Romagna
La Romagna (Rumâgna in dialetto romagnolo) è una regione storica, linguistica e geografica dell'Italia settentrionale, la cui parte più consistente forma insieme all'Emilia la regione amministrativa dell'Emilia-Romagna. Altri territori sono invece inseriti in regioni limitrofe, mentre una parte costituisce la Repubblica di San Marino.
Romagna | |
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Stati | ![]() ![]() |
Regioni | ![]() ![]() ![]() |
Territorio | 37% pianura, 50% collina, 23% montagna |
Superficie | 6,380,6 km² |
Abitanti | 1,107,057 (2010) |
Densità | 173 ab./km² |
Lingue | italiano, diffuso e parlato il dialetto romagnolo |
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Il toponimo Romagna deriva dal tardo latino Romània e risale al VI secolo d.C., quando l'Italia fu divisa in longobardica e Romana, cioè soggetta ai Longobardi e all'Impero Romano d'Oriente. "Romània" assunse quindi il significato generico di "mondo romano" (in opposizione a quello barbarico-longobardo). Con la creazione dell'Esarcato d'Italia (con capitale Ravenna), il termine assunse poi un'accezione geograficamente determinata, indicando la parte della penisola rimasta legata all'Impero romano.
Geografia
Superficie della Romagna
- Area geografica
La Romagna come realtà omogenea dal punto di vista geografico ha la forma di un quadrilatero, i cui lati sono:
- a nord il corso del fiume Reno-Primaro (fino al 1152 ramo principale del fiume Po), dal punto in cui riceve le acque del torrente Sillaro (in località Bastia) fino alla foce nel Mare Adriatico. Il lato nord separa la Romagna dal Ferrarese.
- a nord-ovest il corso del Sillaro, per tutto il suo percorso dalle sorgenti alla confluenza con il Reno. Il lato nord-ovest è il confine con il Bolognese.
- dalle sorgenti del Sillaro verso est, il lato meridionale segue lo spartiacque dell'Appennino tosco-romagnolo. Le cime che delimitano la dorsale sono il Monte Bastione (1190 m), vicino a Pian del Voglio e Sasso di Castro (1277 m), vicino a Roncobilaccio. La linea spartiacque prosegue fino al Monte Maggiore nell'Alpe della Luna (provincia di Arezzo). Il lato meridionale separa la Romagna dalla Toscana.
- il lato ovest-est corre pressoché in linea retta lungo lo spartiacque fra il torrente Conca e il fiume Foglia; nodi orografici sono il Sasso di Simone e il Monte Carpegna; poi la Faggiuola di Monte Cerignone, fino al promontorio di Fiorenzuola di Focara, poco a sud di Gabicce. La linea ovest-est stabilisce il confine tra Romagna e Marche. Il crinale attraversa la via Flaminia in località Siligata (7 km da Gabicce e 9 km da Pesaro).
- il lato est è rappresentato dalla costa adriatica.
Considerando i soli elementi naturali del territorio, i lati del quadrilatero romagnolo misurano come segue:
- Corso del Reno (dalla Bastia): 40 km;
- Corso del Sillaro: 74 km
- Spartiacque montani: 215 km;
- Coste marine: 94 km.
È possibile misurare l'area della Romagna sulla base delle carte dell'Istituto Geografico Militare; il calcolo dà come risultato 6.380,6 km² [1], di cui 2334,3 km² pertinenti alla pianura (36,4%) e 4046,3 km² di zona montagnosa (63,6%) [2].
- Vertici astronomici
La posizione astronomica dei punti estremi dei confini romagnoli è così indicata:[3]
- al nord, la foce del fiume Reno: 44°37' lat. N;
- al sud, il Monte Maggiore: 43°39' lat. N;
- all'est, Monte Mario: 0°23' long. E;
- all'ovest, l'elevazione (senza nome) che a quota 952 m. domina il Passo della Futa: 1°11' long. O.
- Area idrografica
Dal punto di vista idrografico, è possibile intendere come Romagna la destra orografica della valle del Sillaro e poi le vallate dei fiumi: Santerno, Senio, Lamone, Montone, Rabbi, Bidente, Savio, Rubicone, Marecchia e Conca, e relativi affluenti.
- Circoscrizioni ecclesiali
L'area geografica romagnola è in gran parte coincidente con quella delle diocesi di Imola, Faenza-Modigliana, Forlì-Bertinoro, Cesena-Sarsina, Ravenna-Cervia, Rimini e San Marino-Montefeltro.
- Circoscrizioni amministrative
Dal punto di vista amministrativo, la Romagna invece risulta frazionata in più realtà, anche distanti fra loro.
La parte maggiore (7/10) è nella regione Emilia-Romagna: interamente romagnole sono le tre province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini; a esse si deve aggiungere la città di Imola (BO) e alcuni comuni limitrofi (Dozza, Mordano, Casalfiumanese, Borgo Tossignano, Fontanelice e Castel del Rio), tuttavia non l'interezza del Circondario Imolese, che comprende anche tre centri emiliani (Castel San Pietro Terme, Medicina e Castel Guelfo di Bologna).
A questi territori se ne aggiungono altri (2/10) nella regione Marche: in provincia di Pesaro-Urbino parte del Montefeltro, Gabicce Mare, Gradara e parte del Comune di Pesaro (i comuni del Montefeltro legati da secoli alla Romagna sono:Mercatino Conca, Monte Cerignone, Montecopiolo, Monte Grimano Terme e Sassofeltrio).
Infine 1/10 del territorio romagnolo è in Toscana: generalmente si considerano parte del territorio romagnolo anche il comune di Badia Tedalda e una parte del comune di Sestino in Provincia di Arezzo, nonché Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Marradi nella Provincia di Firenze, tutti territori situati sul versante Adriatico.
La città più popolosa della Romagna, nonché più ricca di storia, è Ravenna, ma Dante considerava Forlì 'meditullium' (punto centrale) della Romagna.
Clima
La Romagna è interessata da un clima temperato subcontinentale che varia con l'altitudine e la distanza dalla costa. Anche se non si discosta troppo da quello presente nel resto dell'Italia settentrionale, il clima della Romagna assume caratteristiche proprie dovute al progressivo assottigliarsi della fascia pianeggiante, il che attenua pur debolmente i caratteri di continentalità, alla fisiologica esposizione ai venti nell'asse sud-ovest-nord-est e, in definitiva, alla latitudine inferiore.
Storia
La Romagna fu abitata già dall'epoca preistorica, come dimostrano molti ritrovamenti. Uno dei siti archeologici più interessanti è Monte Poggiolo, presso Castrocaro Terme e Terra del Sole, dove sono stati ritrovati, a partire dal 1983, migliaia di reperti archeologici risalenti a circa un milione di anni fa.
I più antichi abitanti dell'attuale Romagna di cui si hanno testimonianze archeologiche furono gli Umbri e gli Etruschi. Si deve ai primi la fondazione si Sarsina; i secondi fondarono Verucchio e Rimini. A partire dal IV secolo a.C. il territorio fu conquistato da un popolo che dette un'importante impronta alla Romagna: i Celti. Tra le numerose tribù celtiche che scesero in Italia, sono da elencare Senoni, i Lingoni, e i Boi.
