati la Laborem exercens (1981) e la Centesimus annus (1991) sui temi del lavoro, la Evangelium vitae (1995) sull'inviolabilità della vita, la Fides et Ratio (1998) sui rapporti tra fede e ragione, e la Veritatis splendor (1993), sulla morale cattolica.
Diversi personaggi hanno criticato Giovanni Paolo II, adducendo che egli abbia bloccato gli sforzi progressivi seguiti al Concilio Vaticano II, diventando un simbolo del lato conservatore della Chiesa Cattolica. La sua opposizione a metodi contraccettivi, aborto e omosessualità è stata continua; un punto molto controverso del suo papato fu la lettera del 1 ottobre 1986 a tutti i vescovi in cui descriveva l'omosessualità come una «tendenza verso un male morale intrinseco» e «un disordine oggettivo». Nel suo libro Memoria e identità afferma che la spinta per il matrimonio gay potrebbe essere parte di «una nuova ideologia del male... che tenta di minare i diritti umani, contro la famiglia e le persone».
- Vedi anche la lista delle Encicliche di Papa Giovanni Paolo II
Viaggi apostolici
Durante il suo pontificato, Giovanni Paolo II ha viaggiato più di tutti i precedenti papi messi assieme. Mentre alcune delle mete dei suoi pellegrinaggi (come gli Stati Uniti e la Terra Santa) erano già stati visitati dal predecessore Paolo VI (soprannominato a volte «il Papa pellegrino»), molti altri paesi non erano mai stati visitati in precedenza da alcun altro Pontefice.
Relazioni con le altre religioni
Papa Giovanni Paolo II ha viaggiato estesamente ed è entrato in contatto con molte diverse fedi. Tuttavia non ha mai cessato di trovare un terreno comune, dottrinale o dogmatico che fosse. Ha stabilito contatti con Israele, pregando al Muro del pianto a Gerusalemme. Inoltre è stato il primo pontefice romano dopo San Pietro a pregare in una sinagoga. Il Dalai Lama, guida spirituale del Buddhismo tibetano ha avuto otto incontri con Giovanni Paolo II, più di ogni altro singolo dignitario. Il Papa e il Dalai Lama spesso hanno condiviso opinioni simili e simili situazioni difficili, in quanto entrambi provenivano da popolazioni che hanno sofferto sotto il comunismo.
Relazioni con il popolo ebraico
Giovanni Paolo II ha scritto e parlato molto sull'argomento delle relazioni della Chiesa con gli ebrei, ed ha spesso reso omaggio alle vittime dell'olocausto in molte nazioni. É stato il primo Papa ad aver visitato il Campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, nel 1979. Uno dei pochi Papi ad essere cresciuto in un clima di fiorente cultura ebraica, che era tra le componenti chiave della Cracovia dell'epoca pre-bellica, il suo interesse per la cultura ebraica risaliva alla prima gioventù. La sua visita alla Sinagoga di Roma fu la prima da parte di un Papa nella storia della Chiesa Cattolica.
Nel marzo 2000, papa Giovanni Paolo II si recò nel memoriale dell'olocausto di Yad Vashem in Israele e toccò il Muro occidentale di Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri del popolo ebraico, promuovendo la riconciliazione tra cristiani ed ebrei.
La Lega Anti-Diffamazione ha recentemente dichiarato: «La Lega Anti-Diffamazione si congratula con papa Giovanni Paolo II in occasione del 25° anniversario del suo pontificato. Il suo profondo impegno nella riconciliazione tra la Chiesa Cattolica ed il popolo ebraico è stato fondamentale per il suo pontificato. Gli ebrei di tutto il mondo sono profondamente grati al Papa. Egli ha sempre difeso il popolo ebraico, come sacerdote nella sua natia Polonia e durante il suo pontificato... Preghiamo che rimanga in salute per molti anni a venire, e che ottenga molto successo nella sua opera santa e che le relazioni tra cattolici ed ebrei continuino a prosperare».[11]
Nel febbraio 2005, l'agenzia Reuters pubblicò estratti dal nuovo libro del pontefice, il suo quinto, Memoria e identità. In esso, il Papa sembra comparare l'aborto all'olocausto, dicendo: «C’è ancora, tuttavia uno sterminio legale di esseri umani che sono stati concepiti ma non sono ancora nati. E questa volta stiamo parlando di uno sterminio che è stato permesso da, niente di meno, parlamenti scelti democraticamente dove normalmente si sentono appelli per il progresso civile della società e di tutta l'umanità». Un dirigente del Consiglio centrale ebraico tedesco definì il confronto inaccettabile. Il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, mise da parte le sue cariche, dicendo che il papa «non stava provando a mettere l'olocausto e l'aborto sullo stesso piano» ma soltanto stava avvertendo che la malvagità alligna dappertutto, «anche nei sistemi politici liberali».
