D. J. Waldie

scrittore, saggista e storico dell'architettura statunitense

D.J. Waldie (Lakewood, 1948) è un archivista, storico dell'architettura studioso di sociologia urbana statunitense.

Biografia

D.J. Waldie (Lakewood, 1948) è autore di numerosi scritti. Definito dal Los Angeles magazine “uno dei più autorevoli interpreti” della realtà sociale della California del Sud (2006) e dal New York Times “uno straordinario distillatore di storia dell’architettura e di storia sociale” (2007), collabora con giornali e quotidiani quali il Los Angeles Times, il New York Times e il L.A. Weekly. Direttore per oltre trent’anni del servizio di informazioni della città di Lakewood (Los Angeles) di cui Holy land narra la storia, è stato insignito di vari riconoscimenti per sua attività saggistica. Oltre a Holy land: a Suburban Memory, ormai un cult della letteratura suburbana, è autore di: Real City: Downtown Los Angeles Inside/Out (2001), Where We Are Now: Notes from Los Angeles (2004) e Close to Home: An American Album (2004) e California Romantica (2007), nessuno dei quali proposto in Italia. Recentemente (2010) la “Rabbit Bandini” di James Franco ha acquistato i diritti cinematografici di Holy Land.

Scritti

  • Holy land. Ricordi suburbani

Negli anni cinquanta negli U.S.A. nacquero una serie di città satellite, tra cui Lakewood in California. Questo libro racconta di come la struttura urbana e abitativa di quel periodo abbia profondamente condizionato lo stile di vita di una intera comunità.

Alternando descrizioni degne di un manuale di tecnologia della prefabbricazione, cronaca e dibattiti dell’epoca, vissuto quotidiano, ricordi personali, aforismi e sentenze di lapidaria efficacia, D.J. Waldie rievoca, in 316 epigrammi, la costruzione di Lakewood, una delle tante città-satellite seriali nate nel deserto statunitense. Soprattutto ne attraversa con passione la vita: che è poi la sua stessa vita.

Più volte ristampato in America dopo la sua uscita e più volte premiato (tra gli altri con il California Book Award del 1996), Holy Land è uno straordinario documentario narrativo, con un eccezionale apparato fotografico in bianco e nero.

Nel corso degli a anni sessanta l'edilizia suburbana venne denigrata da Lewis Mumford che, in La città nella storia, la descrisse come “una moltitudine di case uniformi, inflessibilmente allineate a distanze uniformi su strade uniformi, in uno spazio sterminato e privo di vegetazione, e abitate da persone della stessa classe, dallo stesso reddito e più o meno della stessa età, che assistono agli stessi spettacoli televisivi, mangiano gli stessi insipidi cibi prefabbricati, tratti dalle stesse celle frigorifere e si uniformano del tutto, interiormente ed esteriormente, a un comune modello imposto dalla metropoli centrale". La corrente di pensiero severamente critica, censoria, che parte da Mumford e, passando per Peter Blake con God’s Own Junkyard, arriva a James Howard Kunstler con Geography of Nowhere e Andrés Duany con Suburban Nation, definisce tutta l’edilizia residenziale prodotta in serie dal 1945 in poi un fallimento non solo del design, ma anche dello spirito. Nel 1999 Kunstler, al Congress of New Urbanism, ha liquidato i sobborghi del dopoguerra definendoli “il luogo dove abita il male”. Per Waldie tuttavia, i luoghi come Lakewood riescono "a ispirare fedeltà" e hanno "capacità di redenzione". Per Waldie i suburbs non furono mai "un bunker in cui rifugiarsi per evitare le esigenze della vita in comune. I miei genitori e i loro vicini di casa negli anni Cinquanta capivano, con più generosità di Mumford, che cosa avevano guadagnato e che cosa avevano perduto diventando suburbani".

Scritti tradotti in italiano

  • Holy land. Ricordi suburbani, 2011, Genova, Il Canneto Editore