Teatro alla Scala
Il Teatro alla Scala di Milano, citato spesso semplicemente come La Scala, oltre ad essere uno dei teatri più famosi al mondo è conosciuto come "il tempio della lirica"; situato in una delle piazze maggiormente frequentate ed eleganti della città, l'omonima Piazza della Scala, dalla quale prende appunto il nome. Il nome della piazza, a sua volta, si rifà a quello della Chiesa di Santa Maria della Scala, eretta nel 1381 e così chiamata in onore della committente, Regina della Scala moglie di Bernabò Visconti - questa chiesa venne demolita per far posto al teatro.
L'attuale stagione teatrale, uno dei più importanti eventi della vita culturale milanese, è composta da opera lirica, balletto e concerti di musica classica.
Storia
Il teatro della Scala fu fondato per volere dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria dopo l'incendio che nel 1776 (il 26 febbraio) distrusse il Teatro Regio Ducale di Milano, che fino a quel momento ospitava l'opera lirica. Le spese per l'edificazione del nuovo teatro furono sostenute dai proprietari dei palchi del Teatro Regio Ducale in cambio del rinnovo della proprietà dei palchi.
Il progetto venne affidato al celebre architetto neoclassico folignate Giuseppe Piermarini. L'edificio venne inaugurato il 3 agosto 1778 in presenza dell'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este; la prima rappresentazione fu quella dell'opera Europa riconosciuta di Antonio Salieri.
Nell'Ottocento le persone appartenenti alle classi privilegiate entravano nel teatro verso le sei del pomeriggio (anche se lo spettacolo iniziava a mezzanotte) e, dato che dietro ai palchi si trovavano delle piccole cucine, la servitù preparava lì la cena. Le carrozze sostavano sotto il porticato per non far sporcare o bagnare le scarpe delle dame.
La platea veniva usata come sala da ballo e il pavimento di questa si sollevava per avere più spazio. Prima che iniziasse lo spettacolo i nobili salivano nei palchetti e la servitù con i militari prendevano le sedie e le panche dal guardaroba e le sistemavano nello spazio centrale della platea. Se lo spettacolo prevedeva una battaglia navale, la platea veniva interamente riempita d'acqua.
Solo nel 1882 l'elettricità è entrata nel teatro (illuminazione del ridotto). Precedentemente erano utilizzate candele sistemate in una lampada centrale che era situata nella ribalta. La luce rifletteva su degli scudi di metallo che la moltiplicavano.
A quei tempi, la scala era finanziata dalle stesse famiglie che dal Settecento avevano voluto la costruzione del teatro e ne conservavano la proprietà attraverso le quote dei palchi. Sotto il Regio Governo Austro-Ungarico, il teatro godeva di un finanziamento pubblico che il Governo Italiano, dopo l’unità, mantenne per poco. La gestione del teatro passò infatti alla Municipalità. Il 1º luglio 1897, il Comune di Milano, che doveva fare i conti con emergenze di natura sociali e sotto la spinta delle sinistre, decise di sospendere il suo contributo: La Scala fu costretta a chiudere. Fu la munificenza di Guido Visconti di Modrone che, ripianando di tasca propria le perdite in bilancio, organizzò un gruppo esercente per riformare la gestione del teatro.[1] Egli aveva chiamato Arrigo Boito che assumeva la carica di vice presidente, Giulio Gatti Casazza quale direttore amministrativo ed Arturo Toscanini come direttore artistico[2].
Prima del 1900 i musicisti e il direttore d'orchestra non avevano un loro posto ma suonavano davanti al pubblico il quale non riusciva a vedere al meglio lo spettacolo, durante le feste mondane suonavano sul palcoscenico per lasciar maggior spazio alla pista da ballo in platea.
Tra la prima guerra mondiale e la seconda, il teatro vide avvicendarsi i maggiori cantanti del tempo, tra cui Feodor Šaljapin, Magda Olivero, Giacomo Lauri Volpi, Titta Ruffo, Enrico Roggio, Gino Bechi, Beniamino Gigli, Mafalda Favero, Toti Dal Monte, Gilda Dalla Rizza, Aureliano Pertile.