Relazioni con le altre chiese cristiane
Nel 2003, durante la «settimana di preghiera per l’unità dei cristiani» dichiarò che il primato di Pietro è il garante dell'unità dei cristiani; nell'enciclica Ecclesia de Eucharistia ha riaffermato la dottrina della transustanziazione stabilita nel concilio di Trento vietando la partecipazione di fedeli protestanti alla comunione durante la celebrazione eucaristica e degli stessi cattolici al rito della cena delle chiese riformate.
Relazioni con la Chiesa Ortodossa Orientale
Nel maggio 1999, Giovanni Paolo II visitò la Romania. Era la prima volta che un papa visitava una nazione principalmente cristiana ortodossa dopo il Grande Scisma d'Oriente, che aveva visto staccarsi dalla Chiesa cristiana la comunità che volle chiamarsi "ortodossa" nel 1054. La visita nasceva in accoglimento di un invito rivolto da Teotisto, Patriarca e capo spirituale della Chiesa ortodossa rumena. All'arrivo, il papa fu accolto dal patriarca e dal capo di stato rumeno, allora Emil Constantinescu. Il patriarca sottolineò che il secondo millennio della storia cristiana era cominciato con una dolorosa ferita all'unità della Chiesa; la fine di quel millennio assisteva ad un concreto sforzo per ripristinare la cristiana unità.
Domenica 9 marzo il Papa e il Patriarca assistettero ciascuno ad una celebrazione condotta dall'altro (una liturgia ortodossa e una messa cattolica, rispettivamente). Una folla di migliaia di persone si radunò ad assistere alle celebrazioni, tenute all'aperto. Il Papa disse alla folla «Sono qui tra di voi spinto soltanto dal desiderio di autentica unità. Non molto tempo fa era impensabile che il Vescovo di Roma potesse visitare i suoi fratelli e sorelle di fede che vivono in Romania. Oggi, dopo un lungo inverno di sofferenza e persecuzione, possiamo infine scambiarci il bacio della pace e lodare insieme il Signore». Una larga parte della popolazione ortodossa romena si è mostrata favorevole all'idea della riunificazione cristiana.
Due anni dopo, nel 2001, papa Wojtyła fu il primo Pontefice a visitare la Grecia dopo 1.291 anni. La visita non fu serena, il papa fu accolto da manifestazioni ostili e fu snobbato dai vertici della Chiesa ortodossa, che non inviò nessun suo esponente ad accoglierlo all'arrivo.
Ad Atene il Papa si incontrò con l'arcivescovo Christodoulos, capo della chiesa ortodossa di Grecia. Dopo un incontro privato di 30 minuti, i due parlarono pubblicamente. Christodoulos lesse una lista di «13 offese» della Chiesa Cattolica romana nei confronti della Chiesa Ortodossa dai tempi del Grande Scisma, inclusi il sacco di Costantinopoli ad opera dei crociati nel 1204, e lamentò la mancanza di qualsiasi scusa da parte della Chiesa Cattolica, affermando «Fino ad ora non si è udita una sola richiesta di perdono» per i «furiosi crociati del 13° secolo».
Wojtyła rispose dicendo «Per le occasioni passate e le presenti, qualora i figli e le figlie della Chiesa Cattolica abbiano peccato in azioni od omissioni contro i loro fratelli e sorelle ortodossi, che il Signore ci accordi il perdono», al che Christodoulos immediatamente applaudì. Giovanni Paolo II aggiunse che il saccheggio di Costantinopoli era una fonte di «profondo rincrescimento» per i cattolici.
