Palazzo Grassi

palazzo e museo dei belli arti di Venezia
Disambiguazione – Se stai cercando il Palazzo di Pisa, vedi Palazzo Grassi (Pisa).

Il Palazzo Grassi (anche conosciuto come Palazzo Grassi-Stucky) è uno fra i più conosciuti palazzi di Venezia.

Palazzo Grassi
Palazzo Grassi a Venezia
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàSan Marco
IndirizzoCampo San Samuele, 3231, Venezia
Coordinate45°26′01.67″N 12°19′40.57″E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
Caratteristiche
TipoArte neoclassica
Istituzione1772
ProprietàFrançois Pinault
Sito web

Affacciato sul celeberrimo Canal Grande, è oggi sede di mostre d'arte di particolare interesse.

Il progetto della sua struttura è attribuito all'architetto Giorgio Massari, impegnato all'epoca anche all'ultimazione di Ca' Rezzonico.

È l'ultimo palazzo che Venezia ha costruito prima del crollo della Repubblica.

Origini

Il palazzo sorge su di un appezzamento di terra di forma trapezoidale, acquistato dalla famiglia Grassi intorno al 1740. La particolare forma del luogo di costruzione aveva il vantaggio di offrire un'ampia facciata al canale.

Le circostanze precise della costruzione del Palazzo Grassi sono sconosciute. Si suppone, però, che i lavori siano iniziati nel 1748, grazie ad un documento che segnala dei lavori di scavo per la preparazione di fondazioni nella zona. Si pensa anche che i lavori di ultimazione del palazzo risalgano al 1772, anno della morte di Paolo Grassi, e dunque quasi contemporanea alla seconda fase di lavori del Ca' Rezzonico. Lo scalone d'onore fu decorato con affreschi di Michelangelo Morlaiter e Francesco Zanchi.

Il palazzo durante l'Ottocento

Il palazzo fra il 1840 e il 1875

In questo periodo, a causa della rapida e completa estinzione della famiglia Grassi, il palazzo subì una repentina successione di vendite che lo portò ad accogliere fra le sue pareti ben quattro proprietari diversi.

Ceduto alla società veneta commerciale di Spiridione Papadopoli nel 1840 dai fratelli Angelo e Domenico Grassi, il palazzo fu rivenduto quattro anni dopo al tenore lirico Antonio Poggi. Questi, quasi subito, lo cedette all'ungherese Jòszef Agost Shöfft, pittore di fama internazionale, che al momento della sua morte lasciò il posto alla sua seconda moglie Giuseppina Lindlau.

Il palazzo sotto la guida del barone Simone de Sina

Nel 1857 il palazzo fu rivenduto a un ricco finanziere greco, il barone Simone de Sina, che apportò alcune sostanziali modifiche alla struttura generale del palazzo:

  • Per rendere più stabile la struttura, aggiunse quattro colonne al vestibolo.
  • Fece demolire una parte dei decori del XVIII secolo presenti nel palazzo
  • Divise la sala da ballo al primo piano (occultando così un affresco del Canal) per ricavarne un'anticamera decorata da alcune opere del pittore austriaco Christian Griepenkeri

Il palazzo durante il Novecento

Nel 1908 gli eredi del barone de Sina vendettero il palazzo all'industriale svizzero Giovanni Stucky, che dopo la morte, avvenuta nel 1910, lasciò la struttura nelle mani del figlio Giancarlo che inserì all'interno del palazzo: ascensori, impianti elettrici e di riscaldamento.

A Giancarlo Stucky si deve, inoltre, la rivalutazione degli affreschi di Giambattista Canal, che furono finalmente trasferiti dalla sala da ballo alla scala principale della struttura.

Nel 1949, dopo essere passato nelle mani dell'imprenditore veneto Vittorio Cini, il palazzo passò ad una società immobiliare - appartenente alla multinazionale italiana Snia Viscosa - che vi fondò il Centro Internazionale dell'Arte e del Costume, apportando alcune modifiche agli ambienti del palazzo: la copertura del cortile con una vetrata, la sostituzione del vecchio pavimento con marmi intarsiati e la sostituzione del giardino con un teatro all'aperto con tetto apribile, finalizzato ad ospitare ricevimenti e sfilate di moda.

Nel 1983 la Fiat decise di acquistare Palazzo Grassi e di affidarne i lavori di ristrutturazione al famoso architetto Gae Aulenti.

Questi decise di inserire nei vari ambienti della struttura, delle cimase regolari che terminavano in un cornicione inclinato, permettendo l'inserimento di impianti tecnici di ogni genere. Inoltre, rinforzò la struttura metallica della vetrata del cortile con quattro finte porte metalliche, e fece ridipingere vari elementi (finte porte comprese) del palazzo con un colore verde acquatico, che creava un piacevole contrasto con il colore rosa del marmorino.

Il palazzo Oggi: François Pinault e Tadao Ando

Nel 2005, l'imprenditore francese François Pinault decise di acquistare Palazzo Grassi per potere esporre al suo interno la ricca collezione privata di opere d'arte contemporanee e moderne di sua proprietà. A tal fine decise di affidare al celebre architetto giapponese Tadao Ando le opere di rinnovo e rimodernizzazione della struttura.

L'architetto decide subito di mantenere intatti, durante tutto l'arco dei suoi lavori, i punti di riferimento architettonici della struttura, garantendo così il principio di reversibilità sul suo operato:

  • Le cimase riprendono lo stile delle pareti create da Aulenti. L'unica differenza fra le due soluzioni architettoniche, sta nel fatto che Ando decide di raddrizzarle, conferendo al palazzo un aspetto neutro, quasi monacale, che a detta dello stesso artista, "vorrebbe rifarsi ad un'opera di Donald Judd".
  • Le scale vengono rivestite da un semplice marmorino bianco; a differenza dei pavimenti, per i quali l'artista giapponese ha deciso di optare per del linoleum grigio, che ricopre gli antichi marmi intarsiati.
  • Il ripristino di alcuni pregiati marmi e stucchi originali, è stato affidato alle mani sapienti di alcuni artigiani locali, custodi delle antiche tecniche della Serenissima.
  • L'impianto d'illuminazione è costituito da 1800 faretti orientabili e regolabili fissati a travi d'acciaio cave che ospitano anche gli apparecchi di videosorveglianza, i rilevatori di presenza e le luci di emergenza
  • E' stato così possibile evitare di danneggiare i preziosi soffitti.
  • Le finestre affacciate sul Canal Grande sono state impreziosite con delle veneziane interne.
  • La vetrata è stata provvista di un velario che regala al cortile una luce chiara, sobria e sensuale.
  • Anche l'entrata e la biglietteria hanno subito delle modifiche: la prima è stata ampliata sostanzialmente, mentre la seconda è stata posizionata sotto le colonne dell'atrio.

La collezione di François Pinault

La Fondazione e Collezione François Pinault è una delle cinque collezioni d'arte moderna e contemporanea più grandi del mondo.

La collezione è essenzialmente costituita da pitture, sculture, fotografie e video appartenenti ai movimenti artistici dell'Arte Povera, del Minimalismo, del Post-minimalismo e della Pop Art.

La collezione è costituita da opere di artisti, fra i più importanti a livello internazionale:

Il museo organizza, inoltre, periodicamente, delle mostre temporanee con opere provenienti da altri musei. Spicca ad esempio la mostra dedicata a Pablo Picasso organizzata dall'11 novembre 2006 all'11 marzo 2007.

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