Template:VdQ - da valutare

Fotografia rappresentante un piccione fotografo, con l'apposita attrezzatura appesa al collo. Quest'ultima può essere regolata in modo che scatti fotografie in tempi predeterminati o in luoghi specifici.[1]

Con il termine piccione fotografo[2][3] si designa ciascun esemplare della specie (o delle relative sottospecie) Columba livia in grado di scattare fotografie.

Questo particolare tipo di fotografia aerea fu ideato dal farmacista tedesco Julius Neubronner, il quale intendeva seguire i tragitti compiuti dai suoi piccioni munendo quest'ultimi con un apparecchio fotografico di peso compreso tra i 30 ed i 75 grammi.

Neubronner, dopo aver brevettato la sua invenzione nel 1908, cominciò a renderla fruttuosa presentandola ad alcune esposizioni durante le quali gli spettatori assistevano all'arrivo dei piccioni fotografi oppure osservavano le foto scattate per via del loro utilizzo; dopodiché lo speziale tedesco nel corso degli anni perfezionò questa tecnica elaborando in totale cinque macchine fotografiche.

I piccioni fotografi, infine, sono stati usati in entrambe le due guerre mondiali. Nella prima, difatti, essi furono adoperati dall'esercito tedesco durante le battaglie di Verdun e della Somme; invece, nel secondo conflitto, l'idea di utilizzare dei volatili per scattare delle fotografie fu ripresa sia dagli Alleati che dall'Asse.

Origini

 
Un piccione fotografo.

Le prime fotografie aeree furono scattate nel 1858 dall'aeronauta Nadar; nel 1860, invece, lo statunitense James Wallace Black realizzò un'istantanea di Boston che oggi costituisce la più vecchia fotografia aerea ancora esistente.[4]

Questa particolare tecnica fotografica, nel frattempo, venne man mano perfezionata. Negli anni ottanta dell'Ottocento Arthur Batut collaudò uno strumento di sua invenzione capace di scattare fotografie da un aquilone;[5] dieci anni dopo, invece, alcuni pionieri legarono una fotocamera ad un oggetto volante senza pilota. Altre personalità appassionate alla fotografia aerea erano William Abner Eddy, che realizzò alcuni scatti evolvendo la tecnica concepita da Batut, e l'inventore della dinamite Alfred Nobel.[6][7]

Ben presto si incominciarono ad utilizzare in questo ed altri ambiti anche i piccioni. Per esempio, nella guerra franco-prussiana, dopo l'invasione da parte dei tedeschi di Parigi i francesi mandarono a Tours uno stormo di piccioni; gli stessi avevano, appesi al collo, dei piccoli tubi di plastica contenenti delle pellicole fotografiche con le foto delle pagine dei dispacci.[8] Gli uccelli furono sperimentati anche nel 1889 dall'Impero russo che, dopo aver prodotto alcune fotografie aeree su una mongolfiera, le mandò a terra legandole alla zampa sinistra dei volatili.[9]

L'invenzione di Neubronner

 
Neubronner unisce due sue passioni: quella per la fotografia e quella per i piccioni.

Nel 1903 Julius Neubronner, un farmacista del villaggio tedesco di Kronberg, riprese una pratica di medicina iniziata dal padre mezzo secolo prima e ricevette le prescrizioni da un piccione viaggiatore inviato da un sanatorio della vicina città di Königstein. Neubronner, dopo l'evento, utilizzò lo stesso metodo numerose altre volte; infatti consegnò medicazioni pesanti più di 75 grammi legandole ai piccioni e consegnò alcuni dei suoi pennuti al suo grossista di Francoforte per velocizzare le spedizioni.[10]

Julius Neubronner ebbe l'idea di creare la figura del piccione fotografo in seguito ad una curiosa vicenda; difatti uno dei suoi piccioni si perse a causa della fitta nebbia ma arrivò a Kronberg (sebbene quattro settimane in ritardo) in forma e ben nutrito. Ciò gli accese la curiosità di conoscere i tragitti intrapresi dai suoi volatili; quindi decise di munirli con una macchina fotografica automatica, fondendo così due sue passioni, ovvero quella per i piccioni e quello per la fotografia amatoriale.[10]

