Bisiacaria

area del Friuli-Venezia Giulia

La Bisiacaria (Bixiacaria in bisiaco, Bisiacarie in friulano) è una regione geografica del Friuli Venezia Giulia. Include la parte del territorio della provincia di Gorizia compresa fra i primi rilievi del Carso monfalconese, il litorale del golfo di Panzano (dalle bocche del Timavo a punta Sdobba) ed il basso corso dell’Isonzo (da Sagrado al fiume Isonzato).

Bisiacaria
StatiItalia (bandiera) Italia
RegioniFriuli-Venezia Giulia (bandiera) Friuli-Venezia Giulia
TerritorioCompreso tra l'Isonzo a est, il Carso a nord-est, il Golfo di Trieste a sud-est.
CapoluogoMonfalcone, (de facto)
Superficie126,10 km²
Abitanti63,758 (31/07/2008)
Densità505,61 ab./km²
Lingueitaliano, bisiaco, sloveno, friulano (solo a Sdraussina e Isola Morosini)
estensione degli otto comuni della Bisiacaria nella provincia di Gorizia.

Territorio

 
Vista dal satellite della parte centro-meridionale del territorio bisiaco

Dal punto di vista amministrativo corrisponde agli attuali Comuni di:

Comune Abitanti Superficie Stemma
Fogliano Redipuglia 3071 7,80 km²  
Monfalcone 27877 20,50 km² File:Monfalcone-Stemma.png
Ronchi dei Legionari 12130 17 km²  
Sagrado 2267 14,10 km² File:Sagrado-Stemma.png
San Canzian d'Isonzo 6383 33,60 km² File:San Canzian d'Isonzo-Stemma.png
San Pier d'Isonzo 2017 9,10 km²  
Staranzano 7257 18,70 km²  
Turriaco 2756 5,30 km²  
Bisiacaria 63758 126,10 km²

I vari paesi e frazioni sono così denominati nel locale idioma bisiaco: Mofalcon, Panzàn, Dàris, Ronchi, Vermeàn, San Vido, Ridipuia, Foiàn, Polàz, Segrà, San Piero, Casseàn, Turiàc, Beàn, Pieris, Saganziàn, Staranzan, Bestrigna. Secondo alcuni, rimarrebbero escluse per ragioni linguistiche la frazione di Poggio Terza Armata/Sdraussina nel comune di Sagrado e quella di Isola Morosini, sulla destra Isonzo, nel comune di San Canzian d'Isonzo.

Origine del nome

L'origine del termine "bisiaco", secondo l'ipotesi più accreditata, proviene dal latino medioevale bis aquae, tra i due fiumi e di recente sono emerse inedite testimonianze di un uso di questo termine già in epoca ottocentesca. Per altri, fra cui lo studioso Silvio Domini il nome ha un'origine slava, in quanto potrebbe derivare dal termine sloveno bezjak (profugo, esule). Secondo altri, ma si tratta di una supposizione poco convincente, la terminologia rivelerebbe una numerosa presenza di serpenti nella zona, chiamati in dialetto "bisse".

Storia

La storia della Bisiacaria è legata fino al 1866 alla storia del Friuli con cui divide le sorti. Così farà parte del Ducato longobardo friulano (568-776 d.C.), poi del Marchesato franco del Friuli (776-952 d.C.), e dello Stato Patriarchino friulano (1077-1420). Nel 1420 la Patria del Friuli verrà conquistata da Venezia che ne riconoscerà sia i confini amministrativi (di cui continua a fare parte anche la Bisiacaria) che il Parlamento friulano ove continuerà a sedere un rappresentante del Comune di Monfalcone. Nel 1797 Napoleone pone fine alla Repubblica di Venezia e con il Congresso di Vienna del 1815, la Bisiacaria passa all'Austria insieme all'intero Friuli nell'ambito del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1866 Il Friuli centrale e occidentale passa all'Italia mentre la Bisiacaria, con Gorizia, continua ad essere austriaca fino alla fine della prima guerra mondiale facendo parte della Contea di Gorizia e Gradisca. Dopo il passaggio all’Italia nel 1919, sarà inclusa nella Provincia di Trieste (1919-1945). È tornata a far parte della Provincia di Gorizia nel secondo dopoguerra, a causa della non immediata restituzione all'Italia del Territorio di Trieste, amministrato allora da un governo militare alleato.

La Bisiacaria rientra tanto nella definizione di Friuli storico, tanto in quella di Venezia Giulia.

Lingue e dialetti

La parlata tipica della Bisiacaria è il bisiacco, un dialetto di tipo veneto derivato dall'interferenza dell'gradese con il friulano. Il bisiacco sta attraversando da tempo una certa decadenza, incalzato dalla preminenza del dialetto triestino[1]; i centri più conservativi risultano oggi Pieris, Begliano e Fogliano[2][3].

Nei comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Sagrado è riconosciuto come lingua minoritaria lo sloveno[4]. Monfalcone (dove è attivo anche un fogolâr) e Sagrado riconoscono anche il friulano[5].

Economia

È una zona che coniuga una fiorente attività agricola ed artigianale con le risorse costiere: nautiche, turistiche e commerciali. In particolare si sottolinea la presenza dei cantieri navali di Monfalcone, specializzati nella costruzione di navi da crociera di elevato tonnellaggio, che hanno segnato sin dalla loro nascita lo sviluppo economico del territorio.

Note

  1. ^ Giorgio Faggin, La letteratura friulana del Goriziano nell'Ottocento e nel Novecento, in Ferruccio Tassin (a cura di), Cultura friulana nel Goriziano, Gorizia, Istituto di Storia Sociale e Religiosa, 1988, p. 100.
  2. ^ Fiorenzo Toso, Lingue d'Europa. La pluralità linguistica dei Paesi europei fra passato e presente, Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2006, p. 102, ISBN 8884908841.
  3. ^ Giovanni Frau, I dialetti del Friuli, Udine, Società Filologica Friulana, 1984, pp. 197-198.
  4. ^ DPR 12/09/2007 - Comuni slovenofoni del Friuli-Venezia.
  5. ^ Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana

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