Parenti serpenti

film del 1992 diretto da Mario Monicelli

Parenti serpenti è un film del 1992 diretto da Mario Monicelli. La pellicola è ambientata nel periodo delle festività natalizie a Sulmona, città voluta dal regista rispetto alla vicina Lanciano proposta dallo sceneggiatore Carmine Amoroso per un'esperienza da lui lì vissuta. A casa dei nonni: Saverio (Paolo Panelli), appuntato dei Carabinieri in pensione, e Trieste (Pia Velsi), si riunisce la famiglia composta da quattro nuclei:

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Paese di produzioneItalia
Durata105 min
Generecommedia drammatica
RegiaMario Monicelli
SoggettoCarmine Amoroso
SceneggiaturaCarmine Amoroso, Suso Cecchi d'Amico, Piero De Bernardi, Mario Monicelli
ProduttoreGiovanni Di Clemente
FotografiaFranco Di Giacomo
MontaggioRuggiero Mastroianni
MusicheAdelio Cogliati
CostumiLina Neri Taviani
SfondiSulmona, Provincia dell'Aquila
Interpreti e personaggi

Trama

Si sta per festeggiare il Natale e tutti i parenti si riuniscono per il tradizionale cenone. Trieste e suo marito Saverio, un carabiniere in pensione, hanno invitato proprio tutti. La psicologia in questo microcosmo un po' provinciale e un po' borghese si esterna in questo appuntamento che diventerà "velenoso". Il problema principale sono i due vecchi che dovrebbero essere ospitati da uno dei figli, ma questi ultimi sono ben lungi dal desiderarlo.

Contenuti

La voce narrante del film è quella di un bambino di nome Mauro, interpretato da Riccardo Scontrini. Tale scelta serve quasi a stemperare lo humor nerissimo della pellicola. Ed è proprio il bambino, nel tema di fine vacanza letto a voce alta in classe, a rivelare il crimine, scrivendo che la stufa incriminata non poteva essere considerata difettosa perché vecchia, dal momento che era stata un regalo fatto la mattina stessa dai suoi genitori e zii. All'inizio l'idea nella sceneggiatura del mezzo per uccidere i due anziani era quella del vino al metanolo, frode che qualche anno prima, verso la metà degli anni '80, aveva scosso fortemente l'opinione pubblica italiana.

La commedia è strutturata in 2 parti. Nella prima vengono ripresi stilemi e caratteristiche della commedia realistica di costume che verranno utilizzati poi nella seconda come veri e propri "detonatori" fino al feroce cinismo della conclusione del film.

Fa da cornice alla trama uno scorcio di cultura e tradizioni popolari abruzzesi, che si evince dalle usanze tipiche natalizie della città di Sulmona ed anche da alcune frasi dialettali pronunciate nel corso del film.

In una scena del film, dalla televisione di casa, compare la cantante Loredana Bertè, oggetto di commenti da parte dei protagonisti, a riprova della connotazione culturale piccolo-borghese tipica di una famiglia provinciale. I titoli di coda del film scorrono sulle note della canzone Vivere di Enzo Jannacci.


Il film non ha riscosso grande successo al botteghino, ma ha guadagnato via via enormi consensi nelle riproposizioni televisive, divenendo via via un piccolo cult.

Curiosità

La sera del 24 dicembre alla televisione c'era una partita dell'Italia Nazionale di calcio, in particolare compariva Walter Zenga che viene pure esaltato come miglior portiere di quei tempi. Il fatto che ci sia la partita dell'Italia è un fatto insolito visto che la pausa natalizia dura di solito due settimane e cioè dal 21-22 dicembre al 5-6 gennaio circa.

Realizzazione

Il film è stato quasi interamente girato nella cittadina di Sulmona, in provincia dell'Aquila.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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