Rivalità Prost-Senna
La rivalità Prost-Senna si riferisce al dualismo sportivo, spesso animato da scontri in pista, che ha contraddistinto le carriere dei piloti automobilistici Alain Prost ed Ayrton Senna, che corsero insieme in Formula 1 tra 1984 e il 1991 e nel 1993. In particolare, in quattro stagioni i due si contesero il campionato del mondo: negli anni 1988 e 1989, quando entrambi militavano nella stessa scuderia, la McLaren; nel 1990, dopo il passaggio del francese alla Ferrari; e nel 1993, con Senna ancora in McLaren e Prost alla Williams.
Mondiale di F1
Pilota | GP | Mondiali | Vittorie | Pole | Giri veloci |
---|---|---|---|---|---|
Alain Prost | 199 | 4 | 51 | 33 | 41 |
Ayrton Senna | 162 | 3 | 41 | 65 | 19 |
Gli inizi
La rivalità tra i due piloti risale al 1988, quando entrambi militavano per la prima stagione nella stessa scuderia. Al Gran Premio del Portogallo ci fu il primo screzio, quando Ayrton Senna, mentre duellava con Alain Prost per la prima posizione, strinse il compagno di squadra contro il muretto. Il francese, nonostante la vittoria ottenuta, accusò il compagno di squadra di aver compiuto una manovra pericolosa.[1]
L'intensificarsi della rivalità
- 1989
L'inizio della stagione vide un grande equilibrio tra Senna e Prost. Tra i due vi era una crescente rivalità, che andò accentuandosi al Gran Premio di San Marino quando, nonostante avessero stabilito di evitare sorpassi durante il primo giro, Senna superò Prost. A fine gara il francese giunse secondo dietro il brasiliano e nei box "il professore" era furioso con il compagno di squadra.[2]
Alla penultima gara, il Gran Premio del Giappone sul circuito di Suzuka, Prost poteva contare 16 punti di vantaggio. Il brasiliano doveva quindi vincere gli ultimi due gran premi e conquistò la pole position, ma il francese era al suo fianco. Alla partenza Prost partì meglio del rivale e prese il comando, mantenendolo per circa metà corsa. Al 21º giro il francese rientrò ai box per il cambio gomme, seguito 3 giri dopo dal compagno di squadra. I cambi gomme però non cambiarono la situazione e Prost a tornò al comando con un margine di relativa tranquillità. Il campione del mondo in carica però cominciò a recuperare diversi secondi, anche grazie alla maggior decisione nei doppiaggi,[senza fonte] e a dieci giri dal termine era ormai in scia del rivale.
Al 47º giro avvenne il fatto decisivo: Senna decise di provare alla Casio Triangle (chicane del triangolo). In fase di frenata Senna uscì dalla scia dell'avversario e si portò tutto all'interno, mentre Prost cominciò a chiudere la traiettoria per impostare la curva; il brasiliano era però troppo veloce, il francese non si fece intimidire, non allargò la traiettoria, conscio anche del fatto che un'eventuale vittoria di Senna avrebbe di fatto riaperto il campionato: il contatto era inevitabile, le due McLaren si agganciarono e scivolano assieme lungo la via di fuga in asfalto. Prost uscì subito dalla vettura ma Senna restò in macchina, aspettando che le due vetture venissero sganciate, e si fece spingere dai commissari per far ripartire il motore Honda della sua macchina; quindì ripartì, tagliando la chicane ma comunque costretto allo slalom tra i pannelli di polistirolo. Senna passò sotto il traguardo per la 47ª volta, ancora al comando. Il ritmo di gara dei due aveva infatti fatto guadagnare loro un enorme margine sulla Benetton di Alessandro Nannini, permettendogli di restare in testa nonostante il tempo perso. Senna però aveva l'alettone anteriore piegato e dovette rientrare ai box subito per sostituirlo. A 5 giri al termine e fu proprio Nannini a prendere il comando della corsa: Senna ripartì dai box, percorse tre giri a ritmo impressionante, recuperando una decina di secondi a Nannini, e, nello stesso punto del precedente incidente, lo superò per andare a vincere. Senna vinse e poteva ancora sperare nella vittoria nel mondiale vincendo l'ultimo gran premio di Adelaide.
Ma alla fine della gara, prima della premiazione, Senna venne squalificato, per aver tagliato la chicane in seguito all'incidente e per aver ricorso ad aiuti esterni per farsi rimettere in pista.[3] Sul gradino più alto del podio salì Nannini. La McLaren fece quindi ricorso, ma l'appello venne respinto. In ogni caso però, non avrebbe portato a nessun cambiamento: Senna non era riuscito a vincere ad Adelaide. Col ritiro di Senna si scrive il verdetto finale sulla stagione 1989: per la terza volta, Alain Prost è campione del mondo.
