Utente:Harlock81/Prova6

Satelliti naturali di Marte

Osservazione

Dalla Terra

L'osservazione di Fobos e Deimos dalla Terra è ostacolata dalle ridotte dimensioni dei due oggetti e dalla loro vicinanza al pianeta rosso.[1] All'opposizione (situazione cui corrispondono le migliori condizioni osservative), Fobos raggiunge una magnitudine di 11,6, Deimos di 12,8.[2] Marte per confronto può raggiungere una magnitudine massima di -2,8,[3] risultando poco meno di seimila volte più luminoso di entrambi. Inoltre, i due satelliti all'opposizione si discostano mediamente dal pianeta di 24,6 - Fobos - e 61,8 arcosecondi - Deioms.[2]

con un'esposizione adeguata al dispositivo per la raccolta di immagini utilizzato (CCD).

Da Marte

 
Deimos (sinistra) e Fobos (destra) fotografati dal rover Spirit, dalla superficie di Marte.

Visto dalle latitudini equatoriali della superficie di Marte, Fobos all'opposizione (corrispondente ad una fase di luna piena) appare grande quanto un terzo della Luna vista dalla Terra. Al suo sorgere presenta un diametro angolare di 8'; allo zenit di 12',3.[2] Appare tanto più piccolo quanto maggiore è la latitudine dell'osservatore ed è completamente invisibile (sempre oltre l'orizzonte) dalle regioni polari del pianeta.[4] Raggiunge una magnitudine apparente massima di -3,9.[2] Deimos, invece, appare come una stella brillante o un pianeta (raggiunge una magnitudine massima di -0,1[2]), poco più grande di come appaia Venere vista dalla Terra; presenta un diametro angolare di circa 2'. Entrambi sperimentano il fenomeno delle fasi.[4]

Il diametro angolare del Sole visto da Marte è di circa 21'. Di conseguenza, non possono verificarsi eclissi totali sul pianeta, perché le due lune sono troppo piccole per coprire il disco solare nella sua interezza. D'altra parte, dall'equatore è possibile osservare transiti di Fobos quasi ogni notte; essi sono molto rapidi e si concludono in meno di mezzo minuto circa.[5][1] Deimos, invece, transita sul disco solare una volta al mese circa, ma il fenomeno che dura circa un minuto e mezzo[1] rimane poco visibile.[4]

Il moto di Fobos è molto veloce, sorge ad ovest e tramonta ad est,[6] con un periodo apparente di 11 ore (in 4,5 delle quali attraversa il cielo, sorgendo nuovamente 6,5 ore dopo).[1] Deimos, invece, trovandosi appena al di sopra dell'orbita areosincrona, sorge ad est e tramonta lentamente ad ovest, rimanendo visibile per 2,7 giorni ininterrottamente.

Storia delle osservazioni

Anticipazioni

All'inizio del XVII secolo, Keplero aveva ipotizzato che Marte potesse avere dei satelliti essendo allora noto che ne avesse uno il pianeta che lo precede, la Terra, e quattro quello subito seguente, Giove.[7] Assumendo che il numero dei satelliti dei pianeti del sistema solare seguisse una progressione geometrica, Marte avrebbe avuto due satelliti.[8]

Nel 1721 William Derham ipotizzava nella sua opera Astro-Theology che Marte, tanto simile alla Terra, possedesse delle lune che non erano state ancora osservate perché piccole e poco luminose ed anche in Germania ne era stata ipotizzata l'esistenza.[7]

Nel 1726, Jonathan Swift, probabilmente ispirato dall'ipotesi di Keplero,[8] nei suoi Viaggi di Gulliver descrisse due satelliti orbitanti attorno a Marte.