Dopo aver scattato alcune foto mentre viaggiava in treno e mentre cavalcava una slitta,[10] Neubronner iniziò a sviluppare una fotocamera di dimensioni ridotte che si sarebbe potuta facilmente adattare al petto di un piccione grazie ad un'imbracatura ed un rivestimento di alluminio. Utilizzando dei prototipi di macchine fotografiche il cui peso era compreso tra i 30 e i 75 grammi, i piccioni vennero così attentamente addestrati dal farmacista tedesco.[11] Lo stesso, poi, per un certo periodo di tempo rilasciò i suoi volatili in un luogo distante 60 km dalla sua casa;[12] dopodiché gli uccelli avrebbero percorso (naturalmente volando) una rotta prestabilita, ad un'altezza compresa tra i 50 ed i 100 metri dal suolo.[13]

 
Collage di alcune fotografie scattate da un piccione fotografo:
  • A destra: i tre piccioni "assunti" per scattare alcune foto su Kronberg.
  • Al centro: lo Schloss Friedrichshof.
  • Nelle due immagini a sinistra: alcuni scorci di Kronberg, la città natale di Neubronner; si notino le ali del pennuto alle estremità delle foto.
  • Neubronner dotò le sue macchine fotografiche anche di un timer, che riportava il tempo trascorso prima dello scatto di una fotografia; inoltre ristrutturò anche la sua colombaia, che diventò di una grandezza tale da poter accogliere dei piccioni fotografi.[11]

    Dopo aver riscosso un discreto successo, il farmacista tedesco decise di brevettare la sua invenzione. Inizialmente il suo «metodo per scattare fotografie di paesaggi dal lassù» fu rifiutato dall'ufficio brevetti; tuttavia, dopo che Neubronner presentò loro alcune istantanee scattate dai suoi piccioni fotografi, riuscì ad ottenere il brevetto.[14] I piccioni fotografi riscossero ancora più successo quando Neubronner li fece esibire alla Mostra Fotografica Internazionale di Dresda,[15] in cui gli spettatori avevano la possibilità di vedere l'arrivo dei piccioni fotografi e di acquistare le foto da loro scattate in versione cartolina.[4][16] Le foto di Neubronner vinsero molti premi, sia a Dresda che al salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourget.[17] La sua istantanea più celebre, comunque, è una in cui sono raffigurati lo Schloss Friedrichshof e le estremità delle ali del piccione fotografo, le quali sono state accidentalmente incluse nella fotografia; la foto venne perfino inserita in un cinegiornale del 1929, nel quale era presente una violazione di copyright non avendo citato Neubronner.[18]

    Per il resto, in un suo libro pubblicato nel 1929 Neubronner descrisse cinque apparecchi fotografici:

    • Una fotocamera dotata di due obbiettivi i quali avevano una lunghezza focale pari a 40 mm; tra questi, uno era diretto verso l'alto ed uno verso il basso. L'apparecchio, munito di un singolo piano focale, era capace di produrre due lastre fotografiche contemporaneamente.
    • Una fotocamera stereoscopica simile alla precedente, ma con entrambi gli obbiettivi puntati nella stessa direzione.
    • Un prototipo in grado di trasportare film e di scattare più istantanee consecutive.
    • Una fotocamera simile ad una reflex dalla lunghezza focale pari a 85 mm.
    • Una macchina fotografica pesante meno di 40 grammi. Neubronner si sarebbe basato su questo apparecchio per realizzare la Doppel-Sport, creata nel 1912, la quale era dotata di un timer che registrava il tempo tra una fotografia ed un'altra e possedeva un'esposizione di 3 x 8 cm.
     