La permanenza dei Celti fu minacciata, a partire dal III secolo, dalla potenza dei Romani. Celti e romani si scontrarono per la prima volta nel 295 a.C. Sentino. sconf conquistarono la zona e succesivamente iniziò il tramonto dei Senoni, che pochi anni dopo furono definitivamente sopraffatti.
Tra il 191 al 187 a.C. viene costruita la via Emilia tra Rimini e Piacenza.
Giulio Cesare il 10 gennaio del 49 a.C. attraversò il fiume Rubicone (o il Pisciatello) alla testa di un esercito, violando apertamente la legge che proibiva l'ingresso armato dentro i confini dell'Italia e dando il via alla seconda guerra civile, pronunciando la celeberrima frase: Alea iacta est.
Dopo Cesare e il successivo potere augusteo la storia della Romagna ricalcò quella di un impero che dopo secoli di costante declino inizia a dare segni di collasso, per poi cedere sotto il peso delle continue invasioni germaniche.
L'invasione decisiva per le sorti dell'Italia fu quella dei Longobardi (568 d.C.). La penetrazione longobarda cambiò la storia della penisola: per la prima volta dopo secoli l'Italia si ritrovò divisa: da una parte i possedimenti longobardi; dall'altra i territori romano-bizantini. Questi ultimi furono riuniti nell'Esarcato d'Italia con capitale Ravenna. Nei secoli successivi l'Italia bizantina fu autonomamente governata dall'Esarca di Ravenna con leggi, lingua e costumi romano-bizantini. La Romagna restò come una sorta di isola rispetto al restante territorio italiano.
Dopo una fase di alterne vicende nel controllo politico della Romagna tra i Longobardi e l'esarca di Ravenna, i Longobardi conquistarono Ravenna (751), ponendo fine all'Esarcato. L'intervento dei Franchi, chiamati da papa Stefano II fu decisivo per la storia della penisola nei secoli successivi: il re Pipino il Breve, invece di restituire i territori all'imperatore di Costantinopoli, li donò alla Santa Sede, ponendo così inizio allo Stato Pontificio. Per Romagna iniziò un lunghissimo periodo (oltre mille anni) di storia all'interno dello Stato della Chiesa.
Nel XII secolo le istituzioni comunali si diffusero in tutte le città romagnole. Tutta la Romagna era ricompresa nella Provincia Romandiolæ, una delle cinque province dello Stato Pontificio (comprendeva tutto il territorio dal fiume Foglia al Panaro). Nel corso del XIII secolo infuriarono le lotte tra guelfi (fedeli al papa) e ghibellini (contrari al papa e alleati con l'imperatore del Sacro Romano Impero). Nel Medioevo, i principali centri della Romagna raggiunsero il numero di sette: Ravenna, Forlì, Rimini, Faenza, Cesena, Imola e Cervia. Tali rimasero fino ai giorni nostri.
Tra il 1499 e il 1500 Cesare Borgia, su mandato di papa Alessandro VI, sconfigge una dopo l'altra le signorie delle città romagnole, a cominciare da Forlì e Imola. Il Papa lo proclamò "Duca di Romagna" ed il Borgia pose a Cesena la sua Capitale; nel 1507, il ducato viene smembrato e la Romagna rientra nello Stato Pontificio. Negli anni Quaranta la Provincia Romandiolæ fu suddivisa in due: da una parte Bologna e dall'altra la Romagna. Al territorio romagnolo venne conferito ufficiale riconoscimento con la nascita della Legazione di Romagna. Nel 1559 la pace di Cateau-Cambrésis configurò un nuovo assetto degli equilibri tra gli Stati italiani. I territori a sud del Po furono suddivisi tra: Farnese (duchi di Parma e Piacenza), Estensi (duchi di Ferrara, Modena e Reggio) e Stato Pontificio (Romagna). Fu un assetto stabile, che rimase immutato per circa tre secoli.
Nel 1796 i francesi di Napoleone invasero la penisola. La Romagna fu suddivisa in due circoscrizioni: il Dipartimento del Pino (con capoluogo Ravenna) e Dipartimento del Rubicone (con capoluogo Forlì). La "capitale" della Romagna napoleonica fu Forlì. Napoleone significò anche sommi torti: nel 1800 il Bonaparte chiuse l'Università di Cesena (vecchia di cinque secoli) in parte per non dare concorrenti a Bologna e in parte per fare uno sgarbo a Pio VI, pontefice di origine cesenate irriducibile avversario del generale francese. La parabola di Napoleone ebbe termine nel 1814 con la sconfitta contro la coalizione delle potenze europee.
Nel 1815 il Congresso di Vienna ripristinò lo status quo ante. La Romagna ritornò nello Stato della Chiesa. Con una modifica: al posto di una Legazione unica furono create due Legazioni: una con capoluogo Ravenna e una seconda con capoluogo Forlì. La prima metà dell'Ottocento fu scossa da frequenti ribellioni. La Romagna partecipò a tutti i principali moti che attraversarono il periodo: nel 1820, 1830-31 e nel 1848. L'esercito austriaco, che controllava militarmente i territori a sud del Po per conto del pontefice, represse le sommosse.
Nell'aprile del 1859, scoppiò la Seconda guerra d'indipendenza tra Regno di Sardegna e Impero austriaco. L'Austria, vedendo la sconfitta, richiamò in patria tutte le truppe impegnate all'estero. La Romagna fu quindi presa dall'esercito sabaudo. Fu avviata una riorganizzazione del territorio, che non aveva subito sostanziali modifiche dalla pace di Cateau-Cambrésis (1559). Per la Romagna le modifiche più importanti furono due: il passaggio del comprensorio di Lugo sotto Ravenna e il distacco di Imola, che fu aggregata a Bologna.
I plebisciti d'annessione al Regno di Sardegna dell'11 e 12 marzo del 1860 confermarono la situazione di fatto sancendo la fine del dominio pontificio in Romagna. Il 15 marzo, visti i risultati dei plebisciti, i territori vennero annessi definitivamente al Regno di Sardegna, che divenne, il 17 marzo 1861 Regno d'Italia.
Nel 1923 dodici comuni del circondario di Rocca San Casciano, parte della cosiddetta Romagna toscana, già della provincia di Firenze passano alla Provincia di Forlì.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, anche la Romagna diede il suo contributo alla lotta di resistenza. In particolare, in provincia di Forlì nasce la prima repubblica partigiana, la repubblica del Corniolo.
Nella primavera del 1944 i tedeschi avevano costruito una linea fortificata, denominata Linea gotica, che si estendeva da Rimini a La Spezia. La linea gotica costituiva l'ultima forte linea difensiva tedesca prima della pianura padana.
