Recoaro Terme

comune italiano

Recoaro Terme (Recobör, Rocabör o Ricaber in cimbro[3]) è un comune italiano di 6.849 abitanti[4] della provincia di Vicenza, situato nell'alta Valle dell'Agno, sul fondo di una conca (nota anche come Conca di Smeraldo) a 445 metri sul livello del mare, ai piedi delle Piccole Dolomiti.

Recoaro Terme
comune
Recoaro Terme – Stemma
Recoaro Terme – Veduta
Recoaro Terme – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Veneto
Provincia Vicenza
Amministrazione
SindacoFrancesco Angelo Perlotto (lista civica) dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate45°42′00″N 11°14′00″E
Altitudine442 m s.l.m.
Superficie60,06 km²
Abitanti6 835[1] (31-12-2010)
Densità113,8 ab./km²
FrazioniFongara, Merendaore, Parlati, Rovegliana
Comuni confinantiAla (TN), Altissimo, Crespadoro, Selva di Progno (VR), Torrebelvicino, Valdagno, Vallarsa (TN), Valli del Pasubio
Altre informazioni
Cod. postale36076
Prefisso0445
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT024084
Cod. catastaleH214
TargaVI
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Nome abitantirecoaresi
Patronosant'Antonio abate
Giorno festivo17 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Recoaro Terme
Recoaro Terme
Recoaro Terme – Mappa
Recoaro Terme – Mappa
Posizione del comune di Recoaro Terme all'interno della provincia di Vicenza
Sito istituzionale
«Recoaro, come paesaggio, è una delle più belle esperienze; e questa sua bellezza io l'inseguita prodigandovi con zelo e fatica. La bellezza della natura, come ogni altra bellezza, è gelosa, e vuole che si servi lei sola»

Recoaro è celebre per le proprie acque minerali: l'oligominerale Lora è commercializzata, mentre le altre acque minerali sono utilizzate nelle terme delle Fonti Centrali dalla loro scoperta nel 1689.

Geografia

Il comune ha un'estensione piuttosto vasta, di poco più di 60 chilometri quadrati e comprende l'arco disegnato dalle Piccole Dolomiti e la conca sottostante formata dall'alta valle dell'Agno. A nord confina con i comuni trentini di Ala e Vallarsa, a est con l'alta Val Leogra (comuni di Valli del Pasubio e Torrebelvicino), a ovest con la Val del Chiampo (comuni di Crespadoro e di Altissimo), a nord-ovest con la Provincia di Verona (comune di Selva di Progno), a sud con il comune di Valdagno.

Al Passo delle Tre Croci, noto come Passo della Lora, vi è il confine fra le province di Vicenza, Trento e Verona.

La principale via di accesso è l'ex statale 246 che provenendo da sud percorre l'intera valle, collegandosi poi alla Val Leogra in territorio recoarese con il valico del Passo Xon.

Geologia

La natura calcarea delle rocce del luogo, insieme alla posizione geografica (le Prealpi vicentine sono i primi rilievi montuosi che si incontrano provenendo dal mare) che determina un'elevatissima piovosità (la più alta del Veneto con oltre 2000mm annui di media) determinano una grande ricchezza che è l'acqua minerale. Numerosi sono le sorgenti e le fonti su tutto il territorio comunale.

Il territorio comunale è inoltre molto ricco dal punto di vista geologico, con una vastità di differenti tipi di rocce affioranti che furono di spunto al geologo veronese Giovanni Arduino per la suddivisione in ere geologiche ancora oggi usate. In particolare a Recoaro affiora la fillade quarzifera (detta in dialetto locale lardàro o ardàro), roccia metamorfica, molto friabile, che costituiva un'antichissima catena montuosa.

Nella zona è possibile praticare vari tipi di sport, dal parapendio presso il passo di Campogrosso, agli sport invernali (sci alpino, sci di fondo) presso Recoaro Mille e la mountain-bike, grazie alla notevole rete di strade asfaltate, sterrate, mulattiere e sentieri che il territorio comunale offre.Inoltre è possibile praticare l'alpinismo e l'arrampicata sportiva nelle Piccole Dolomiti. L'etimo più probabile è la derivazione dal nome personale germanico (probabilmente longobardo) "Richwar", si confronti la versione cimbra dei Sette Comuni "Ricaber".

Clima

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Recoaro Terme.

Durante il periodo primaverile del 2008 Recoaro si è dimostrata la località più piovosa del Veneto.