(inglese)
«They have likewise discovered two lesser stars, or 'satellites', which revolve about Mars, whereof the innermost is distant from the centre of the primary planet exactly three of his diameters, and the outermost five; the former revolves in the space of ten hours, and the latter in twenty-one and a half; so that the squares of their periodical times are very near in the same proportion with the cubes of their distance from the centre of Mars, which evidently shows them to be governed by the same law of gravitation, that influences the other heavenly bodies...»
(italiano)
«Essi [gli astronomi lapuziani] hanno inoltre scoperto due astri minori, due 'satelliti', in orbita attorno a Marte, dei quali il più interno dista dal centro del pianeta madre esattamente tre volte il diametro di quest'ultimo, e il più esterno cinque; il primo ruota in dieci ore, e il secondo in ventuno e mezza; così che i quadrati dei loro periodi sono approssimativamente proporzionali ai cubi delle loro distanze dal centro di Marte, e questo dimostra che evidentemente sono governati dalla medesima legge di gravitazione che influenza [i moti de]gli altri corpi celesti...»

Satelliti analoghi furono descritti anche da Voltaire, presumibilmente influenzato da Swift,[9] nel suo racconto filosofico Micromega del 1752.[10]

(francese)
«ils côtoyèrent la planète de Mars, qui, comme on sait, est cinq fois plus petite que notre petit globe ; ils virent deux lunes qui servent à cette planète»
(italiano)
«costeggiarono il pianeta Marte che, come tutti sanno, è cinque volte più piccolo del nostro piccolo globo; videro due lune che fanno da satelliti a questo pianeta»
 
Il telescopio utilizzato per la scoperta di entrambi i satelliti naturali di Marte.

Successivamente, altri proposero l'esistenza delle lune di Marte in opere che potremmo però attribuire al genere fantascientifico.[7]

Scoperta

Asaph Hall scoprì Deimos il 12 agosto 1877 e Fobos il seguente 18 agosto (le fonti dell'epoca adottano la convenzione astronomica, precedente al 1925, che il giorno inizi a mezzogiorno; conseguentemente le scoperte sono riferite rispettivamente all'11 ed al 17 agosto) con il telescopio rifrattore di 26" (Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.) di diametro dello United States Naval Observatory, a Washington.[11][12][13] Hall, in quel periodo, stava cercando sistematicamente delle possibili lune di Marte. Il 10 agosto aveva già visto una luna del pianeta, ma a causa del maltempo, non riuscì ad identificarla se non nei giorni seguenti.

Hall descrisse la scoperta nei suoi appunti come segue:[14]

(inglese)
«I repeated the examination in the early part of the night of [August] 11th, and again found nothing, but trying again some hours later I found a faint object on the following side and a little north of the planet. I had barely time to secure an observation of its position when fog from the River stopped the work. This was at half past two o'clock on the night of the 11th. Cloudy weather intervened for several days.

On 15 August the weather looking more promising, I slept at the Observatory. The sky cleared off with a thunderstorm at 11 o'clock and the search was resumed. The atmosphere however was in a very bad condition and Mars was so blazing and unsteady that nothing could be seen of the object, which we now know was at that time so near the planet as to be invisible.
On August 16 the object was found again on the following side of the planet, and the observations of that night showed that it was moving with the planet, and if a satellite, was near one of its elongations. Until this time I had said nothing to anyone at the Observatory of my search for a satellite of Mars, but on leaving the observatory after these observations of the 16th, at about three o'clock in the morning, I told my assistant, George Anderson, to whom I had shown the object, that I thought I had discovered a satellite of Mars. I told him also to keep quiet as I did not wish anything said until the matter was beyond doubt. He said nothing, but the thing was too good to keep and I let it out myself. On 17 August between one and two o'clock, while I was reducing my observations, Professor Newcomb came into my room to eat his lunch and I showed him my measures of the faint object near Mars which proved that it was moving with the planet.

On August 17 while waiting and watching for the outer moon, the inner one was discovered. The observations of the 17th and 18th put beyond doubt the character of these objects and the discovery was publicly announced by Admiral Rodgers.»
(italiano)
«Ripetei l'osservazione nella prima parte della notte dell'11 [agosto], e nuovamente non trovai nulla, ma provando di nuovo alcune ore dopo trovai un debole oggetto a monte e un poco a nord del pianeta. Ebbi appena il tempo di assicurarmi un'osservazione della sua posizione che la nebbia proveniente dal fiume interruppe il mio lavoro. Ciò accadde alle due e mezzo nella notte dell'11. Per diversi giorni il cielo si mantenne coperto.