Il 25 agosto del 1944 scattò l'Operazione Olive, la prima città liberata fu Rimini (21 settembre), mentre l’ultima fu Faenza (16 dicembre). Diversa invece la situazione di tutti i paesi a nord del Senio, che vivono un altro inverno di occupazione nazifascista e dovranno attendere, assieme a Imola e Bologna, l'aprile del 1945 per tornare liberi.
La battaglia politica per il riconoscimento costituzionale della Romagna, che non si era affermato con il regno sabaudo, tornò all'ordine del giorno dopo il 2 giugno 1946, entrando nei lavori dell'Assemblea Costituente. A sostenere l'autonomia romagnola furono personaggi come Aldo Spallicci, Giuseppe Fuschini, Emilio Lussu.
Nel 1989 furono avviati gli insediamenti universitari di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, con l'attivazione dei primi corsi di laurea decentrati dell'Ateneo di Bologna.
Nel 1992 il circondario di Rimini fu eretto a provincia: la città divenne il terzo capoluogo romagnolo. Nel 2009 sette comuni dell'alta Valmarecchia passarono, tramite referendum, dalle Marche alla Provincia di Rimini. Fu un fatto storico poiché per la prima volta una modifica territoriale tra due regioni avveniva nella corretta applicazione dell'art. 132 della Costituzione[4].
Nella letteratura
La Romagna nella Divina Commedia
Il primo poeta a parlare della Romagna fu Dante Alighieri. Esiliato in Romagna, vi ha interamente composto la Divina Commedia. Il sommo poeta visse gli ultimi anni a Ravenna, dove morì nel 1321; la città ne conserva tuttora le spoglie.
Nel poema, i romagnoli compaiono in grande quantità, secondi solamente ai toscani. La prima citazione appare nel V Canto dell'Inferno, dove Francesca da Rimini descrive in pochi tratti il territorio romagnolo:
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui...»
Nell'Ottava bolgia dell'Inferno, dove sono condannati i consiglieri fraudolenti, Dante viene fermato da Guido da Montefeltro (1223-1298), che gli chiede: Dimmi se Romagnuoli han pace o guerra. Il poeta gli risponde ricordando la Romagna con affetto e melanconia (vv. 37-39). Poi fa un quadro aggiornato della situazione politica città per città:
- Ravenna (vv. 40-42) è sempre sotto i Da Polenta, che hanno esteso il proprio dominio sulla vicina Cervia;
- Forlì (vv. 43-45), dopo il sanguinoso eccidio dei francesi inviati dal Papa, per toglierla proprio a Guido, è ora sotto il dominio degli Ordelaffi;
- Rimini (vv.46-48), è governata dai Malatesta, famiglia proveniente da Verucchio, che ha spodestato Montagna dei Parcitati;
- Faenza e Imola (vv. 49-51), indicate dai loro fiumi (rispettivamente Lamone e Santerno), stanno sotto Maghinardo Pagani, il cui emblema è un leone in campo bianco;
- Cesena (vv. 52-54), indicata dal fiume Savio che la bagna, vive tra tirannia e libero comune.
sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni;
ma 'n palese nessuna or vi lasciai.
Ravenna sta come stata è molt'anni:
l'aguglia da Polenta la si cova,
sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni.
La terra che fé già la lunga prova
e di Franceschi sanguinoso mucchio,
sotto le branche verdi si ritrova.
E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio,
che fecer di Montagna il mal governo,
là dove soglion fan d'i denti succhio.
Le città di Lamone e di Santerno
conduce il lïoncel dal nido bianco,
che muta parte da la state al verno.
E quella cu' il Savio bagna il fianco,
così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte,
tra tirannia si vive e stato franco.»
Il Po di Primaro costituiva il limite settentrionale della regione, inclusi i suoi rami deltizi. Nel XIV canto del Purgatorio, infatti, il sommo poeta scrive che la Romagna si estendeva:
Nello stesso canto Dante ricomprende esplicitamente il Montefeltro nella Romagna, allorché incontra con Guido del Duca, bertinorese, e Rinieri da Forlì e si lamenta con essi del degenerare delle nobili schiatte romagnole:
Pier Traversaro e Guido di Carpigna?
O Romagnoli tornati in bastardi.»
In un commento alla Divina Commedia, il quattrocentesco Giovanni di Serravalle conferma l'inclusione del Montefeltro nella Romagna. Così commenta il passo in cui Dante fa cenno a San Leo: In Romandiola est unus mons qui dicitur Monsfeltri, super illum est una civitas quae vocatur Sancti Leonis.
La Romagna nelle poesie di Giovanni Pascoli
In una delle sue celeberrime raccolte, Myricae, Giovanni Pascoli descrive la Romagna con versi che sono rimasti immortali:
cui regnarono Guidi e Malatesta;
cui tenne pure il Passator cortese,
re della strada, re della foresta.»
Società
Evoluzione demografica
Pos. | Comune | Prov. | Abitanti |
---|---|---|---|
1 | Ravenna Ravenna | Ravenna |
159.754 |
2 | Rimini Rimini | Rimini | 143.793 |
3 | Forlì Forlì | Forlì-Cesena | 118.312 |
4 | Cesena Cesena | Forlì-Cesena | 97.204 |
5 | Imola Imola | Bologna | 69.266 |
6 | Faenza Faenza | Ravenna | 58.299 |
7 | Riccione Riccione | Rimini | 35.314 |
8 | Lugo Lugo | Ravenna | 32.774 |
9 | Cervia Cervia | Ravenna | 28.578 |
10 | Cesenatico | Forlì-Cesena | 25.623 |
Etnie e minoranze straniere
Lingue e dialetti
Oltre alla lingua italiana, in Romagna non sono ufficialmente riconosciute altre lingue. Il dialetto locale è il dialetto romagnolo, incluso nella famiglia dei dialetti Galloitalici.
Il dialetto è caratterizzato da un forte rilievo delle consonanti nelle parole e da una notevole moltiplicazione dei fonemi vocalici rispetto all'italiano, che ne ha solo sette. Esistono comunque varie forme del dialetto stesso; quello di Cesena è abbastanza differente da quello di Rimini ma anche da quelli di Ravenna e Forlì.
Il dialetto romagnolo ha antiche origini neolatine; ad esso va geneticamente riconosciuta pari dignità con l'italiano. Il toscano e il romagnolo sono lingue contemporanee [6].
Riviste culturali
Le riviste storico-culturali romagnole più note sono:
- La piê, bimestrale "di illustrazione romagnola" fondato a Forlì nel 1920 [7] da Aldo Spallicci, Francesco Balilla Pratella e Antonio Beltramelli [8]; oggi è diretto da Antonio Castronovo, che ha trasferito la sede ad Imola. Propone articoli su personaggi ed autori romagnoli, del passato o contemporanei, recensioni ed eventi culturali.
- Studi romagnoli, nata nel 1950 dall'omonima società, è la più nota rivista di studi storici del territorio. Il periodico, a tiratura annuale, pubblica gli atti dei convegni della Società, insieme ad altri studi su fatti, personaggi ed opere romagnoli.
