Arnolfo di Carinzia

re di Baviera (r. 887-899), re dei Franchi orientali (r. 888-899), re d'Italia (r. 894-899) e imperatore (r. 896-899)

Arnolfo di Carinzia (8508 dicembre 899) fu re dei Franchi orientali dal 887 al 899, re d'Italia dall'894 all'895 e dall'896 all'899 e imperatore dall'896.

Era figlio illegittimo di Carlomanno, il quale solamente dopo la nascita di Arnolfo ne sposò la madre.

Gioventù

Arnolfo crebbe a Moosburg in Carinzia. Nell'876 fu nominato "prefetto della marca orientale", e nell'880, alla morte del padre, duca di Carinzia. Nel maggio 882, quando suo zio Carlo il Grosso assunse formalmente il titolo di re dei Franchi orientali, Arnolfo fu nominato duca di Baviera. Alla testa dell'esercito bavaro, combatté a lungo contro Svatopluk (re di Moravia) e contro i Normanni. Pochi mesi dopo la sua nomina Arnolfo venne coinvolto nella Guerra dei Guglielmini, una rivolta contro il marchese di Pannonia Aribone, guidata dai figli del precedente marchese Guglielmo. Furono i ribelli che, messi in difficoltà dall'intervento dei Moravi al fianco di Aribone, implorarono l'aiuto di Arnolfo eleggendolo loro re. Il duca di Baviera si unì quindi alla ribellione, che si concluse solo l'anno successivo per intervento di re Carlo: il marchese Aribone mantenne la marca, Svatopluk dei Moravi accettò la sovranità di Carlo e il suo dominio venne integrato nel regno di Germania, e Arnolfo fu perdonato, sottomettendosi allo zio ma conservando il titolo regale.

L'Usurpazione della Corona

Negli anni successivi Arnolfo rimase uno dei signori più potenti del regno dei Franchi orientali. Approfittando della successione incerta a Carlo, la cui saluta stava declinando rapidamente, Arnolfo si ribellò nuovamente nel novembre [[887], facendosi eleggere re dei Franchi Orientali e marciando su Francoforte, dove suo zio, abbandonato dai suoi vassalli, si arrese senza combattere (17 novembre 887). La deposizione di Carlo portò allo smembramento dell'Impero Carolingio in vari regni minori: Arnolfo riuscì comunque a imporsi come potere dominante nella scena politica europea, estendendo il suo potere alla vecchia Lotaringia, contestatagli da Rodolfo I di Borgogna, ottenendo l'alleanza e parziale sottomissione di Oddone di Parigi, che aveva ottenuto la corona dei Franchi occidentali, e investendo con la sua autorità Ludovico figlio di Bosone come re di Arles. Nell'888 si recò in Italia dove era stato eletto re Berengario del Friuli, e ricevette da questo formale sottomissione.

Arnolfo era nelle condizioni di reclamare la corona imperiale ma, trattenuto in Germania dalla pressione dei Normanni, perse l'occasione: nell'889 Guido II di Spoleto, già avversario di Oddone di Parigi come re di Francia occidentale, ottenne la corona d'Italia e il controllo di Roma dove, nel febbraio 891, si fece incoronare imperatore. Questo smacco indebolì l'autorità di Arnolfo che, per mantenere deboli i Franchi occidentali, prese a sostenere alternativamente come re Oddone di Parigi e Carlo il Semplice, ultimo erede legittimo di Carlomagno.

Spedizioni in Italia

Invocato da Berengario e da papa Formoso, nell'894 Arnolfo entrò in Italia e conquistò Bergamo, Milano e la capitale Pavia, dove si fece riconoscere re d'Italia, mentre Guido fuggiva nei suoi possedimenti. Se la conquista era stata facile, il suo mantenimento lo fu molto meno: Guido aspettava solo il ritiro di Arnolfo, la fedeltà dei vassalli italiani era mutevole, e persino Berengario, cui era stata negata la corona, appariva ostile e sbarrava la via del Brennero percorsa all'andata. Arnolfo cercò di lasciare l'Italia per il passo di Bard, ma si trovò la strada sbarrata dalle forze di Anscario I, marchese d'Ivrea, aiutato dal suo nemico Rodolfo di Borgogna, e solo a grande fatica riuscì ad abbandonare il Paese senza perdere buona parte dei suoi uomini.

L'anno successivo Arnolfo organizzò una seconda spedizione in Italia: conquistata facilmente la parte settentrionale del Paese, proseguì verso Roma, dove il 21 febbraio fu incoronato imperatore da papa Formoso. I suoi avversari continuavano tuttavia a sfuggirgli: Guido era morto ma gli era succeduto il figlio Lamberto, mentre il deposto Berengario rimaneva nascosto in attesa di sollevarsi con i suoi fedeli. Arnolfo decise di liberarsi del primo ma, mentre si dirigeva alla fortezza di Fermo per assediarla, fu colto da un ictus. Pochi giorni dopo, a Pasqua, papa Formoso veniva a morte. Cominciò quindi una difficile ritirata dei tedeschi, mentre Roma cadeva in mano alla fazione spoletina e la stessa Pavia insorgeva contro Arnolfo, che cercava di tenere a bada i signori del regno concedendo loro grandi benefici. Il suo potere in Italia crollò nel giro di poche settimane, mentre Berengario e Lamberto si spartivano il regno.

Ultimi Anni

Arnolfo passò gli anni seguenti in Germania senza intraprendere altre spedizioni di nota, a causa della salute precaria, e fu assorbito dal tenere a bada vassalli ribelli e difendere i confini orientali del regno. Nell'898 papa Giovanni IX invalidò la sua incoronazione imperiale col pretesto che era stata estorta con la forza. Nel giugno dell'899 la sua regina Oda fu accusata di adulterio, ma assolta grazie al giuramento di 72 testimoni; poche settimane dopo tuttavia il re fu colto nuovamente da ictus: si parlò di avvelenamento e molti supposti membri di una congiura furono giustiziati. Arnolfo tuttavia non si riprese, e l'8 dicembre di quell'anno morì a Ratisbona, a 49 anni, e fu sepolto nel monastero di Sant'Emmeram.

Discendenza

Nell'888 Arnolfo sposò Oda, della famiglia dei Corradini (morta nel 903), dalla quale ebbe un figlio, Ludovico il Fanciullo (893, - 911) che alla sua morte, nell'anno 900, divenne Re dei Franchi Orientali.

Ebbe poi diversi figli illegittimi:

  • Sventibaldo (870/871 - 900), re di Lotaringia 895, ∞ 897 Oda di Sassonia (morta dopo il 952), figlia del duca Ottone I di Sassonia.
  • Ellinrat, che venne rapita da Engelschalk II, Margravio della Marca Orientale, e accecata.
  • Ratoldo (889 - 896), parvulus filius

Il conte Corrado il vecchio (morto nel 918), padre di Corrado I di Franconia della famiglia dei Corradini, viene indicato come "nipote" di Arnolfo, con la qual cosa si intende che esisteva una parentela tra Corrado e la moglie di Arnolfo, senza però che si possa avere un'indicazione più precisa.[senza fonte]

Collegamenti esterni

Bibliografia

  • René Poupardin, I regni carolingi (840-918), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 583-635
  • Allen Mayer, I vichinghi, in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 734-769
  • Louis Halphen, Il regno di Borgogna, in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 807-821

Successioni