In seguito, Wojtyła e Christodoulos si incontrarono in un luogo dove san Paolo aveva una volta predicato ai cristiani ateniesi. Essi resero pubblica una dichiarazione comune che diceva «Noi faremo tutto ciò che è in nostro potere perché le radici cristiane dell'Europa e la sua anima cristiana siano preservate … Condanniamo ogni ricorso alla violenza, proselitismo e fanatismo nel nome della religione». Le due guide pronunciarono poi il Padre Nostro insieme, rompendo il tabù ortodosso contrario alla preghiera coi cattolici.
Tuttavia, durante la visita il Papa evitò ogni accenno a Cipro, ancora fonte di tensione tra le due fedi.
Giovanni Paolo II visitò altre aree a maggioranza religiosa ortodossa, come l'Ucraina, nonostante non sempre accoltovi calorosamente, ed affermò che la fine dello Scisma sarebbe stato uno dei suoi desideri più profondi.
Domande di perdono
Ha pubblicamente espresso più volte richieste di perdono per quelli che ha considerato come i peccati commessi dai cattolici durante i secoli:
- Il 31 ottobre 1992 per la persecuzione dello scienziato italiano Galileo Galilei ed il processo che seguì nel 1633.
- Il 9 agosto 1993 per il coinvolgimento dei cattolici nella tratta degli schiavi africani.
- Nel maggio 1995, nella Repubblica Ceca, per il ruolo avuto dalla Chiesa nei roghi e nelle guerre religiose che seguirono la riforma protestante.
- Il 10 luglio 1995 inviò una lettera destinata «ad ogni donna» in cui chiedeva perdono per le ingiustizie compiute verso le donne nel nome di Cristo, la violazione dei diritti femminili e per la denigrazione storica delle donne.
- Il 16 marzo 1998, per l'inattività ed il silenzio di alcuni cattolici durante l'Olocausto.
- Il 18 dicembre 1999 per l'esecuzione di Jan Hus nel 1415.
- Durante una Messa il 12 marzo 2000, chiese perdono per i peccati commessi in ogni epoca dai cattolici che violarono «i diritti di gruppi etnici e intere popolazioni, e dimostrarono disprezzo per le loro culture e tradizioni religiose»
- Il 4 marzo 2001 si scusò con il Patriarca di Costantinopoli per i peccati commessi dai Crociati in occasione della Quarta crociata che nel 1204 si mosse contro Costantinopoli invece che verso la Terrasanta.
- Il 21 novembre 2001 chiese scusa, via internet, per gli abusi commessi dai missionari nel passato contro le popolazioni indigene del Pacifico meridionale.
Si è sempre trattato di richieste di perdono «per i peccati dei figli e delle figlie della Chiesa» e non di ammissione di errori da parte della Chiesa stessa.
Posizioni sociali e politiche
Wojtyła è stato considerato un conservatore sulla dottrina della Chiesa cattolica in relazione alla riproduzione e all'ordinazione sacerdotale femminile.
I suoi scritti sulla sessualità umana, raccolti ne La Teologia del Corpo, sono un'estesa meditazione sulla natura dei sessi e le risultanti implicazioni su sesso e amore e diversi critici li considerano un significativo sviluppo dell'insegnamento sessuale della Chiesa, che ha origine con il Cantico dei Cantici e con l'insegnamento sui Sacramenti.
Riguardo all'aborto, scrisse: «C'è ancora, tuttavia, una strage legalizzata di esseri umani che sono stati concepiti ma non sono nati. E questa volta stiamo parlando di una strage che è stata permessa nientemeno che da parlamenti democraticamente eletti, dove normalmente si ascoltano appelli per il progresso civile della società e di tutta l'umanità.»
Sono note le sue critiche nei confronti della Teologia della Liberazione, la quale avrebbe calcato troppo la mano sulla liberazione politica a discapito della liberazione spirituale. La sua azione a contrasto di questa dottrina, in Sud America, fu massimamente energica: richiamò ripetutamente il clero locale per la sua partecipazione diretta a governi comunisti, promosse a cardinali molti sacerdoti di opposta posizione politica (anche quando erano accusati di essere conniventi con regimi dittatoriali di destra), non risparmiò durissime critiche e forti ammonimenti in tutti i suoi viaggi nel continente.