C'è un ultimo atto per quella stagione: a Senna venne sospesa la superlicenza per 6 mesi (con la teorica possibilità di non poter prendere parte alle prime gare della stagione 1990), a meno di scuse ufficiali al presidente della FISA Jean-Marie Balestre, accusato dal brasiliano di aver voluto favorire il rivale Prost. Ron Dennis, boss della McLaren, risolve la diatriba "all'italiana": scrive lui personalmente la lettera di scuse e falsifica la firma del suo pilota.[senza fonte] I problemi legali sono finiti: può cominciare una nuova stagione, che vedrà il neo-campione del mondo Prost al volante della Ferrari.
- 1990
Stavolta la convivenza forzata degli eterni rivali è scongiurata: Prost è passato alla scuderia Ferrari, Senna è rimasto alla McLaren. I due arrivano a Suzuka, penultima gara del campionato, in condizioni opposte a quelle dell'anno prima: stavolta è Prost che deve inseguire, e vincere entrambe le corse, mentre Senna si trova in una posizione relativamente tranquilla. Senna è a 78 punti, Prost a 69 ma, con il gioco degli scarti, ammesso che entrambi vadano a punti nelle ultime due gare, Senna è costretto a scartare 2 terzi posti, Prost un quinto e un quarto. Prost a questo punto deve vincere entrambe le corse oppure una sola e nell'altra arrivare secondo purché in questa non sia Senna il vincitore. Poco più di un mese prima a Monza c'era stata la pace clamorosa e inaspettata, in diretta televisiva. Di fronte a una sala gremita di giornalisti ed addetti al lavoro per via di una conferenza stampa, un giornalista italiano aveva chiesto ad Ayrton Senna perché dovesse continuare questa guerra con Prost e perché non potevano fare pace. Il brasiliano fece buon viso a cattivo gioco e formulò una frase che suonava bene o male così: "se da parte di Alain c'è il desiderio di porre fine a questa inimicizia io non posso che accettare.." i due rivali si strinsero la mano, molti giornalisti applaudirono. Ma non fu vera pace: per accorgersene, bastò aspettare il gran premio del Giappone. Le qualifiche vedono in pole position la McLaren n° 27 di Senna, affiancata dalla Ferrari di Prost. La domenica mattina viene deciso infatti che i piloti che si trovano in posizione dispari sullo schieramento (primo, terzo, ecc) partiranno dal lato destro della griglia, quello meno gommato, mentre saranno gli altri a partire sul sinistro e ad avere quindi maggiore aderenza al via. Senna attacca ancora Balestre, convinto che questo sia un altro complotto per favorire Prost.
In questa situazione è Prost a partire meglio e a prendere il via della corsa. 300 metri dopo il via c'è la prima curva, una curva molto veloce verso destra. E lì si consuma il finale: Senna sperona all'interno Prost, le due macchine volano fuori, sulla terra, all'esterno della prima curva. Corsa finita per entrambi. Senna è campione del mondo, Prost e la Ferrari, con Fiorio, attaccano Senna e la McLaren. Le proteste cadono nel vuoto, il risultato non cambia, sarà Senna a portare il numero 1 sulla macchina nel 1991.
Qualche tempo dopo Senna ammise pubblicamente non solo di aver causato apposta l'incidente del '90, ma di averlo anche premeditato, dopo essere stato collocato nel lato sporco della pista.