- Quaderni del Cardello (dal nome della residenza di Alfredo Oriani) è una rivista annuale di studi e ricerche. È stata fondata nel 1990 da Luigia Pifferi Oriani, per continuare ad onorare la memoria dell'insigne studioso. Pubblica studi in ambito culturale, storico, politico nonché saggi sul dialetto e le tradizioni romagnole.
- Romagna arte e storia, quadrimestrale di cultura, nato a Rimini nel 1981 per iniziativa di Claudio Riva, Bruno Ballerin, Dante Bolognesi, Giordano Conti, Ferruccio Farina e Pier Giorgio Pasini. La rivista si occupa dei protagonisti dell'arte e della storia romagnola. Diversi numeri hanno carattere monografico.
- La Ludla (in romagnolo «La favilla») è il periodico ufficiale dell'Istituto "Friedrich Schürr". Nata nel 1997, affronta temi inerenti alla lingua e alla poesia romagnola, pubblicando scritti di autori contemporanei.
- Il Ponte Vecchio, rivista quadrimestrale di arte, letteratura, storia e cultura della Romagna contemporanea.
- Confini, rivista di critica letteraria e di altre altri, e di politica culturale. Nata nel 1999 a Cesena, è diretta da Antonio Maraldi.
- E Zoch, bimestrale di storia e cultura romagnola. La rivista, fondata a Imola nel 2002, pubblica saggi e articoli su fatti, personaggi (andando a riscoprire anche episodi meno conosciuti) e racconti inediti di autori romagnoli. Le foto sono rigorosamente in bianco e nero.
- ALI, rivista nazionale di arte, letterature e idee. Fondata nel 1998, è diretta da Gian Ruggero Manzoni.
- Il lettore di provincia, semestrale di testi, ricerca e critica della Longo editore di Ravenna. Fondata nel 1970 e diretta da Domenico Berardi, la rivista propone studi e saggi sulla letteratura, sia romagnola che nazionale, ed altre arti.
Religione
Istituzioni, enti e associazioni
Tradizioni e folclore
Cultura
Istruzione
Biblioteche
Ricerca
Scuole
Università
Musei
Mezzi di comunicazione
Stampa
Cinema
Radio
Televisione
Internet
Arte
Teatro
Cucina
I caratteri della cucina romagnola sono eminentemente contadini; da questo deriva la genuinità dei prodotti, il loro sapore unico e inconfondibile. La tradizionale "piadina" (il pane dei poveri, in dialetto: la piè, la pîda), conosciuta ed esportata — ancorché non conforme all'originale appena sfornata — in tutto il mondo, è solitamente farcita con salumi o formaggi molli e verdure.
Un proverbio popolare d'uso comune del folclore locale sostiene che si possa riconoscere il confine fra l'Emilia e la Romagna semplicemente chiedendo da bere presso una casa. Se si riceve dell'acqua si è in Emilia, se invece offrono del vino si è giunti in Romagna. Il motivo è capibile solo conoscendo il carattere aperto dei romagnoli che danno all'ospitalità un valore morale; i contadini di una volta durante la settimana bevevano acqua e il vino era servito solo nei giorni di festa; questo per dire che l'arrivo di un ospite è per il romagnolo autentico un evento festoso.
Eventi
La Caveja
La Caveja è considerata per eccellenza il simbolo della Romagna; questa parola romagnola proviene dalla tradizione contadina, e indica un'asta d'acciaio saldata a un apice (pagella) decorata con "anelli musicali" e immagini simboliche. I simboli più diffusi, inseriti fra elementi decorativi, erano quelli del gallo, della mezzaluna, del Sole, dell'aquila e alcuni simboli cristiani, tra cui la croce e la colomba.
La Caveja serviva a bloccare il giogo, trainato dai buoi, al timone dell'aratro o del carro, per evitare che il timone slittasse in caso di rallentamento improvviso.
Architettura in Romagna
Tutte i principali centri abitati della Romagna hanno più di duemila anni. In Romagna esistono pertanto tesori inestimabili.
Architettura romana
A Rimini si possono osservare due monumenti di grandissimo interesse: il Ponte di Tiberio e l'Arco di Augusto. Costruiti tra I e II secolo e mai distrutti, hanno attraversato 20 secoli di storia. L'Arco è ancora oggi il punto di partenza della Via Flaminia; il Ponte di Tiberio svolge tuttora la sua funzione, inserito nel traffico quotidiano della città.
Da ammirare anche il ponte romano di Savignano sul Rubicone, a tre arcate. Un'altra città su cui i romani hanno lasciato la loro impronta è Sarsina, patria di Plauto, commediografo del III secolo a.C. La cittadina possiede un museo archeologico nazionale e due monumenti funebri di primaria importanza, quello di Obulacco e quello di Rufo. Recentemente è venuta alla luce a Rimini la Domus del chirurgo ricca di pavimenti a mosaici e di una inestimabile collezione di strumenti per la chirurgia e la farmacologia dell'epoca tardo imperiale, ricca di messaggi di ringraziamento per il medico, scritti sui muri dai pazienti ricoverati.
Architettura paleocristiana
Ravenna è in assoluto la città più ricca di monumenti della Romagna.
Fu capitale dell'Impero romano d'Occidente, dell'Esarcato d'Italia e, successivamente, centro di primissimo rilievo fino al Mille. Conserva ben otto Patrimoni dell'Umanità, tutti risalenti alla tarda antichità e all'epoca bizantina:
- Mausoleo di Galla Placidia (prima metà del IV secolo, post 426)
- Battistero Neoniano (430 circa, decorato verso il 458)
- Cappella Arcivescovile (500 circa)
- Basilica di Sant'Apollinare Nuovo (inizio del VI secolo, con ridecorazione parziale nella seconda metà del VI secolo)
- Mausoleo di Teodorico (520 circa)
- Battistero degli Ariani (prima metà del VI secolo)
- Basilica di San Vitale (prima metà del VI secolo)
- Basilica di Sant'Apollinare in Classe (consacrata nel 547)
Architettura medievale
Le chiese più importanti costruite attorno al Mille sono:
- Santa Maria Maggiore Ravenna
- San Pietro in Silvis (Bagnacavallo);
- Polenta (nel forlivese)
- San Mercuriale (Forlì)
- Tempio Malatestiano (Rimini).
La più importante testimonianza di architettura civile è sicuramente la Biblioteca Malatestiana di Cesena. Costruita nel XV secolo, in pieno Umanesimo, è stata la prima biblioteca aperta al pubblico d'Europa. Oggi è Patrimonio dell'Umanità.
Epoca moderna
Tra Settecento e Ottocento, durante il dominio dello Stato Pontificio, la Romagna si riempie di teatri: se ne costruiscono in ogni centro abitato. Oggi la Romagna ha una delle più alte densità di teatri pubblici in rapporto agli abitanti.
Elenco in ordine cronologico della costruzione dei teatri pubblici in Romagna:
- 1758: Rossini di Lugo;
- 1776: Forlì
- 1780: Masini di Faenza;
- 1837: Meldola;
- 1846: Bonci di Cesena;
- 1852: Alighieri di Ravenna;
- 1870: Petrella di Longiano;
- 1881: Forlimpopoli;
- 1887: Russi.