Nell'enciclica Evangelium Vitae del 1995 riaffermò l'alto valore che ha per la Chiesa la vita umana. In essa ha inoltre esteso la condanna dell'aborto, dell'eutanasia e di ogni uso della pena capitale, chiamandole tutte insieme parte della «cultura della morte» di cui sarebbe pervaso il mondo moderno.
Le sue posizioni sulla guerra, la pena capitale, la cancellazione del debito dei paesi poveri, e i temi sulla povertà sono stati considerati politicamente liberali, dimostrando che etichette politiche come «conservatore» e «liberale» non possono essere facilmente assegnate ai leader religiosi.
Papa Wojtyła, che aveva iniziato il suo Pontificato quando i sovietici controllavano ancora la sua terra natale, la Polonia, come pure il resto dell'Europa dell'est, è stato un aspro critico del socialismo reale ed ha offerto supporto a chi lottava per il cambiamento, come il movimento polacco Solidarnosc di Lech Walesa. Il leader sovietico Mikhail Gorbaciov disse una volta che il crollo della Cortina di ferro sarebbe stato impossibile senza Giovanni Paolo II[12]. Questo punto di vista è condiviso da molti negli stati ex-sovietici, che lo vedono, insieme al presidente statunitense Ronald Reagan, come uno degli artefici della dissoluzione dell'Unione Sovietica. In anni successivi, il Papa si mostrò assai critico anche verso gli eccessi del capitalismo.
Nel 2000 firmò pubblicamente la campagna del Giubileo 2000 sulla cancellazione del debito africano, assieme alle star irlandesi del rock Bob Geldof e Bono.
Nel 2003, Giovanni Paolo II divenne un critico di primo piano sull'Invasione americana dell'Iraq. Mandò il suo ministro per la pace, il cardinale Pio Laghi, a parlare con il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush per esprimergli l'opposizione del Vaticano alla guerra. Giovanni Paolo II affermava che spettasse alle Nazioni Unite risolvere il conflitto internazionale attraverso la diplomazia e che un'aggressione unilaterale è un crimine contro la pace ed una violazione del Diritto internazionale.
Durante i negoziati per la redazione della nuova Costituzione europea, nel 2003 e 2004, i rappresentanti del Vaticano fallirono nell'assicurare una qualsiasi menzione alle «radici cristiane dell'Europa», uno degli obiettivi cui il Papa teneva. A più riprese durante il pontificato il Papa ha infatti sottolineato che l'Europa ha ricevuto per prima il "dono" della cristianità.
Papa Wojtyła criticò anche il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nel suo ultimo libro, Memoria e identità, nel capitolo riguardante il ruolo dei legislatori, il Papa parla di «pressioni» sul Parlamento Europeo per permettere il matrimonio omosessuale. Secondo l'agenzia di stampa Reuters il papa ha scritto a proposito della corrente ideologico-culturale che propugna la formalizzazione delle unioni omosessuali: «È legittimo e necessario chiederci se non sia parte di una nuova ideologia del male, forse più insidiosa e nascosta, che tenta di scagliare i diritti dell'uomo contro la famiglia e contro l'uomo».
Il 13 gennaio 2005, ricevendo l'allora presidente della regione Lazio Francesco Storace, espresse «vivo compiacimento per l’approvazione dello Statuto della Regione Lazio. Esso infatti, oltre a sottolineare il ruolo di Roma come centro del Cattolicesimo, riconosce esplicitamente il primato della persona e il valore fondamentale della vita. Riconosce, inoltre, i diritti della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio e si propone di sostenerla nell’adempimento della sua funzione sociale, facendo esplicita menzione dell’Osservatorio regionale permanente sulle famiglie. Lo Statuto prevede anche che la Regione garantisca il diritto allo studio e la libertà di scelta educativa»
Le critiche
Malgrado la sua popolarità, Giovanni Paolo II fu oggetto anche di molte critiche.
