Operazione Crusader
Operazione Crusader è il nome in codice di un'operazione militare alleata, tesa alla liberazione delle forze intrappolate a Tobruk.
Operazione Crusader parte della seconda guerra mondiale | |||
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Data | 18 novembre - 30 dicembre 1941 | ||
Luogo | Tobruk, Libia | ||
Esito | Vittoria tattica dell'Asse, vittoria strategica alleata | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
Perdite | |||
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Forze in campo
Dopo i pesanti fallimenti dell'Operazione Battleaxe, il 15 luglio 1941 il generale Archibald Wavell venne sollevato dal comando in capo delle forze britanniche e del Commonwealth nel Medio Oriente, e sostituito dal generale Claude Auchinleck. Il 9 settembre la Western Desert Force venne riorganizzata e rinominata Ottava armata britannica, sotto il comando del tenente generale Alan Cunningham, e rinforzata con l'afflusso di nuovi uomini per un totale di sette divisioni, e con nuovi equipaggiamenti, compresi 770 carri armati, tra cui i nuovi Crusader (donde appunto il nome dell'operazione), carri da fanteria Matilda II e Valentine e gli americani M3/M5 Stuart. Il supporto aereo venne garantito da 1.000 aeroplani, di vario genere, della RAF.
Per contro, i temprati veterani dell'Afrika Korps di Rommel contavano essenzialmente nella 15. e nella 21. Panzer Division (per un totale di 260 panzer), e la 90ª Divisione leggera che comunque aveva sofferto pesanti perdite durante gli scontri precedenti. Oltre alle forze tedesche erano presenti sette divisioni del Regio esercito italiano (divisioni di fanteria Savona, Pavia, Bologna, Brescia, Trento; Divisione motorizzata Trieste; Divisione corazzata Ariete) con 154 carri armati. La Luftwaffe, inoltre, fornì 120 aeroplani, mentre la Regia Aeronautica circa 200.
Battaglia
Il 18 novembre l'8ª Armata britannica lanciò un attacco a sorpresa, partendo dalla propria base di Marsa Matruh, con l'obiettivo di impegnare in combattimento il DAK per consentire al XXX Corpo d'armata di impegnarsi nell'attacco principale verso Bardia, che era circondata dalle forze italiane, a cui si dovevano congiungere le forze intrappolate a Tobruk che dovevano rompere l'assedio.
Tuttavia l'offensiva venne ben presto fermata, con le forze corazzate britanniche impegnate in una battaglia tra carri presso Sidi Rezegh, nei pressi di Tobruk, e con le altre forze del XXX Corpo d'armata sottoposte ad un intenso fuoco dei cannoni da 88 mm. Anche le forze italiane ben si comportarono in questi frangenti, con la divisione corazzata Ariete che in una battaglia tra carri nei pressi di Bir el Gobi distrusse 84 carri armati britannici di cui solo 20 effettivamente ritrovati sul campo, a fronte della perdita di 38 dei suoi.
Il 24 novembre, Rommel, per alleviare la pressione sulle forze italiane e sulle sue divisioni di fanteria leggera, raccolse tutti i carri armati ancora disponibili e, sfruttando il supporto aereo della Luftwaffe, lanciò un contrattacco lungo la frontiera egiziana per cogliere alle spalle le forze Alleate. Preso dalla paura di vedere annientate le proprie linee di approvvigionamento, Cunningham chiese di ritirarsi, ma Auchinleck decise di mantenere le posizioni: questa sua decisione si rivelò azzeccata dato che, allungando troppo la propria avanzata, Rommel aveva sottoposto le proprie linee di rifornimento ad una serie di violenti attacchi da parte della 4ª Divisione indiana.
Nel contempo, il 27 novembre, la 2ª Divisione neozelandese riuscì a formare un collegamento con la guarnigione di Tobruk dopo aver costituito, a prezzo di pesanti scontri con i bersaglieri italiani, una forte presenza a Sidi Rezegh. In questa situazione l'Afrika Korps correva il rischio di rimanere intrappolato in Egitto: gli assedianti si erano trasformati in assediati. Il 7 dicembre, Rommel, resosi conto che le forze britanniche (sia in termini di uomini che di mezzi) erano ancora molto ingenti, decise quindi di iniziare una ritirata strategica sulla linea di Gazala, poco a sud-ovest di Tobruk.
Neil Ritchie, che aveva sostituito Cunningham il 26 novembre, e Auchinleck continuarono a premere sulle linee italo-tedesche, costringendo Rommel, in netto contrasto con il capo di Stato Maggiore italiano Ugo Cavallero e il comandante in capo delle forze tedesche nel Mediterraneo, feldmaresciallo Albert Kesselring, ad abbandonare la Cirenaica. Le forze italo-tedesche si fermarono a El Agheila (28-30 dicembre), là dove era iniziata la folgorante avanzata della "volpe del deserto" nel marzo 1941.
Proseguimento della campagna
La determinazione di Auchinleck e l'atteggiamento aggressivo di Ritchie avevano consentito di eliminare la minaccia delle forze dell'Asse dall'Egitto e dal canale di Suez.
La guarnigione italo-tedesca di Bardia si arrese il 2 gennaio 1942, seguito da un'altra resa, non senza cruenti scontri, della guarnigione attestata sul passo di Halfaya, portando, il 17 gennaio, ad un totale di oltre 30.000 prigionieri di guerra italo-tedeschi. L'8ª Armata britannica, cogliendo l'occasione, riuscì a raggiungere Gazala: così facendo, però, aveva allungato troppo la propria linea di approvvigionamento, e il 21 gennaio Rommel, riprendendo il vecchio stile che gli era valso il soprannome di "volpe del deserto", lanciò un improvviso contrattacco prendendo letteralmente di sorpresa le forze britanniche che ritenevano di trovarsi di fronte ad un nemico ormai prossimo alla sconfitta.
Oltre a liberare Tobruk, l'Operazione Crusader dimostrò per la prima volta che l'Afrika Korps di Rommel poteva essere battuto.