Araldo
Vi sono quattro gradi nell'ambito degli ufficiali d'armi: il re d'armi, che supervisiona le armi di un'area, il maresciallo d'armi, che lo assiste ed è destinato a sostituirlo, l'araldo ed il cavalcatore (poursuivant d'armes) che è un apprendista araldo.
Tra gli antichi greci l'araldo, aveva il compito di rendere pubblici gli atti e disposizioni delle autorità civili e religiose e talvolta di mantenere le relazioni con popoli stranieri o nemici. Grande era l'importanza degli araldi, detti kérukes, soprattutto nell'età omerica e conservarono fino al IV secolo a.C. in Atene funzioni di un certo rilievo nelle assemblee popolari.
Simili agli araldi greci erano nell'Antica Roma i calatores e gli apparitores, i primi per gli uffici religiosi, i secondi per i pubblici. Erano poi presenti i feciales con compiti istituzionali.
Passando al medioevo, gli araldi erano pubblici ufficiali addetti alle corti dei sovrani e dei grandi feudatari ed agli ordini cavallereschi. Non risulta alcun legame tra gli araldi greci e romani, da un lato, e gli araldi medioevali. Tale connessione sembra che sia stata creata nel XV secolo dagli araldi stessi, allo scopo di provare l'antichità e la nobiltà del loro ufficio in un momento in cui era messo in discussione.
Gli araldi d'armi, apparsi verosimilmente nel XII secolo (come risulta da una citazione tratta da Chrétien de Troyes datata alla fine del secolo), sono strettamente collegati allo sviluppo dell'araldica da cui traggono il nome.
Tratti dai ranghi dei giocolieri e dei menestrelli, gli ufficiali d'armi si specializzarono nei tornei, nelle giostre equestri e nei passi d'armi. Essi li annunciavano, vi conducevano i cavalieri e li commentavano. In origine non erano legati ad un nobile in particolare, e conducevano una vita errabonda, contribuendo così alla fama di diversi cavalieri, raccontando le loro imprese ovunque si recassero. Questo ruolo ebbe un'influenza notevole sul loro ufficio.
In effetti tutta l'organizzazione del gruppo è legata ai tornei. All'inizio la distinzione degli ufficiali in base all'area di origine corrisponde alle divisioni territoriali dei gruppi di cavalieri nei tornei. In seguito, la gerarchia degli ufficiali d'armi è del pari sottoposta, almeno sul piano simbolico, alla cavalleria ed ai tornei. In effetti, come rammenta Olivier de la Marche nelle sue memorie, occorrono sette anni perché un cavalcatore possa divenire araldo. La durata corrisponde al tempo occorrente ad unos cudiero per divenire cavaliere.
Questo ruolo nei tornei ne fece degli esperti nei blasoni, cosa che permise loro di avere delle funzioni militari ufficializzate all'inizio del XIV secolo come mostra l'ordinanza di Filippo il Bello nel 1306 sul guanto di sfida. In effetti, non vi era uniformità nell'ost feudale, ed i combattenti si riconoscevano solo dalle armi che figuravano sulle bandiere, sui pennoni e sugli scudi. La conoscenza dei blasoni acquisita nel frequentare i tornei permetteva agli ufficiali d'armi di riconoscere rapidamente i protagonisti e di seguire los volgimento delle battaglie. Tutto ciò li rendeva prziosi, specialmente nel XIII secolo, quando le armi si sono meglio definite. Così essi si fermarono presso dei signori, pur conservando alcune peculiarità ereditate dal loro antico vagabondare, come la funzione di messaggeri facilitata dalla immunità di cui godevano (in particolare il diritto di circolare liberamente ovunque si recassero). Essi acquisirono anche nuove competenze, specie nella definizione delle regole in materia di araldica e nella composizione degli armoriali.
Essi svolgevano sia compiti civili che militari.