Caratteristica del clima della Conca di Smeraldo è infatti un'altra piovosità in autunno e in primavera, nonché forti piovaschi e temporali durante l'estate, soprattutto nel tardo pomeriggio o sera. Gli inverni sono piuttosto rigidi, anche se le precipitazioni nevose nel fondovalle possono anche essere molto scarse.

Frazioni

La distribuzione della popolazione ha un carattere soprattutto rurale, con un centro principale di dimensioni ridotte rispetto al totale. In modo meno accentuato rispetto al passato, ma ancora rilevante, la maggioranza della popolazione vive sulle colline della conca. Nucleo fondamentale e rilevante è la contrada, piccolo gruppo di case che varia da poche unità a varie decine: su tutto il territorio recoarese si contano oltre 100 contrade, oggigiorno le più sperdute sono disabitate, mentre le più grandi hanno raggiunto la dignità di frazione.

La contrada era un tempo il centro della vita sociale e lavorativa, raccoglieva le abitazione, i fienili e le stalle, una o più fontane (di cui il territorio comunale è molto ricco), spesso anche un Capitello votivo dedicato alla Madonna o ai santi. Nelle frazioni di Parlati e Merendaore è stata istituita la parrocchia nel corso del Novecento, mentre era già presente da molti secoli in quelle di Rovegliana e Fongara.

Rovegliana

Nella frazione di Rovegliana è situata la piccola e caratteristica contrada Camonda (etimologia: voce tedesca composta di kuh, "mucca" + munde, "passaggio"), costituita da due gruppi di case; il nucleo più grosso verso valle, Camonda di Sotto (640 m s.l.m.) e il gruppo di case più a monte, Costa (675 m). La strada comunale che porta, sempre in salita, alla contrada inizia poco dopo la curva della località Gardi sulla destra provenendo da Recoaro e arriva fino al passo della Camonda (693 m. s.l.m.) dove insiste un particolare capitello (v.voce: Capitelli votivi). Poi la strada si dirama a sinistra verso il passo dei Branchi (728 m s.l.m.) seguendo il crinale delle Some di Rovegliana e a destra verso la Fonte Civillina o la Contrada Manfron (com. di Torrebelvicino). Da questo passo si può anche raggiungere il monte Civillina (962 m) lungo un ripido sentiero che si prende subito a destra.

Storia

La zona di Recoaro venne abitata nel corso del XIII secolo da dei coloni germanici: il primo documento ufficiale nomina la "villa" di Rovegliana risale al 1262. La frazione fu inizialmente il centro principale della conca, data la posizione favorevole, esposta al sole, rialzata sulle colline, mentre il capoluogo, pur abitato, si sviluppò in seguito.

Nel XIV secolo la zona del vicentino fu sottoposta alle signorie prima degli Scaligeri e quindi dei Visconti, finché nel XV secolo non subentrò la Repubblica Veneta, che mantenne il proprio predominio fino al XVIII secolo. Tracce della dominazione veneziana si possono trovare nel Leone di San Marco, originariamente posto a Rovegliana e oggi conservato in municipio, e in tracce di disboscamento nella zona di Recoaro Mille.

Importante fatto nella storia di Recoaro fu la scoperta delle acque minerali nel 1689, ad opera del conte Lelio Piovene (da cui la sorgente prese il nome di Lelia). Nel Settecento Recoaro conobbe un primo sviluppo a causa del termalismo, ma fu solo nell'Ottocento che il paese ebbe una vera e propria crescita legata allo sfruttamento curativo delle acque. Nel frattempo, seguendo le sorti del Lombardo-Veneto, al crollo della Serenissima il territorio comunale era passato all'Impero Asburgico, sotto la cui giurisdizione rimase fino al 1866.

Nonostante lo sfruttamento delle acque termali e lo sviluppo turistico (con medie di 8-9000 visitatori all'anno nell'Ottocento e di 10-15.000 nei primi del Novecento), la maggioranza della popolazione viveva ancora di un'agricoltura di sussistenza, molto povera a causa dell'ambiente montano.

Solo lo sfruttamento commerciale dell'acqua minerale tramite lo stabilimento di imbottigliamento fra le due guerre mondiali pose le basi per uno sviluppo economico che ebbe il suo apice nel secondo dopoguerra.

Durante la seconda guerra mondiale Recoaro fu anche sede di un comando nazista, con occupazione da parte delle truppe tedesche di molti edifici, fra cui anche le Fonti, che vennero bombardate dagli Alleati nell'aprile 1945.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[5]

Agli inizi del XIX secolo Recoaro sfiorava i 4000 abitanti, tuttavia vi fu un continuo calo dopo il 1808 e solo nel 1822 si raggiunse tale cifra. Vi fu quindi uno sviluppo demografico che portò a raggiungere le 5000 unità negli anni quaranta dell'Ottocento. Negli ultimi decenni vi è stato uno spopolamento del territorio comunale, a causa della mancanza di posti di lavoro, con un'emigrazione verso la bassa valle.

