Ferrovia San Giovanni Suergiu-Iglesias

ferrovia italiana a scartamento ridotto
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La ferrovia San Giovanni Suergiu – Iglesias era una linea ferroviaria a scartamento ridotto della Sardegna.

Storia

File:ADe a San Giovanni Suergiu.jpg
Il punto di innesto della San Giovanni Suergiu-Iglesias sulla linea principale, in primo piano un'ADe FMS proveniente da Narcao.
Autore: Bernhard Studer - Photorail.com

La linea nasce come diramazione di 33 km della Siliqua-Calasetta, e come la linea principale venne costruita negli anni venti ad opera delle Ferrovie Meridionali Sarde, che ne saranno l'unico gestore. L'intera rete FMS venne aperta al traffico nel maggio 1926: partendo da Iglesias (la cui stazione FMS si trova di fronte a quella delle FS), la linea procedeva verso ovest, passando per le frazioni di Cabitza e Monteponi, il cui scalo era posto di fronte alla stazione capolinea della ferrovia privata per Portovesme. La tratta Iglesias-Monteponi era stata costruita a scartamento ordinario ad opera della Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde già nel 1898, passando poi alla gestione delle Ferrovie dello Stato nel 1920. Sino a poche settimane prima dell'inaugurazione della rete FMS questo tronco ferroviario era ancora di proprietà delle FS, ma il Regio Decreto n° 668 del 3 aprile 1926 stabilì il passaggio della tratta alle FMS e la riconversione a scartamento ridotto, operazione effettuata in appena 4 giorni. Lasciata Monteponi, la ferrovia procedeva verso sud, passando per Gonnesa e l'allora comune di Serbariu, sino ad arrivare a Palmas Suergiu (San Giovanni Suergiu dal 1952), dove si ricongiungeva alla linea per Siliqua e Calasetta.

A metà degli anni trenta sulla rete FMS entrarono in servizio quattro automotrici diesel ALn 200, prodotte dalla Fiat. Il fiorire dell'attività mineraria nella zona in quegli anni portò alla realizzazione o al potenziamento di varie stazioni nelle località di estrazione (Ceramica, Bacu Abis, Pozzo Nuovo, Cortoghiana, Sirai). In particolare nello scalo di Bacu Abis fu assicurata l'intermodalità con i treni merci della Monteponi-Portovesme, i cui binari passavano anch'essi per questa stazione. Con la fondazione di Carbonia (1938) fu inoltre potenziato il servizio, e la tratta dalla nuova stazione di Carbonia alla stazione portuale di Sant'Antioco Ponti venne convertita a doppio binario (l'apertura del raddoppio avvenne il 7 febbraio 1940), vista la grande mole di traffico passeggeri e soprattutto merci, diretto verso il centro antiochense. In particolare, treni attrezzati con appositi carrelli trasportavano il carbone della miniera di Serbariu sino al porto di Sant'Antioco, dove il minerale veniva imbarcato verso il continente.

Da sottolineare inoltre che questa fu la prima tratta a doppio binario realizzata in Sardegna[1], la seconda, da Cagliari a Decimomannu, fu raddoppiata dalle FS solo negli anni ottanta.

Superato il secondo conflitto mondiale, in cui nonostante la limitazione di poter utilizzare solo materiale ordinario le FMS riuscirono a non interrompere mai l'attività della linea, con almeno due convogli passeggeri e uno merci al giorno[1], fu la crisi delle miniere sulcitane negli anni cinquanta, che portò a un drammatico ridimensionamento dell'attività estrattiva, a colpire di riflesso anche le ferrovie locali. Oltre a ciò un altro duro colpo arrivò dalla concorrenza della nuova linea Villamassargia-Carbonia delle FS, che portò via alla ferrovia il traffico merci e passeggeri diretto verso Cagliari: sino ad allora infatti per l'utenza di Carbonia e del circondario l'unica possibilità di raggiungere il capoluogo regionale col treno consisteva nell'arrivare alla stazione FS di Iglesias tramite i convogli FMS, e da lì prendere il regionale per Cagliari. Nel 1963 l'esercizio sul tratto a doppio binario tra Carbonia e Sant'Antioco fu riconvertito a binario singolo (il doppio binario tuttavia rimase in posa sino alla chiusura della ferrovia), inoltre il 18 gennaio 1969 la tratta da Iglesias a Monteponi venne chiusa per via del parziale crollo di una galleria nei pressi di Cabitza. Come la linea principale, la Iglesias-San Giovanni Suergiu venne chiusa il 1º settembre 1974, e sostituita con delle autocorse (con capolinea Calasetta), sempre a cura delle FMS sino al 2008 (anno in cui queste furono assorbite dall'ARST, attuale gestore delle autolinee sostitutive).