Il 15 agosto il tempo apparve più promettente ed io dormii presso l'Osservatorio. Il cielo si aprì dopo un temporale alle 11 in punto e la ricerca riprese. Cattive condizioni osservative tuttavia permanevano e Marte appariva fiammeggiante ed instabile tanto che l'oggetto non poteva essere distinto, ancor più sapendo oggi che era così vicino al pianeta da risultare invisibile.
Il 16 agosto ritrovai l'oggetto a monte del pianeta e le osservazioni di quella notte mostrarono che si muoveva con il pianeta, e se si trattava di un satellite, era vicino ad una sua elongazione. Fino ad allora non avevo detto nulla entro l'Osservatorio della mia ricerca di un satellite di Marte, ma, nel lasciare l'osservatorio dopo tali osservazioni del 16 alle tre del mattino, dissi al mio assistente, George Anderson, a cui avevo mostrato l'oggetto, che credevo di aver scoperto un satellite di Marte. Gli chiesi inoltre di mantenere la cosa segreta perché non desideravo che se ne parlasse finché la scoperta non fosse certa oltre ogni dubbio. Lui non disse nulla, ma la cosa era troppo buona per tenerla segreta e fui io steso a lascirmela scappare. Il 17 agosto, tra l'una e le due, durante il lavoro di riduzione delle osservazioni della notte precedente, il Professor Newcomb venne nella mia stanza per mangiare il suo pranzo e io gli mostrai le mie misure del debole oggetto in prossimità di Marte che dimostravano che si stava muovendo con il pianeta.
Il 17 agosto mentre aspettavo per cercare la luna più esterna, scoprii quella più interna. Le osservazioni del 17 e del 18 chiarirono gli ultimi dubbi sul carattere di tali oggetti e la scoperta fu annunciata pubblicamente dall'Ammiraglio Rodgers.»

 
Asaph Hall.

I nomi delle due lune furono proposti da Henry Madan (1838–1901), "Science Master" ad Eton, e richiamano quelli dei personaggi di Fobos (paura) e Deimos (terrore), che secondo la mitologia greca accompagnavano in battaglia il loro padre, Ares, dio della guerra.[15] Ares è l'equivalente greco della divinità romana Marte.

(greco)
«Ὣς φάτο, καί ῥ' ἵππους κέλετο Δεῖμόν τε Φόβον τε
ζευγνύμεν, αὐτὸς δ' ἔντε' ἐδύσετο παμφανόωντα.»
(italiano)
«Egli [Ares] parlò, è ordinò al Terrore e alla Paura di preparare i suoi destrieri. E lui stesso indossò l'armatura scintillante.»

Osservazioni successive

Le dimensioni e le caratteristiche orbitali dei satelliti di Marte hanno consentito, per lungo tempo, la loro osservazione solo in occasioni favorevoli, con il pianeta all'opposizione e i due satelliti in condizioni di elongazione adeguata, che ricorrono circa ogni 16 anni. La prima configurazione favorevole si verificò nel 1879. Numerosi osservatori, in tutto il mondo, parteciparono alle osservazioni con lo scopo di determinare con esattezza le orbite dei due satelliti.[16]

Nei quarant'anni seguenti, la maggior parte delle osservazioni (più dell'85% del totale di quelle compiute tra il 1888 ed il 1924) avvennero presso due osservatori statunitensi, lo United States Naval Observatory e l'Osservatorio Lick,[16] con l'obiettivo, tra gli altri, di determinare la direzione dell'asse di rotazione del pianeta.[17] Tra il 1926 ed il 1941 proseguì soltanto il Naval Observatory, con 311 osservazioni visuali. Dal 1941 in poi, le osservazioni avvennero solo con la tecnica fotografica.[16]