Oggi la popolazione si concentra molto di più nel centro principale rispetto a quanto avvenisse fino alla prima metà del Novecento, in cui vi era ancora una grossa fetta di popolazione rurale.

Variazioni

La denominazione del comune fino al 1934 era Recoaro.[6]

Luoghi di interesse

Chiese

La parrocchiale dedicata a Sant'Antonio abate, costruita nell'immediato dopoguerra (1949-1951) dal celebre architetto Giuseppe Vaccaro. Contiene una significativa Via Crucis in terracotta.

Le due più antiche chiese della conca sono quella di Santa Giuliana, sul colle omonimo, e di San Bernardo, entrambi risalenti al XIV secolo. In particolare i recoaresi sono molto devoti a Santa Giuliana, a cui sono più volte ricorsi nel corso dei secoli con voti per scampare alle pestilenze o alle guerre.

Capitelli votivi

Il Capitello votivo fa parte della tradizione del territorio se ne possono contare 128 in tutto il territorio recoarese. La località Camonda ha un particolare capitello situato al passo omonimo. Questo è un capitello-rifugio. La sua funzione non è solo quella di esprimere una manifestazione di pietà popolare ma anche quella di ricovero per i viandanti. Ancora nei primi anni del secolo scorso non esisteva una carrabile ma un sentiero che collegava le valli dell'Agno e del Leogra. È quindi ipotizzabile che servisse per offrire a chi era di passaggio una protezione temporanea prima della discesa a valle verso Torrebelvicino o Recoaro, il capitello è stato ricostruito nel XIX secolo.

Natura

L'ambiente naturale è forse il maggior patrimonio di Recoaro, circondato dalle Piccole Dolomiti, montagne molto interessanti dal punto di vista alpinistico ed escursionistico, che offrono la possibilità sia della gita della domenica, sia di itinerari impegnativi.

Cultura

La Chiamata di Marzo

La Chiamata di Marzo è un'antichissima tradizione di Recoaro, comune a molte zone dell'Italia settentrionale: consiste nell'accogliere la primavera in modo festoso, con richiami ecc.

La tradizione consiste nell'andare in giro l'ultima notte di febbraio con strumenti per "chiamare" la primavera, tipicamente i campanacci delle vacche e le secchie per mungere, tipici attrezzi della cultura montanara.

La peculiarità nel territorio recoarese si ebbe nel corso dell'Ottocento, quando la popolazione iniziò a sfilare per il paese con i propri attrezzi di lavoro, caratteristica che rimase poi immutata fino alla metà del Novecento, venendo poi progressivamente abbandonata.

Nel 1979 fu ripresa con una sfilata e una rappresentazione in costumi tipi dei mestieri, degli usi, delle abitudini di un tempo. Si svolge da allora con cadenza biennale negli anni pari, con una partecipazione popolare molto intensa (le ultime edizioni hanno contato più di 1.000 figuranti) e con un'affluenza di pubblico davvero significativa di alcune migliaia di presenze.

Personalità legate a Recoaro

Curiosità

Dal 1968 al 1972, Recoaro ha ospitato la finale del Cantagiro, con i più famosi cantanti italiani dell'epoca. La sede della finale, articolata in tre serate con la diretta su Rai Uno della serata finale, fu lo splendido scenario delle Fonti Centrali.

Economia

La principale azienda di Recoaro è rappresentato dall'omonima società di imbottigliamento delle acque minerali. Di proprietà statale fino agli anni novanta, aveva raggiunto un notevole sviluppo sul mercato italiano con un vasto campionario di bibite, di cui due di denominazione esclusiva, il Gingerino e l'Acqua brillante.

In seguito alla privatizzazione e alla successiva crisi, fu acquisita dalla Sanpellegrino e praticamente smantellata fino alla recente rivalutazione del marchio.

Amministrazione

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Gemellaggi

  Neustadt an der Donau, Germania, dal 1989 Colonia Carolina, Goya, prov. de Corrientes (en tramite)

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 627.
  4. ^ Fonte: ISTAT - Bilancio demografico al 01/01/2010 Statistiche demografiche ISTAT.
  5. ^ Dati tratti da:
  6. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3

Bibliografia

  • Tarcisio Bellò, Storie di Confine, Alta via dell'Alpi Vicentine., Vicenza, La Serenissima, 2006.

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