    Il brevetto che descrive l'invenzione di Julius Neubronnen

    Nel 1920, però, Neubronner scoprì che dieci anni di duro lavoro furono ricompensati "solo" con delle citazioni sui piccioni fotografi in alcune enciclopedie e sull'accertamento della loro utilità in guerra,[14] non sapendo che più tardi le fotocamere da lui prodotte sarebbero state esposte al Deutsches Technikmuseum Berlin[19] ed al Deutsches Museum.[20]

    Il successo dell'invenzione di Neubronner fu in gran parte dovuto all'utilità dei piccioni fotografi in ambito militare. Difatti, all'epoca, la tecnica della fotografia aerea era poco pratica, in quanto prevedeva l'uso di palloncini, aquiloni o razzi.[14] Questo problema fu in parte risolto dai fratelli Wright, i quali con le loro scoperte presentarono numerose nuove possibilità, ed in parte dall'invenzione degli aerei da ricognizione; tuttavia i piccioni fotografi furono comunque ben accolti poiché permettevano la produzione di fotografie dettagliate e scattate da un'altezza inferiore.[14]

    Giornali del Novecento annunciavano così l'invenzione della fotografia tramite piccioni:

    (inglese)
    «Carrier Pigeons Take Aerial Photos With New Camera
    It is no longer necessary to send planes over enemy lines to get photos of troop operations - carrier pigeons have now been pressed into service for this hazardous task.
    »
    (italiano)
    «Piccioni Viaggiatori Scattano Fotografie Aeree Con La Nuova Macchina Fotografica
    Non è più necessario inviare aerei oltre le linee nemiche per scattare fotografie raffiguranti le operazioni delle truppe - i piccioni viaggiatori sono stati assunti per questo compito pericoloso.
    »

    Si presentarono tuttavia alcuni problemi. Infatti, durante una battaglia, si sarebbe sentita la necessità di spostare una colombaia; quindi si sarebbe perso molto tempo sia per dislocare la stessa, la quale era molto pesante, e sia per permettere ai piccioni di orientarsi.[14] Tale problema fu comunque già affrontato dall'esercito italiano nel 1880[22] e fu risolto dal generale Reynaud, il quale creò una vera e propria «colombaia ambulante».[23] Non è ancora chiaro se Neubronner fosse a conoscenza di questo lavoro, ma è certo che tentò anche lui di risolvere questo problema in quanto costruì una colombaia mobile con inclusa la camera oscura, pitturata con colori appariscenti.[14]

    All'inizio del Novecento Neubronner tentò di vendere la sua invenzione allo stato tedesco. Per questa ragione egli fu sottoposto a numerose prove; infatti i suoi piccioni dovettero fotografare l'impianto idrico del quartiere di Tegel e la città di Strasburgo (all'epoca facente parte della Germania). La manovra, tuttavia, saltò a causa dello scoppio della prima guerra mondiale; i test, nonostante ciò, continuarono. Lo stato tedesco utilizzò infatti i pennuti in alcune battaglie ottenendo dei buoni risultati, anche se non provvedette ad utilizzare i piccioni fotografi più ampiamente.[14][24] Ciononostante i piccioni fotografi furono utilizzati sia nella battaglia di Verdun che in quella della Somme.[14]

    Tuttavia, dopo il termine del conflitto, il ministro della Guerra tedesco affermò che i volatili non avessero avuto alcun valore militare pratico e vietò quindi Neubronner di svolgere ulteriori esperimenti.[18]

     
    Un giocattolo tedesco in cui un soldato è raffigurato nell'atto di rilasciare un piccione fotografo.

    Nonostante il divieto posto dal ministro della Guerra, nel 1932 risultò che l'esercito tedesco allenasse un gruppo di piccioni a scattare fotografie, con delle fotocamere in grado di produrre più di 200 istantanee per volo.[25][26] Nello stesso anno, inoltre, la Francia annunciò di aver creato videocamere per i piccioni fotografi.[27]

    Sebbene i piccioni vennero largamente utilizzati durante la seconda guerra mondiale non è ancora chiaro se essi vennero adoperati in ambito fotografico. Secondo un documento risalente al 1942, l'esercito sovietico scovò dei camion nazisti abbandonati nei quali vi erano alcune fotocamere costruite appositamente per i piccioni, in grado di scattare foto con intervalli di cinque minuti, ed alcuni cani addestrati per trasportare i volatili in appositi cestini.[28] Anche gli Alleati erano al corrente della possibilità di adottare questa tecnica.[29]

