Apocalypse Now
Apocalypse Now è un film del 1979 diretto da Francis Ford Coppola, ispirato al romanzo di Joseph Conrad Cuore di Tenebra.
{{{titolo}}} | |
---|---|
Durata | 153' (Apocalypse Now) 202' (Apocalypse Now Redux) |
Rapporto | 2,35:1 |
Regia | {{{regista}}} |
![]() |
Apocalypse Now Redux
Nel 2001 è stato riproposta nei cinema una nuova versione dell'opera di Coppola, dal titolo di Apocalypse Now Redux, restaurata ed allungata con quasi un'ora di scene tagliate all'epoca della sua uscita (202 minuti contro i 153 originali). La versione propone un nuovo montaggio con materiale inedito scartato all'epoca che aggiunge nuove sfumature all'opera, e soprattutto cambia leggermente il finale della versione del 1979.
L'operazione ha avuto un buon successo, ricevendo un buon riscontro dalla critica e dal pubblico. La nuova versione è stata proposta anche in DVD.
Trama
Template:Trama Vietnam, terzo anno di guerra: il capitano Willard viene inviato ai confini della Cambogia con una missione segreta e delicatissima: dovrà uccidere il colonnello Kurtz che, si dice, è impazzito e sta combattendo una guerra privata. Willard risale un fiume per raggiungerlo, ed è come se percorresse tutti i gironi dell'inferno. Quasi nulla è comprensibile: gli attacchi con gli elicotteri (al ritmo delle musiche di Wagner), un ufficiale che fa surf sotto i bombardamenti, battaglie all'insegna del napalm, ponti sospesi con illuminazioni che sembrano grottescamente le luci di Disneyland. Il loro incontro segnerà il destino di entrambi: Kurtz sarà ucciso dal capitano, e Willard stesso potrà forse liberarsi dei demoni che infestano la sua mente.
Critica
La parte saliente del film, ossia quella che rende diverso Apocalypse Now da un film prettamente didascalico sulla guerra del Vietnam (il regista ne sottolinea senza pietà ogni genere di atrocità e soprusi, inducendo nello spettatore un senso voluto di disagio), è l'incontro tra il capitano Willard e il colonnello Kurtz, incontro carico di toni epici e misteriosi: Kurtz, un monumentale Brando, ripreso nella penombra, sembra qualcosa di più e di meno di un essere umano. Egli spiega, tra le righe, la sua filosofia: occorre uccidere, distruggere e mutilare, anche donne e bambini, se la causa è giusta. In sostanza il colonnello, che si è macchiato dei delitti più terribili, lo ha fatto per la sua patria. È dunque un eroe o un pazzo sanguinario? Nessuno dei due, sembra essere la risposta. Solo un uomo che ha perso la strada.
Il regista, Coppola ci spiega il suo ragionamento sul bene e sul male: un uomo che ha la possibilità di portare molto avanti il suo potere, può darsi che non riesca a fermarsi in tempo, e ad individuare il confine fra la propria anima ancestrale, violenta e amorale, e quella civile, perdendo di vista la possibilità di convivere con gli altri, se sono più deboli. E non è un caso, sembra dirci Coppola, che questa filosofia venga normalmente applicata a quella guerra talmente sciagurata da confondere e stravolgere tutti gli aspetti della morale non solo americana, ma di tutto il mondo. Kurtz si crede onnipotente, perde di vista il limite umano. Deve, e vuole, essere distrutto.
La luce gioca un ruolo fondamentale in questo film: il suo taglio netto luce/ombra, colloca i personaggi, che sempre vivono un dramma interiore, nella dimensione della tragedia imminente. Sempre essi agiscono su un palco creato appositamente per loro, marionette i cui fili sono tirati dal crudele ed incorruttibile fato. Questo sembra essere chiaro: nessuno ha la facoltà di decidere del proprio destino, il libero arbitrio è solo una facoltà che ci illudiamo di avere.
E quel colonnello Kurtz, così gigantesco nel compimento di un destino già scritto, sa che non basta uccidere e massacrare per dimenticare la propria anima malata. Non serve la poesia, non serve la follia, non serve nascondersi nelle ombre e mostrare solo quello che si vuole.
La morte soltanto, è l'unica amica nel mondo da incubo del Vietnam, in cui tutto è grottesco nella sua crudeltà. L'unica cura è la morte, che porta lontano da tutto l'orrore alienante della guerra.
Contrasta col titanismo eroico di Kurtz il piccolo capitano Willard, un Martin Sheen struggente, un uomo stanco e consapevole del fatto di essere ben sveglio in un incubo. Divorato dai suoi demoni, agisce, vive senza crederci veramente. Il suo senso morale, o quello che ne resta, lo spinge a compiere la sua missione, ma la sua mente precocemente invecchiata gli grida di scappare. Uno dei tanti, gettati nel carnaio infernale della guerra, troppo conscio di sé per restarne immune. La sua cura è trasformarsi da vittima in carnefice, uccidere la follia della guerra incarnatasi in un'altra vittima.
Kurtz e Willard, due facce della stessa medaglia, l'uno lo specchio dell'altro, due uomini ormai a metà ognuno dei quali ha nei confronti della propria mente un solo dovere: quello di non impazzire.
Curiosità
- Marlon Brando chiese a Francis Ford Coppola solo riprese in penombra e particolarmente scure per celare un notevole aumento di peso.
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Apocalypse Now
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Apocalypse Now