La Scala venne bombardata durante la seconda guerra mondiale, nella notte tra il 15 ed il 16 agosto del 1943, subendo gravi danni al soffitto e alle pareti danneggiate dalla caduta del soffitto e del tetto. In men di un anno, il teatro fu ricostruito "com'era e dov'era" prima del conflitto, e fu riaperto l'11 maggio 1946 con un concerto di Arturo Toscanini. I lavori furono diretti dall'ingegnere capo del Comune di Milano Luigi Lorenzo Secchi, che nel 1936 si era occupato del rifacimento di alcuni locali del teatro, in particolare del foyer dei palchi, e che fino al 1982 continuerà ininterrottamente a sovraintendere alle opere di adeguamento e rinnovo del teatro. La fretta nella ricostruzione del soffitto e della sua sospensione al sistema complesso di travi, impedì di trovare i componenti simili agli originari, e si adottarono soluzioni ibride in cemento armato che secondo qualcuno peggiorarono l'acustica della sala. La finitura interna del soffitto fu invece di indiscussa raffinatezza: solo un dipinto geometrico in toni di grigio, a far risaltare ancor di più il magnifico ed enorme lampadario (con quasi 400 lampadine) realizzato in cristallo soffiato dagli artigiani di Venezia. Per dare un'idea delle sue dimensioni, nella coppa con cui è applicato al soffitto scende all'interno del lampadario un tecnico a manovrare l'occhio di bue, ovvero il faro seguipersone.
Nel dopoguerra la Scala visse una seconda stagione magica. La gestione di Ghiringhelli fu contrassegnata tra l'altro dalle partigianerie tra i tifosi di Maria Callas e di Renata Tebaldi: chi si recava a quei tempi in Galleria trovava capannelli di milanesi che discutevano animatamente di lirica. La gestione di Paolo Grassi Negli anni '70 si è registrato il periodo di maggior produttività del Teatro, che metteva in scena quasi 300 rappresentazioni all'anno. È seguito un lungo periodo di normale amministrazione, sfociato alla fine in polemiche complesse che hanno visto l'allontanamento del direttore musicale Riccardo Muti ed hanno suggerito di nominare sovrintendente un francese, Stéphane Lissner, tuttora in carica. Oggi la Scala produce circa 284 alzate di sipario all'anno.
Alla Scala naturalmente hanno cantato i maggiori artisti lirici ed è impossibile farne un elenco: tra i nomi più noti al grande pubblico si possono citare Maria Callas soprano statunitense di origine greca, Renata Tebaldi, Ghena Dimitrova Carlo Bergonzi, Leyla Gencer, Antonietta Stella, Ettore Bastianini, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Franco Corelli, Tito Gobbi, Renato Bruson, Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Nicolaj Ghiaurov, Plácido Domingo, Teresa Berganza, Joan Sutherland, Katia Ricciarelli, Montserrat Caballé, José Carreras, Marilyn Horne, e molti altri cantanti di prima grandezza.
Sul podio si sono avvicendati (oltre a quelli citati) anche i maggiori direttori del secolo come Herbert von Karajan, Karl Böhm, Carlos Kleiber, Zubin Mehta, Wolfgang Sawallisch, Claudio Abbado, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Daniel Barenboim e molti altri.
Oltre ai leggendari scenografi dell'800, vi è un lungo elenco di pittori della statura di Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Marc Chagall, scultori tra i quali Mario Ceroli e Arnaldo Pomodoro, accanto ai quali figurano anche gli stilisti Ottavio Missoni e Gianni Versace in veste di realizzatori di costumi.
Architettura
Dal punto di vista architettonico la Scala si rifà al Teatro della Reggia di Caserta, del Vanvitelli, ma divenne immediatamente il modello di riferimento per il "teatro all'italiana" a cui si ispirarono molti altri teatri, tra cui La Fenice di Venezia (rifacimento) ed altri.
Il suo interno all'origine era molto differente da quanto si vede oggi: è stato infatti rifatto più volte, con diversi interventi tra cui quello del Canonica e dello scenografo Sanquirico. Attualmente ha un aspetto che richiama il neoclassico, con le fasce che costituiscono il parapetto di gallerie e palchi in color avorio, e decorazioni in oro. Le colonne che separano un palco dall'altro sono un po' arretrate in modo da migliorare la visione. Inizialmente i palchi erano decorati nel modo preferito dai singoli proprietari, che vi ponevano tappezzerie colorate, mobili, specchi e sedie di loro scelta. Ora le pareti sono state uniformate con del damasco rosso, ad eccezione di un palco (sopravvissuto al bombardamento del 1943) che è stato mantenuto con l'arredo e le decorazioni originarie. Fino a pochi anni fa il pavimento della platea, dei palchi, delle scale e dei corridoi era completamente rivestito di moquette rossa. Dopo la ristrutturazione la platea è stata pavimentata con legno a vista, disposto in strati speciali al fine di migliorare l'acustica. Nei palchi è stato posata della terracotta. L'effetto prima della ristrutturazione era di un ambiente più lussuoso, ma bisogna dire che ora, oltre all'estetica, anche l'acustica risulta migliorata. Le due gallerie non sono presenti nel teatro fin dalla sua inaugurazione: nel 1700, c'erano sei ordini di palchi (4 ancora esisitenti, più due che ora sono le gallerie), e la gente comune sedeva in platea. agli inizi del 1800 viene tolto un ordine di palchi, creando una galleria. Soltanto alla fine del XIX secolo si formerà il tanto temuto "loggione", costituito dalle due attuali gallerie, portando così il teatro all'assetto odierno di 4 ordini di palchi e 2 gallerie.
