Simone Moro

alpinista italiano
Versione del 26 mag 2012 alle 13:18 di Rupertsciamenna (discussione | contributi) (ormai è rilevante anche l'attività di elicotterista)

Simone Moro (Bergamo, 27 ottobre 1967) è un alpinista e aviatore italiano.

È famoso soprattutto per aver salito in prima invernale tre ottomila: lo Shisha Pangma nel 2005, il Makalu nel 2009 e il Gasherbrum II nel 2011. È salito sulla vetta di sette dei quattordici ottomila, ed è arrivato quattro volte in cima all'Everest.

Biografia

Ha iniziato a praticare arrampicata all'età di 13 anni, cominciando sulle montagne di casa e spostandosi successivamente sulle Dolomiti. Nel 1985 ha cominciato a dedicarsi all'arrampicata sportiva realizzando nel 1987 la sua prima via di grado di difficoltà 8a e nel 1989 una trentina di salite fino all'8b+. Nel 1990 parte per il servizio militare, frequentando il 138º corso AUC alla Scuola Militare Alpina di Aosta, e dopo aver terminato i 6 mesi di corso come allievo, svolge il rimanente periodo di servizio con il grado di tenente degli Alpini. Al termine dei 15 mesi di servizio militare ritorna all'arrampicata ricoprendo il ruolo di allenatore della nazionale dal 1992 al 1996.

Nel 1992 è cominciata la sua esperienza di alpinista himalayano, che è diventata preponderante nella sua attività alpinistica, pur non abbandonando mai completamente l'arrampicata. Ha realizzato oltre 36 spedizioni alpinistiche extraeuropee ed è giunto in cima a sette dei quattordici ottomila. Ha raggiunto quattro volte la vetta dell'Everest di cui ha anche compiuto la traversata sud-nord nel maggio 2006. Molte di queste ascensioni sono state compiute "in velocità".[1] Al suo attivo ci sono inoltre sei salite su cime di 7000 metri e altrettante su cime di 6000 metri. Ha compiuto inoltre altre salite importanti nella stagione invernale, quali ad esempio la parete sud dell'Aconcagua nel 1993.

Atleta poliedrico, ha inoltre praticato ogni forma di alpinismo: arrampicata su ghiaccio, misto, alta quota, dry tooling, arrampicata sportiva. Ha partecipato a gare internazionali di skyrunning e sci alpinismo e ancora oggi pratica tutte queste discipline ad alto livello.

È laureato con 110 e lode in scienze motorie, parla 5 lingue e realizza conferenze in tutto il mondo.

Ascensioni recenti

Nel 2001 tenta con Denis Urubko il concatenamento del Lhotse e dell'Everest. La notte prima dell'attacco alla vetta del Lhotse, mentre si trova in tenda a 8000 metri con Urubko e alpinisti di un'altra spedizione, riceve una richiesta di soccorso da parte di un alpinista inglese. Li avvisava che il suo compagno Tom Moores era caduto dalla parete e non si muoveva. Simone Moro nel cuore della notte parte alla ricerca dell'alpinista inglese caduto. Lo trova, ma Tom Moores è ferito, senza guanti e ramponi. Lo lega e tirandolo a forza risale per 200 metri di dislivello per evitare di rimanere esposto alle valanghe, fino a tornare alle tende.[2][3] Per questo salvataggio Moro riceverà nel 2002 la medaglia d'oro al valor civile. Il giorno successivo deve abbandonare la scalata del Lhotse a 8300 metri per le troppe energie spese nella notte. Urubko sale in cima al Lhotse da solo, ridiscende al colle Sud, ma poi in segno di amicizia verso Moro abbandona la scalata dell'Everest: "Siamo un Team, riproveremo insieme" disse nell'occasione.[4]

Il 14 gennaio 2005, con il polacco Piotr Morawski, ha effettuato la prima ascensione invernale dello Shisha Pangma, 8027 m.[5]

Il 1 agosto 2008, in compagnia dell'alpinista valdostano Hervé Barmasse, ha effettuato la prima ascensione del Beka Brakai Chhok, una montagna del Karakorum (Pakistan) alta 6940 m, dopo gli infruttuosi tentativi effettuati da varie spedizioni inglesi e neozelandesi.[6]

Il 9 febbraio 2009, insieme al kazako Denis Urubko, ha realizzato la prima salita invernale del Makalu, 8463 m s.l.m., uno dei sei ottomila allora ancora inviolati in inverno. La salita è stata effettuata in puro stile alpino e, in ragione della stagione, si è svolta in condizioni difficilissime: vento gelido ad oltre 100 km/h e temperature fino a -40 gradi con 3000 metri di dislivello da vincere a partire dal campo base avanzato (5400 m s.l.m.).[7] Anche Reinhold Messner si è complimentato con lui in un articolo sulla Gazzetta dello sport:

«Il vento che spazza la parete è davvero tremendo e Simone me l'ha confermato. Ma lui e il suo compagno sono stati capaci di salire ugualmente. E soprattutto lo hanno fatto con una spedizione ridottissima, senza aiuti, in stile alpino. Davvero una delle grandi ascensioni degli ultimi anni.»