    È certo, comunque, che durante il secondo conflitto i piccioni fotografi vennero riprodotti come giocattoli dalle infermiere tedesche. Dal 1935, infatti, i balocchi vennero prodotti sotto il marchio Elastolin che iniziò a fabbricare dei modellini raffiguranti un soldato tedesco, con un cane al suo fianco, nell'atto di rilasciare un piccione fotografo.[30]

    Le fotocamere di Neubronner vennero nel frattempo migliorate dall'orologiaio di Schmiedrued Christian Adrian Michel (1912-1980), che cercò di adattarle al 16 millimetri, apportando loro anche diverse altre migliorie. La macchina fotografica di Michel è stata brevettata nel 1937[31] e pesava solamente 70 grammi.[32]

    Michel non riuscì a vendere la sua fotocamera all'esercito svizzero in quanto non trovò una società disposta a produrne in grande quantità; difatti ne vennero costruiti solo cento esemplari.[33] Comunque, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, Michel brevettò un'altra sua invenzione, ovvero un oggetto adatto a trasportare le bobine e le pellicole delle fotocamere di Neubronner.[34]

     
    Una riproduzione di un piccione fotografo nello Stadtmuseum di Kronberg

    Oggi il Musée suisse de l'appareil photographique di Vevey possiede circa mille foto scattate per collaudare la fotocamera di Michel.[33] Quest'ultime, prodotte con un'Agfa avente una velocità di ISO 8/10° ed un formato di 10 x 34 mm,[32] riprendono principalmente scene viste da una finestra oppure da un aeroplano; di conseguenza, per testare l'invenzione di Michel, furono utilizzati poche volte i piccioni fotografi.[33][35]

    Dopo la seconda guerra mondiale

    Dopo il secondo conflitto la Central Intelligence Agency statunitense, anche nota come CIA, sviluppò a fini di spionaggio una fotocamera per i piccioni fotografi caricabile tramite le pile; secondo il sito web, inoltre, la CIA dispone ancora di ogni dettaglio della macchina fotografica.[36] La CIA utilizzò numerose volte la sua attrezzatura fotografica durante le sue missioni, soprattutto durante gli anni settanta.[37] I piccioni fotografi furono adoperati per fini di spionaggio, comunque, anche dall'esercito svizzero e francese.[2]

    Nel frattempo, i piccioni fotografi furono adoperati dal Febo de Vries-Baumann, che li utilizzò per fotografare alcune strade di Basilea (le foto sarebbero poi apparse sulla rivista L'illustré), e da Rolf Oberländer, che produsse anche alcune perfette repliche delle fotocamere di Neubronner.[33]

    Nel 2002 Amos Latteier, residente nella città di Portland (nell'Oregon), sviluppò una fotocamera con l'Advanced Photo System, che poi fece utilizzare ai suoi piccioni fotografi per fotografare la sua città natia.[38] Nel 2004, invece, il veterinario Steve Leonard prendendo spunto dalla storia dei piccioni fotografi presentò alcuni cortometraggi prodotti legando delle videocamere ad aquile, falchi ed astori. Le telecamere, pesanti 28 grammi,[39] fungevano anche da audio player e da macchina fotografica; inoltre le stesse vennero attaccate anche ad altri animali, come cani o gatti.[40]

    I piccioni fotografi, infine, vengono citati in numerose opere, come in un adattamento della La bella addormentata.[41]