Le ristrutturazioni iniziarono immediatamente. Nel 1808 l'architetto Luigi Canonica intervenne aumentando la profondità del palcoscenico(di 16 metri), procedendo poi, nel 1814, a demolire alcuni edifici (fra cui il convento della Scala) sull'attuale via Verdi, al fine di consentire la costruzione di nuove sale di scenografia e nuovi servizi per i cantanti, i ballerini e i figuranti.
La pianta della platea è a forma di ferro di cavallo, vi sono quattro ordini di palchi e due gallerie. All'opposto del palcoscenico vi è il palco reale, oggi riservato alle autorità. Il boccascena è di 16 x 12 metri, ed è identico a quello del teatro degli Arcimboldi, in modo che le scene possano passare da un teatro all'altro senza problemi. All'inizio il sipario era una tela dipinta, che si apriva a caduta. Ora il sipario è in velluto rosso, con apertura all'imperiale, con una complessa decorazione in oro sempre in stile neoclassico. Nella parte superiore del sipario vi è lo stemma del Comune di Milano, e sopra un particolare orologio luminoso che indica l'ora (numero romano) e i minuti (numeri arabi, scanditi a intervalli di tempo di cinque minuti).
Attualmente vi sono due foyer. Quello sopra l'ingresso, destinato agli spettatori dei palchi, e uno superiore destinato a quelli del loggione, aperto nel 1958. È curioso notare che uno di questi venne ricavato dalla "stanza delle stufe". Non essendoci il riscaldamento, si usava produrre una certa quantità di braci da porre in appositi bracieri che (dislocati nel Teatro) tentavano di riscaldare un po'.
La facciata dispone di una soluzione che ha fatto storia: la galleria delle carrozze, subito imitata da altri teatri. Per il resto, nulla di straordinario: una facciata lineare e tipica dell'epoca. Il Piermarini non aveva previsto che si potessero vedere i coppi, perché il teatro ai suoi tempi si apriva su una via relativamente stretta. Con l'apertura di Piazza della Scala vi è l'effetto curioso del timpano sormontato da coppi.
Tra il 2002 e il 2004 la Scala è stato oggetto di una radicale ristrutturazione, in una prospettiva ben più ampia rispetto a come si era intervenuti su alcuni grandi teatri europei (L'Opera di Parigi e il Covent Garden di Londra). Questa ha portato ad aggiungere una torre scenica di dimensioni anche maggiori, e (a lato) una struttura a pianta ovale. Il progetto è dell'architetto svizzero Mario Botta.
Questa ristrutturazione è stata effettuata per un tempo che segna un record assoluto per un'importante opera pubblica italiana (senza le lungaggini che hanno caratterizzato la ricostruzione della Fenice di Venezia o la storia drammatica del teatro palermitano) ma non è stata priva di polemiche, che hanno riguardato in primo luogo l'impatto estetico della torre scenica e della "torre" a pianta ovale. Ci si è chiesti poi se il palcoscenico di dimensioni così grandi fosse davvero necessario o anche solo utile. È stato sostenuto che il palcoscenico e i camerini fossero a loro volta un luogo storicamente rilevante. Un altro punto dolente è che per realizzare questa ristrutturazione si sono distrutti importantissimi reperti archeologici della Milano Romana, residui di uno dei momenti più importanti per Milano (v. Storia di Milano) e per la stessa umanità (qualcosa del genere è successo anche per la costruzione dell'attuale biglietteria sotterranea realizzata negli scorsi decenni).