Alla fine dell'Ottocento sono in funzione anche i teatri di Bagnacavallo, Brisighella e Cervia.
Architettura futurista
L'unico esempio di architettura futurista in Romagna è la colonia estiva «Le Navi» di Cattolica. Progettato da Clemente Busiri Vici, il complesso fu inaugurato il 28 giugno 1934.
Architettura fascista
Essendo Benito Mussolini forlivese di origine, le città romagnole sono state interessate da numerosi lavori in epoca fascista. L'arte del Ventennio è stata recentemente rivalutata, ed oggi è considerata all'interno delle correnti moderniste del primo Novecento. Gli esempi più importanti di architettura fascista in Romagna sono:
- a Forlì: Piazzale della Vittoria, Viale della Libertà e la stazione ferroviaria;
- a Castrocaro Terme: il complesso termale.
- a Predappio: il palazzo del fascio e il viale principale.
- a Rimini: il ponte littorio di fronte alla scuola marittima Luigi Rizzo, poco distante la scuola elementare «Decio Raggi».
Economia
Infrastrutture e trasporti
Strade
Ferrovie
Porti
Aeroporti
Mobilità
Amministrazione
Consolati
Altre informazioni
Personalità legate alla Romagna
Condottieri romagnoli
La Romagna ha dato i natali ad un elevato numero di condottieri e capitani di ventura. Tra essi ricordiamo:
- Alberico da Barbiano
- Uguccione della Faggiuola
- Guido da Montefeltro
- Guidarello Guidarelli
- Sigismondo Malatesta
- Muzio Attendolo Sforza
- Giovanni dalle Bande Nere
Briganti romagnoli
L'archivio storico di Terra del Sole conserva circa 1.000 "filze" di atti civili e criminali che dalla fine del Quattrocento fino all'Unità d'Italia registrano il fenomeno del banditismo nei territori romagnoli.
Letterati romagnoli
I principali letterati nati in Romagna sono:
- Vincenzo Monti (1754-1828), di Alfonsine;
- Dionigi Strocchi (1762-1850), di Faenza;
- Giulio Perticari (1779-1822), di Savignano sul Rubicone;
- Eduardo Fabbri (1778-1853), di Cesena;
- Olindo Guerrini (1845-1916), di Sant'Alberto di Ravenna;
- Alfredo Oriani (1852-1909), di Faenza;
- Giovanni Pascoli (1855-1912), di San Mauro [9];
- Severino Ferrari (1856-1905), di Modigliana;
- Antonio Beltramelli (1879-1930), di Forlì;
- Dino Campana (1885-1932), di Marradi nella Romagna Toscana;
- Marino Moretti (1885-1979), di Cesenatico;
- Manara Valgimigli (1876-1965), di San Piero in Bagno;
- Alfredo Panzini (1863-1939), di Rimini;
- Renato Serra (1884-1915), di Cesena.
- Aldo Spallicci (1886-1973), di Bertinoro;
- Francesco Fuschini (1914-2006) di San Biagio d'Argenta;
- Tonino Guerra (1920-vivente), di Santarcangelo;
- Raffaello Baldini (1924-2005), di Santarcangelo;
- Tolmino Baldassari (1927-2010), di Cervia.
- Giovanna Righini Ricci (1933-1993), di Lugo
- Eraldo Baldini (nato nel 1952), di Russi
- Gian Ruggero Manzoni (nato nel 1957), di San Lorenzo di Lugo
Pittori romagnoli
I momenti più importanti nella storia dell'arte romagnola sono:
- la scuola del Trecento riminese
I maggiori pittori nati in Romagna sono:
- Melozzo degli Ambrosi (1438-1494), di Forlì;
- Marco Palmezzano (1459-1539), di Forlì;
- Luca Longhi (1507-1580), di Ravenna;
- Guido Cagnacci (1601-1663), di Santarcangelo;
- Domenico Miserocchi (1862-1917), di Ravenna;
- Vittorio:Alessandro Guaccimanni (1859-1938), di Ravenna;
- Silvestro Lega (1826-1895), di Modigliana;
- Domenico Baccarini (1882-1907), di Faenza;
- Umberto Boccioni (1882-1916), di Morciano;
- Alberto Sughi (1928), di Cesena.
Personaggi storici
- Tito Maccio Plauto (Sarsina 254 a.C. - Roma 184 a.C.). Grande commediografo latino, le cui opere teatrali sono ancor oggi rappresentate.
- Pietro Crisologo (Imola 406-450). Uno dei Padri della Chiesa, fu vescovo di Ravenna ed autore di sermoni e commenti alla Bibbia.
- Pier Damiani (o Pietro) (Ravenna 1006 - Faenza 1072). Monaco camaldolese e santo. Ricordato da Dante nella Commedia, fu monaco insigne per dottrina e fede nel monastero di Fonte Avellana.
- Francesca Da Polenta (Ravenna 1260? - Santarcangelo o Gradara 1285). Figlia di Guido Da Polenta, signore di Ravenna, andò sposa a Gianciotto Malatesta; fu uccisa dal marito geloso insieme all'amante Paolo Malatesta. L'episodio è stato immortalato da Dante nella Divina Commedia.
- Marcantonio Mambelli (Forlì 1582 - Ferrara 1664). Letterato e gesuita.
- Evangelista Torricelli (Faenza 1608 - Firenze 1647). Fisico e matematico, fu tra i fondatori del calcolo infinitesimale ed inventò il barometro a mercurio.
- Arcangelo Corelli (Fusignano 1653 - Roma 1713). Compositore e violinista. Considerato tra i più grandi compositori dell'Età barocca.
- Giovan Battista Morgagni (Forlì 1682 - Padova 1771). Medico anatomico, docente all'Università di Padova, è considerato il fondatore dell'anatomia patologica.
- Clemente XIV, al secolo Lorenzo Ganganelli (Santarcangelo 1705 - Roma 1774). Entrato giovanissimo nell'ordine francescano, compì tutta la carriera ecclesiastica diventando papa nel 1759. I concittadini gli dedicarono l'omonimo arco trionfale.
- Pio VI, al secolo Giannangelo Braschi (Cesena 1717 - Valence, Francia, 1799). Dopo aver svolto una brillante carriera ecclesiastica, fu eletto papa nel 1775. Dovette subire l'invasione di Napoleone cui in un primo momento cedette la Romagna; poi fu dallo stesso Napoleone deposto dal potere temporale e portato prigioniero in Francia dove morì.
- Cosimo Morelli (Imola 1732-1812). architetto, progettò la chiesa di S. Agostino e il Teatro della sua città, oltre a vari edifici in molte città d'Italia, tra cui il palazzo Braschi a Roma.
- Pio VII, al secolo Barnaba Chiaramonti (Cesena 1742 - Roma 1823). Di famiglia nobile, fu monaco benedettino di S. Maria del Monte, vescovo di Tivoli e Imola; fu eletto papa nel 1800; il suo pontificato si svolse tra l'ultima fase dell'epoca napoleonica e l'inizio della Restaurazione.