Tra quelli civili c'era innanzitutto la compilazione dei rotuli degli stemmi e la cura dei registri di nobiltà. Erano anche responsabili del corretto svolgimento dei tornei tra cavalieri dei quali garantivano la regolarità delle armi utilizzate e, alla fine, ne proclamavano il vincitore. Partecipavano, inoltre, a tutte le cerimonie solenni di corte svolgevano incarichi diplomatici di fiducia presso i sovrani esteri.
In campo militare svolgevano il compito di messi per la dichiarazione di guerra o l'intimazione di resa.
Per lo svolgimento di questi compiti erano considerati inviolabili.
Gli araldi erano sempre nobili o erano nobilitati all'atto della nomina che avveniva con cerimonia solenne. Il nuovo araldo assumeva un nome spesso di un feudo o di un ordine cavalleresco e vestiva una cotta di velluto armeggiata. Prestavano, inoltre, uno speciale giuramento e formavano un collegio che elegeva un capo detto re d'armi.
Secondo i contemporanei, il XV secolo fu un periodo di crisi per l'ufficiale d'armi. Senza dubbio, vi ha molto contribuito il diritto accordato ad un capitano di media importanza di avvalersi dei servigi di un cavalcatore. In effetti, questa misura ha sicuramente comportato la moltiplicazione degli apprendisti, talora reclutati tra persone ritenute dai loro stessi pari indegne di questo ufficio, "de vielz menestrels qui ne poient plus corner" come dice l'araldo Sicile. Ma ciò che ha reso più debole il corpo degli ufficiali d'armi nel XV secolo fu senza dubbio il passaggio dall'ost medioevale all'esercito permanente stipendiato. In Francia, a partire dal 1445, le compagnie d'ordinanza si sostituirono ai contingenti di vassalli che si radunavano sotto la bandiera del loro signore. Il ruolo militare degli ufficiali d'armi sparirà del tutto dopo la Guerra dei Trent'anni, il loro ruolo araldico scomparirà nel 1615, data di creazione dei giudici d'armi. Paradossalmente questo periodo di declino subito dagli araldi nel XV secolo può essere visto come l'apogeo dell'ufficiale d'armi. Infatti basta considerare la costituzione del collegio araldico francese nel 1406 o le richieste presentate ai principi presenti al congresso di Arras del 1435 per comprendere che gli araldi costituivano un corpo molto importante e riconosciuto di quel secolo.
Il vero declino dell'ufficiale d'armi sembra piuttosto porsi nel XVI secolo. Ciò fu dovuto ad un insieme di fattori di cui il principale appare essere il passaggio dal sistema feudale allo stato moderno che trasferisce tutti i poteri al monarca e sottrae alla nobiltà il suo carattere militare. Questo fenomeno si amplierà nel XVII secolo e l'ufficiale d'armi perderà le sue prerogative principali. Abbiamo già detto che il loro ruolo araldico scomparità nel 1615, al momento della creazione dei giudici d'armi. Nel 1627 il collegio araldico francese perse la sua indipendenza e fu inserito nella struttura della casa reale dopo la soppressione del Contestabile. Poco più tardi furono messe in dicussione le loro funzioni militari: Luigi XIII sarà l'ultimo re di Francia a circondarsi di araldi durante la Guerra dei Trent'anni. Infine il ruolo di maestri di cerimonie sarà loro sottratto dall'introduzione degli ambasciatori. Poi l'ufficiale d'armi, ridotto ad un semplivce elemento della pompa imperiale e monarchica, sopravviverà in Francia fino al 1830. Così degli ufficiali d'armi parteciparono all'apertura degli Stati Generali del 1789, ai funerali di Luigi XVIII ed alla consacrazione di Carlo X nel 1825. Li si ricorda per l'ultima volta alla testa del corteo del Te Deum che celebrava la presa di Algeri nel 1830.
Dopo quell'epoca gli uffici propriamente araldici passano ai consiglieri giudici d'arme ed ai genealogisti di corte, quelli cerimoniali ai maestri di cerimonia.
Oggi solo alcuni paesi dispongono ancora di araldi, in particolare l'Inghilterra, la Spagna ed il Canada.