I lavori, iniziati nel gennaio 2002, furono terminati nel dicembre 2004. Il teatro rinnovato è stato ufficialmente restituito al pubblico con la rappresentazione dell'Europa riconosciuta, di Antonio Salieri, la stessa opera che fu commissionata per la prima inaugurazione del Teatro.
La capienza del Teatro alla Scala, dopo la recente ristrutturazione, è stata portata a 2030 posti, in base al provvedimento comunale di agibilità rilasciato tre mesi dopo la riapertura del Teatro nel 2004. In realtà i posti disponibili sono molto più numerosi, come si evince dalle piantine dei palchi, della platea e dei loggioni che sono reperibili nel sito del teatro. I posti dei quali il teatro può disporre sono 2242, ripartiti tra le due gallerie (520 posti), la platea (678) e i palchi (764), ai quali vanno sommati 260 posti supplementari e 20 posti del palco d'onore.
La "Piccola Scala", un secondo teatro
All'interno del corpo di edifici della Scala venne allestita la Piccola Scala, un teatro ricavato, alla cui sala si accedeva da via Filodrammatici e con il palcoscenico accanto a quello principale (quindi ortogonale rispetto al Teatro principale). Questo teatro minore fu dedicato al repertorio più antico rispetto al melodramma dell'800, e per opere sia antiche che moderne che richiedevano un ambiente più raccolto rispetto alla grande sala della Scala, o comunque meno spazio e un piccolo organico. Qui vi furono date delle magnifiche realizzazioni di molti autori, tra cui citiamo, fra i tanti, tre esempi: Il Ritorno di Ulisse in Patria di Claudio Monteverdi, diretto da Nikolaus Harnoncourt e con la regia di J.P. Ponnelle, Il Matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, L'Ariodante di Georg Friedrich Haendel (scene e costumi di Pierluigi Pizzi) e molti altre opere di musicisti anche contemporanei (da Mauricio Kagel a Silvano Bussotti). Oltre alle opere vi si davano anche concerti da camera.
Con gli anni il teatro cadde in disuso, venendo anche destinato a magazzino. Fu poi definitivamente distrutto per inglobarlo nel faraonico palcoscenico in occasione della ristrutturazione degli anni 2000. Resta consegnato alla storia l'elenco delle memorabili rappresentazioni e degli artisti di prima grandezza (direttori, cantanti, registi, scenografi) che vi lavorarono.
L'Accademia del Teatro alla Scala
Dal 1991, il Teatro alla Scala si occupa anche di formazione per i professionisti dello spettacolo grazie alla Direzione Scuole Formazione che, dal 2001, è divenuta Fondazione Accademia d'arti e mestieri dello spettacolo Teatro alla Scala (in breve: Accademia Teatro alla Scala). L'Accademia, oggi presieduta da Pier Andrea Chevallard e diretta da Luisa Vinci, eroga corsi di formazione professionale attraverso i suoi quattro dipartimenti: Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori, Management. Il percorso di studi culmina ogni anno nel "Progetto Accademia", opera inserita nel cartellone scaligero. Nel 2011 l'Accademia ha compiuto dieci anni di vita e per festeggiare la ricorrenza sono stati inseriti nella stagione, oltre al consueto Progetto Accademia (quell'anno L'italiana in Algeri) anche vari concerti e un gala di balletto (il 31 dicembre 2011). Tutti gli spettacoli sono stati curati ed eseguiti dagli allievi stessi, con a volte il contributo di alcuni ex allievi ormai celebri in tutto il mondo.