    Note

    1. ^ Di seguito la didascalia applicata sull'immagine dall'istituzione tedesca Bundesarchiv:
      «Zentralbild Brieftaubenfotografie, Fotografie mit Hilfe eines kleinen fotografischen Apparates, der an einem der Taube umgehängten Brustschild befestigt wird. Der Verschluß des Apparates läßt sich so einstellen, das die Aufnahmen während des Fluges zu vorher bestimmten Zeiten erfolgen.»
    2. ^ a b I piccioni fotografi di Neubronner, su steamfantasy.it, Baionette Librarie, 7 gennaio 2012..
    3. ^ Caltari, I piccioni fotografi di Julius Neubronne, su archiviocaltari.it, Archivio Caltari, 8 aprile 2011..
    4. ^ a b (EN) History of Aerial Photography, su papainternational.org, PAPA International (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2011)..
    5. ^ piccione, p. 144.
    6. ^ fotografia, p. 384-386.
    7. ^ fotografo, p. 12-15.
    8. ^ volatile.
    9. ^ fotografia, p. 406.
    10. ^ a b c francoforte, 1910, p. 77-96.
    11. ^ a b frankfurt, 1908, p. 814-818.
    12. ^ baviera, 1908, p. 485-487.
    13. ^ giulio, p. 544-553.
    14. ^ a b c d e f g h anno, 1920, p. 23-31.
    15. ^ (FR) Les pigeons photographes, Berlino, Le Matin, 12 giugno 1909.
    16. ^ guglielmo, p. 58-63.
    17. ^ gianni, p. 16-22.
    18. ^ a b francesca, p. 17-36.
    19. ^ (DE) Faszination des Augenblicks: Eine Technikgeschichte der Fotografie (PDF), su sdtb.de, 2007. Formato sconosciuto: PDF (aiuto)
    20. ^ (EN) Foto + Film: From Daguerre to the DVD, su deutsches-museum.de, Deutsches Museum, 2007 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2011)..
    21. ^ (EN) Carrier Pigeons Take Aerial Photos With New Camera, Uncovered!, 1932.
    22. ^ colombaia, p. 481-490.
    23. ^ ambulanza, 1898, p. 380-402.
    24. ^ The Pigeon Spy and His Work in War, in Popular Science, vol. 88, Bonnier Corporation, 1916, pp. pag. 30-31.
    25. ^ (EN) Carrier pigeons take photos automatically, in Popular Mechanics, vol. 57, 1932, pp. pag. 216.
    26. ^ (EN) Carrier pigeons with cameras, The Canberra Times, 13 aprile 1932, pag. 2.
    27. ^ (FR) Le pigeon espion, in Lectures pour tous, vol. 55, febbraio 1932.
    28. ^ (EN) Pigeons carry cameras to spy for Nazi army, vol. 33, Popular Mechanics, settembre 1942.
    29. ^ (EN) Frank W. Lane, Pigeons as Birds of War, Flight: the Aircraft and Engineer, Official Organ of the Royal Aero Club, 1° ottobre 1943.
    30. ^ (DE) Ernst Schnug, Die Fototaube, in Figuren-Magazin, vol. 1, pp. pag. 17-19.
    31. ^ (DE) Photographieapparat mit schwenkbarem, mit selbsttätiger Auslösung versehenem Objektiv, insbesondere für Brieftauben., su worldwide.espacenet.com, Espacenet, 1° dicembre 1937.
    32. ^ a b (DE) Rolf Häfliger, Eine Brieftaubenkamera aus der Schweiz?, in Photographica Cabinett, vol. 45, 2008, pp. pag. 34-43.
    33. ^ a b c d (FR) Des pigeons photographes? (PDF), su cameramuseum.ch, Musée suisse de l'appareil photographique, 2007 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011). Formato sconosciuto: PDF (aiuto)
    34. ^ (DE) Traggerät für Brieftauben., su worldwide.espacenet.com, Espacenet, 16 luglio 1941.
    35. ^ (FR) Olivier Berger, Rapport concernant le traitement de conservation-restauration d'une série de petits appareils photographiques pour pigeons (PDF), su webcitation.org, 2008 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2011). Formato sconosciuto: PDF (aiuto)
    36. ^ (EN) CIA Museum virtual tour, su cia.gov, Central Intelligence Agency (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2011).
    37. ^ (EN) Ted Bridis, CIA gadgets: robot fish, pigeon camera, jungle microphones, su usatoday.com, USA Today, 26 dicembre 2003 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2011).
    38. ^ (EN) Amos Latteier, A report on pigeon aerial photography (PDF), su latteier.com (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2011). Formato sconosciuto: PDF (aiuto)
    39. ^   (EN) Airborne, BBC One, a 06:14.
    40. ^ (EN) Caught on CatCam: What moggies get up to is no longer a mystery, MailOnline.
    41. ^ (DE) Goldener Spatz 2009 (Katalog), Deutsche Kindermedienstiftung Goldener Spatz, pp. p. 78.

