Arte paleocristiana

stile artistico
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Arte paleocristiana è il termine che designa l'arte dei primi secoli dell'era cristiana. Compresa entro limiti di spazio e di tempo convenzionali. L'arte paleocristiana si situa nell'orbita di Roma imperiale (perdurando fino al 601, anno della morte di Gregorio Magno), tanto che l'ideale cristiano assunse, ai suoi inizi, le forme offerte dall'arte della tarda antichità.

Architettura

  Lo stesso argomento in dettaglio: Architettura paleocristiana.

Pittura e mosaico

La pittura e il mosaico avevano come temi principali il buon pastore (che simboleggiava la filantropia) e il sole.

Scultura

Quando, nelle Catacombe, appaiono le prime testimonianze pittoriche, non esiste ancora una scultura cristiana. Essa si sviluppa lentamente, prendendo a prestito i suoi primi temi dal simbolismo funerario pagano della scultura tardoantica. Alla fine dell'età tetrarchica (inizio del IV secolo) compare la figura dello stesso Cristo, dapprima barbato come un filosofo cinico, poi in aspetto giovanile. Si assiepano le scene dei miracoli, nascono i sarcofagi a fregio biblico-cristologico. Al secolo IV appartiene la maggior parte dei sarcofagi paleocristiani noti, produzione perlopiù di laboratori romani.


I sarcofagi di Sant’Elena e Costantina ( madre e figlia di Costantino I) si attengono alla corrente aulica. Nel primo tuttavia notiamo motivi di arte plebea quali mancanza di prospettiva e inesistenza di un incredibile piano di appoggio. Sostenuto da una coppia di leoni ne deduciamo che non era stato eseguito appositamente per la madre ma per un uomo, e qusta tesi è avvalorata dalle scene di guerra rappresentate nel porfido. Il sarcofago di Costantina invece è di carattere naturalistico e decorativo, strettamente legato ai soggetti raffigurati nella volta del deambulatorio del suo mausoleo. Il sarcofago di Giunio Basso in marmo segue ancora la corrente aulica ma si identifica in una tipologia che prende il nome di –sarcofagi della passione -. Tale denominazione deriva dal fatto che il soggetto delle sculture che reca è costituito dalla passione di Cristo e dal martirio di San Pietro e Paolo. È costituito di due registri, quello inferiore vede un porticato con colonne sormontate da archi e timpani, quello superiore è architravato. Tra una colonna e l’atra sono ritratte scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, senza uno svolgersi continuo della narrazione, poiché ogni riquadro è fine a se stesso. Queste scene sono ricchissime di particolari e non immediate, ma complesse, destinate a colti e non alla plebe.


Porta lignea di Santa Sabina la porta lignea, risalente al V secolo, coeva anch'essa alla costruzione della chiesa, e costituisce il più antico esempio di scultura lignea paleocristiana. In origine erano 28 riquadri e ne sono rimasti 18. E' di legno di cipresso ed è incredibile che sia giunta sino a noi, sia pure con alcuni restauri e con l'aggiunta successiva della fascia decorativa a grappoli e foglie d'uva, fascia che circonda i singoli riquadri. Vi sono rappresentate scene dall'Antico e dal Nuovo Testamento fra cui le storie di Mosè, di Elia, l'Epifania, i miracoli di Cristo, la Crocifissione e l'Ascensione. Nella disposizione attuale le storie sono mischiate, non c'è una parte relativa all'Antico Testamento ed una al Nuovo. Nella porta lignea operano due artisti assai diversi fra di loro: uno di ispirazione classico-ellenistica, l'altro di ispirazione popolare tardo-antica. A questo secondo artista appartiene il riquadro della Crocifissione (che è la prima rappresentazione di Cristo fra i due ladroni). Cristo è rappresentato più grande come dimensioni, a significare la sua superiorità morale. Non c'è nessuna ricerca prospettica, le figure poggiano su una parete che simula dei mattoni, e le croci si intuiscono solo dietro la testa e le mani dei ladroni: nei primi tempi del Cristianesimo c'era il divieto di rappresentare Cristo nel suo supplizio. Un'arte sommaria, ad intaglio secco, molto diretta, anche perché doveva essere compresa dalla plebe, in quanto luogo di culto pubblico.