Responsabili del teatro
Direttori artistici
Direttori musicali
- Arturo Toscanini (1898 - 1908)
- Tullio Serafin (1909 - 1914)
- Tullio Serafin (1917 - 1918)
- La Scala rimase chiusa da 1918 al 1920
- Arturo Toscanini (1921 - 1929)
- Gabriele Santini, chiamato da Arturo Toscanini come direttore d'orchestra aggiunto (1924-1929)
- Angelo Scandiani (1929 - 1930)
- Anita Colombo (1930 - 1933)[senza fonte]
- Victor De Sabata (1933 (??) - 1953)
- Carlo Maria Giulini (1953 - 1956)
- Guido Cantelli (1956) (morto in un incidente aereo una settimana dopo la presa dell'incarico)
- Antonino Votto (1956-1965)
- Gianandrea Gavazzeni (1965-1968)
- Claudio Abbado (1968 - 1986)
- Riccardo Muti (1986 - 2005)
- Daniel Barenboim (2011 - ) (dal 2007 gli era stato conferito il titolo di "Maestro Scaligero")
Direttori del coro nel dopoguerra
- Vittore Veneziani (fino al 1954)
- Norberto Mola (1954-1963)
- Roberto Benaglio (1963-1971)
- Romano Gandolfi (1971-1983)
- Giulio Bertola (1983-1991)
- Roberto Gabbiani (1991-2002)
- Bruno Casoni (dal 2002)
Sovrintendenti
- Jenner Mataloni (dal 1932 al 1943)
- Carlo Gatti (dal 1943 al 1946)
- Antonio Ghiringhelli (dal 1946 al 1972)
- Paolo Grassi (dal 1972 al 1977)
- Carlo Maria Badini (dal 1977 al 1990)
- Carlo Fontana (dal 1990 al 2005)
- Stéphane Lissner (2005 - )
Prime assolute
- 1778: Europa riconosciuta di Antonio Salieri
- 1812: La pietra del paragone di Gioachino Rossini
- 1813: Aureliano in Palmira di Gioacchino Rossini
- 1814: Il turco in Italia di Gioachino Rossini
- 1817: La gazza ladra di Gioacchino Rossini
- 1819: Bianca e Falliero di Gioacchino Rossini
- 1820: Margherita d'Anjou di Giacomo Meyerbeer
- 1822: Chiara e Serafina di Gaetano Donizetti
- 1827: Il pirata di Vincenzo Bellini
- 1829: La straniera di Vincenzo Bellini
- 1831: Norma di Vincenzo Bellini
- 1832: Ugo, Conte di Parigi di Gaetano Donizetti
- 1833: Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti
- 1834: Gemma di Vergy di Gaetano Donizetti
- 1835: Maria Stuarda di Gaetano Donizetti
- 1839: Gianni di Parigi di Gaetano Donizetti
- 1839: Oberto, Conte di San Bonifacio di Giuseppe Verdi
- 1840: Un giorno di regno di Giuseppe Verdi
- 1841: Maria Padilla di Gaetano Donizetti
- 1842: Nabucco di Giuseppe Verdi
- 1843: I Lombardi alla prima crociata di Giuseppe Verdi
- 1845: Giovanna d'Arco di Giuseppe Verdi
- 1868: Mefistofele di Arrigo Boito
- 1876: La Gioconda di Amilcare Ponchielli
- 1885: Marion Delorme di Amilcare Ponchielli
- 1887: Otello di Giuseppe Verdi
- 1889: Edgar di Giacomo Puccini
- 1892: La Wally di Alfredo Catalani
- 1893: Falstaff di Giuseppe Verdi
- 1904: Madama Butterfly di Giacomo Puccini
- 1923: Belfagor di Ottorino Respighi
- 1924: Nerone di Arrigo Boito
- 1925: I Cavalieri di Ekebù di Riccardo Zandonai
- 1926: Turandot di Giacomo Puccini
- 1957: I dialoghi delle Carmelitane di Francis Poulenc
- 1963: Era proibito di Luciano Chailly
- 1963: Donna Rosita nubile di Renzo Rossellini
- 1963: Passaggio di Luciano Berio
- 1963: Mutazioni di Vittorio Fellegara
- 1984: Samstag aus Licht di Karlheinz Stockhausen
- 1988: Montag aus Licht di Karlheinz Stockhausen
- 2007: Teneke di Fabio Vacchi
- 2011: Quartett di Luca Francesconi
- 2012: L'altra metà del cielo, balletto di Vasco Rossi e Martha Clarke
Prime delle stagioni operistiche
- Stagione operistica 1831/32: Norma di Vincenzo Bellini
- Stagione operistica 1833/34: Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti
- Stagione operistica 1836/37: Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini
- Stagione operistica 1838/39: La muta di Portici di Daniel Auber
- Stagione operistica 1840/41: Il bravo di Saverio Mercadante
- Stagione operistica 1845/46: Otello di Gioachino Rossini
- Stagione operistica 1848/49: La schiava saracena di Saverio Mercadante
- Stagione operistica 1849/50: Attila di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1850/51: Gerusalemme di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1851/52: Luisa Miller di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1858/59: Semiramide di Gioachino Rossini