    Bibliografia

    Bibliografia di riferimento
    • (FR) (FR) AA. VV., Revue des deux mondes, vol. 146, Au Bureau de la Revue des deux mondes, 1898, ISBN non esistente.
    • (EN) AA. VV., Technical world magazine, vol. 10, Technical World Co., 1908, ISBN non esistente.
    • (DE) (tedesco) A. Hildebrandt, Die Luftschiffahrt, Monaco di Baviera, ISBN non esistente. Lingua sconosciuta: tedesco (aiuto)
    • (FR) (francese) Etat-Major Des Armées, France, Revue militarie de l'étranger, vol. 30, R. Chapelot & Cie, 1886, ISBN non esistente. Lingua sconosciuta: francese (aiuto)
    • (DE) (DE) Franz Maria Feldhaus, Ruhmesblätter Der Technik Von Den Urerfindungen Bis Zur Gegenwart, Lipsia, ISBN 1143542665.
    • (DE) (DE) Franziska Brons, Bilder im Fluge: Julius Neubronners Brieftaubenfotografie, vol. 26, ISBN non esistente.
    • (DE) (DE) Jan Peter Wittenburg, Photographie aus der Vogelschau: zur Geschichte der Brieftaubenkamera, in Photo deal, vol. 4, 2007.
    • (EN) (EN) John Hannavy, Aerial photography, in Encyclopedia of Nineteenth-century Photography, ISBN 9780415972352.
    • (DE) (DE) Julius Neubronner, 55 Jahre Liebhaberphotograph: Erinnerungen mitgeteilt bei Gelegenheit des fünfzehnjährigen Bestehens der Fabrik für Trockenklebematerial, Francoforte sul Meno, 1920, ISBN non esistente.
    • (DE) (DE) Julius Neubronner, Die Brieftaube als Photograph, in Die Umschau, vol. 12, 1908, ISBN non esistente.
    • (DE) (DE) Julius Neubronner, Die Photographie mit Brieftauben, J. Springer, 1910, ISBN non esistente.
    • (DE) (DE) Matthias Bruhn, Horst Bredekamp, Bilder ohne Betrachter, Akademie Verlag, 2007, ISBN 3050042869.
    • (EN) (inglese) Maxwell Eden, The Magnificent Book of Kites, Sterling Publishing Company, 2002, ISBN 1402700946. Lingua sconosciuta: inglese (aiuto)
    • (FR) (francese) Prudent René Patrice Dagron, La poste par pigeons voyageurs, souvenir du siége de Paris, spécimen identique d'une des pellicules de dépèches portées à Paris par pigeons voyageurs, 1ª ed., Parigi, Typographie Lahure, 1871, ISBN non esistente. Lingua sconosciuta: francese (aiuto)
    Bibliografia di approfondimento
    • (DE) (DE) Friedrich Wilhelm Oelze, Brieftaubensport und Brieftaubenphotographie, Grethlein, 1910, ISBN non esistente.
    • (DE) (DE) Heinz Äschlimann, Die Entstehung des Bildes mit einer Brieftauben-Panoramakamera, 2008, ISBN non esistente.
    • (DE) (DE) Julius Neubronner, Die Brieftaubenphotographie und ihre Bedeutung für die Kriegskunst, als Doppelsport, für die Wissenschaft und im Dienste der Presse. Nebst einem Anhang: 'Die Kritik des Auslandes, Dresda, ISBN non esistente.

    Altri progetti

    Collegamenti esterni

    • (EN) Account YouTube di newpigeonguy, il quale adotta la tecnica dei piccioni fotografi.
    • (EN) Video in cui la BBC utilizza dei volatili per filmare dei video.

    Template:Link VdQ Template:Link AdQ Template:Link AdQ