Per una parte della linea, tra Carbonia e San Giovanni Suergiu, sino a Sant'Antioco (sulla linea per Calasetta), venne in un primo tempo scelta la riconversione a scartamento ordinario[2], ma il progetto non fu mai realizzato in quanto l'intero stanziamento di fondi fu utilizzato esclusivamente per i servizi automobilistici delle FMS[3]. Della linea, interamente smantellata poco tempo dopo la chiusura, rimangono ancora stazioni, gallerie e ponti, seppur nella buona parte dei casi in evidente stato di deterioramento. Per il tracciato della ferrovia da qualche tempo si parla di una possibile riconversione a pista ciclabile[4][5].

Percorso

 
La stazione di Gonnesa
         
Raccordo Samis e linea da/per Calasetta


  59/0+00 San Giovanni Suergiu 13 m s.l.m.
         
Linea da/per Siliqua


  Ponte Rio Santu Milanu


  6+393 Serbariu
         
         
Miniera di Serbariu Piattaforme di carico del carbone per treni FS ed FMS
         
         
7+280 Carbonia FMS 75 m s.l.m.
         
Carbonia Stato 79 m s.l.m.
         
9+750 Sirai 64 m s.l.m.
         
12+153 Barbusi FMS 61 m s.l.m.
         
Barbusi FS e linea FS per Villamassargia


  Ponte Rio Flumentepido


  18 Cortoghiana 98 m s.l.m.
  19 Pozzo Nuovo 110 m s.l.m.
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Raccordi miniere Bacu Abis e Ferrovia industriale Monteponi-Portovesme chiusa nel 1963
  19+945 Bacu Abis 52 m s.l.m.
         
Ferrovia industriale Monteponi-Portovesme chiusa nel 1963
  22+383 Gonnesa 38 m s.l.m.
  Galleria Funtana Crobetta


  Ponte SS 126


  Galleria


  26+991 Ceramica 97 m s.l.m.
  Ponte SS 126
         
Ferrovia industriale Monteponi-Portovesme chiusa nel 1963
         
28+007 Monteponi 108 m s.l.m.
  Galleria


  Sottopasso SS 130


  31+058 Cabitza 158 m s.l.m.
         
Depositi e officine Iglesias
         
Linea FS da/per Decimomannu e Cagliari
         
33+135 Iglesias FS - Iglesias FMS 180 m s.l.m.

Galleria

Bibliografia

  • Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0.
  • Elettrio Corda, Le contrastate vaporiere - 1864/1984: 120 anni di vicende delle strade ferrate sarde: dalle reali alle secondarie, dalle complementari alle statali, Chiarella, 1984.
  • Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978.
  • Fmstoria, su ferroviemeridionalisarde.it, Ferrovie Meridionali Sarde. URL consultato il 28-05-2010 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2007).

Note

  1. ^ a b Ferrovie del Sulcis di Francesco Sardu, documentario trasmesso il 2 dicembre 2007 dall'emittente locale Canale 40
  2. ^ Disposizioni per l'ammodernamento e la ristrutturazione dei servizi di trasporto esercitati per mezzo della Gestione Governativa delle Ferrovie Meridionali Sarde ed autoservizi integrativi, su italgiure.giustizia.it, 16-07-1974. URL consultato il 22-05-2009.
  3. ^ Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, p. 77, ISBN 88-85909-31-0.
  4. ^ I binari verdi del Sulcis, su gazzettantiochense.blog.tiscali.it, GazzettaAntiochense, 22-09-2006.
  5. ^ Iglesias: piste ciclabili lungo le vecchie strade ferrate, in L'Unione Sarda, 18 marzo 2011. URL consultato il 19 aprile 2011.

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