- Stagione operistica 1854/55: Marco Visconti di Petrella
- Stagione operistica 1868/69: Don Carlo di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1872/73: Ruy Blas di Filippo Marchetti
- Stagione operistica 1876/77: Gli Ugonotti di Giacomo Meyerbeer
- Stagione operistica 1877/78: L'Africana di Giacomo Meyerbeer
- Stagione operistica 1878/79: Don Carlo di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1879/80: Aida di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1880/81: Il figliuol prodigo di Amilcare Ponchielli
- Stagione operistica 1883/84: La Gioconda di Amilcare Ponchielli
- Stagione operistica 1884/85: Carmen di Georges Bizet
- Stagione operistica 1886/87: Aida di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1887/88: La regina di Saba di Carlo Goldmark
- Stagione operistica 1889/90: I maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner
- Stagione operistica 1891/92: Tannhäuser di Richard Wagner
- Stagione operistica 1892/93: Il vascello fantasma di Richard Wagner
- Stagione operistica 1893/94: La Valchiria di Richard Wagner
- Stagione operistica 1894/95: Sigfrido di Richard Wagner
- Stagione operistica 1896/97: Il crepuscolo degli dei di Richard Wagner
- Stagione operistica 1897/98: chiusa
- Stagione operistica 1898/99: I maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner
- Stagione operistica 1899/00: Sigfrido di Richard Wagner
- Stagione operistica 1900/01: La bohème di Giacomo Puccini
- Stagione operistica 1902/03: L'oro del Reno di Richard Wagner
- Stagione operistica 1907/08: Il crepuscolo degli dei di Richard Wagner
- Stagione operistica 1908/09: La Vestale di Gaspare Spontini
- Stagione operistica 1909/10: La Valchiria di Richard Wagner
- Stagione operistica 1910/11: Sigfrido di Richard Wagner
- Stagione operistica 1914/15: L'oro del Reno di Richard Wagner
- Stagione operistica 1915/16: Il principe Igor di Alexander Porfievic Borodin
- Stagione operistica 1921/22: Falstaff di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1922/23: Manon Lescaut di Giacomo Puccini
- Stagione operistica 1923/24: Tristano e Isotta di Richard Wagner
- Stagione operistica 1930/31: La fanciulla del West di Giacomo Puccini
- Stagione operistica 1931/32: Norma di Vincenzo Bellini
- Stagione operistica 1932/33: Il crepuscolo degli dei di Richard Wagner
- Stagione operistica 1936/37: Falstaff di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1946/47: Nabucco di Giuseppe Verdi;
- Stagione operistica 1948/49: Il trovatore di Giuseppe Verdi; direttore Herbert von Karajan
- Stagione operistica 1951/52: I vespri siciliani di Giuseppe Verdi; direttore Victor De Sabata
- Stagione operistica 1952/53: Macbeth di Giuseppe Verdi; direttore Victor De Sabata;
- Stagione operistica 1953/54: La Wally di Alfredo Catalani; direttore Carlo Maria Giulini
- Stagione operistica 1954/55: La Vestale di Gaspare Spontini; direttore Victor De Sabata; regia di Luchino Visconti
- Stagione operistica 1955/56: Norma di Vincenzo Bellini;
- Stagione operistica 1956/57: Aida di Giuseppe Verdi; direttore Antonino Votto
- Stagione operistica 1957/58: Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi; direttore Gianandrea Gavazzeni;
- Stagione operistica 1958/59: Turandot di Giacomo Puccini; direttore Antonino Votto; regia di Margherita Wallmann
- Stagione operistica 1959/60: Otello di Giuseppe Verdi;
- Stagione operistica 1960/61: Poliuto di Gaetano Donizetti; direttore Gianandrea Gavazzeni; regia di Herbert Graf
- Stagione operistica 1961/62: La battaglia di Legnano di Giuseppe Verdi; direttore Gianandrea Gavazzeni; regia di Margherita Wallmann
- Stagione operistica 1962/63: Il trovatore di Giuseppe Verdi; direttore Gianandrea Gavazzeni; regia di Giorgio De Lullo
- Stagione operistica 1963/64: Cavalleria rusticana-L'amico Fritz di Pietro Mascagni; direttore Gianandrea Gavazzeni; regia di Franco Enriquez
