Migrazione lessepsiana
La migrazione lessepsiana è l'ingresso e la stabilizzazione di specie animali e vegetali dal Mar Rosso nelle acque del Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Il nome deriva da quello di Ferdinand de Lesseps, progettista del canale che unisce i mari Rosso e Mediterraneo.

Entità del fenomeno
A partire dal 1869, anno di apertura al traffico del Canale, alcune centinaia di specie appartenenti a tutti i principali gruppi di organismi marini, sia vegetali che animali, sono stati ritrovate in Mediterraneo.
Nei primi anni di apertura l'immigrazione fu contenuta. Le teorie a spiegazione di ciò sono diverse, ma non necessariamente si escludono a vicenda. Una è l'originaria forte salinità dei cosiddetti Laghi amari del canale di Suez, che impediva la migrazione delle specie marine verso il Mediterraneo.[1] Dopo alcuni anni dall'inizio della navigazione, il flusso d'acqua mossa dal traffico marittimo avrebbe fatto sì che il contenuto salino dei laghi si uniformasse. Un'altra tesi è che l'acqua dolce trasportata dal Nilo, la cui foce è a pochi chilometri dallo sbocco del canale di Suez, abbia formato un'importante barriera fino alla costruzione della diga di Assuan, nella seconda metà del XX secolo, la quale ha ridotto la portata del Nilo e, di conseguenza, l'apporto di acque dolci al delta del Nilo.[2][1]
Causa del successo delle specie eritree
Mentre numerosissime specie del mar Rosso si sono diffuse in Mediterraneo formando molto spesso popolazioni stabili e, non di rado, soppiantando le specie atlanto-mediterranee, la migrazione inversa dal Mediterraneo al Mar Rosso è stata di entità molto inferiore. Si suppone che la causa di questo sia da ascriversi nella povertà di specie nel Mediterraneo orientale dovuta ad una incompleta ricolonizzazione di questo bacino a seguito della crisi di salinità del Messiniano, le specie eritree hanno quindi trovato molte nicchie ecologiche libere che hanno prontamente occupato. C'è da dire che i bacini est del Mediterraneo sono fortemente caratterizzati in senso subtropicale e quindi la colonizzazione da parte degli organismi, principalmente di origine temperata, del bacino occidentale è stata spesso modesta. In effetti solo poche specie lessepsiane hanno raggiunto le regioni occidentali del Mediterranee, maggiormente occupate da specie atlantiche e quindi, con meno nicchie ecologiche vacanti.[1]
Esempi
Alcune delle specie di pesci che hanno avuto il maggior successo ecologico nel bacino est del Mediterraneo sono:[3]
- Plotosus lineatus, un siluriforme marino che ha stabilito abbondanti popolazioni lungo le coste mediorientali.
- Fistularia commersonii, singnatiforme che ha raggiunto le coste della Sicilia
- Sargocentron rubrum, un Olocentride ormai diffusissimo fino alle coste greche
- Leiognathus klunzingeri, una piccola specie ormai diffuso fino al Mar Adriatico
- Upeneus moluccensis ed Upeneus pori, due specie di triglie che hanno soppiantato le autoctone ed hanno un considerevole interesse commerciale.
Tra i crostacei merita ricordare:[4]
- Charybdis helleri molto diffuso in tutto il Mediterraneo orientale
- Portunus pelagicus una delle poche specie diffusesi fino alle acque toscane
- Marsupenaeus japonicus presente nell'intero Mediterraneo dove in molti luoghi ha sostituito l'autoctono Penaeus kerathurus.
Merita inoltre un cenno, tra i molluschi nudibranchi:[5]
- Melibe fimbriata specie originaria dell'oceano Indiano occidentale e incontrata nel Mediterraneo per la prima volta nel 1984 [6].