Fiero l'occhio svelto il passo

Fiero l'occhio, svelto il passo è un libro scritto a quattro mani da Luca Goldoni ed Enzo Sermasi. È stato pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore nel 1979 e poi ristampato nella serie Club degli Editori.

Fiero l'occhio, svelto il passo
AutoreLuca Goldoni
Enzo Sermasi
1ª ed. originale1979
Generesaggio
Sottogenerestorico, memorie
AmbientazioneItalia anni trenta/quaranta

L'idea dello scritto ha preso le mosse, è spiegato nell'introduzione, da un raduno conviviale di un gruppi di amici nati intorno alla fine degli anni venti, quindi quando il fascismo aveva da poco conquistato il potere, e che a fine anni settanta avevano all'incirca cinquant'anni.

Il libro non vuole essere tuttavia, per esplicita dichiarazione, un' operazione di pura nostalgia o, ancora, una sorta di scontato amarcord. Anche perché, sebbene i tempi fossero "poco ameni" è innegabile che per molti dei giovani del tempo l'infanzia sia stata "per molti versi felice".

A far scattare la molla della memoria è stato sufficiente evocare come fosse semplice, con una banale cartolina illustrata dal fronte di guerra ed una molletta da bucato posta fra i raggi, 'trasformare' il fruscio di una ruota da bicicletta Campagnolo nel rombo di una potente motocicletta.

Soggetto

Posto a via di mezzo fra il saggio storico che analizza un determinato periodo (la seconda parte del ventennio fascista) e il libro di memorie, il volume si sviluppa su due piani: uno puramente testuale in cui vengono raccontati episodi, aneddoti ed eventi storici; ed uno fotografico, reso possibile da un'ampia documentazione iconografica originale costituita da 85 illustrazioni e che restituisce in pieno lo spaccato della società italiana durante il fascismo, fino alla sua caduta.

Questa seconda parte la parola direttamente ai 'protagonisti' delle immagini: sono perciò i soggetti fotografati (quando a intervenire non è direttamente l'io narrante degli autori) a descrivere, in soggettiva, la fotografia, il suo contenuto, l'ambito nel quale era stata scattata. È possibile così vedere - con descrizione da parte della crocerossina ripresa nell'immagine - il duce del fascismo Benito Mussolini che si reca in visita a un reparto d'ospedale dove sono ricoverati i feriti giunti dai vari fronti della seconda guerra mondiale.

Particolarmente suggestiva è l'istantanea che riprese le madri polifiche (avvoltolate in ampi scialli, che, "passata la fede (nuziale) nella (mano) destra per mostrarla nel saluto romano, ricevono in dono scolapasta e corredini. Si concorreva al premio" - spiega la didascalia - "non con i 'punti' ma con i 'figli qualità'. Il figlio unico era un lusso che si vedeva soltanto al cinema".

In un'altra fotografia si notano gruppi di cittadini che, il 25 aprile 1945, trovano riparo dietro ad alberi per sottrarsi al tiro dei franchi tiratori ancora appostati sui tetti.

Ma le fotografie che corredano il libro sono decine e decine, arricchite anche da manifesti propagandistici d'epoca fascista come quello celebre con la scritta: "Taci, il nemico t'ascolta!".

La parte testuale è assai dettagliata riguardo la vita quotidiana di un adolescente dei tardi anni trenta, quando l'Italia fascista, impegnata sui fronti delle colonie italiane in Africa orientale, entrava nella fase immediatamente precedente lo scoppio della seconda guerra mondiale: gli impegni scolastici alternati all'attività dell'Opera Nazionale Balilla, le (brevissime) vacanze estive al mare, i sacrifici dell'autarchia con i vestiti tinti e ritinti più volte per rinnovarne il look e lo stile, fino, con lo scoppio del conflitto mondiale, alla paura per le lunghe ore trascorse nei rifugi antiaerei o per la visione in lontananza delle munizioni traccianti che solcavano il cielo sopra le città bersaglio dei bombardamenti, visti da lontano ovvero dalle località in cui molte famiglie decidevano di 'sfollare' per porsi al sicuro.

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