Nei quindici anni seguenti le ricerche furono poche o nulle e ripresero nel 1956, volte ad individuare eventuali altri satelliti. Aveva generato un rinnovato interesse l'ipotesi avanzata da Bevan P. Sharpless nel 1945, che il moto di Fobos stesse accelerando, causando altresì una riduzione del semiasse maggiore dell'orbita. Ne nacque una cotroversia sull'effettiva realtà del fenomeno e sull'entità e causa dell'accelerazione che portarono a nuove osservazioni negli anni sessanta e settanta.[16][22]

Nel 1988, in concomitanza con le missioni sovietiche del Programma Phobos, furono condotte osservazioni da Kudryavtsev e colleghi. Nei dieci anni seguenti, invece, le due lune non furono oggetto di alcuna osservazione, fino al 2003, quando osservazioni molto accurate furono condotte dall'Osservatorio Lowell.[23]

Nei primi anni del XXI secolo sono state condotte inoltre nuove ricerche volte a determinare la presenza di eventuali satellite irregolari di Marte. Showalter et al. hanno eseguito una ricerca in tal senso nel 2001, con il Telescopio spaziale Hubble, escludendo la presenza di altri satelliti (di dimensioni maggiori di 100 metri) nella porzione più prossima al pianeta della sfera di Hill marziana. Scott Sheppard e David Jewitt hanno ripetuto la ricerca nel 2004 con il telescopio franco-canadese di 3 m di diametro presente presso l'osservatorio di Mauna Kea, nelle Hawaii, escludendo la presenza di ulteriori satelliti con magnitudine superiore a 23,5 (corrispondente ad oggetti di dimensioni di 90 metri, con un albedo di 0,07).[24]

Missioni spaziali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Esplorazione di Marte.
 
Immagine in scala di Fobos (sopra) e Deimos (sotto).

Fobos e Deimos sono stati fotografati e studiati prevalentemente da sonde spaziali il cui obiettivo primario era lo studio di Marte. Le prime immagini di Fobos furono raccolte dal Mariner 7 nel 1969,[25][26] ma fu col Mariner 9 nel 1971 che fu condotto uno studio dettagliato di entrambi i satelliti. Ne furono determinate le dimensioni, la forma, il periodo di rotazione, identificate alcune caratteristiche superficiali e furono migliorate le conoscenze sul loro moto orbitale.[27] Fu inoltre rilevata la presenza di uno strato di regolite sulla superficie di entrambi.[28]

Con il Programma Viking si ebbe un ulteriore incremento nelle conoscenze su entrambi i satelliti, grazie sia ai miglioramenti tecnici introdotti nei sistemi di raccolta di immagini, sia ai passaggi più stretti che i due orbiter eseguirono soprattutto con Fobos.[29] Furono rilevate variazioni di colore su Fobos, del quale fu determinata la massa,[30] la densità e stimata un'età e la composizione.[29]

Nel 1998 e nel 2003, la sonda statunitense Mars Global Surveyor ha raccolto sia immagini dirette di Fobos, sia ha seguito la traccia della sua ombra sulla superficie del pianeta. Ciò ha permesso di calcolare con maggior precisione l'orbita della luna e la accelerazione che gli effetti mareali di Marte le impartiscono.[31] Sono stati utilizzati a tale scopo anche i dati raccolti dalla sonda europea Mars Express[23] che ha eseguito inoltre dei sorvoli ravvicinati di Fobos nel 2004,[32][33] 2008[34] e 2010,[35] oltre che osservazioni a distanza di Deimos. Infine, nel 2007 e nel 2008 il Mars Reconnaissance Orbiter ha raccolto immagini ad alta risoluzione di entrambi i satelliti.[36]

Immagini di Deimos e Fobos sono state raccolte anche dalla superficie di Marte, attraverso le fotocamere di lander e rover lì presenti, sia in immagini notturne,[37] sia in immagini diurne in occasione di transiti sul disco solare.[38]