- Vincenzo Monti (Alfonsine,RA, 1754 - Milano 1828). Letterato e poeta, la sua fama è dovuta soprattutto alla traduzione dell'Iliade di Omero. Fu anche seguace delle idee liberali e funzionario della Repubblica Cisalpina.
- Suor Maria Elisabetta Renzi (Saludecio, RN, 1786 - Coriano, RN, 1859). Fu fondatrice dell'ordine religioso delle Maestre Pie, dedicato all'istruzione e alla formazione della gioventù, e promotrice di opere di assistenza. Fu proclamata beata da papa Giovanni Paolo II nel 1989.
- Pietro Maroncelli (Forlì 1795 - New York 1846). Patriota, affiliato alla Carboneria, fu amico di Silvio Pellico e con lui detenuto al carcere dello Spielberg per attività antiaustriaca.
- Silvestro Gherardi (Lugo di Romagna 1802 - Firenze 1879). Fisico e storico della scienza.
- Aurelio Saffi (Forlì 1819-1890). Patriota mazziniano, fu triumviro della Repubblica romana nel 1848, poi esule in Inghilterra, e successivamente dal 1861deputato del Regno d'Italia.
- Pellegrino Artusi (Forlimpopoli, FC, 1820 - Firenze 1911) . Pubblicò nel 1891 il celebre manuale La scienza in cucina e L'arte di mangiar bene, che contribuì a far conoscere le specialità tipiche della cucina romagnola.
- Andrea Costa (Imola 1851-1910). Uomo politico, primo deputato socialista del parlamento italiano, fu tra i principali dirigenti del Partito socialista. Fondò il giornale Avanti!, diventato poi organo ufficiale del partito.
- Alfredo Oriani (Faenza 1852 - Casola Valsenio 1909). Scrittore, giornalista e saggista.
- Gregorio Ricci-Curbastro (Lugo di Romagna 1853 - Bologna 1925). Matematico. Il suo trattato sul calcolo differenziale assoluto fu determinante per l'elaborazione della teoria della relatività generale di Albert Einstein.
- Giovanni Pascoli (San Mauro Pascoli, FC, 1855 - Bologna 1912). Uno dei maggiori poeti italiani del periodo tra Ottocento e Novecento.
- Carlo Zucchini (Faenza 1862 - La Spezia 1928) . Sindacalista, fondatore di opere sociali di ispirazione cattolica, promotore di casse rurali e della banca Piccolo Credito Romagnolo, fu deputato del Partito popolare prima dell'avvento del fascismo.
- Manara Valgimigli (S. Pietro in Bagno, FC, 1876 - Bergamo 1965). Filologo e critico letterario, professore di letteratura greca alle università di Pisa e di Padova.
- Benito Mussolini (Predappio, FC, 1883 - Dongo 1945). Giornalista e uomo politico. Diresse l'Avanti! e fondò Il popolo d'Italia; fondò il Partito fascista; fu capo del governo italiano dal 1922 al 1943 trasformando l'incarico ricevuto dal re in una dittatura personale.
- Aldo Garzanti (Forlì, 1883 – San Pellegrino Terme, 1961) fondatore della Garzanti editore e della Fondazione Livio e Maria Garzanti.
- Renato Serra (Cesena 1884 - Podgora 1915). Scrittore, critico letterario, direttore della Biblioteca della sua città, morì sul campo di battaglia nella prima guerra mondiale.
- Marino Moretti (Cesenatico, FC, 1885-1979). Poeta e scrittore, autore di Poesie scritte col lapis e di romanzi.
- Pietro Nenni (Faenza 1891 - Roma 1980). Giornalista e uomo politico. Fu direttore de Il Giornale del Mattino, poi dell'Avanti!. Dirigente del partito socialista, si rifugiò in Francia per sfuggire alle persecuzioni del fascismo. Nel dopoguerra fu segretario del Partito socialista e più volte presidente del consiglio e ministro degli esteri.
- Leo Longanesi (Bagnacavallo, RA, 1905 - Milano 1957). Giornalista e scrittore, fondatore dell'omonima casa editrice.
- Secondo Casadei (S. Angelo di Gatteo, FC, 1906 - Forlimpopoli 1971). Musicista, suonatore di violino e fondatore dell'omonima orchestra, fu l'autore della canzone diventata l'inno regionale, “Romagna mia”, e promotore del successo della musica ballabile nota come “liscio romagnolo”.
- Francesco Baracca (Lugo, RA, 9 maggio 1888 – Nervesa della Battaglia, 19 giugno 1918) è stato un asso dell'aviazione italiana e medaglia d'oro nella prima guerra mondiale. Gli sono attribuite 34 vittorie aeree.
- Federico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920 - 31 ottobre 1993) è stato un celebre regista e sceneggiatore italiano. È considerato universalmente come uno dei maggiori protagonisti della storia del cinema mondiale.
Musicisti romagnoli
Canto popolare
Le prime opere a stampa sul canto popolare romagnolo compaiono dopo l'unificazione politica del Paese. Nel 1894 esce a Forlì il Saggio di canti popolari romagnoli, a cura di Benedetto Pergoli, all'epoca direttore della biblioteca comunale. Scopo dell'opera era raccogliere testi e musiche di cante e stornelli che, fino ad allora erano state tramandate solamente per via orale. L'opera comprende sia la raccolta dei testi, sia la loro trascrizione su pentagramma, a cura di Alberto Pedrelli. Una delle cante più note è quella de "Gli scariolanti":
si sente un gran rumor
sono gli scariolanti – le ri lerà
che vanno a lavorar
Volta, rivolta
e torna a rivoltare
Sono gli scariolanti – le ri lerà
che vanno a lavorar»
Interpreti di musica lirica
La Romagna è una terra ricca di teatri costruiti tra il Settecento e l'Ottocento, adatti all'opera lirica italiana. Più che a compositori, ha dato i natali a diversi cantanti lirici assurti a chiara fama. Ricordiamo:
- Giuseppe Siboni, (1780-1839), forlivese;
- Antonio Tamburini, (1800-1876), faentino;
- Eugenia Savorani Tadolini, (1808-1872), forlivese;
- Marietta Alboni, (1826-1894), bagnacavallese (nata a Città di Castello);
- Angelo Masini, (1844-1926), faentino, cui è stato intitolato il teatro della città;
- Alessandro Bonci, (1870-1940), cesenate, cui è stato intitolato il teatro della città;
- Maria Farneti, (1877-1955), forlivese;
- Ebe Stignani, (1903-1974), bagnacavallese (nata a Napoli, cui è stato intitolato il teatro di Imola, dove ha trascorso gli ultimi 20 anni della sua vita);
- Giulietta Simionato, (1910-2010), forlivese.