[8]

Il 2 febbraio 2011, sempre insieme a Denis Urubko e all'americano Cory Richards, ha realizzato la prima salita invernale del Gasherbrum II, 8035 m s.l.m.[9] La salita rappresenta anche la prima salita invernale di un 8000 del Karakorum. Con questa ascensione, inoltre, Simone Moro è l'unico alpinista, insieme ai polacchi Krzysztof Wieliczki e Jerzy Kukuczka, ad aver salito tre ottomila in prima invernale assoluta. Durante la discesa dal campo 1 al campo base, i tre alpinisti vengono travolti da una valanga sotto il Gasherbrum V. All'arrivo di quest'ultima i tre si sono seduti aspettando di essere travolti per cercare di restare a galla, nuotando nella neve e senza respirare per evitare di inalare la polvere di ghiaccio. Moro è ruscito a liberarsi da solo per primo e ha raggiunto ed estratto dalla neve i due compagni, che erano riusciti a tenere fuori dalla neve solamente la testa. Per fortuna ed esperienza se la sono cavata senza danni e sono rientrati al campo base.[10]

 
L'Everest, visto da nord, su cui Simone Moro è salito quattro volte

Ottomila

Nel 2003, insieme a Jean-Christophe Lafaille, ha aperto una nuova via sul versante Diamir del Nanga Parbat, ma ha dovuto ritirarsi prima della vetta a causa della scarsa acclimatazione.[17]

Ha tentato due volte l'Annapurna senza raggiungere la vetta: nel dicembre 1997, quando una valanga si portò via i suoi due compagni di spedizione, e nel 2004 quando dovette ritirarsi a poca distanza dalla cima per problemi di salute.[18]

Nell'inverno 2011-2012 tenta insieme a Denis Urubko la prima ascensione invernale del Nanga Parbat, tentando inoltre l'apertura di una nuova via. È costretto a rinunciare a causa del maltempo persistente e della gran quantità di neve fresca depositatasi sulla montagna. Il 14 febbraio annuncia la fine della spedizione.[19] Nella primavera dello stesso anno progetta di concatenare la salita dell'Everest e del Lhotse, sempre senza l'uso di ossigeno, ma vi rinuncia il 23 maggio a causa dell'eccessivo affollamento della montagna. C'erano infatti oltre 200 persone sulla via, il che la rendeva estremamente pericolosa.[20]

Pilota di elicottero

Nel 2009 Moro diventa pilota di elicottero[21] e si specializza nel soccorso alpino sulle montagne del Nepal[22][23], diventando il primo europeo a volare sull'Himalaya[24]. Nel 2011 entra nel team di elisoccorso di una compagnia privata nepalese[25].

Il 18 maggio 2012 effettua insieme al pilota Piergiorgio Rosati un recupero in long line sul Tengkangpoche a oltre 6400 m, riconosciuto essere probabilmente il più alto recupero in parete con elicottero mai effettuato[26][27].

Libri

Nel 2003 ha pubblicato il libro Cometa sull'Annapurna, nel quale ha raccontato la tragica spedizione dell'inverno 1997 sull'Annapurna. In quel frangente Moro e i suoi due compagni, Anatoli Boukreev e Dimitri Sobolev, furono travolti da una valanga che li fece rotolare per 800 metri giù a valle per la parete est dell'Annapurna: Moro riuscì a salvarsi, gli altri invece morirono.

Nella primavera 2008 è uscito il suo secondo libro dal titolo 8000 metri di vita in lingua italiana e inglese. In questa pubblicazione Moro ripercorre tutte le fasi esplorative alle cime di 8000 metri, mostrando le immagini di ogni versante dei colossi himalaiani e riportando una ad una anche le vie di salita.

Onorificenze

«Con grande coraggio, rinunciando al compimento di un’ardua impresa alpinistica, interveniva in soccorso di un giovane rocciatore inglese precipitato lungo la parete di un monte, a circa 8000 metri di altitudine e con un elevatissimo rischio di valanghe. Dopo notevoli difficoltà, con il buio e il freddo, raggiungeva il ferito, il quale giaceva immobile ed in stato di shock, con il viso insanguinato e quasi assiderato. Quindi lo legava a sé e tirandolo di forza, con estenuante e lunghissima fatica, riusciva a portarlo in salvo. Nobile esempio di elette virtù civiche ed esemplare spirito di solidarietà. 22 maggio 2001 - Lhotse-Everest (Nepal)»

[28]

Per il medesimo episodio ha ricevuto a Parigi, dal segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, il “David A. Sowles Award”, premio istituito nel 1981 dall’American Alpine Club, assegnato solo quattro volte in più di vent'anni.[29]

Nel 2010 ha ricevuto il premio "Adventurer of the year", organizzato dalla rivista americana "Outside Magazine" congiuntamente alla fiera "Outdoor & Adventure" di Stoccolma ed assegnato da una giuria internazionale.[30]

