Angela Nikoletti
Angela Nikoletti (Magrè sulla Strada del Vino, 31 maggio 1905 – Cortaccia sulla Strada del Vino, 30 ottobre 1930) è stata un'insegnante italiana nelle scuole clandestine in lingua tedesca, le Katakombenschulen, durante il periodo fascista in Alto Adige-Südtirol..
Infanzia e gioventù
Angela Nikoletti nacque a Magrè sulla Strada del Vino il 31 maggio 1905. I suoi genitori furono Hans Nikoletti e Ida Peer. La famiglia Nikoletti conduceva una vita molto semplice. Il padre di Angela, per motivi di lavoro, era molto spesso assente e nell'anno 1914 venne richiamato alle armi a seguito dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. La madre lavorava a Bolzano ma a causa della sua salute cagionevole trascorse lunghi periodi di tempo presso l’ospedale della città. Angela non ebbe pertanto un forte legame con i genitori. Fu allevata e visse principalmente con la zia Angela Peer a Cortaccia sulla Strada del Vino.
Angela dimostrò fin da piccola di essere molto intelligente e sensibile. La giovane ragazza si sentì subito coinvolta e rimase molto impressionata dagli avvenimenti storici del tempo: la Prima Guerra Mondiale e la conseguente Annessione all'Italia del Südtirol. Una volta terminato il conflitto le truppe italiane si insediarono infatti in Alto Adige e cominciò così il processo di Italianizzazione della Provincia di Bolzano. La tredicenne Angela assistette in prima persona ai primi atti di soppressione della cultura locale: i militari bruciarono le bandiere e i dipinti presenti a casa sua.
Dopo la morte della madre trascorse un periodo di tempo da una zia a Terlano. Qui era spesso a stretto contatto con molti bambini e maturò presto in lei il desiderio di diventare insegnante. Nel 1922 frequentò a Zams il primo anno dell’Istituto magistrale. Nel frattempo però, i fascisti avevano preso completamente il potere e dopo le vacanze estive non le fu dato il permesso di tornare all’estero per frequentare il secondo anno di studio. Fu in questo periodo che ad Angela capitò di perdere un foglio con appuntata una poesia riguardante il Tirolo. Questa arrivò nelle mani delle autorità e fu pertanto richiamata dal maresciallo di Termeno e attaccata verbalmente. Non fu arrestata soltanto in quanto ancora minorenne. Dopo un anno ricevette nuovamente il permesso di tornare a Zams e riuscì così a terminare gli studi e a tornare a casa.
La sua scuola clandestina a Cortaccia e la persecuzione da parte delle autorità
A causa della situazione che si era andata a creare in Alto Adige, Angela non poté mai praticare la sua professione in maniera legale. Nel 1923 infatti, con la riforma scolastica, cosiddetta Riforma Gentile dal nome del suo attuatore il ministro della pubblica istruzione Giovanni Gentile, cominciò la vera e propria distruzione della scuola tedesca. L’articolo 17 del nuovo decreto ordinava che a partire dall’anno scolastico 1923/24 in tutte le prime classi venisse insegnato soltanto l’italiano e negli anni successivi si doveva agire allo stesso modo. Nel giro di cinque anni l’insegnamento del tedesco sarebbe così sparito da tutte le scuole elementari. Il decreto ministeriale del 22 novembre 1925 impose inoltre l’eliminazione di tutte le ore di insegnamento aggiuntivo del tedesco e poiché restava ancora la possibilità di insegnare la lingua privatamente, il 27 novembre 1925 fu emanato un decreto urgente del prefetto il quale rendeva illegale e quindi punibile anche l'insegnamento nell'ambito privato. Si era scoperta difatti, la presenza di un numero consistente di “scuole clandestine” in lingua tedesca, le Katakombenschulen, in particolare nella zona tra Bolzano e Salorno.[1]
L’attaccamento di Angela alla popolazione locale e alla sua “Heimat”, la sua terra, la spinse a rendersi disponibile a tenere delle lezioni clandestine di tedesco, nonostante sapesse il rischio che correva. Per fedeltà verso i suoi ideali rinunciò anche ad un posto di lavoro sicuro che le era stato offerto da una famiglia di Bolzano. “Per amore e pietà dei bambini del paese, rinunciai a quel posto di lavoro. 30 bambini erano i bambini che venivano a casa mia e di mia zia. La cucina, la camera e il giardino erano le nostre aule. Le lezioni duravano quotidianamente fino alle 9 di sera” scriveva Angela in lingua tedesca nel suo diario. Talvolta i bambini erano costretti ad entrare e uscire anche dalle finestre per non destare sospetti.
Nonostante Angela sapesse di agire nell’illegalità, non ebbe paura a portare avanti la sua missione e quella di tanti altri insegnanti: mantenere viva la lingua e la cultura tedesca. Tenne testa anche alle accuse e minacce del Podestà di Cortaccia: Giovanni Lorenzi. Egli era di madrelingua tedesca e luogotenente sotto il regno austriaco, ma con l’avvento del fascismo non si fece riguardo a tradire il suo popolo, ad italianizzare il suo nome (in origine Johann Lorenz) e a tormentare i suoi stessi compaesani. A seguito di un richiamo del Podestà che aveva scoperto la sua attività, Angela venne arrestata e rinchiusa nella prigione del vicino paese di Egna. Angela subì rappresaglie, persecuzioni e persino la prigionia. Solo la sua salute fortemente precaria le permisero di evitare l’isolamento a Lipari o Pantelleria. In ogni caso il suo destino non fu per lei migliore: trascorse gli ultimi anni della sua vita a letto a causa della malattia contratta durante la prigionia, la tubercolosi. Morì il 30 ottobre 1930.
Il diario e le poesie
Angela annotò, durante tutta la vita, le sue esperienze ed i suoi sentimenti su di un diario. Durante i lunghi periodi di solitudine, tristezza e di dolore fisico passati in ospedale e a letto scrisse una lunga serie di poesie che esprimono in maniera molto chiara tutti i tormenti del suo cuore, le sue sofferenze ma anche il grande amore per la sua terra.
Memoria
Nel 2011 la città di Bolzano ha dedicato a Angela Nikoletti l'omonima piazza nel quartiere Oltrisarco-Aslago, presso il centro civico Rosenbach.
Bibliografia
- (DE) Othmar Parteli, Geschichte des Landes Tirol, vol. 4/1, Bolzano, Athesia, 1988. ISBN 88-7014-473-9
- (DE) Idem, Angela Nikoletti 1905-1930, Bolzano, Athesia, 2002. ISBN 88-8266-161-X
- (DE) Maria Villgrater, Katakombenschule: Faschismus und Schule in Südtirol, Bolzano, Athesia, 1984. ISBN 88-7014-323-6
- Milena Cossetto, Letizia Flaim, Scuole clandestine in Bassa Atesina 1923-1939, Bolzano, 2010.