Orchestre di musica da ballo
Il capostipite della musica da ballo romagnola è il savignanese Carlo Brighi (1853-1915), detto Zaclén. Brighi, violinista e compositore, è considerato il creatore del liscio. Negli anni dieci fondò la prima balera a Bellaria. Negli anni venti il ballo liscio si diffuse in tutta la Romagna. Dal 1928 il violinista Secondo Casadei, (1906-1971) proseguì l'opera di Zaclén, apportando alla musica folkloristica romagnola molte novità, e divulgando con grande passione e tenacia il liscio in tutta la penisola con la sua orchestra. Casadei partecipò ai più importanti festival musicali del suo tempo, compreso il "Festivalbar". Solo l'improvvisa morte impedì la sua partecipazione al Festival di Sanremo. Casadei rimane il più importante musicista romagnolo di tutti i tempi.
Il suo maggior successo nazionale porta la data del 1954, quando incise Romagna mia. La canzone divenne ben presto l'inno nazionale di Romagna, ma anche un successo mondiale: è la quarta canzone italiana più cantata nel mondo [11]. Le composizioni più note di Casadei in romagnolo sono Un bès in bicicleta (Un bacio in bicicletta), Balè, burdèli! (Ballate, ragazze!), Burdèla avèra (Ragazza avara). Al fianco di Casadei suonò per quindici anni Carlo Baiardi (1915-1997), uno dei maggiori sassofonisti di liscio romagnolo, insieme a Primo Lucchi e Ivano Nicolucci.
Un'altra orchestra romagnola tra le più note è quella fondata da Roberto Giraldi (fisarmonicista, in arte Castellina) e Giovanni Pasi (sassofonista): l'Orchestra Castellina-Pasi. Nata alla metà degli anni sessanta, ha conseguito tre volte il disco d'oro RCA per le vendite.
Musica rock e leggera
- Claudio Golinelli (Imola 1950). Bassista di Vasco Rossi e della Steve Rogers Band.
- Patrizio Fariselli (Cesenatico 1951). Pianista e compositore. Ex-membro degli Area.
- Gaetano Curreri (Bertinoro 1952). Cantante. Voce e tastierista nonché tra i fondatori del gruppo musicale Stadio
- Alice (Forlì 1954). Cantautrice.
- Samuele Bersani (Rimini 1970). Cantautore.
- Laura Pausini (Faenza 1974). Cantante e cantautrice.
- John De Leo (Lugo 1970). Cantante e cantautore.
- Raoul Casadei (Gatteo 1937). Musicista ed autore.
Sport
Bicicletta e motocicletta
La Romagna ha la fama d'essere da sempre fortemente legata alle due ruote. Grande è la passione per la bicicletta; lo stesso vale per la motocicletta, chiamata e' mutor. La Romagna è stata patria di grandi campioni:
- Bicicletta
- Michele Gordini, di Cotignola;
- Mario Vicini, di Cesena;
- Glauco Servadei, di Forlì;
- Aldo Ronconi, di Brisighella;
- Vito Ortelli, di Reda, frazione di Faenza;
- Giuseppe Minardi, di Solarolo;
- Ercole Baldini, di Forlì;
- Diego Ronchini, di Imola;
- Davide Cassani, di Solarolo;
- Roberto Conti, di Bagnara di Romagna;
- Arnaldo Pambianco, di Bertinoro;
- Fabiano Fontanelli, di Solarolo;
- il grande Marco Pantani, di Cesenatico.
- Alfio Vandi
- Motociclismo
- Dario Ambrosini;
- Pier Paolo Bianchi;
- Otello Buscherini;
- Loris Capirossi;
- Andrea Dovizioso;
- Fausto Gresini;
- Mario Lega;
- Marco Melandri;
- Renzo Pasolini;
- Loris Reggiani;
- Marco Simoncelli;
- Paolo Tordi.
.
Pallavolo
Molto diffusa e praticata è anche la pallavolo. Ravenna è storicamente una tra le più importanti realtà del volley. Oltre ad aver vinto il primo campionato italiano di pallavolo maschile (1946) la città può vantare tra squadre femminili (Olimpia Teodora) e maschili (Porto Ravenna e Robur) 17 scudetti, 7 coppe italia, 5 coppe dei campioni, 2 mondiali per club, 2 supercoppe europee e 1 coppa Cev. Questi risultati l'hanno resa la terza città più titolata in italia dopo Modena e Parma.
La città di Forlì ha invece vantato per diversi anni due squadre in serie A (maschile: Yoga Volley, in serie A1; femminile: Infotel, in serie A2). Altre squadre di serie inferiore sono molto diffuse sul territorio. Numerosissime le diverse competizioni a livello amatoriale, anche misto.
Calcio
Piuttosto diffuso è il calcio dove spicca per importanza e tradizione la prima squadra del Cesena rientrata nella rosa della serie A a partire dal 2010 dopo 19 anni in serie inferiori. Sono comunque presenti numerose squadre di ogni livello e categoria, anche amatoriale.
Rugby
Diffuso sull'intero territorio romagnolo, sia a livello amatoriale che a livello agonistico è il Rugby. Il panorama rugbistico nostrano vede la presenza di squadre ad ogni livello dei Campionati Nazionali con un afflusso di giocatori in continua crescita; e la presenza di squadre per ogni ordine d'età dal Minirugby alle formazioni amatoriali Old, passando per le categorie Giovanili e Seniores. Inoltre bisogna anche ricordare le formazioni Femminili in continua crescita e sviluppo sul territorio.
Le squadre presenti sul territorio sono: Il Romagna Rugby Football Club, l'Imola Rugby, l'ASD Rimini Rugby, l'Alfonsine Rugby Club ASD, il Cesena Rugby Club ASD, il Cesena Rugby FC Soc.Coop. SD, la Compagnia dell'Albero SPD a RL, il Ravenna RFC ASD, Asd Rugby Club San Marino, il Rugby Forlì 1979 ed il Faenza Rugby.
Altri sport
Meno diffusi, ma comunque praticati anche a livello agonistico su scala nazionale e internazionale sono la pallacanestro, il softball e il nuoto. Sul territorio sono presenti anche alcuni poligoni di medie dimensioni per il tiro con l'arco e il tiro a segno. È altresì possibile effettuare lanci con il paracadute in alcune piattaforme private in provincia di Ravenna.
Nel baseball, degno di nota è il Rimini Baseball Club, attualmente militante in Serie A. Ha vinto 11 scudetti e 3 Coppe dei Campioni.
Nella riviera romagnola in estate è possibile praticare qualsiasi tipo di sport su sabbia, dal beach volley ai racchettoni al footvolley alle bocce. Ogni anno vengono disputati tornei per ogni età e categoria agonistica (anche a livello internazionale), soprattutto a Cesenatico, Marina di Ravenna, Bellaria-Igea Marina, Rimini e Riccione.
Negl'ultimi tempi si sta assistendo anche alla crescita del movimento pallanuotistico. Già radicato a Ravenna, Riccione e Novafeltria, a livello amatoriale sono presenti squadre anche a Forlì, Savignano, Bellaria e Cesenatico.
Sagre e feste popolari
- Il 5 gennaio a Faenza (Ravenna): Nott de' Bisò.
