Fogheraccia
la Focheraccia (conosciuta anche come Focarina o Fogheraccia) è una millenaria celebrazione romagnola che si tiene ogni anno il 18 di marzo, dopo l'avvento del cristianesimo rimane nota come Fuoco di San Giuseppe, ma affonda probabilmente le sue radici in un'epoca molto più antica, forse pre-romana, anche se è realistico pensare fosse già in uso tra i primi insediamenti costieri in età neolitica.
consiste nell'accensione di grandi focolari, in cui bruciare secondo l'usanza più recente vecchi mobili, scarti di potature, altro materiale legnoso; ne esiste una versione "di campagna" e una "di mare", ma mentre la prima non è altro che l'annuale bruciatura di stoppe e scarti del raccolto che si pratica in tutto il mondo, la seconda ha una forte valenza simbolica di festa pagana strettamente legata al territorio, in quanto era tradizione nelle prime tribù di pescatori raccogliere e ammassare le grandi quantità di legna portato a mare dai fiumi con le piogge autunnali e invernali, per poi incendiarlo come segno della fine della stagione fredda, è infatti significativamente vicina come data all'equinozio di primavera, termine in cui il giorno inizia a durare più a lungo della notte.
la Focheraccia resiste ancora oggi come momento di aggregazione e divertimento, in particolare sul litorale immediatamente a nord di Rimini, ogni quartiere provvede a costruire la propria "pira" ed è occasione per grosse mangiate e abbondanti bevute, sicuramente utili ieri come oggi ai giovani del luogo, che in epoca antica erano tenuti a fornire davanti alla comunità prove di coraggio attraversando con un balzo brace e fiamme, anche se in tempi recenti tra petardi e stupidità non è raro sentire passare avanti e indietro pompieri e ambulanze.
è da notare come spostandosi di soli pochi km non si abbia traccia di questa tradizione, che proprio per la sua peculiarità viene conservata e sempre arricchita, in modo da tenere viva una delle usanze etnico-tribali più antiche del paese.