Clima della Romagna
La Romagna è interessata da un clima temperato subcontinentale che varia con l'altitudine e la distanza dalla costa. Anche se non si discosta troppo da quello presente nel resto dell'Italia settentrionale, il clima della Romagna assume caratteristiche proprie dovute al progressivo assottigliarsi della fascia pianeggiante, il che attenua pur debolmente i caratteri di continentalità, alla fisiologica esposizione ai venti nell'asse SW-NE e, in definitiva, alla latitudine inferiore.

Climi temperati (ricadono nel tipo C di Köppen ma seguono una classificazione diversa)
subtropicale
temperato caldo
sublitoraneo
subcontinentale
temperato fresco
Clima temperato-freddo (tipo D di Köppen)temperato freddo
Climi freddi (tipo E di Köppen)freddo
glaciale
La regione può essere suddivisa sommariamente in cinque comparti microclimatici differenti.
Pianura interna
Coinvolge i grossi insediamenti urbani di Imola, Faenza, Forlì, Cesena ed è caratterizzata da un clima piuttosto continentale, con inverni rigidi ed estati calde e con mesi primaverili globalmente più caldi rispetto ai corrispettivi mesi autunnali. Frequenti, in inverno, le nebbie e le gelate notturne. La nevosità media di Forlì, dall'inverno '98/'99 all'inverno '11/'12 è pari a 34,92 cm. annui. La zona più nevosa, in pianura, della Romagna, è quella tra Forlì e Faenza: in tale zona, la nevosità media annua raggiunge punte di circa 40 cm. annui.
Costa centro-settentrionale
Va dal confine nord al territorio di Bellaria-Igea Marina e si caratterizza per un clima sì continentale ma caratterizzato da estati più fresche, anche se molto umide. L'umidità elevata è una costante durante tutte le stagioni dell'anno, ragion per cui le temperature minime sono spesso basse (fatta eccezione per la costa ravennate dove la presenza di pinete riduce l'effetto albedo con conseguente riduzione dell'escursione termica). Nelle rilevazioni invernali e delle mezze stagioni, la Stazione meteorologica di Cervia registra sovente temperature minime fra le più basse del paese. Frequentissime le nebbie da ottobre a marzo, fanno sporadiche comparse anche durante la stagione calda soprattutto nel ravennate.
Costa meridionale
Va da Rimini al confine sud e si differenzia climaticamente dal resto della costa, essenzialmente in ragione dello svanire definitivo della pianura padana in corrispondenza del territorio comunale di Rimini, fattore che diminuisce i caratteri di continentalità e accentua la ventilazione. Da ciò deriva, in ogni stagione dell'anno, un innalzamento delle temperature minime, venendo a mancare l'azione di raffreddamento esercitata dalla pianura. Nondimeno, il carattere subcontinentale rimane presente e comporta nebbie invernali e afa estiva. Da segnalare però la frequente irruzione di venti meridionali che allo sbocco degli inserti vallivi, non incontrando l'ostacolo freddo della pianura, provocano fenomeni di tutto rilievo microclimatico, con differenze di temperatura anche molto accentuate in alcune giornate invernali, dove nella fascia pedemontana riminese si possono registrare oltre dieci gradi in più rispetto a località non lontane come Cesenatico.
Da segnalare, comune a tutta la fascia costiera, è inoltre la più lenta ripresa termica propria dei mesi primaverili, rispetto alle località più lontane dal mare. In mesi come marzo, aprile e maggio, si assiste a sbalzi climatici anche notevoli (intorno a 4-5 gradi di massima in meno nelle giornate di sole) rispetto alle zone dell'interno.
Dal punto di vista fitoclimatico, è da rilevare che il riminese viene tradizionalmente ascritto al Lauretum, laddove il resto delle aree pianeggianti mostrano caratteri di Castanetum.
Bassa collina
Al Lauretum è da attribuire anche la "bassa collina", quarto comparto climatico della regione, caratterizzata da una complessiva dolcezza del clima, dovuta essenzialmente al mancato coinvolgimento nelle dinamiche di raffreddamento dovute all'azione del mare e soprattutto della pianura. Frequentissimo in autunno e in inverno è il fenomeno dell'Inversione termica, che conferisce alle colline romagnole un clima, e di conseguenza una vegetazione simile a quello delle aree del versante tirrenico a parità di latitudine; si noti che le colline romagnole sono incluse all'interno del limite settentrionale della coltivazione dell'olivo, che prospera soprattutto in corrispondenza delle aree di sommità, dove sono rare anche d'inverno le gelate notturne, al contrario di quanto accade nelle aree di fondovalle, spesso soggette a notevoli escursioni diurne.
Alta collina e montagna
Al di sopra dei 600-700 metri, invece, si presenta l'ultima area climatica della regione, l'"alta collina e montagna", dove il clima presenta caratteri sempre più vicini al clima montano, con inverni freddi e nevosi ed estati fresche. Oltre i 1000 metri si assiste finanche a una prevalenza dell'area fitoclimatica del Fagetum; da segnalare invece l'assenza di conifere autoctone anche ad alta quota, dove i pochi boschi sempreverdi sono da attribuire alle politiche ambientali del ventennio fascista (uniche conifere autoctone della regione sono i pini domestici presenti nelle coste del ravennate, di recente incluse, per buona parte, nel Parco Naturale del Delta del Po).