La Russia ha lanciato due missioni nel 1988 - Fobos 1 e 2 - e Fobos-Grunt nel 2011 che avrebbero dovuto atterrare su Fobos; l'ultima in particolare avrebbe anche dovuto riportare dei campioni a terra. Tuttavia, sono fallite tutte e tre, le prime due in prossimità del loro obiettivo,[39] Fobos-Grunt in orbita terrestre bassa, subito dopo il lancio.[40]

Raggiungere i satelliti di Marte è a volte indicato come un passo intermedio nell'esplorazione umana del pianeta rosso.[41]

Anelli

Anelli? Espley, J. R, 2007

Krivov, 1994

Formazione ed evoluzione

[42]

Mignard, 1981


L'orbita di Phobos è destinata a decadere ed il satellite, che ha già superato il limite di Roche del pianeta ed è tenuto insieme solamente dalla coesione fra i suoi componenti, finirà per schiantarsi sulla sua superficie; la presenza di numerosi crateri d'impatto in prossimità dell'equatore induce a pensare che altri satelliti, in passato, abbiano subìto la medesima sorte. L'orbita di Deimos subirà lo stesso destino.

Caratteristiche

Caratteristiche chimico-fisiche

Andert, 2010

Parametri orbitali

Parametri orbitali[43]
Parametri Fobos Deimos
Semiasse magg. 9375 km
2,759 R[44]
23459 km
6,90 R[44]
Ecc. orbit. 0,01511 0,00024
Inclinaz. orbit.[45] 1,0756° 1,7878
Periodo orbit. 7,65 h 30,30 h
 

Fobos e Deimos percorrono orbite prograde quasi circolari, assai prossime al piano equatoriale di Marte.[43][46] Fobos completa la sua orbita in 7,65 h, un tempo inferiore al periodo di rotazione del pianeta stesso - caso unico nel sistema solare; Deimos in circa 30 h.[47] Entrambi sono in rotazione sincrona con il pianeta[48] ed in virtù di ciò rivolgono sempre la stessa faccia verso la superficie marziana.

L'asimmetricità del campo gravitazionale marziano impartisce ad entrambe le orbite un moto di precessione che è circa ventiquattro volte più rapido per Fobos che per Deimos.[43] Fobos, inoltre, subisce una accelerazione stimata in 1,270 ± 0,003 × 10-3 °/anno2,[49] che determina una costante riduzione della sua orbita e che porterà la luna a precipitare sul pianeta nei prossimi 50 milioni di anni.[50] Deimos invece subisce una lenta decelerazione che dovrebbe allontanare insesorabilmente la luna dal pianeta, ma in tempi estremamente più lunghi.[51]

Prospetto

 
Un transito di Fobos da Marte, visto dal rover Opportunity il 10 marzo 2004.

Segue un prospetto con i dati dei satelliti di Marte, ordinati per periodo di rivoluzione intorno al pianeta.

Nome Dimensioni Massa Semiasse maggiore Periodo orbitale  Scoperta 
Marte I Fobos 27,0×21,6×18,8 km 10,8×1015 kg 9 377 km 7,66 ore 1877
Marte II Deimos 10×12×16 km 2×1015 kg 23 460 km 30,35 ore 1877

Visto da Marte, Phobos presenta un diametro apparente compreso fra 8' (al sorgere e al tramontare) e 12' (a perpendicolo), mentre Deimos si estende per circa 2'. Per confronto, il diametro angolare del Sole è mediamente pari a 21'.