Note

  1. ^ Simone Moro, su eu.thenorthface.com, thenorthface.com. URL consultato il 20-1-2012.
  2. ^ Traversata Lhotse-Everest, su planetmountain.com, 24-5-2001. URL consultato il 23-1-2012.
  3. ^ (EN) Tom Moores, Lhotse 2001: Gary Pfisterer and the International Expedition, su k2news.com. URL consultato il 23-1-2012.
  4. ^ Everest, vetta per Mondinelli e Merelli (e altre news), su planetmountain.com, 25-5-2001. URL consultato il 23-1-2012.
  5. ^ a b Shisha Pangma, prima invernale per Moro e Morawski, su planetmountain.com, 14-1-2005. URL consultato il 20-1-2012.
  6. ^ Moro e Barmasse in vetta al Beka Brakai Chhok, su planetmountain.com, 5-8-2008. URL consultato il 20-1-2012.
  7. ^ a b Simone Moro e Denis Urubko: prima invernale al Makalu!, su planetmountain.com, 9-2-2009. URL consultato il 20-1-2012.
  8. ^ quotidiano la Gazzetta dello sport del 15/02/2009, pag.37
  9. ^ a b Vinicio Stefanello, Gasherbrum II storica prima invernale: è vetta per Moro, Urubko e Richards!, su planetmountain.com, 2-2-2011. URL consultato il 20-1-2012.
  10. ^ Moro in vetta al Gasherburm II, in gazzetta.it, 2 febbraio 2011. URL consultato il 20-1-2012.
  11. ^ Simone Moro e Denis Urubku in cima all'Everest, su planetmountain.com, 26-5-2000. URL consultato il 20-1-2012.
  12. ^ Emilio Previtali, Cho Oyu per Moro, Nicolini, Mezzanotte, su planetmountain.com, 9-5-2002. URL consultato il 20-1-2012.
  13. ^ Curnis e Moro in vetta all’Everest, su planetmountain.com, 24-5-2002. URL consultato il 20-1-2012.
  14. ^ Broad Peak: vetta per Moro, Ochoa, Lafaille, Viesturs, su planetmountain.com, 16-7-2003. URL consultato il 20-1-2012.
  15. ^ Himalaya: Simone Moro compie la traversata dell'Everest da Sud a Nord, su planetmountain.com, 20-5-2006. URL consultato il 20-1-2012.
  16. ^ Everest, tutte le vette da Gerlinde Kaltenbrunner a Mondinelli da Abele Blanc a Moro, su planetmountain.com, 24-5-2010. URL consultato il 20-1-2012.
  17. ^ (EN) Bill Launder, Success on Nanga Parbat, su climbing.com. URL consultato il 20-1-2012.
  18. ^ (EN) Simone Moro: Annapurna 2004 The expedition report, su everestnews2004.com. URL consultato il 20-1-2012.
  19. ^ The Expedition is Stopped – The Team is Coming Back Home, The North Face Journal
  20. ^ Vinicio Stefanello, Everest come Gardaland, intervista a Simone Moro dopo la rinuncia al progetto di salire Everest e Lhotse, su planetmountain.com, Planet Mountain, 24 maggio 2012. URL consultato il 24 maggio 2012.
  21. ^ Simone Moro “top gun” da record, su montagna.tv, 8 settembre 2009. URL consultato il 26 maggio 2012.
  22. ^ Simone Moro e l'elisoccorso in Nepal, su planetmountain.com, Planet Mountain, 30.05.2011. URL consultato il 26 maggio 2012.
  23. ^ Soccorso Nima Sherpa: Simone Moro pilotava sul Baruntse, su montagna.tv, 26 ottobre 2010. URL consultato il 26 maggio 2012.
  24. ^ Simone Moro diventa elicotterista - Primo europeo a volare sul Nepal, su ecodibergamo.it, Eco di Bergamo, 27 ottobre 2010. URL consultato il 26 maggio 2012.
  25. ^ Our newest versatile addition to the team!, su fishtailair.com, Fishtail Air, 16 maggio 2011. URL consultato il 26 maggio 2011.
  26. ^ A Very Extreme Long Line Rescue From 6380m, Fishtail Thanks Simone Moro!, su fishtailair.com, Fishtail Air, 24 maggio 2012. URL consultato il 26 maggio 2011.
  27. ^ Record in Himalaya, recupero in long line a 6400 metri per Moro e Rosati, su montagna.tv, 18 maggio 2010. URL consultato il 26 maggio 2012.
  28. ^ Dettaglio decorato - Moro Simone, su quirinale.it, 4-12-2002. URL consultato il 20-1-2012.
  29. ^ David A. Sowles Memorial Award, su americanalpineclub.org, americanalpineclub.com. URL consultato il 23-1-2012.
  30. ^ Simone Moro adventurer of the year, su montagna.tv, 2-2-2010. URL consultato il 20-1-2012.

Bibliografia

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