Sostegno alle dittature di destra
Una delle critiche rivoltegli è che nella sua opposizione al comunismo abbia finito col sostenere sistemi politici o vere e proprie dittature di destra. In particolare sono stati criticati i suoi rapporti col dittatore cileno Augusto Pinochet; da parte vaticana si replica che il Papa avrebbe rivolto pressioni al dittatore per il ripristino della democrazia e che la nota fotografia che li ritrae insieme in pose cordiali sia stata strumentalmente realizzata mediante espedienti dell'entourage cileno. Quando Pinochet venne arrestato in Gran Bretagna, per essere estradato in Spagna, il papa gli mandò una lettera di solidarietà. Anche il preteso avallo delle posizioni del cardinale Pio Laghi, che avrebbe appoggiato la cosiddetta "guerra sporca" dell'Argentina, è stato oggetto di critica. A questo proposito è necessario sottolineare che Wojtyla non ebbe alcun problema neanche ad intrattenere relazioni, per esempio, anche con dittatori di sinistra come Fidel Castro.
Anche la mancata beatificazione di vescovi e sacerdoti vittime delle dittature di destra Latinoamericane (in particolare del Cile sotto Pinochet) è stata criticata come una mancata presa di distanze da questi regimi.
Supporto all'Opus Dei
Anche l'autorevole supporto alla prelatura dell'Opus Dei e la canonizzazione del suo fondatore, Josemaría Escrivá de Balaguer, sono stati visti come legittimazione di ciò che taluni considerano un culto sui generis di fatto autonomamente operante in seno alla Chiesa; Il Papa, si ribatte, avrebbe invece operato anche in questo caso per la sostanziale unità della Chiesa, per la difesa dei suoi principi fondanti. Oltre a quella di Escrivá, anche altre canonizzazioni hanno destato perplessità perché premianti personaggi in qualche modo legati ad ideologie di destra, se non proprio favorevoli al fascismo o ad altri regimi dittatoriali. L'accusa è seccamente respinta dagli ambienti vaticani.
Sessualità
Altre critiche vennero dalle posizioni in materia di sessualità. Non solo esponenti del femminismo, ma anche molti cattolici, trovarono inaccettabile il ruolo della donna proposto da questo pontificato, così come il confermato rifiuto del sacerdozio femminile. Va detto che dall'altra parte si richiama una nota scritta dal papa alle donne, nella quale il pontefice esprime un ringraziamento per l'opera che svolgono.
Militanti omosessuali, radicali e laici inevitabilmente hanno trovato indisponente la reiterata sottolineatura della condizione di inaccettabilità perché "contro natura" del rapporto affettivo omosessuale, base del rifiuto della formalizzazione del matrimonio omosessuale (definito come "minaccia della società"), e trovano piuttosto offensiva la sfumatura dottrinale che non considera un peccato in sé la condizione di omosessuale mentre condanna l'espressione in atti di tale condizione (quindi il consiglio di celibato e astensione dai comportamenti definiti devianti).
Più vasta opposizione trovò invece la posizione di questo pontificato nei confronti della contraccezione. Dal Vaticano si riaffermava con vigore la posizione dottrinale tradizionale, per la quale l'uso del sesso deve rispettare i due significati dell'espressione della comunione reciproca degli sposi e della procreazione, ed essere praticato solo nell'ambito del matrimonio (esclusivamente eterosessuale). Di fronte a questa posizione la polemica si accese in ragione della gravissima epidemia di AIDS che colpì praticamente tutti i paesi del mondo. Contrariamente alla maggior parte dei governi (compreso quello della Polonia), che produssero campagne di informazione per sollecitare i giovani all'uso del profilattico, come strumento di difesa dal contagio, la Chiesa intraprese una solitaria quanto vigorosa campagna contro la promiscuità e la leggerezza dei costumi, proponendo la castità (cioè l'uso della sessualità nei soli ambiti permessi dalla legge morale cristiana) come soluzione all'avanzata del virus.
In argomento di governo del clero, il papa fu oggetto di critiche, soprattutto nell'America del Nord, a causa dei ripetuti casi che vedevano vescovi e sacerdoti coinvolti in scandali di pedofilia, e per i quali fu accusato di non aver fornito una valida risposta né "riportando all'ordine" i suoi rappresentanti, né tantomeno commentando i fatti accaduti, come forse taluno si sarebbe atteso.