Note

  1. ^ a b c d Moore, P., p. 117, 2000.
  2. ^ a b c d e Moore, P., p. 119, 2000.
  3. ^ Moore, P., p. 102, 2000.
  4. ^ a b c (EN) What do Phobos and Deimos look like from Mars?, in EarthSky, 23 settembre 2009. URL consultato l'11 marzo 2012.
  5. ^ (EN) Shadow Boxing with 'Fear', in Astrobiology Magazine, 13 aprile 2001. URL consultato l'11 marzo 2012.
  6. ^ Questo perché Fobos completa un'orbita in meno di un giorno marziano. Generalmente, è il moto di rotazione del pianeta a determinare prevalentemente il moto apparente degli astri nel cielo in un giorno/notte, com'è il caso per il moto apparente del Sole e della Luna se visti dalla Terra.
  7. ^ a b c Fabio Zugno, Anticipazioni dei satelliti di Marte, in La scoperta dei nuovi pianeti e satelliti, Padova, luglio 2009. URL consultato il 9 marzo 2012.
  8. ^ a b (EN) Kevin Brown, Galileo's Anagrams and the Moons of Mars, su mathpages.com, Math Pages. URL consultato l'8 marzo 2012.
  9. ^ (EN) William Sheehan, The Hurtling Moons of Mars, in The Planet Mars: A History of Observation and Discovery, Tucson, University of Arizona Press, 1996.
  10. ^ Unione Astrofili Italiani, Voltaire, Micromega, su astrocultura.uai.it, Astrocultura UAI, 2003. URL consultato il 9 marzo 2012.
  11. ^ (EN) Notes: The Satellites of Mars, in The Observatory, vol. 1, n. 6, 20 settembre 1877, pp. 181–185. URL consultato il 9 marzo 2012.
  12. ^ (EN) Hall, Asaph, Observations of the Satellites of Mars, in Astronomische Nachrichten, vol. 91, 1877, pp. 11-16, DOI:10.1002/asna.18780910103. URL consultato il 9 marzo 2012.
  13. ^ Morley, T.A., p. 209, 1989.
  14. ^ Royal Astronomical Society, pp. 205-209, 1878.
  15. ^ (EN) Hall, Asaph, Names of the Satellites of Mars, in Astronomische Nachrichten, vol. 92, n. 2187, 14 marzo 1878, pp. 47–48, DOI:10.1002/asna.18780920305. URL consultato il 9 marzo 2012.
  16. ^ a b c d Morley, T.A., p. 210, 1989.
  17. ^ Hunt, G.E. et al., p. 92, 1978.
  18. ^ (EN)
    «Dr. Arthur Hayall of the University of the Sierras reports that the moons of Mars are actually artificial satellites.»
  19. ^ Jefferson City Post-Tribune 4 maggio 1959.
  20. ^ (EN) Iosif Shklovsky, Intelligent Life in the Universe, Picador, 1966, pp. 368-369.
  21. ^ (EN) Kenneth R. Lang, Speculation about Fobos, in The Cambridge Guide to the Solar System, Cambridge University Press, 2003, p. 284, ISBN 0521813069, 9780521813068. URL consultato l'11 marzo 2012.
  22. ^ Hunt, G.E. et al., pp. 92-93, 1978.
  23. ^ a b (EN) Lainey, V., Dehant, V.; Pätzold, M., First numerical ephemerides of the Martian moons, in Astronomy and Astrophysics, vol. 465, n. 3, 2007, pp. 1075-1084, DOI:10.1051/0004-6361:20065466.
  24. ^ (EN) Sheppard, S.S., Jewitt, D.; Kleyna, J., A Survey for Outer Satellites of Mars: Limits to Completeness, in The Astronomical Journal, vol. 128, n. 5, 2004, pp. 2542-2546, DOI:10.1086/424541. URL consultato il 9 marzo 2012.
  25. ^ (EN) Smith, B.A., Phobos: Preliminary Results from Mariner 7, in Science, vol. 168, n. 3933, 1970, pp. 828-830, DOI:10.1126/science.168.3933.828.
  26. ^ Hunt, G.E. et al., p. 97, 1978.
  27. ^ (EN) Pollack, J.B., et al., Mariner 9 television observations of Phobos and Deimos, in Icarus, vol. 17, n. 2, 1972, pp. 394–407, DOI:10.1016/0019-1035(72)90007-3.
