Proiettore di luce
Nel gergo cinematografico, con il termine generico di proiettori si indicano tutti i sistemi di proiezione della luce artificiale e si differenziano dal proiettore cinematografico in quanto quest'ultimo, oltre che proiettare semplicemente luce, proietta, su uno schermo, anche l'immagine di una pellicola che scorre davanti ad esso. Il termine stesso è sinonimo di cinema, ed è anche sinonimo della societa' Mole-Richardson Company che storicamente è stata la maggiore produttrice americana di proiettori per la cinematografia.
I proiettori si distinguono in varie tipologie; quelli ad arco voltaico, ormai quasi del tutto abbandonati, e quelli a lampade che sono i più moderni e denominati a seconda del tipo di lampade che usano. Ad incandescenza quelli che utilizzano le lampade a filamenti di tungsteno, e a scarica, con lampade a gas fluorescenti come il neon o lo xeno o ancora lampade ai vapori di quarzo o di mercurio[1], fabbricate con vetri speciali per ottenere tipologie di luce diversa, più calda o più fredda, per modificarne il passaggio alla luce ultravioletta, per modificarne la temperatura di colore.
Quello che più di tutti ha caratterizzato il proiettore di luce nel cinema, è stato senz'altro il proiettore ad arco voltaico, detto semplicemente ad arco, conosciuto nel cinema italiano con il termine di bruto. Questo è stato il proiettore più usato nella storia del cinema di tutto il mondo. Venne usato da tutti i grandi direttori della fotografia[1] e ha caratterizzato l'illuminazione del cinema in bianco e nero dal dopoguerra fino agli anni 1980. Ancora oggi viene usato in scene particolari, nelle grandi produzioni, per le sue caratteristiche di diffusione della luce e per la morbidezza di questa, oltre che per il suo calore, caratteristiche che rimangono ancora insuperate dai più moderni proiettori.