Guardie e ladri
Guardie e ladri è un film del 1951 diretto da Mario Monicelli e Steno.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 1952, è valso a Piero Tellini il premio per la sceneggiatura[1] e a Totò il Nastro d'argento.
Trama
Il film è ambientato a Roma, durante il secondo dopoguerra. Ferdinando Esposito (Totò) è un piccolo furfante che cerca di mantenere la famiglia con i suoi espedienti. Con il suo complice Amilcare (Aldo Giuffrè) finge di aver trovato una moneta antica nel Foro romano ed imbroglia un turista americano: Mr. Locuzzo che, per sua sfortuna, è il presidente di un comitato americano di beneficenza. Durante la distribuzione di alcuni pacchi-dono, presente anche Esposito, questi lo riconosce e lo denuncia seduta stante.
Comincia così un comico inseguimento da parte di un grasso agente di polizia, il Brigadiere Lorenzo Bottoni (Aldo Fabrizi). In un primo tempo riesce a catturarlo, ma imbrogliato poi da Esposito, se lo lascia scappare. Sospeso dal servizio per le proteste di Mr. Locuzzo, l'agente Bottoni rischia di perdere il posto se non riuscirà ad arrestare il ladruncolo entro tre mesi. Vestiti gli abiti borghesi e tenuto nascosto l'accaduto alla propria famiglia, si mette alla ricerca di Esposito. Trova la sua casa e così ne conosce la famiglia, cercando di ingraziarsela con favori e offerte di viveri. Di Esposito, tuttavia, nessuna traccia. A poco a poco le due famiglie fanno amicizia, e tra il fratello della moglie del "ladro" e la figlia della "guardia" nasce una simpatia.
Giunge il giorno del pranzo durante il quale si conosceranno le due famiglie ed è data per certa la presenza di Esposito, ignaro della sua identità. Al momento dell'arresto, che avviene fuori di casa, Esposito lo rimprovera per avere carpito la buona fede dei suoi famigliari, mentre Bottoni gli confida il suo dramma. Una sorta di umana complicità nasce tra i due, uniti entrambi da una esistenza grama. Si capovolgono così i ruoli ed è lo stesso Esposito a decidere di farsi condurre in prigione, nonostante il brigadiere ne sia ormai riluttante. Nascondendo la verità alle proprie famiglie, convinte invece che loro abbiano affari comuni, i due lasciano il pranzo conviviale facendo loro credere che Esposito parta per un viaggio di affari e che Bottoni lo accompagni alla stazione. In sua assenza, sarà Bottoni a pensare anche alla famiglia di Esposito.
Commento
È una storia piena di umanità in cui entrambi i protagonisti emergono per quei mostri sacri del cinema che sono e per la loro capacità evocativa di attori, dando vita ad una piccola commedia umana.
Se il Neorealismo si era accostato con uno sguardo triste e problematico al mondo che rappresentava, qui la riflessione scaturisce invece nello spettatore dal contrasto tra commedia e sguardo amaro. Un pover'uomo, un ladruncolo, che cerca di dar da vivere alla sua famiglia incontra un poliziotto, un pover'uomo come lui che cerca di fare lo stesso con la propria. Le due famiglie ed i due mondi entrano in contatto e si scoprono tremendamente simili e vicini nell'Italia post bellica degli anni cinquanta.
Una storia di figli dei poveri, messa in scena con ironia e la comicità di questi due grandi attori. Totò mostra un nuovo volto, non più solo comico, ma alternato al ruolo drammatico, di una pensosità malinconica. Memorabili ed innumerevoli, anche in questo film, sono le battute ed i giochi di parole della sua comicità.
Curiosità
Guardie e Ladri può essere considerato simbolicamente il film che segna l'addio di Totò al varietà e alla rivista. In effetti nella scena finale in cui Fabrizi accompagna Totò al carcere da sottofondo vi è proprio la musica della rivista dell'epoca. Totò, si ferma ad ascoltarla davanti ad un'osteria ma se ne va con visibile commozione.
In una intervista rilasciata dal figlio, presente nei contenuti straordinari del film in dvd, Aldo Fabrizi e Totò, non riuscivano a portare a termine la celebre scena in cui sono seduti all'osteria, dove il primo cerca di prendere un caffè e viene continuamente interrotto dalle lamentele di Totò. La causa erano le risate che i due grandi attori non riuscivano a trattenere durante lo svolgimento della sequenza. In più di una occasione Fabrizi innaffiò il viso di Totò con il caffè che aveva appena assunto, perché improvvisamente scoppiato a ridere.
La sequenza in cui Fabrizi, durante l'inseguimento, consiglia a Totò una cura per il fegato, è stata in seguito esplicitamente citata nel film L'armata Brancaleone di Mario Monicelli (1966).
La scena dell'inseguimento di Totò e della sua fuga nel bar è stata citata in una parte del film A spasso nel tempo: l'avventura continua con Cristian De Sica che, imitando suo padre Vittorio nel film Pane, amore e..., fa il maresciallo mentre Boldi, che imita Totò, fa il delinquente.
Note
- ^ (EN) Awards 1952, su festival-cannes.fr. URL consultato il 26-5-2011.
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Voci correlate
Collegamenti esterni
- Scheda + videoclip + Film online Guardie e ladri 1951
- Guardie e ladri Scheda,foto,videoclip,locandine
- (EN) 0043606, su IMDb, IMDb.com.
- Guardie e ladri, su Cinematografo, Fondazione Ente dello Spettacolo.
- Guardie e ladri, in MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- Approfondimento fotografico sui luoghi dov'è stato girato il film