- Stagione operistica 1964/65: Turandot di Giacomo Puccini; direttore Gianandrea Gavazzeni; regia di Margherita Wallmann
- Stagione operistica 1965/66: La forza del destino di Giuseppe Verdi; direttore Gianandrea Gavazzeni
- Stagione operistica 1966/67: Nabucco di Giuseppe Verdi
- Stagione operistica 1967/68: Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti; direttore Claudio Abbado
- Stagione operistica 1968/69: Don Carlo di Giuseppe Verdi; direttore Claudio Abbado;
- Stagione operistica 1969/70: Ernani di Giuseppe Verdi; direttore Claudio Abbado
- Stagione operistica 1970/71: I vespri siciliani di Giuseppe Verdi; direttore Gianandrea Gavazzeni
- Stagione operistica 1971/72: Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi; direttore Claudio Abbado; regia di Giorgio Strehler
- Stagione operistica 1972/73: Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi; direttore Gianandrea Gavazzeni
- Stagione operistica 1973/74: L'Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini
- Stagione operistica 1974/75: Fidelio di Ludwig van Beethoven
- Stagione operistica 1975/76: Macbeth di Giuseppe Verdi; direttore Claudio Abbado
- Stagione operistica 1976/77: Otello di Giuseppe Verdi; direttore Carlos Kleiber, regia di Franco Zeffirelli
- Stagione operistica 1977/78: Don Carlo di Giuseppe Verdi; direttore Claudio Abbado; regia di Luca Ronconi
- Stagione operistica 1978/79: Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi; direttore Claudio Abbado;
- Stagione operistica 1979/80: Boris Godunov di Modest Mussorgskij; direttore Claudio Abbado
- Stagione operistica 1980/81: Falstaff di Giuseppe Verdi; direttore Lorin Maazel; regia di Giorgio Strehler
- Stagione operistica 1981/82: Lohengrin di Richard Wagner; direttore Claudio Abbado
- Stagione operistica 1982/83: Ernani di Giuseppe Verdi; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1983/84: Turandot di Giacomo Puccini; direttore Lorin Maazel
- Stagione operistica 1984/85: Carmen di Georges Bizet; direttore Claudio Abbado;
- Stagione operistica 1985/86: Aida di Giuseppe Verdi; direttore Lorin Maazel; regia di Luca Ronconi
- Stagione operistica 1986/87: Nabucco di Giuseppe Verdi; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1987/88: Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart; direttore Riccardo Muti; regia di Giorgio Strehler
- Stagione operistica 1988/89: Guglielmo Tell di Gioachino Rossini; direttore Riccardo Muti, regia di Luca Ronconi
- Stagione operistica 1989/90: I vespri siciliani di Giuseppe Verdi; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1990/91: Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1991/92: Parsifal di Richard Wagner; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1992/93: Don Carlo di Giuseppe Verdi; direttore Riccardo Muti; regia di Franco Zeffirelli
- Stagione operistica 1993/94: La Vestale di Gaspare Spontini; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1994/95: Die Walkure di Richard Wagner; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1995/96: Die Zauberflote di Wolfgang Amadeus Mozart; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1996/97: Armide di Christoph Willibald Gluck; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1997/98: Macbeth di Giuseppe Verdi; Riccardo Muti, regia di Graham Vick
- Stagione operistica 1998/99: Il crepuscolo degli dei di Richard Wagner; direttore Riccardo Muti
- Stagione operistica 1999/00: Fidelio di Ludwig van Beethoven; direttore Riccardo Muti; regia di Werner Herzog
- Stagione operistica 2000/01: Il trovatore di Giuseppe Verdi; direttore Riccardo Muti, regia di Hugo de Ana
- Stagione operistica 2001/02: Otello di Giuseppe Verdi; direttore Riccardo Muti, regia di Graham Vick
- Stagione operistica 2002/03: Iphigénie en Aulide di Christoph Willibald Gluck, direttore Riccardo Muti [A]
- Stagione operistica 2003/04: Moise et Pharaon di Gioacchino Rossini; direttore Riccardo Muti; regia di Luigi Ronconi [A]
- Stagione operistica 2004/05: Europa riconosciuta di Antonio Salieri; direttore Riccardo Muti, regia di Luca Ronconi