- 1991-1992
La poca competitività della Ferrari nel 1991 contribuisce a smorzare i toni della polemica. Nonostante qualche scaramuccia (come a Hockenheim) e qualche parola di troppo, la portata della rivalità subisce una ridimensionata poiché con Prost relegato nelle posizioni di rincalzo non vi è più battaglia diretta fra i due. A Budapest c'è un secondo tentativo di riconciliazione. Il rapporto fra Ferrari e Prost intanto va a rotoli: dopo aver mosso critiche alla squadra per tutto l'anno, dopo il licenziamento di Cesare Fiorio, il francese nelle interviste successive all'ennesima gara deludente (il quarto posto di Suzuka) paragona la sua vettura a un camion venendo in seguito licenziato prima della fine del campionato. Nel 1992, Prost si prende un anno sabbatico, pianificando il suo rientro l'anno successivo con la Williams-Renault. Mentre Mansell e Patrese facevano record su record in pista, Prost dietro le quinte si assicurava il sedile più ambito da tutti i piloti, Senna compreso, che con una McLaren in netto declino riusciva a ottenere qualche vittoria solo nelle rare occasioni in cui qualcosa andava storto alla compagine anglo-francese. La polemica si sposto così dietro le quinte, poiché Mansell, che riuscì con largo anticipo ad ottenere il tanto agognato titolo mondiale, venne appiedato a fine anno; Senna, che dichiarava che alla Williams sarebbe andato anche gratis, non poté essere ingaggiato poiché Prost aveva fatto pressioni alla Renault per porrè il veto sul brasiliano come suo compagno di squadra. Sicché Mansell emigrò negli Stati Uniti dove nel 1993 vincerà il titolo di Formula Indy; alla Williams come secondo pilota fu assunto l'ex-collaudatore e quasi-debuttante Damon Hill; mentre Senna meditava a sua volta di passare in formula Indy (fece un provino con Penske) o comunque di non correre in Formula 1. Infatti la McLaren assunse Andretti e Hakkinen, pur non perdendo le speranze di convincere il suo pilota numero uno di presentarsi al mondiale. Alla fine Senna fu persuaso a mettersi alla prova, con un contratto a gettone da 1 milione di dollari da rinnovare di gara in gara.
- 1993
Il 1993 vedeva Prost grande favorito con la Williams-Renault, pronosticato da molti in grado di vincere 16 gare su 16, contro Senna sulla McLaren spinta dall'8 cilindri Ford (e nemmeno la versione più evoluta che per contratto spettava alla Benetton dell'astro nascente Schumacher). In condizioni normali Senna poco poteva contro le Williams. Ma la pioggia si dimostrò spesso un alleato determinante per il brasiliano. Così dopo una bella gara di debutto in Sudafrica vinta da Prost, ma con grande battaglia tra i due rivali almeno nei primi giri (e in cui piovve solo negli ultimi giri a giochi ormai fatti), in Brasile e in Inghilterra per il Gran Premio d'Europa a vincere complice la pista bagnata fu proprio Senna. Soprattutto a Donington Park Senna fece il suo capolavoro: partito quinto, nel corso del primo giro andò in testa e finì per doppiare tutti (Prost, 3°, compreso) tranne Damon Hill, secondo. Prost pareggiò il conto a Imola (dove pure si partì con pista bagnata); ma a Monaco, grazie anche a problemi avuti da Prost in partenza, vinse largamente superando il record di vittorie nel Principato di Graham Hill. Nel prosieguo della stagione, Prost prese il largo, vincendo in Spagna, Canada, Francia, Gran Bretagna e (grazie alla sfortuna di Hill che bucò a un giro dalla fine) Germania. Hill si dimostrò sempre più competitivo e vinse in Ungheria, Belgio e Italia. In una stagione difficile per lui sotto il profilo dell'opinione pubblica e della stampa, con Senna che stava accordandosi con Frank Williams per il 1994, Prost annunciò il ritiro dalle corse in Portogallo, contestualmente alla conquista del suo quarto titolo, rinunciando così ad attaccare il record di Fangio. Senna così poté mettere le mani sul volante della monoposto più ambita: di lì a poco fu infatti ufficializzato l'ingaggio di Senna in Williams per il 1994. Senna, ora decisamente più motivato di Prost, andò a vincere le due gare rimanenti in Giappone ed Australia davanti al rivale. Ad Adelaide sul podio Senna prese per mano Prost e lo abbracciò.
- 1994
Con l'avvio della nuova stagione Senna si fece dare da un giornalista francese il numero di telefono di Prost.[senza fonte] La rivalità che li aveva divisi era stata spietata, ma i due si stimavano tantissimo. Senna lo aveva detto più volte, che l'unico avversario che temeva tantissimo era Prost. Gli altri non li contava. Nacque così una corrispondenza telefonica fra i due, con Senna che più volte esortava il francese a tornare a correre.[senza fonte] A Imola, poco prima del tragico impatto in cui Senna perse la vita, Ayrton che collaborava con una televisione francese commentando un giro di pista direttamente dall'abitacolo sapendo della presenza di Prost in autodromo come spalla tecnica del telecronista francese disse le seguenti parole: "vorrei ora fare un saluto ad Alain Prost.. ci Manchi Alain..."
Note
- ^ (EN) 1988 Portuguese Grand Prix, su grandprix.com. URL consultato il 10 maggio 2008.
- ^ Mark Hughes, The Unofficial Complete Encyclopedia Of Formula One, Hermes House, p. 72, ISBN 1-84309-864-4.
- ^ Grand Prix Results: Japanese GP, 1989, su grandprix.com. URL consultato il 1º novembre 2008.