Se molte critiche venivano da ambienti culturali "progressisti", altre, non meno profonde, venivano invece dagli ambienti dei tradizionalisti, i quali continuavano come già prima a rifiutare le innovazioni del Vaticano Secondo e premevano per un ritorno alla tradizione tridentina (quella cioè consolidatasi a seguito del Concilio di Trento).
Interventismo politico, ateismo e laicità
Contestato anche il continuo rivendicare privilegi secolari, attraverso un nuovo interventismo politico di cui l'Italia è stata il principale destinatario. Interventismo che spesso è stato visto come forma d'ingerenza e ha trovato nelle istituzioni repubblicane un interlocutore disposto ad assecondare il clero oltre i limiti dettati dalla laicità dello Stato.
Gli atei accusano Giovanni Paolo II di aver sempre considerato l’ateismo un banale sinonimo di comunismo, e abbia più volte equiparato l’apostasia alla degradazione morale, come ad esempio l’affermazione contenuta nell’enciclica Centesimus Annus: La negazione di Dio priva la persona del suo fondamento. Ancora, quando, nell'omelia di Confessione dei peccati, inserì l’ateismo tra i mali di oggi.
E' stata anche contestata la centralizzazione delle decisioni in materia di politica estera e nomine, e la scarsa tolleranza verso la teologia "della Liberazione".
Altro
Il motto apostolico di Giovanni Paolo II era Totus Tuus ("tutto tuo"); lo prese dalla preghiera di consacrazione a Maria di San Louis Marie Grignion de Montfort (gli venne proposto di dichiararlo Dottore della Chiesa).
Alla morte di Ibrahim Rugova, 21 gennaio 2006, i mezzi di comunicazione hanno riportato le insistenti voci di una sua conversione segreta al cattolicesimo, con battesimo, da parte di papa Giovanni Paolo II, in data 24 aprile 1994.
L'arcivescovo Stanisław Dziwisz è stato il segretario privato del pontefice. Anche lui polacco, ordinato nel 1963 dal vescovo Wojtyła, è diventato il secondo segretario dell'arcivescovo Wojtyła nel 1966, e, poco dopo, il segretario principale. Fu nominato vescovo da papa Giovanni Paolo II nel 1998.
Secondo un articolo del New York Post del 19 febbraio 2002, Giovanni Paolo II ha personalmente eseguito tre esorcismi durante il suo papato. Il primo esorcismo fu fatto nel 1982 su una donna che si contorceva a terra. Il secondo fu nel 2000, quando eseguì il rito su una diciannovenne che dette in escandescenze in Piazza San Pietro. Un anno dopo, nel settembre 2001, esorcizzò una donna ventiduenne.
In suo onore sono stati intitolati i seguenti aeroporti:
- all'aeroporto di Cracovia è stato dato il nome di Aeroporto Internazionale Giovanni Paolo II (IATA: KRK)
- all'Aeroporto di Bari-Palese è stato dato il nome di Aeroporto internazionale di Bari "Karol Wojtyla" (IATA: BRI)
Nel 2004 ricevette un Premio Carlomagno straordinario da parte della città di Aachen, in Germania.
Che abbia canonizzato più santi di tutti i suoi predecessori è difficile da provare, poiché i documenti relativi a molte delle prime canonizzazioni sono incompleti, mancanti o poco accurati: è noto che l'abolizione, da parte sua, dell'ufficio di Promotor Fidei (Promotore delle Fede, noto anche come Avvocato del Diavolo) ha reso più scorrevole il processo di canonizzazione. É comunque significativa l'assoluta discontinuità con tutti i suoi predecessori più prossimi: si calcola che fino all'ottobre 2004, abbia beatificato ben 1.340 cristiani.
Nel giorno della nascita di Wojtyła, (18 maggio 1920 in Polonia) si verificò un'eclissi solare. Nel giorno del suo funerale (8 aprile 2005 in Italia), si verificò un'altra eclissi solare. thumb|right|Il funerale di Giovanni Paolo II
Dati sul pontificato
Durante il suo pontificato ha scritto 14 encicliche, proclamato ben 482 santi e percorso 1.163.865 chilometri in aereo; il suo è stato il 3° pontificato più lungo della storia.