- Stagione operistica 2005/06: Idomeneo di Wolfgang Amadeus Mozart; direttore Daniel Harding
- Stagione operistica 2006/07: Aida di Giuseppe Verdi; direttore Riccardo Chailly, regia di Franco Zeffirelli
- Stagione operistica 2007/08: Tristano e Isotta di Richard Wagner; direttore Daniel Barenboim, regia di Patrice Chereau
- Stagione operistica 2008/09: Don Carlo di Giuseppe Verdi; direttore Daniele Gatti; regia, Stéphane Braunschweig
- Stagione operistica 2009/10: Carmen di Georges Bizet; direttore Daniel Barenboim, regia di Emma Dante
- Stagione operistica 2010/11: Die Walkure di Richard Wagner; direttore Daniel Barenboim, regia di Guy Cassiers
- Stagione operistica 2011/12: Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart; direttore Daniel Barenboim, regia di Robert Carsen
- Stagione operistica 2012/13: Lohengrin di Richard Wagner; direttore Daniel Barenboim, regia di Claus Guth
- Stagione operistica 2013/14: Il trovatore di Giuseppe Verdi; direttore Daniele Gatti, regia di Dmitri Tcherniakov
Prossime inaugurazioni stagione operis
- 2014: Fidelio di Ludwig van Beethoven
- Note
- A ^ Nelle stagioni 2002/03-2003/04 le rappresentazioni vengono date al Teatro degli Arcimboldi
Organico dell'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano
- Violini primi:
Francesco Manara (di spalla), Francesco De Angelis (di spalla), Daniele Pascoletti (concertino), Mariangela Freschi, Alessandro Ferrari, Zsusanna Demetrovics, Corine van Eikema, Andrea Leporati, Rodolfo Cibin, Andrea Pecolo, Gianluca Turconi, Elena Faccani, Fulvio Liviabella, Gianluca Scandola, Dino Sossai, Duccio Beluffi, Alois Hubner, Agnese Ferraro
- Violini secondi:
Pierangelo Negri, Giorgio Di Crosta, Anna Longiave, Anna Salvatori, Emanuela Abriani, Paola Lutzemberger, Ludmilla Laftchieva, Silvia Guarino, Gabriele Porfidio, Stefano Dallera, Roberto Nigro, Elisa Citterio, Damiano Cottolasso, Evguenia Staneva, Alexia Tiberghien
- Viole:
Danilo Rossi, Simonide Braconi, Adelheid Dalvai, Emanuele Rossi, Marco Giubileo, Zoran Vuckovic, Giuseppe Nastasi, Luciano Sangalli, Giorgio Baiocco, Maddalena Calderoni, Francesco Lattuada, Carlo Barato, Caterina Rauch
- Violoncelli:
Sandro Laffranchini, Massimo Polidori, Alfredo Persichilli, Jakob Ludwig, Martina Lopez, Clare Ibbott, Marcello Sirotti, Alice Cappagli, Gabriele Zanardi, Simone Groppo, Massimiliano Tisserant, Cosma Beatrice Pomarico, Tatian Patella, Gabriele Garofano
- Contrabbassi:
Giuseppe Ettorre, Francesco Siragusa, Claudio Pinferetti, Claudio Cappella, Demetrio Costantino, Emanuele Pedrani, Alessandro Serra, Attilio Corradini, Gaetano Siragusa, Roberto Benatti, Omar Lonati
- Flauti traversi:
Davide Formisano, Marco Zoni, Giovanni Paciello
- Ottavino:
Giovanni Paciello
- Oboi:
Fabien Thouand, Renato Duca, Augusto Mianiti
- Corno Inglese:
Renato Duca
- Clarinetti:
Mauro Ferrando, Fabrizio Meloni, Christian Chiodi Latini, Denis Zanchetta, Stefano Cardo
- Clarinetto Piccolo:
Denis Zanchetta
- Clarinetto Basso:
Stefano Cardo
- Fagotti:
Gabriele Screpis, Valentino Zucchiatti, Nicola Meneghetti, Maurizio Orsini, Marion Reinhard
- Controfagotto:
Marion Reinhard
- Corni francesi:
Danilo Stagni, Roberto Miele, Stefano Alessandri, Claudio Martini, Stefano Curci, Piero Mangano
- Trombe:
Francesco Tamiati, Mauro Edantippe, Gianni Dallaturca, Nicola Martelli
- Tromboni:
Erik Edvar Torsten, Riccardo Bernasconi, Renato Filisetti, Giuseppe Grandi
- Basso tuba:
Brian Earl, Giovanni Battista Gatti (quintetto di ottoni)
- Arpe:
Luisa Prandina, Olga Mazzia
- Timpani:
Attualmente vacante
- Percussioni:
Gianni Massimo Arfacchia, Giuseppe Cacciola
- Pianoforte:
Attualmente vacante
- Organo:
Lorenzo Bonoldi
Curiosità
Lo Stadio Giuseppe Meazza, che ospita le partite casalinghe del Milan e dell'Inter, è soprannominato "La Scala del Calcio" perché considerato, a livello calcistico, una sorta di teatro sportivo famoso a livelli mondiali.
Note
Voci correlate
Altri progetti
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