- Il 4 febbraio a Forlì (FC): Festa del Patrono (Madonna del Fuoco).
- Dal 3 al 6 marzo a Forlimpopoli (Provincia di Forlì-Cesena): Festa della segavecchia.
- Dal 5 al 12 marzo a Morciano di Romagna (Rimini): Antica Fiera di San Gregorio.
- A metà Quaresima a Forlimpopoli e Cotignola: la Segavecchia
- Il 28 marzo e il 10 aprile a Gambettola (Forlì-Cesena): Carnevale di Primavera.
- Il 3 aprile e il 1º maggio a Villanova (Ravenna): La soffitta in piazza.
- Dal 22 al 25 aprile a Pieve Corleto (Ravenna): Sagra di Primavera.
- Dal 23 al 25 aprile a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena): Comepergioco.
- Dal 23 al 25 aprile a Saludecio (Rimini): Salus erbe.
- Il 24 aprile a Oriolo - Faenza (Ravenna): Sagra dei vini.
- Il 25 aprile a Casola Valsenio (RA) : Festa di Primavera (Carri in Gesso di Festa e di Pensiero)
- Dal 28 aprile al 2 maggio a Pieve Cesato (Ravenna): Sagra della campagna.
- Dal 5 al 9 maggio a Solarolo (Ravenna): Festa dell'ascensione
- Dall'8 al 10 maggio a Borghi (FC): Sagra de bustrengh.
- La prima domenica di maggio a Cervia (RA): Sposalizio del mare.
- Dal 6 all'8 maggio a Zattaglia (Ravenna): Festa del cinghiale.
- Dall'11 al 16 maggio a Castel Bolognese (Ravenna): Sagra di Pentecoste.
- Dal 13 al 16 maggio a Fossolo (Ravenna): Raduno d'estate e sagra del castrato.
- Dal 13 al 15 maggio a Lavezzola (Ravenna): Sagra della porchetta e del tortellino.
- Il 15 maggio a Cesena: Festa della fragola biologica.
- Il 21 e 22 maggio a Rocca delle Caminate (FC): Otto castelli per un palio.
- Il 22 maggio a Cesenatico (FC): Sagra della fragola.
- Dal 26 al 29 maggio a Alfonsine (RA): Sagra delle Alfonsine.
- Dal 27 al 30 maggio a Barbiano di Cotignola (RA): Palio di Alberico.
- Il 28 maggio a Cesena (FC): Festa del Gruppo Macro e della Coop Sesamo.
- Dal 1 al 6 giugno a Santo Stefano (RA): La sagra della fragola.
- Dal 1 al 6 giugno a Prada (RA): La Festa dla fameja.
- Il 4 giugno a Bertinoro (FC): Vini e sapori in strada.
- Durante il mese di giugno a Faenza: Mese del palio con gare, cene propiziatorie ed alfieri bandieranti
- Il 24 giugno a Cesena: Festa del Patrono (San Giovanni).
- La quarta domenica di giugno (24 giugno-30 giugno) a Faenza: Niballo, palio di Faenza.
- Tutti i venerdì sera di Luglio e Agosto a Casola Valsenio (RA) : Mercatino Serale delle Erbe e dei Prodotti dell'Erboristeria
- Il secondo fine settimana di luglio a Monte Colombo (RN), Sagra della Trippa e dello Strozzaprete [12].
- Il 10 e 11 agosto a Oriolo - Faenza (Ravenna): Calici di Stelle.
- Dal 12 al 15 agosto a Gemmano (Rimini): Sagra della Pappardella al cinghiale.
- Dal 17 al 22 agosto a Reda - Faenza (Ravenna): Sagra del buongustaio.
- Dal 18 al 21 agosto a Mondaino (Rimini): Palio del daino.
- Il 20 agosto a Cervia (Ravenna): La smielatura. -->
- 22 agosto a Brisighella (RA): Frusta d'oro, campionato per s-ciucarèn.
- A cavallo tra agosto e settembre a Mercato Saraceno (FC): il Palio del Saraceno
- Il terzo fine settimana di settembre a Russi (RA): La fira di set dulur.
- Tutte le domeniche di ottobre a Sant'Agata Feltria (RN) : Fiera del Tartufo Bianco pregiato di Sant'Agata Feltria
- Il terzo fine settimana di ottobre a Casola Valsenio (RA) : Festa dei Frutti Dimenticati
- I primi due fine settimana di novembre a Santarcangelo di Romagna (RN): Fiera di San Martino detta anche Fiera dei Becchi
- Le ultime due domeniche di novembre e la prima di dicembre a Sogliano al Rubicone (FC): Sagra del formaggio di fossa
Galleria immagini
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Valle del Sillaro e calanchi
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Toro della razza Romagnola
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Vacche romagnole tra i calanchi e le colline
Note
- ^ Lucio Gambi, «Confini geografici e misurazione areale della regione romagnola» in AA.VV. Romagna Una. Mutila fra 3 regioni, Il Ponte Vecchio, 1999, pag. 96.
- ^ Marcello Berti, «Una regione chiamata Romagna», in AA.VV. Romagna Una. Mutila fra 3 regioni, Il Ponte Vecchio, 1999, pag. 110.
- ^ Lucio Gambi, «Confini geografici e misurazione areale della regione romagnola» in AA.VV. Romagna Una. Mutila fra 3 regioni, Il Ponte Vecchio, 1999, pag. 94.
- ^ L. 3 agosto 2009 n. 117
- ^ Che il confine fosse posto sul Reno non deve stupire: il territorio di Bologna, infatti, era inserito in una più ampia giurisdizione che faceva capo a Ravenna. Ferrara, che sorgeva sulla sponda nord del Po di Primaro, non rientrava nella Romagna.
- ^ Gli italianisti sono concordi nel sostenere che la fortuna del toscano, che da lingua regionale è diventata, dopo lunghe vicissitudini, la lingua dell'Italia intera, non fu determinata da valori linguistici, ma da fattori culturali e storico-politici.
- ^ Copertina del Primo numero
- ^ Il nome è tratto da una poesia di Giovanni Pascoli, La piada (inserita nella raccolta «Nuovi poemetti» del 1909) e fu scelto dai fondatori della rivista.
- ^ Oggi San Mauro Pascoli.
- ^ testo completo su Wikisource
- ^ Fernando Battaglia, "Romagna in musica", in Sguardi sulla Romagna, 2009, pag.271.
- ^ Nata nel 1967 dall'idea del Sindaco Lino Magnani, è la manifestazione enograstronomica più antica della Provincia di Rimini.
Voci correlate
Bibliografia
- Roberto Balzani, La Romagna, Il Mulino, Bologna, 2002;
- Sauro Mattarelli, La gatta rossa. La Romagna e le torri gemelle, Chegai, Firenze, 2002;
- Sauro Mattarelli, Romagna graffiti Diabasis, Reggio Emilia, 2008;
- Lucio Gambi, La "Romagna" di Emilio Rosetti, in "Romagna arte e storia", 1990 X;
- Emilio Rosetti, La Romagna geografia e storia 1894;
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