Riferimenti e note
- ^ Informazioni sull'intervento chirurgico dopo l'attentato, dall'Accademia romana di chirurgia:
- ^ (EN) Stasi Files Implicate KGB in Pope Shooting - DW-World.de
- ^ Il messaggio di Fatima - Congregazione per la dottrina della fede
- ^ Discorso del santo padre Giovanni Paolo II alle religiose
- ^ Mulieris Dignitatem Lettera apostolica del sommo pontefice Giovanni Paolo II sulla dignità e vocazione della donna nell'anno mariano
- ^ Ordinatio Sacerdotalis Lettera apostolica del papa Giovanni Paolo II ai vescovi della chiesa cattolica sull'ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini
- ^ Familiaris Consortio Esortazione apostolica di sua santità Giovanni Paolo II all'episcopato al clero e ai fedeli di tutta la chiesa cattolica circa i compiti della famiglia cristiana nel mondo di oggi
- ^ Lettera apostolica Laetamur Magnopere
- ^ Catechismo della Chiesa Cattolica
- ^ Spiritus et Sponsa Lettera apostolica del sommo pontefice Giovanni Paolo II nel XI anniversario della costituzione sacrosanctum concilium sulla sacra liturgia
- ^ (EN) Statement on the 25th Anniversary of Pope John Paul II's Papacy - Anti-defamation League
- ^ (EN) Gorbachev: Pope was 'example to all of us' - CNN.COM
Bibliografia
Scritti di Giovanni Paolo II
Tale bibliografia riporta parte dei libri, dei saggi e delle raccolte di scritti da Giovanni Paolo II:
- Memoria e Identità: Conversazioni a cavallo dei millenni (2005)
- Alzatevi, andiamo! (2004)
- Fondare la civiltà dell'amore. Preghiere e meditazioni (2001)
- Un invito alla gioia (1999)
- Padre... (1999)
- Maria, Maria stella del mattino. Chi prega ha in mano il timone della propria vita (1997)
- Non temiamo la verità (1995)
- Varcare la soglia della speranza (1994)
- Parole sull'uomo (1989)
- Sia pace!
- Aprite i vostri cuori
- Non uccidere in nome di Dio
- 50 parole per il nuovo millennio
- Pregherò per voi
- Trittico romano. Meditazioni (2003)
- Pensieri sparsi. Coraggiosi nella verità generosi nell'amore
- Strade d'amore
Bibliografia critica
- Juan Arias, L’enigma Wojtyla, Borla, 1986.
- Carlo Cardìa, Karol Wojtyla. Vittoria e tramonto, Donzelli, 1994.
- Filippo Gentiloni, Karol Wojtyla. Nel segno della contraddizione, Baldini & Castoldi, 1996.
- Mario Alighiero Manacorda e Giovanni Franzoni, Le ombre di Wojtyla, Editori Riuniti, 1999.
- Luigi Sandri, L’ultimo papa re, Datanews, 1996.
- Discepoli di verità. All’ombra del Papa infermo, Kaos Edizioni, Milano, 2001, ISBN 88-7953-095-X. (recensione)
Voci correlate
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Papa Giovanni Paolo II
- Wikiquote contiene citazioni di o su Papa Giovanni Paolo II
- Wikibooks contiene testi o manuali su Papa Giovanni Paolo II
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Papa Giovanni Paolo II
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Papa Giovanni Paolo II
Collegamenti esterni
- Papa Giovanni Paolo II sul sito del Vaticano
- Il Catechismo della Chiesa Cattolica
- Biografia del pontificato di Giovanni Paolo II
- Gli utenti di Internet porgono omaggio a Giovanni Paolo II
- aspetti meno noti nei XXVII anni di Pontificato di Giovanni Paolo II
- "Il Papa che ha fallito", riflessioni di Hans Kung
- Processo di beatificazione
- Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II
- Le vittime di Wojtyla dal Sito dell'UAAR, da cui sono state tratte parti di questa voce.
- Papa Giovanni Paolo II testi con concordanze e liste di frequenza
- Papa Giovanni Paolo II frasi, preghiera, intervento e morte file audio
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