  28. ^ Hunt, G.E. et al., pp. 97-98, 1978.
  29. ^ a b Hunt, G.E. et al., pp. 98-100, 1978.
  30. ^ (EN) Williams, B.G., Duxbury, T.C.; Hildebrand, C.E., Improved Determination of Phobos and Deimos Masses from Viking Fly-Bys, in Abstracts of the Lunar and Planetary Science Conference, vol. 19, 1988, p. 1274. URL consultato il 10 marzo 2012.
  31. ^ (EN) Bills, B.G., Neumann, G.A.; Smith, D.E.; Zuber, M.T., Improved estimate of tidal dissipation within Mars from MOLA observations of the shadow of Phobos, in Journal of Geophysical Research, vol. 110, E7, 2005, pp. E07004, DOI:10.1029/2004JE002376.
  32. ^ (EN) ESA, Martian moon Phobos in detail, su esa.int, ESA Portal, 11 novembre 2004. URL consultato il 10 marzo 2012.
  33. ^ (EN) Oberst, J., et al., Astrometric observations of Phobos and Deimos with the SRC on Mars Express, in Astronomy and Astrophysics, vol. 447, n. 3, 2006, pp. 1145-1151, DOI:10.1051/0004-6361:20053929.
  34. ^ (EN) ESA, ESA closes in on the origin of Mars’ larger moon, su esa.int, ESA Portal, 16 ottobre 2008. URL consultato il 10 marzo 2012.
  35. ^ (EN) ESA, Phobos flyby success, su esa.int, ESA Portal, 4 marzo 2010. URL consultato il 10 marzo 2012.
  36. ^ (EN) Thomas, N., et al., Spectral heterogeneity on Phobos and Deimos: HiRISE observations and comparisons to Mars Pathfinder results, in Planetary and Space Science, vol. 59, n. 13, 2011, pp. 1281-1292, DOI:10.1016/j.pss.2010.04.018.
  37. ^ (EN) Two Moons Passing in the Night, su marsrovers.jpl.nasa.gov. URL consultato il 10 marzo 2012.
  38. ^ (EN) Bell, J. F, et al., Solar eclipses of Phobos and Deimos observed from the surface of Mars, in Nature, vol. 436, n. 7047, 2005, pp. 55-57, DOI:10.1038/nature03437.
  39. ^ (EN) Sagdeev, R.Z., Zakharov, A.V., Brief history of the Phobos mission, in Nature, vol. 341, n. 6243, 1989, pp. 581-585, DOI:10.1038/341581a0.
  40. ^ (EN) Kelly Beatty, Phobos-Grunt's Sad Fate, in Sky & Telescope, 11 novembre 2011. URL consultato il 10 marzo 2012.
  41. ^ Landau, D., Strange, N.J., Verso lo spazio profondo, in Le Scienze, n. 523, 2012, pp. 62-69.
  42. ^ Hunt, G.E. et al., pp. 97-98, 1978.
  43. ^ a b c Jacobson, R.A., p. 676, 2010.
  44. ^ a b R: raggio equatoriale di Marte, pari a 3397 km
  45. ^ Riferita al piano di Laplace, inclinato rispettivamente di 0,0091° - in corrispondenza di Fobos - e 0,8886° - in corrispondenza di Deimos - rispetto al piano equatoriale di Marte.
    Cfr. Jacobson, R.A., p. 676, 2010.
  46. ^ Veverka, J.; Burns, J. A., pp. 527-529, 1980.
  47. ^ Morrison, D.; Cruikshank, D.P.; Burn, J.A. Introducing the satellites in Burns, J.A. (a cura di), pp. 5-6, 1977.
  48. ^ Veverka, J.; Burns, J. A., p. 531, 1980.
  49. ^ Jacobson, R.A., p. 674, 2010.
  50. ^ (EN) Elisabeth Ambrose, Mission to Mars: Project Based Learning (PDF), su edb.utexas.edu, NASA, College of Education, University of Texas, p. 7. URL consultato il 12 marzo 2012.
  51. ^ Veverka, J.; Burns, J. A., pp. 529-530, 1980.

Bibliografia

Collegamenti esterni

  • Leonardo Malentacchi, Le Lune di Marte (PDF), su spazioinwind.libero.it, Società Astronomica Fiorentina, 2006. URL consultato il 9 marzo 2012.